Alla fine ce l’ha fatta. A bagnomaria da due mesi, Gian Carlo Blangiardo, cattolico tradizionalista «portato» dalla Lega, è il nuovo presidente dell’Istat. Vicenda sensibile per almeno due motivi: a causa di un candidatura controversa come quella di Blangiardo, la presidenza di un istituto strategico come l’Istat era rimasta vacante da 5 mesi e per sbloccarla, è stato necessario l’appoggio decisivo di una parte di mezza Forza Italia, con ciò confermando che sta diventando endemica la divisione tra gli azzurri in due ali: i pro-Salvini e gli anti-Salvini. E l’apporto decisivo di Forza Italia al governo conferma che ogniqualvolta l’esecutivo si trova in difficoltà, prima o poi arriva il soccorso azzurro, contraddicendo un precedente posizionamento. Per la presidenza dell’Istat esattamente come per la presidenza della Rai.

Vice-direttore dell’Istituto di Statistica dell’Università Bicocca di Milano, esperto in demografia, Blangiardo è stato protagonista in passato di prese di posizione marcate (su Ius soli, immigrazione, aborto) e di polemiche pubbliche, in particolare con il presidente dell’Inps Tito Boeri. Legittimi posizionamenti da libero cittadino, ma che per un incarico delicato come la presidenza Inps, ne avevano appesantito la corsa, al punto che nei giorni scorsi era stata presentata una petizione al Capo dello Stato per bloccare la nomina

Il professor Blangiardo, che poco ha compiuto 70 anni, era stato indicato a novembre dal Consiglio dei ministri ma la nomina, riguardando un istituto come l’Istat, chiamato a gestire dati “sensibili”, aveva bisogno di una maggioranza qualificata, i due terzi nelle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. Ma per raggiungere quella soglia Lega e Cinque stelle avevano bisogno del voto dei membri di Forza Italia. Un appoggio che per due mesi è mancato: sia perché la personalità di Blangiardo era risultata controversa, ma soprattutto perché la sua scelta non era stata contrattata con i vertici “azzurri”.

Alla fine si è sbloccato tutto ma con una modalità che ha fatto emergere una clamorosa divisione dentro Forza Italia: una parte degli “azzurri” sono stati determinanti nel via libera, ma alcuni di loro non si sono presentati nelle Commissioni. Significativa la situazione a Montecitorio: hanno defezionato Sisto, Ravetto e Santelli. Una defezione che ha reso legittima la domanda del professor Stefano Ceccanti, il costituzionalista eletto nelle liste del Pd: «Quali contropartite a Forza Italia per il voto sull’Istat? Sia pure con alcune assenze il gruppo di Forza Italia è stato decisivo. Un orientamento maturato a quasi due mesi dall’approfondita audizione che non sembrava aver risposto a nessuna delle obiezioni, tant’è che ancora la settimana scorsa era stata chiesto da Forza Italia un ulteriore tempo di riflessione». Ma l’osservazione politicamente più significativa di Ceccanti è un’altra: «Si conferma la natura di semi-opposizione di Forza Italia». Una nomina, quella di Blangiardo, che arriva a poche ore dall’annuncio dei dati Pil dell’ultimo trimestre, quelli che potrebbero “certificare” l’ingresso dell’Italia nel “club” della recessione tecnica.

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