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La Newsletter di Pietro Raffa

Verso Le Politiche 2018 - Sesta puntata

(Tempo di lettura: 4 minuti e mezzo circa)

Quando si parla di centrodestra non si può fare a meno di iniziare da Silvio Berlusconi. L'ex Cavaliere, dopo un inizio di legislatura ai servizi sociali, ha ripreso le redini del suo schieramento, contribuendo più di chiunque altro a ritrovare quell'unità che sembrava ormai perduta.



Sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco: per unità si intende presentarsi uniti alle elezioni, perché poi, nei fatti, la tenuta del centrodestra potrebbe essere messa a dura prova già un minuto dopo il voto.

Prendendo per buoni gli ultimi sondaggi (strumento che più volte, da Brexit, all'elezione di Trump, fino ad arrivare alle ultime elezioni Politiche italiane, ha fatto flop), la coalizione di centrodestra sarebbe davanti alle altre forze in campo. Le liste che la compongono sono Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia

Lo schema è, con qualche leggera differenza, quello sperimentato in tutte le campagne elettorali dal '94 a oggi, fatta eccezione per quella del '96 in cui la Lega si presentò in autonomia.



Forza Italia è da sempre al centro della coalizione. Alla sua destra ci sono Fratelli d'Italia, erede della tradizione missina, e, appunto, la Lega che, stando ai sondaggi, contenderebbe al partito di Berlusconi il ruolo di soggetto politico più votato della coalizione.

La situazione nella Lega.

Rispetto alle elezioni passate, la guida di Salvini ha modificato la natura del suo partito, esprimendo sempre più una linea nazionalista (creando in parte una sovrapposizione con il partito della Meloni) e dando sempre meno spazio a quella autonomista. Componente, quest'ultima, che lo spazio ha ricominciato a ritagliarselo da sola, con i referendum autonomisti in Veneto e Lombardia. Qualche mese fa lo avevo anticipato: i nodi, prima o poi, vengono al pettine. E la decisione di Maroni di rinunciare a una ricandidatura a Governatore della Lombardia è frutto anche della differenza di vedute con il suo segretario.

Quella di Maroni può essere vista come una mossa strategica in vista del dopo elezioni, quando in caso di pareggio elettorale sarà necessario trovare anche all'interno del suo partito dei parlamentari disposti ad appoggiare un governo di larghe intese. Cosa che i salviniani, a differenza dei maroniani, non vedono di buon occhio.

Il quarto polo.

Nelle ultime settimane si è aggiunto il cosiddetto quarto polo: una lista, Noi con l'Italia, che vede trai suoi esponenti Maurizio Lupi, Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa. E proprio quest'ultimo ha portato con sé in dote un dono non banale: lo scudo crociato, simbolo storico della Democrazia Cristiana, capace ancora di far breccia in un certo elettorato nostalgico.



Restando sull'argomento, Forza Italia avrà nel proprio simbolo la scritta Berlusconi Presidente, mentre quello della Lega potrebbe contenere Salvini Premier. 

Le proposte più rilevanti.

I partiti di centrodestra, come tutte le altre forze politiche in campo, si stanno occupando della definizione delle liste e, nel frattempo, sondano il lancio di nuove proposte al Paese. 

Quella che ha fatto più discutere in questi giorni è l'abolizione della Legge Fornero sulle pensioni, avanzata dalla Lega. Significherebbe dover trovare coperture per almeno 20 miliardi all’anno, in media, nella prossima legislatura.

