Il sole delle Alpi a Adro non è mai esistito

RICERCA STORICA
AA

Sono un cultore di storia locale ed essendo in pensione mi diletto di ricerche presso l'archivio parrocchiale, da me riordinato e catalogato da Umberto Perini e custodisco il museo parrocchiale che con la sua raccolta rappresenta un pezzo di storia locale. Ho letto sull'edizione del 16 settembre del Giornale di Brescia come in quelle dei giorni precedenti alcune inesattezze storiche relative al fantomatico «sole delle Alpi» presente sul nostro territorio. In questi giorni ho avuto la fortuna di accompagnare varie troupes televisive e nella giornata del 16 anche una tedesca. In nessun palazzo del 1600 presente sul nostro territorio, compreso il palazzo municipale (ne sono rimasti pochi: uno è stato completamente abbattuto dal nostro sindaco in vicolo Manzoni per far posto ad uno più moderno) hanno potuto riprendere il «sole delle Alpi».
Solo in un palazzo ottocentesco posto nella via Roma e nell'arco di accesso al vecchio municipio di Torbiato è presente questo simbolo, ma ci vuole molta fantasia ad identificarlo con il «sole delle Alpi», perché pur essendo impresso nella pietra di Sarnico detta anche grigia, e non verde come ha detto il sig. Lancini nella puntata dell'Infedele rispondendo ad una domanda dell'on. Granata, non sono contornati dai due cerchi. Non convinti di tutto questo ci siamo recati a Paratico dove viene ancora lavorata la pietra ed abbiamo parlato con il nonno dell'attuale titolare che ha 86 anni ed ha iniziato la carriera da scalpellino e ha detto alla troupe che quel fiore, (l'ha così definito) era il più semplice da fare perché, come ornamento, veniva pantografato, mentre altri - margherite, stemmi nobiliari, inserti floreali - venivano scolpiti.
Di queste decorazioni se ne possono vedere in via Tullio Dandolo, nel portale della chiesa parrocchiale in via Roma, nei portali dell'antica Chiesa dei disciplini (sec. XIV) o sulle colonne del palazzo comunale. Per quanto riguarda la chiesa parrocchiale, la famosa «Cesa de Ader» iniziata sul finire del sec. XVII e terminata nel 1907 con la facciata e gli affreschi della volta, non sono stati trovati «soli» ma sono rimasti colpiti dalla veste di Salomè che nell'affresco del Teosa del 1842 sono di colore bianco /rosso e verde. Nella vecchia parrocchiale del sec. XVI, monumento nazionale, non esiste «sole delle Alpi» ma due stemmi del Comune di Adro: la A con 3 grappoli di uva affrescati nell'arco trionfale del presbiterio ed uno scolpito in pietra di Sarnico nell'arco di pietra di accesso alla chiesa datato sec. XVIII con la differenza che, forse per problemi di spazio, vi è un solo grappolo d'uva: anche in questa chiesa sono rimasti colpiti dall'affresco di scuola ferramoliana, dove l'arcobaleno dell'Assunta in cielo, a cui è dedicata la Chiesa, è di colore bianco rosso verde per una ridipintura Ottocentesca. Nei restauri degli anni '60, fatti dal maestro Simoni, la Soprintendenza prescrisse che quei colori ottocenteschi rimanessero quale documento storico.
Queste pitture ottocentesche dimostrano la vocazione risorgimentale di Adro (siamo nel 1842 prima ancora delle 10 Giornate bresciane): Adro è la patria dei fratelli Dandolo, eroi risorgimentali, a cui la scuola media era dedicata sin dalle sue origini e bene ha fatto il collegio dei Docenti a chiedere, ma ahimè, invano, il suo mantenimento: siamo anche nel 150mo dell'Unità d'Italia.Nella più antica chiesa campestre di S. Maria in Pavento non esiste anche qui il «sole delle Alpi» ma nei tre strati di affreschi portati alla luce dal Simoni negli anni '60 vi è affrescata una croce altomedievale di epoca carolingia (fra le varie etimologie del toponimo Franciacorta vi è anche quella di «Corte dei Franchi». Per quanto riguarda il Santuario «Madonna della Neve» non si è trovato nessun simbolo.Nella frazione di Torbiato sia nella vecchia parrocchiale, già presente nel 1528, e in quella più recente del 1734 non è presente. Nel palazzo costruito dove esisteva una chiesa dedicata a S. Zenone (già presente nel 1356) è stata trovata un lapide romana nel palazzo già di proprietà dell'avvocato Corbolani - vi villeggiava il Beato Tovini -, e non esiste nessun «sole delle Alpi». A proposito delle origini celtiche di Adro, senza andare alla Biblioteca Queriniana dove è visionabile parecchia documentazione, sarebbe sufficiente leggere nel testo di Umberto Perini dal titolo: «Adro - territorio e vicende storiche» edito dal Comune di Adro nel 1989 al capitolo «Dalle palafitte all'Impero romano», dove si leggerebbe che prima dell'invasione della tribù celtica degli Atrebati vi sono state nel nostro comune altre presenze partendo dai ritrovamenti archeologici fatti nella zona del laghetto del «Sala» che sono attribuibili alla Età del bronzo 2000- 1800 avanti Cristo (anche questa zona l'attuale Amministrazione vuole distruggere).
Fortunato Ferretti
Adro

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