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Marketing territoriale, non fate brutte immagini!

“Non ho tempo per fare marketing”. “Sì, interessante lo storytelling, ma non saprei come cominciare”. “Io non sono creativo, ma ho un amico che mi fa il sito…”.

La lista delle giustificazioni che gli imprenditori usano per evitare di comunicare potrebbe essere molto più lunga.

Negli articoli passati ho proposto di usare le caratteristiche del territorio per avviare una narrazione commercialmente efficace. Spero che sia ormai chiaro che per comunicare:

1. serve poco tempo, tutti i giorni;
2. gli spunti nascono dal territorio;
3. la creatività è un mestiere che si può imparare.

Google e i disastri fai-da-te

Il business del turismo è pieno di orrende immagini che dovrebbe avere una funzione commerciale. Non suggerisco link per evitare querele, ma è sufficiente Google per notare quanti disastri fai-da-te esistono on line.

La prima domanda che un imprenditore dovrebbe farsi, prima di decidere cosa comunicare, è: “…cosa ho da raccontare?”.

I place-values sono attivatori di storie: la complessità, la coerenza, l’assenza di perturbazioni… e altri nei prossimi articoli.
Se non si usano, ecco cosa può succedere:

Cosa c’è che non funziona in questa immagine?

Se si potesse registrare il movimento oculare di chi osserva la foto, si noterebbe un vagare degli occhi in cerca di un punto focale (ovvero, un elemento che attiri lo sguardo e quindi l’attenzione di chi guarda) che non c’è.

Questa è quindi una brutta immagine dal punto di vista della narrazione commerciale, per quanto possa incontrare il gusto personale di alcuni di voi.

Le immagini che non raccontano nulla

Non racconta nulla, è solo una macchia di verde, caotica. Non c’è nulla da vedere!
Chi ama “Cuore di Tenebra” di Konrad, rammenta le pagine di noia durante la navigazione in mezzo alla foresta, dove non c’è nulla da vedere.

La stessa noia e il medesimo disappunto che provavano i primi esploratori europei in giro per l’Africa. Esistevano già apparecchi fotografici, ma preferivano disegnare: non c’era nulla che attirasse la loro attenzione.

La fotografia ha bisogno di un soggetto da inquadrare, mentre nel disegno la soggettività è massima e chi ha una matita in mano può creare ciò che vuole. Ma esistono foto del periodo delle esplorazioni pionieristiche? Certamente! Eccole:

Cosa notate di strano? Un accampamento (uno spazio che nasce per esigenze europee) e qualche rovina (un elemento del paesaggio compreso in un contesto culturale europeo).

Un proverbio africano sostiene che “l’occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce”. Ciò è applicabile anche al turismo: da sempre, quando viaggiamo vogliamo che un luogo sia come lo abbiamo sempre immaginato.

Chi vuole creare immagini turistiche commercialmente efficaci deve quindi considerare questa esigenza di vedere qualcosa di comprensibile. Il turismo di massa ha sempre mostrato le spiagge della Romagna, il mare cristallino della Sardegna, le piste da sci delle Dolomiti.

Come spiazzare l’osservatore

Chi punta sul turismo responsabile (ma, ormai, non solo: la narrazione del business turistico deve cambiare qualunque sia il segmento di mercato scelto o il prodotto offerto) invece abbia il coraggio di spiazzare l’osservatore, raccontando storie inaspettate.

Ecco quindi che da ormai qualche anno, anche le zone interne della Romagna sono apparse davanti agli occhi dei potenziali turisti: da sabbia e discoteca, ecco borghi medievali e colline.

Provate allora a attirare l’attenzione inserendo un elemento narrativo nell’immagine. Inoltre, evitate banalità che già tutti conoscono: avete mai riso dopo una barzelletta già sentita?

Cercate di raccontare una storia, cosa può essere fatto nella vostra destinazione.
Ecco un esempio:

Autrice: Olga Manservigi – Colline romagnole

Riecco la verde vegetazione della prima foto, ma stavolta si racconta qualche storia: la tradizione contadina e anche lo sport (il ciclismo, in questo caso).
Il prossimo articolo si focalizzerà sulla composizione dell’immagine: stay tuned!

Le cose da fare

1. Scegliere una storia che spieghi qualcosa del territorio;
2. Una storia ha bisogno di un personaggio: selezionalo;
3. Non fare immagini perché “tanto le fanno tutti”: ragiona su cosa vuoi raccontare.

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