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Anche Mps promossa dalla BCE ma criteri di valutazione pronti a cambiare

Pubblicato 12.12.2019, 09:51
Aggiornato 12.12.2019, 09:53
© Reuters.

Investing.com – Anche Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) passa gli esami della Banca centrale europea, proseguendo la serie delle banche italiane passate indenni all’occhio dell’istituto centrale.

Secondo quanto spiegato dalla banca senese, infatti, la BCE aveva comunicato un requisito minimo patrimoniale in termini di CET1 ratio del 10,14%, somma tra P1R (4,50%), P2R (3%) e CBR (2,64%) a partire dal 1° gennaio 2020.

Al 30 settembre 2019, Mps (MI:BMPS) presentava un CET1 ratio transitional del 14,8% e un Total Capital ratio del 16,7%, valori nettamente superiori a quelli richiesti da Francoforte.

Mps (MI:BMPS) si aggiunge all’elenco di banche italiane che già hanno superato il processo annuale di revisione e valutazione prudenziale, chiamato Supervisory Review and Evaluation Process (SREP).

Con questo processo, la BCE valuta alcuni elementi della singola banca prendendo in esame il modello imprenditoriale, il rischio di capitale compresa la gestione del rischio, la governance, i rischi di liquidità e provvista.

Tra gli istituti italiani che aveva già superato l’esame ci sono Banco Bpm (MI:BAMI), Unicredit (MI:CRDI), Ubi Banca (MI:UBI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Credem e Bper Banca (MI:EMII), tutte nettamente sopra i requisiti minimi previsti.

Proprio sui requisiti minimi stabiliti dalla Banca centrale europea ha parlato Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza dell’istituto centrale, annunciando che le banche della zona euro avranno requisiti patrimoniali più bassi.

Secondo Enria, questo è stato deciso in quanto le nuove regole riducono il livello secondo cui le obbligazioni pesano nei confronti dei buffer di capitale obbligatori.

“Secondo i nostri calcoli,” spiegava Enria nel corso di un’audizione al Parlamento europeo, “il cambiamento genererà una riduzione media nei requisiti di Core Equity Tier 1 di 90 punti base dal momento che le banche potranno fare affidamento su un capitale Tier 1 e Tier 2 di qualità inferiore, che adesso è disponibile a condizioni favorevoli”.

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