MappiNa, la mappatura collettiva sbarca a Milano

Il progetto napoletano di mappatura collettiva della città sbarca sotto la Madonnina e nella capitale

MappiNa è un progetto che arriva da Napoli con l’idea di sfruttare le tecnologie di “mapping” per la costruzione di una mappa collettiva costruita direttamente dai cittadini. Un social network tematico dove sarà possibile lo sviluppo di una narrazione urbana, «intercettando la varietà dei linguaggi con cui si esprime la città», si legge a chiare lettere nelle intenzioni del progetto sul sito di mappiNa.

Il progetto parte da Napoli, ma non si ferma lì: è arrivata infatti l’apertura delle mappe di Milano e Roma, da cui gli animatori del progetto si aspettano risposte e contenuti, per cui è allo studio la realizzazione di una nuova piattaforma.

Insomma, la città raccontata dai cittadini con il linguaggio a loro più congeniale tra testi, foto, video e audio, con la possibilità di segnalare eventi e attività culturali, ma allo stesso tempo segnalare anche, si legge ancora nelle intenzioni dei fondatori, «luoghi abbandonati da esplorare e le idee di riuso», rivolgendosi a chi la città la vive da dentro.

MappiNa nasce grazie al lavoro di Ilaria Vitellio, professione urbanista, che, racconta a Wired, «ha maturato l’idea nel 2013 durante la permanenza della città di Napoli sui tg a causa dell’ennesima “emergenza rifiuti”. Napoli - spiega Vitellio - è un posto dove si contrappongono le anime di chi la considera la città più bella del mondo sempre e comunque e chi invece pensa alla città con grande pessimismo. Da qui l’idea di creare una mappa collettiva che apra ad un diverso sguardo e sia una occasione dove sperimentare modi alternativi di trasformare la città».

In questo senso si muove per esempio la georeferenziazione del Patrimonio immobiliare del comune di Napoli, che è stata estesa anche al territorio dell’area metropolitana. «Stiamo lavorando - fanno sapere gli animatore del progetto Mappina - per la georeferenziazione del patrimonio della Regione Campania, della Provincia, del Demanio e di quella del fondo FEC (Fondo Edifici di Culto)», tutte componenti che confluiranno successivamente in un altro sito.

«Ci rivolgiamo a voi, abitanti, studenti, operatori in campo culturale e a tutti coloro che catturano, attraverso foto, video e testi, l’esperienza quotidiana della città. Vogliamo - è spiegato nel manifesto - comporre attraverso la vostra esperienza una mappa collettiva che tracci una nuova narrazione urbana, che apra ad un diverso sguardo e sia una occasione dove sperimentare modi alternativi di trasformare la città».

Un progetto che vedrà sempre più dialogo tra le mappe costruite attraverso gli open data, per una ricognizione del patrimonio immobiliare, e le mappe costruite invece dai cittadini: vivere e costruire dunque «non la città enunciata (dei libri, le cartoline, le guide) ma quella che enuncia, che produce racconti e immagina: a quegli abitanti, studenti, operatori in campo culturale che, guardando questa città, non vedono una cartolina, un mandolino, una pizza e un pulcinella, ma ne reinterpretano l’immagine a partire dall’esperienza quotidiana. Una immagine che il progetto lega alla cultura urbana che si esprime nella street art, nei giochi in strada, negli incontri inaspettati, nelle pratiche di uso degli spazi pubblici, negli arredi urbani autoprodotti per rendere comoda la città (Mappa dei Luoghi), nei suoni e nelle parole ascoltate per strada (Mappa dei Suoni), nei suoi spazi incerti e immobili abbandonati (Mappa degli Abbandoni) e nelle possibilità di riutilizzo anche temporaneo (Mappa delle Idee), nella varietà degli operatori che producono cultura e nella moltitudine di eventi che la diffondono (Mappa degli Attori ed Eventi).

«Ora vogliamo estendere il progetto a Milano e Roma - spiega Vitellio - per diffondere la cultura della narrazione urbana attraverso il collaborative mapping nelle altre città italiane». Il messaggio dunque a milanesi e romani per popolare le nuove mappe del progetto MappiNa è lanciato, «non resta che iniziare a inviare segnalazioni perché costruire MappiNa è un po come abitare la città».

Sulla nuova piattaforma inoltre verranno predisposte la mappa per il bookcrossing e per il recupero dei libri, mentre sul versante nuovi progetti il team sta lavorando alla realizzazione di un web documentario sulle culture urbane.