Orti urbani: record a Bologna. Sono 2.700, gestiti da famiglie e anziani

In città si trova il più grande orto urbano d’Italia, con 47 ettari coltivati e frutta e verdura fornite a 150 famiglie. Tutto gestito dalla cooperativa Arvaia, che in dialetto emiliano significa «pisello». Un nuovo pezzo di economia.

ORTI URBANI BOLOGNA –

Mentre il fenomeno degli orti urbani, come abbiamo visto, si sta espandendo in tutta Italia coinvolgendo giovani (il 50,8 per cento delle persone tra i 18 e i 34 anni coltiva un pezzo di terra) e anziani (il 47,9 per cento degli over 65), Bologna spicca il volo come prima città del Pese per numero di orti urbani. Diffusi ovunque, dal centro alla periferia.

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ORTI URBANI: I VANTAGGI –

Ormai se ne contano 2.700, distribuiti in 20 aree della città, e gestiti in prevalenza da persone anziane e famiglie. Sono orti che restituiscono a un uso utile e condiviso fazzoletti di suolo urbano che altrimenti finirebbero abbandonati  nel degrado. E sono orti che rappresentano da un lato un’occasione di occupazione e di lavoro e dall’altro una forma di prevenzione contro le possibili speculazioni edilizie. Messi insieme, come in un puzzle, cambiano la fisionomia di una città.

ORTO URBANO PIÚ GRANDE D’ITALIA –

Sempre a Bologna è attivo il più grande orto urbano d’Italia, con una superficie coltivata di 47 ettari di terreno comunale, pari a 52 volte piazza Maggiore, nella zona di Borgo Panigale. Qui lavora a pieno ritmo la cooperativa Arvaia («pisello» in dialetto emiliano), dove i soci sono passati da 7 persone a 270 in pochi anni. Le coltivazioni di Arvaia forniscono frutta e verdura, in gran parte biologiche, a 150 famiglie, e occupano decine di giovani. Sono insomma un pezzo della nuova economia urbana di Bologna.

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