Berlusconi, che su questa abolizione ha tirato il freno a mano, è intenzionato a spingere l'acceleratore su altre tre idee abbastanza strong:

  • la prima, condivisa con la Lega, è la flat tax: un'aliquota unica che sostituirebbe quelle previste attualmente per l’Irpef. Allo stato attuale, se l'aliquota fosse al 23% il costo sarebbe di circa 40 miliardi di euro all'anno (63 miliardi se fosse al 20% e 102 miliardi se fosse al 15%, come chiede la Lega).
  • La seconda consiste nel portare le pensioni minime a 1000 euro, e il costo complessivo sarebbe di circa 18 miliardi;
  • La terza prevede di garantire un reddito di dignità agli italiani in condizioni di povertà assoluta. Costo? 29 miliardi all'anno;

Il totale delle spese appena elencate, in un anno, sarebbe di oltre 100 miliardi.

Ogni anno lo Stato italiano spende in tutto circa 800 miliardi, la maggior parte dei quali (oltre il 70%) destinati a stipendi e pensioni, e cioè a materie non modificabili. In sostanza, se il centrodestra volesse applicare tutte le idee elencate senza alzare le tasse o aumentare il debito, dovrebbe tagliare 1 euro ogni 8 di quelli che oggi lo Stato spende. Una manovra di questa portata non è mai stata fatta. Sarebbe persino il doppio rispetto alla storica finanziaria "lacrime e sangue" da 100 mila miliardi di lire che il governo Amato varò nel 1992. 

È facilmente intuibile che, qualora tutte le proposte fossero confermate, saremmo di fronte a un programma di difficile realizzazione. E possiamo scommettere che non è finita qui. 

Un accordo di principio è stato trovato anche attorno ad altri temi generici (meno tasse, più sicurezza, controllo dell'immigrazione), ma stiamo assistendo e assisteremo a un tira e molla delle forze in campo, che, spesso, non riguarda solo le coperture. 

Strategia elettorale. 

L'impressione che si ha è che ci sia una sorta di disaccordo calcolato nelle proposte avanzate. Il senso è: ci presentiamo uniti, ma allo stesso tempo ognuno ha le proprie idee.

L'elettore, a seconda delle proprie preferenze, voterà uno dei partiti presenti all'interno della coalizione, ma chi beneficerà del voto finale sarà sempre il centrodestra.

È uno schema che, come dicevo all'inizio, Berlusconi ha proposto in diverse campagne elettorali passate. Funzionerà anche questa volta? Vedremo. Una cosa è certa: fino a questo momento la coalizione di centrodestra è stata quella maggiormente in grado di dettare l'agenda politica.

L'utilizzo sapiente di vecchi strumenti (televisione e manifesti 6x3 in primis) e nuovi (Salvini fa un efficace utilizzo dei social da anni, mentre Berlusconi si è lanciato seriamente in questo mondo da meno di un anno), sta consentendo una divulgazione capillare dei messaggi elettorali e un rafforzamento dell'identità politica dello schieramento, all'interno di un frame in cui "l'esperienza" rappresenta la chiave distintiva rispetto "all'incompetenza".



Conclusioni

Nei prossimi giorni verranno sciolti i nodi delle candidature, che stanno creando alcuni problemi soprattutto per la scelta dei candidati nei 341 (tra Camera e Senato) collegi uninominali. 

Al momento - ma è ancora una fase di contrattazione - la spartizione dei "collegi sicuri" tra Forza Italia e Lega dovrebbe essere equa (60 e 60), così come le candidature nei collegi incerti (44 e 42) e nei collegi complicati (36 e 34). Fratelli d'Italia dovrebbe avere 22 collegi sicuri, mentre 13 dovrebbero spettare a Noi con l'Italia, che però non sembra per niente soddisfatta.

A detta dei sondaggi, il centrodestra dovrebbe essere avanti rispetto a tutte le altre forze. Non è però affatto scontato che sia in grado di raggiungere una maggioranza in termini di seggi: dipenderà soprattutto dalla distribuzione territoriale del voto
 



Direi che per oggi abbiamo finito. Una curiosità: cosa ne pensi delle proposte avanzate fino a questo momento da Berlusconi e i suoi alleati? Ti convincono?

Grazie per l'attenzione e a presto!

Pietro

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