Vai ai contenuti
  • nel sito
  • in Dove viaggi
  • in Corriere Annunci
  • nel Dizionario
  • nell'Archivio storico
vai cancel

È il secondo attacco in pochi giorni

Nuovo raid di Israele in Siria
Colpite basi militari a Damasco

Secondo la televisione di Stato siriana sarebbe stato colpito un centro di ricerca militare di Jamraya vicino alla capitale

È il secondo attacco in pochi giorni

Nuovo raid di Israele in Siria
Colpite basi militari a Damasco

Secondo la televisione di Stato siriana sarebbe stato colpito un centro di ricerca militare di Jamraya vicino alla capitale

Siria, palla di fuoco nel cielo di Damasco
(Rcd)

WASHINGTON – Una notte drammatica per il Medio Oriente. Per la seconda volta nell’arco di poche ore Israele ha colpito sabato obiettivi strategici in Siria con caccia e, forse, droni armati. Al centro dell’attacco un impianto di ricerche militari sul monte Qasioun, a Damasco, e alcuni depositi di armi appartenenti ai reparti scelti del regime. Il raid è iniziato con una serie di esplosioni sull’altura seguite da un vasto incendio. Alcune delle deflagrazioni hanno illuminato a giorno il Qasioun mentre l’antiaerea apriva il fuoco in diversi punti della capitale. Dopo una mezz’ora di confusione, con le ipotesi che s’incrociavano, è stata la stessa tv nazionale siriana a confermare l’attacco e ad accusare Israele. Quindi è arrivata una conferma, in modo anonimo, da parte di fonti americane.

Il centro ricerche di Jamraya vicino a DamascoIl centro ricerche di Jamraya vicino a Damasco
IL CENTRO MILITARE - Secondo le testimonianze gli israeliani hanno centrato il centro di ricerche a Jamraya, un sito teatro di un attacco nello scorso gennaio. Altre informazioni hanno riferito di danni alle basi della Quarta Divisione e della Guardia, i reparti migliori del regime. Del resto il Qasioun è il perno del sistema bellico siriano. Protegge la capitale e ospita le unità scelte, i bunker dove sono stoccati missili terra-terra e alcune installazioni dove sono presenti iraniani e Hezbollah. Dopo il comunicato sul raid, la tv ha diffuso musiche militari e in città sono apparsi numerosi posti di blocco. Misure seguite da molte voci incontrollabili. Si è parlato di scontri tra ribelli ed esercito, è stato segnalato il presunto uso di armi chimiche, l’emittente dell’Hezbollah «Al Manar» ha sostenuto che un caccia israeliano sarebbe stato abbattuto.

OBAMA - Per il regime di Assad, impegnato a fronteggiare la ribellione, è stato senza dubbio un colpo micidiale. Anche perché gli israeliani erano già entrati in azione venerdì quando avevano distrutto un carico di missili Fateh 110 forniti dall’Iran e custoditi all’aeroporto di Damasco. Operazione commentata in modo indiretto dal presidente americano Obama che, dal Costa Rica dove era in visita ufficiale, ha sostenuto che Gerusalemme ha diritto a bloccare l’invio di armi in favore dell’Hezbollah. Infatti, secondo alcuni osservatori i Fateh erano in attesa di essere trasferiti ai miliziani del partito di Dio in Libano. Ora ci si chiede cosa farà il dittatore siriano. Dopo il doppio schiaffo Assad potrebbe rispondere, pur sapendo che le sue forze hanno margini di manovra ridotti e la priorità resta la lotta contro la resistenza. Proprio in queste settimane i governativi, aiutati da miliziani sciiti libanesi, iraniani e iracheni, hanno registrato qualche successo nella regione di Homs, una spinta che vogliono ripetere anche in altre parti del paese. Un’offensiva accompagnata da massacri ai danni dei civili sunniti. L’ultimo è avvenuto nella cittadina costiera di Banyas, con dozzine di persone assassinate in modo brutale. Tra loro molti bambini. Una strage che ha spinto migliaia di abitanti che vivevano nelle zone circostanti a scappare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Guido Olimpio
COMMENTA
notizie correlate
multimedia

OGGI IN esteri >

Leggi i contributi SCRIVI

 

voto data

carica altri contenuti
Pubblicità
PIÙletti