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L’universo di carta di Ufocinque

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Il mese di febbraio tocca a Ufocinque e Will Barras esporre alla Galo Art Gallery di Torino con la mostra Bermuda Shorts Forest. Ho colto l’occasione per intervistare il primo dei due: classe 1981 di Novara, è un artista multiforme che realizza veri e propri capolavori tutti in carta. Inizia dai treni e approda alle sfilate di moda, e io sono qui per farmi raccontare qualcosa in più sul suo percorso artistico.

 Ufocinque

Ciao Ufo… Ufo?

 

La cosa buffa è che non ha nulla a che vedere con alieni ed extraterrestri. Non mi sono mai interessato a quest’argomento e dietro il mio nome c’è una storia interessante che purtroppo non posso raccontarti. Nasce come tag nel 94 circa, a quell’epoca in molti usavano abbinare al nome un numero, e io ho scelto 5. In seguito, nonostante il mio cambio di percorso, non l’ho mai abbandonato. Anzi questo numero in particolare è diventato una costante nel mio lavoro: uso 5 strati di carta, 5 toni di grigio, e così viaBermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Stefano Guastella 

Tu nasci come street artist e poi approdi al teatro, alle gallerie, alla moda. Raccontami un po’ come sei arrivato a oggi.

 

Esordisco come writer a Novara, ai tempi in cui il termine aveva ancora l’accezione negativa del “vandalo”. Durante l’adolescenza mi piaceva ritrovarmi con le crew alla stazione, osservare i treni che passavano, tutti dipinti. Era un po’ l’internet dei tempi: vedevi quel che facevano gli altri, ti confrontavi e imparavi. Nel 2000 sono passato dai treni alla scena di Milano, dove ho studiato disegno industriale. Era il pieno dell’esplosione del fenomeno “street art”. Qui ho imparato un modo di dipingere sui muri che è svincolato dagli spray, lo stencil. Quello però che mi attraeva di questo metodo era non tanto il risultato, spesso infatti ero insoddisfatto di quel che vedevo sul muro, quanto il foglio ritagliato in sé. Ho sviluppato quindi una tecnica che mi consentisse di mantenere la pulizia della carta e non fosse riproducibile in serie. Nel mentre gli studi mi hanno dato la capacità progettuale che mi è servita a tanto, soprattutto negli impianti scenografici.

Ho esposto per la prima volta in Triennale, in una mostra intitolata “Junk Building”, ispirata alla teoria “junk space” di Rem Koolhaas. Lì ho voluto dimostrare che non è necessario produrre spazzatura con l’ambiente, ma anche con solo della carta, quindi con poco,si può creare molto.

Amo lavorare con la carta, anche per il fatto in sé del comporre togliendo. La tela per sua costituzione si presta ad essere rivestita di pittura, con un foglio di carta bianco torni quasi a un’arte primitiva, dove con pochi strumenti arrivi a formare qualcosa. Per non parlare di quanto puoi sfidare ogni regola, tagliando il più possibile e arrivando a strutturare installazioni tenute insieme da un filo e poche puntine.

 Ufocinque

La carta però è molto effimera, cosa ne pensi?

 

Secondo me no, pensa ai disegni di Leonardo, che si sono conservati su libri per secoli. Ci sono molti collezionisti che proteggono le mie opere mettendole sotto teca. Dipende tutto da quanta voglia c’è di conservare l’arte.

 Bermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Stefano Guastella

Mi hai parlato di scenografie. E noi siamo circondati da un tunnel di carta che quasi è una quinta teatrale.

 

Al teatro sono arrivato grazie ad alcuni amici, che facevano i macchinisti. È capitato di fare qualcosa per qualche spettacolo quando mancavano elementi necessari alla messa in scena, fino al “Rigoletto”diretto da Ivan Stefanutti. La scenografia era tutta barocca, in un mese ho lavorato a stretto contatto con altri 19 collaboratori per costruire una porta. È stato uno dei successi che ricordo con maggior affetto, soprattutto per la gioia di vedere il lavoro finito e godere degli applausi del pubblico insieme a un team. È molto diverso rispetto a essere in laboratorio da soli. Qui ho anche capito l’importanza di fare un progetto, non saremmo riusciti a creare una così grande opera, senza uno studio di realizzazione.

 Bermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Stefano Guastella

In questa mostra, oltre a una cornice simile a quella costruita per il Rigoletto, mi hanno colpito le rivisitazioni delle opere di Canova. Ma c’è anche tanta arte classica.

 

La cornice che vedi inizialmente doveva contenere qualcosa, ma poi ho preferito lasciarla vuota, è un contenitore dove ognuno può immaginare qualcosa al suo interno.E sì, mi piace molto tutta l’arte classica e quella dal 100 al 1400, se devo pensare più avanti posso dirti che apprezzo fiamminghi e in generale l’arte nord europea. I pezzi di Canova arrivano da Infart, una esposizione al Museo Civico di Bassano, dove c’è una parte museale importante. A noi artisti si era chiesto di “fare un tributo” alle opere, e io ho voluto farlo sulle statue neoclassiche, pensando a cosa non avrebbe mai potuto scolpire Canova. Per esempio “Amore e Psiche” ha, al posto dell’angelo, un diavolo, perché si sa, le ragazze d’oggi cercano l’uomo un po’ stronzo. E le 3 grazie sono la rappresentazione di quello che pensano per davvero, ossia che appena girate le spalle, potendo si sarebbero tagliate anche la testa a vicenda.

 Bermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Stefano Guastella

C’è sempre una storia dentro i tuoi fogli?

 

No, mi piace raccontare qualcosa ma lasciare al pubblico la libertà di interpretazione. Per esempio questa foresta è stata intesa come un tunnel, ed è stato bello vedere bambini e adulti che si addentravano pensando fosse un percorso per giungere alle due opere sullo sfondo. Nelle opere al piano di sotto troverai molto richiami ai simboli del Mercurio, a storie di Edgar Allan Poe, lo stencil che è stato la mia mela newtoniana e mi ha fatto capire che deviazione prendere sulla mia strada. Tra l’altro ho provato a inserire le luci dietro i quadri, è una novità che ho proposto proprio qui da Galo. (le opere così sembrano dei piccoli diorami dei primi 900, di quelli che emozionavano il pubblico una volta che si accendevano le candele e “sorgeva il sole”. NdA).

 Bermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Claudia Losini

Un’ultima domanda allora. Come ti definiresti?

 

La definizione la danno gli altri, eheheh. Mi piace sperimentare molte tecniche. Sto continuando a dipingere, soprattutto su commissione, ma non ho abbandonato il mio attuale percorso e quindi utilizzo soprattutto scale di grigio. Diciamo che secondo me si deve parlare di cicli di un artista, in un’ottica più ampia di percorso. Io ho avuto la fortuna di poter fare esattamente ciò che volevo nella vita, e mi piace che venga apprezzato.

 Bermuda Shorts Forest Will Barras & UfoCinque Foto di Claudia Losini

Finita l’intervista ho fatto anche io come i bambini e mi sono immersa nella sua foresta di carta, di quelle che nascono solo dalle favole dei fratelli Grimm, e ho scovato il cuore rosso del noir di Poe, i numeri 5, tanti simboli che legano la chimica alla mitologia e la bellezza intarsiata di un’anima di carta.

Avete tempo ancora una decina di giorni, per visitare questo magico luogo creato da Ufocinque.

 

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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