Ora l'orso può essere anche "dannoso". Galletti accoglie le richieste del Trentino

NON c'è solo Daniza dietro la nuova categoria dell''orso dannoso' introdotta dal ministero dell'Ambiente. La proposta della provincia autonoma di Trento risale a prima della storia dell'orsa che ha tenuto tutti con il fiato sospeso l'anno scorso: era con i suoi cuccioli quando nel giorno di Ferragosto aggredì un uomo che cercava funghi nei boschi di Pinzolo, in Trentino. Fu uccisa dall'anestetico durante il tentativo di cattura per la 'rimozione' in cattività. I suoi cuccioli, invece, si sono risvegliati dal letargo e stanno bene. La pressione sull'argomento è aumentata dopo un'altra aggressione, il 10 giugno scorso, tanto che il Ministero ha accolto la richiesta del Trentino per introdurre questa nuova categoria e avallare la rimozione in cattività o l'uccisione degli esemplari ritenuti pericolosi. Ora Daniza sarebbe classificata come 'orso dannoso', un plantigrado "che arreca ripetutamente danni materiali alle cose (predazione di bestiame domestico, distruzione di alveari o danni alle coltivazioni, o in generale danni a infrastrutture) o utilizza in modo ripetuto fonti di cibo legate alla presenza umana". È la nota del ministero dell'Ambiente nella quale si fa sapere che è stato firmato il decreto che rende esecutiva la modifica del capitolo 3 del cosiddetto 'Pacobace' (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali). Il piano ora recepisce i decreti e le deliberazioni già emanati sull'argomento dalle Regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, con il parere favorevole dell'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. C'è stato un incontro tra il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi sul tema della gestione dell'orso. Alla riunione era presente anche l'assessore provinciale all'Ambiente, Michele Dallapiccola. "La tutela della vita umana e la sicurezza della popolazione", aveva affermato dieci giorni fa lo stesso ministro e lo ricorda oggi il ministero, "vengono sempre al primo posto. Sugli orsi 'pericolosi' il Tribunale ha già chiarito la possibilità per la Provincia di Trento di agire attraverso ordinanze: se però siamo in presenza di un orso che non attenta all'uomo, ma solo a beni materiali io, nell'ambito dei miei poteri e delle mie prerogative, posso dire da subito che indicherò come via da seguire quella della captivazione e non autorizzerò mai l'uccisione di un orso, la cui specie va protetta a ogni costo". Se invece l'orso dovesse attentare all'uomo, cosa che "difficilmente un orso fa se non provocato", spiega Massimo Vitturi, responsabile Lav settore caccia, "allora l'uccisione è avallata", mentre in caso di comportamenti dannosi nei confronti di cose materiali, ad esempio terreni coltivati, la rimozione in cattività è preventiva rispetto ai possibili danni sulle persone. Anche la cattività può equivalere a una sorta di 'morte' dell'animale selvatico. "Ergastolo o pena di morte, non è una bella scelta, tanto più che questa richiesta della provincia trentina risale a molto prima delle aggressioni e l'ordinanza emessa per la cattura di Daniza è stata illegittima perché precede questa modifica del Pacobace. Modifica che secondo noi è vergognosa", continua Vitturi. "Tutto è avvenuto sulla base delle testimonianze di due persone che hanno ammesso di essersi comportate non in modo consono. La dinamica dell'aggressione di Daniza non è mai stata chiarita, non sono mai state analizzate le cartelle cliniche e non c'è mai stata un'inchiesta. Nell'aggressione del 10 giugno l'uomo aveva con sé un cane, il massimo pericolo per un orso, e si è messo a sbracciare urlando. L'orso l'ha avvertito perché si è sentito minacciato, non intendeva ucciderlo, perché avrebbe potuto in pochi secondi, se avesse voluto". Gli orsi non sembrano avere alcuna intenzione di incontrarci. "Basterebbe che gli escursionisti indossassero un campanello, come già accade in altri Paesi, come il Canada, per farsi sentire e allontanare gli orsi. Oppure, se si vuole tutelarli davvero, si può emettere sì un'ordinanza, ma non per catturarli e ucciderli, bensì per creare un'area protetta nella quale ci sia divieto di circolazione per le persone, come è stato fatto al parco della Majella, in Abruzzo. Ma quello che manca è un'educazione alla cittadinanza e ai turisti su come comportarsi in modo corretto". Il Trentino risponde che se gli orsi sono un rischio concreto per l'economia o per le persone è giusto che vengano catturati, ma sarà necessaria la costruzione di strutture adeguate: anche se in cattività, dovrebbero avere sempre un bosco a disposizione. E ci vuole il permesso del ministero per l'abbattimento. Permesso che, secondo Galletti, non verrà mai accordato.

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