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Ridateceli!: i soldi della corruzione al servizio dei cittadini.

Dal convegno di Cittadinanzattiva "Corruzione vs Welfare" il via ad una campagna di sensibilizzazione dei cittadini sui costi della corruzione.

Il ddl anticorruzione è strumento parziale

La corruzione nella percezione cresce, nelle denunce cala. Esiste una strana dicotomia in Italia, per cui se da una parte i cittadini percepiscono come sempre più elevato il livello di corruzione nel nostro Paese, dall'altra parte diminuiscono negli anni le denunce e il numero di persone coinvolte in reati di corruzione e concussione.

"L'incompatibilità dei due dati è il segnale chiaro che la lotta alla corruzione nel nostro paese si è arenata, vittima anche di una serie di misure legislative che hanno indebolito l'azione giudiziaria, in primo luogo la depenalizzazione di alcuni reati rilevanti come il falso in bilancio e l'abbreviazione dei termini di prescrizione per la celebrazione dei processi", spiega Vittorino Ferla, responsabile Trasparenza e legalità per Cittadinanzattiva, nel corso del convegno "Corruzione vs Welfare. Recuperare risorse pubbliche per tutelare i beni comuni", in programma oggi a Roma presso l'ex Hotel Bologna (Senato della Repubblica).

Ecco alcuni dati. Tra il 2005 e il 2008, la percentuale di cittadini italiani che ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza di vedersi chiedere ed offrire una tangente era del 10%, a fine 2009 la percentuale è salita al 17% (sondaggio Eurobarometro). Nella classifica internazionale stilata ogni anno da Transparency International, l'Italia è retrocessa al 69° posto su 182 Paesi presi in esame, in compagnia del Ghana, con un indice di 3,9 su una scala da 1 a 10, dove 10 indica il livello minimo di corruzione.

Tuttavia le denunce calano, come mostrano dati Istat, Ministero dell'Interno-Saet, Ministero della Giustizia: dopo l'esplosione del fenomeno della corruzione nel 1992, il picco è stato raggiunto nel 1995 con quasi 2000 crimini e oltre 3000 persone denunciate. Nel 2006, ultimo anno in cui abbiamo dati omogenei disponibili, i crimini si sono ridotti di circa un terzo e le persone denunciate della metà.I dati del Ministero dell' Interno presentati dal Saet, che comprendono una gamma più estesa di crimini (abuso d'ufficio, peculato, frode nelle forniture pubbliche, ecc.), mostrano che il trend discendente prosegue fino ai nostri giorni: da 3.400 reati e 12.400 persone coinvolte nel 2004, si passa a 1.300 reati e 5.500 persone nel primo semestre 2009. Si tratterebbe presumibilmente del livello più basso di "corruzione svelata" dal 1992.

La progressiva diminuzione delle denunce è confermata anche dai dati del Ministero della Giustizia e dall'ultima relazione dell'Alto Commissario nazionale anticorruzione: si passa dalle 419 condanne per falso in bilancio del 2001 alle 69 del 2008. O, ancora, si passa dalle 1.700 condanne per reati di corruzione del 1996 alle 239 del 2006. All'interno di questo dato si contano i casi esemplari di Sicilia (dalle 138 condanne del 1996 alle 5 del 2006), Lombardia (da 545 a 43) e Calabria (da 19 a 0).

Più corruzione, meno Welfare. La corruzione ha un forte impatto negativo sulla spesa per i servizi socio-sanitari e scolastici. Le ricerche internazionali dimostrano infatti che nel gruppo delle economie avanzate, per esempio, alti livelli di spesa per la sanità sono associati a bassi livelli di corruzione. In questo gruppo di Stati, Italia e Grecia sono caratterizzati da livelli di corruzione superiori alla media dei Paesi avanzati.

Secondo i dati della Corte dei Conti, l'impatto della corruzione sull'economia italiana corrisponde a 60 miliardi di euro, in pratica 1000 euro procapite che gravano come tassa annuale su ogni cittadino italiano. Nel frattempo, il finanziamento nazionale della spesa sociale nel nostro Paese è passato da 1 miliardo e 115 milioni di euro nel 2001 al 339 milioni del 2011, e scenderà ancora a 193 milioni nel 2012 e 144 nel 2013.

In particolare a farne le spese, il Fondo per la non autosufficienza (azzerato per il triennio 2011-2013, rispetto ai 400 milioni di euro del 2012).

"Il disegno di legge n.4434 è ancora uno strumento parziale per la lotta alla corruzione: si inaspriscono le pene, ma solo per alcuni reati, e il rischio è che esso resti una petizione di principio, senza capacità di incidere sulla vita pubblica italiana", commenta Vittorino Ferla. "Chiediamo invece che si lavori in accordo con le organizzazioni civiche per giungere a strumenti più efficaci che, su più fronti e nel lungo periodo, contrastino il dilagare della illegalità nel nostro Paese. Partiamo, ad esempio, da una Anagrafe delle denunce, dei processi in corso, del valore economico dei reati perseguiti e dei beni sequestrati e confiscati. Va, inoltre, rivista la normativa sulla valutazione civica dell'azione amministrativa, allo scopo di farla diventare anche essa uno strumento per la lotta alla corruzione".

Cittadinanzattiva a partire da oggi lancia una campagna di sensibilizzazione dal titolo "Ridateceli!: i soldi della corruzione al servizio dei cittadini". L'obiettivo è far sì che nella coscienza comune sia sempre più chiaro il legame esistente fra il dilagare della corruzione e la decrescita del Welfare. Nei prossimi giorni maggiori dettagli sul sito di Cittadinanzattiva.

Aurora Avenoso

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