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Juventus, ripartire puntando sul modello Dortmund

Dopo l'eliminazione contro il Bayern Monaco, per competere ad altissimi livelli all'estero occorre rinforzare la squadra. Si possono cedere pezzi eccellenti per dare, considerando gli introiti europei, l'assalto ai top player. L'alternativa sarebbe seguire le orme dei gialloneri della Westfalia, entrato nell'elite europea senza budget da paperoni
di TIMOTHY ORMEZZANO

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TORINO - Il futuro della Juventus è cominciato un istante dopo il 2-0 incassato dal Bayern Monaco anche allo Stadium, con stop del viaggio bianconero nell'irreale - Conte dixit - della Champions League. Misurato il gap che la separa dalle grandissime d'Europa - per dimensioni, sarebbe più giusto parlare di un canyon, di un'immensa gola -, si cerca di capire quanto e cosa serve per colmarlo. "Il potere d'acquisto d'acquisto del Bayern è il doppio del nostro. Sappiamo comunque di dover crescere e rinforzare la squadra", sono state le prime dichiarazioni del post partita, pronunciate dall'ad Marotta.

Buffon, testimonial a Roma all'apertura di un negozio, ammette: "Il calcio italiano ha ancora tanta strada da fare: non riusciamo a reggere lo scontro con queste superpotenze, intendo lo scontro finanziario. Non è che ultimamente abbiamo fatto risultati di rilievo: è anche per questo che dobbiamo esaltare ancora di più quello che negli ultimi anni ha fatto la nazionale".

Da oggi si riapre la stagione della caccia al top player, con Sanchez e Suarez come prede più ricercate. Da oggi Vucinic non è più incedibile, anzi. Il suo sacrificio - il montenegrino piace al Manchester United - porterebbe in cassa circa 15 milioni, mentre l'eventuale cessione di Vidal potrebbe generare una plusvalenza monstre di quasi 20 milioni (la Juve lo ha pagato 10,5 milioni più bonus). Un bel gruzzolo che andrebbe ad aggiungersi ai circa 20-25 milioni di ricavi da Champions e da Stadium che il club ha intenzione di iniettare sul mercato per regalarsi due acquisti di grande qualità.

Ma basterà mettere un paio di pezze eccellenti per non dire eccelse? Oppure la Signora dovrebbe rifarsi quasi tutto il costume? "Il gap non può sparire dall'oggi al domani, sia chiaro - ha tagliato corto Conte -. E' impossibile sostenere che con due o tre acquisti possiamo vincere la Champions. Non è come andare al supermercato, dove riempi la credenza e mangi per un anno. Ci scontriamo con potenze calcistiche imponenti, che possono contare su grandi forze economiche. Ci vuole pazienza, non bisogna essere presuntuosi. I campioni preferiscono andare in Germania, Inghilterra e Spagna. Si deve avere l'umiltà di capire che in questo momento nessuna squadra italiana ha la prospettiva di vincere la Champions".

Maledetta recessione anche italiana, soprattutto italiana. Non è facile correre tra le grandi d'Europa con le stampelle della crisi nazionale: mentre fai un passo avanti, i tuoi avversari ne hanno già fatti due. "In questi due anni abbiamo coperto spazi da giganti - ricorda Conte -, stiamo andando a manetta, ma dobbiamo crescere anche a livello di fatturato". Già, questione di budget. Non è facile andare alla guerra con le armi di cartone, scontrarsi con superpotenze che fatturano il doppio. E proprio alla luce di questa sorta di dogma, l'Italia pallonara deve essere grata alla Juventus per quello di grosso che ha comunque conseguito, e non ostile per quello di irrealizzabile che non ha realizzato.

L'eccezione che conferma la regola è il Borussia Dortmund, entrato nel G4 dell'Europa che conta senza sceicchi o comunque budget da Paperoni. I tedeschi hanno chiuso il bilancio al 30 giugno 2012 con un fatturato di 199 milioni di euro, praticamente identico a quello della Juventus, quasi la metà di quello dei cugini ricchi del Bayern Monaco, che fatturano 368 milioni. Potere di uno stadio sempre pieno (il Westfalenstadion ha 80 mila posti a sedere, il doppio dello Stadium), della valorizzazione dei giovani del vivaio (la rosa ha un'età media tra le più basse d'Europa: 24,6 anni) e di un mercato intelligente. I colpi migliori? I 26 milioni di plusvalenze messe a bilancio con le cessioni di Barrios e Kagawa e gli appena 4 milioni spesi nel 2010 per il bomber Lewandowski.

C'è, insomma, un modello-Borussia da provare a replicare, in attesa che arrivino tempi di vacche un po' meno magre. La speranza bianconera è che il parametro zero Llorente possa imitare in tutto e per tutto l'esperienza tedesca con l'attaccante polacco. A oggi, però, Conte è più realista del re: "Volete bugie o realtà? Se vogliamo fantasticare, allora diciamo che per vincere la Champions ci potrebbero bastare due o tre anni. Ma quello che vedo in Europa mi allarma: mamma mia. Non è una corsa alla pari. Il nostro calcio in questo momento è fermo. Non voglio essere drammatico, fatemi pure la morale, non me ne frega niente. Nel nostro calcio preferiamo la polemica, le cose futili, anziché capire come e dove crescere. Dovremo aiutarci, dare più valore all'aspetto sportivo, non alle cretinate".


BUFFON: "POSSIAMO MIGLIORARE" - "La Juventus è tra le otto squadre più forti d'Europa, è un fatto incontrovertibile ed è la base dalla quale partire per migliorare ancora". A parlare è Gigi Buffon, intervenuto sulla piattaforma 'Let's talk about' di samsung rispondendo ai tifosi che gli hanno posto diverse domande.

"I nostri supporter ci hanno dato una mano straordinaria - ha continuato -. L'applauso del pubblico alla fine ci ha fatto molto piacere nonostante la delusione per la sconfitta e l'eliminazione". Nel corso dell'intervista, Buffon sottolinea poi come oggi "la tecnologia sia un aiuto in più per preparare al meglio le partite". Alla domanda su quali fossero i ricordi più emozionanti della sua carriera, il portiere della Nazionale ne ha ricordati quattro: "Quando ho parato il rigore a Figo contro il Real Madrid in Champions League, il primo scudetto con i bianconeri il 5 maggio, il ritorno in serie a e lo scudetto dello scorso anno". Una considerazione, infine, sulle sue simpatie calcistiche da piccolo: "Da bambino non ho mai fatto il tifo per le grandi squadre. Mi sono sempre piaciute le 'cenerentole'. Ho avuto una grande passione per il Genoa, ma anche per il Pescara di Galeone o il Foggia di Zeman, mi sono sempre piaciute queste realtà".
 
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