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«Io, laureata che gira film porno»

La feltrina Lisa Gili, dopo Sociologia a Trento, ha imboccato la carriera a luci rosse

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FELTRE. Del suo lavoro, che è anche una passione, non ne fa mistero né vergogna. Anzi, è un vero e proprio vanto, una consapevolezza da ostentare apertamente. Perché non c’è niente di male ad avere 24 anni, una laurea in Sociologia a pieni voti e fare l’attrice porno.

Sul set e nei night la feltrina Lisa Gili si fa chiamare “Nina Hernandez”, il nome d’arte che ha promosso sui social e che sta diventando il suo biglietto da visita sulle piattaforme hard.

«Ho iniziato a conoscere questo mondo quando, per pagarmi gli studi e l’appartamento, ho cominciato a fare la ballerina dei night club», racconta, «mia madre, che ha sempre dato tutto per me e per mia sorella, non ne era al corrente, ma perché semplicemente non l’avrebbe capito. Quando sono diventata maggiorenne ho voluto arrangiarmi, per non doverle chiedere più niente. Non ho fatto la barista né la commessa perché non sono lavori che mi si addicono. La mia vita è fatta così. Io sono esibizionista per natura, amo mettermi in mostra ed essere apprezzata per il mio aspetto fisico». Nulla a che fare con l’educazione familiare: «Già quand’ero piccola mi vestivo in modo appariscente per farmi vedere dai bambini, questo modo di fare ha sempre fatto parte di me».

Lisa vive a Trento ormai da 5 anni e lì ha avuto il suo primo ingaggio: «A maggio ho partecipato come ragazza immagine all’Erotika, festival dell’eros. Un manager mi ha vista e mi ha detto che sono sprecata come semplice ragazza di sala, proponendomi di fare porno. L’ho colta subito come occasione per diventare più popolare e aprirmi altre strade».

«Fin da piccola mi è sempre piaciuto scrivere e non sono male nemmeno nel disegno. Quando avrò la tranquillità economica per farlo mi piacerebbe pubblicare le mie poesie, realizzare la collezione di vestiti che ho disegnato, ma anche pubblicare un libro in cui parlare della mia vita».

Nelle scorse settimane ha girato il suo primo film porno con la Pinkoclub di Rimini, che uscirà a metà settembre: «È stata una bella soddisfazione perché mi hanno detto che non sembrava la mia prima esperienza, ma d’altronde sono abituata a recitare quando vado a letto con qualcuno».

La voglia di raccontarsi certo non le manca: «In posti piccoli come Feltre, ma anche Trento, la gente non capisce certe scelte. Io faccio anche bellissime foto normali e so che mi basterebbero per essere riconosciuta. Ma il mio obiettivo è scardinare certi pregiudizi sulla fisicità, la sessualità e la femminilità. Perché una laureata che non trova lavoro nel suo ambito deve per forza finire a fare la barista, la commessa o l’operaia? In America le pornoattrici laureate sono moltissime e molto più giovani di me. Io sono voluta uscire dagli schemi per vivere appieno la mia personalità. Voglio dare scandalo ma in modo positivo, per far riflettere le persone troppo bigotte».

A parte le critiche, alcune ferocissime, sono molte di più le persone che l’hanno apprezzata: «La sessualità e l’erotismo sono cose naturali, che se vissute allo scoperto aiuterebbero a contrastare devianze come la pedofilia, la pedopornografia, la violenza e la discriminazione sessuale. Perché mai dovrei nascondermi? Il mio lavoro è pagato, è legale, è riconosciuto. Ma è ancora molto discriminato, perché in Italia veniamo educati alla vergogna del rapporto sessuale e piacere fisico. Le nuove generazioni, come la mia, crescono sentendosi sporche, per questo agiscono di nascosto, facendo a volte errori irreparabili». Lei invece preferisce fare tutto allo scoperto. Letteralmente.

Francesca Valente

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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