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Comunicato Stampa

Despar Nordest: “Nel 2015 abbiamo recuperato e donato cibo per oltre 4 milioni di euro”

24/01/16

Grazie alla collaborazione con Banco Alimentare e Last Minute Market, tutte le 219 filiali Despar, Eurospar e Interspar dell’azienda sono abbinate ad una o più enti o associazioni che si occupano della ridistribuzione dei prodotti a chi ne ha bisogno. L’AD Paul Klotz: “La prevenzione dello spreco è uno dei fondamenti della nostra responsabilità sociale d’impresa”.

I numeri dello spreco alimentare nel mondo dipingono una situazione critica: si stima che sia perso, convertito o sprecato circa il 50% del cibo prodotto, con notevoli variazioni da Paese a Paese e di stagione in stagione.
Nella sola Italia, ogni anno, lungo l’intera catena alimentare si formano oltre 20 milioni di tonnellate di rifiuti, con inevitabili ripercussioni non soltanto economiche ma anche ambientali e sociali. Buona parte del cibo diventa rifiuto proprio nelle nostre case: il valore stimato dello spreco domestico è di circa 8 miliardi l’anno.
La grande distribuzione finisce spesso sul banco degli imputati: in realtà è forse l’attore che, lungo la filiera dal produttore al consumatore, controlla maggiormente lo spreco e mette in atto buone pratiche per prevenirlo.
Ne è una prova il risultato raggiunto nel corso del 2015 da Aspiag Service, la concessionaria Despar per il Nordest, grazie all’ormai consolidata collaborazione con Last Minute Market e con Banco Alimentare.
L’azienda ha abbinato tutte le proprie filiali 219 Despar, Eurospar e Interspar in Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige ad almeno un’associazione di riferimento che, con cadenza regolare, ritira e ridistribuisce tutta la merce perfettamente commestibile ritirata dagli scaffali perché, per diverse ragioni, non può più essere venduta.
Grazie all’allargamento della rete di supermercati aderenti al progetto, nel 2015 Despar Nordest ha recuperato e rimesso virtuosamente in circolo merce per un valore totale di 4.173.287,13 €.
Per avere un’idea più concreta di cosa significhi: questa cifra potrebbe tradursi in quasi 1 milione e mezzo di pasti per persone in difficoltà. Oppure in 613 tonnellate di cibo che rischiavano di produrre 1.362 cassonetti di rifiuti (elaborazione dati di Last Minute Market). Perché questa è l’altra faccia dello spreco alimentare: ciò che non viene consumato, diventa un rifiuto il cui smaltimento spreca risorse e inquina l’ambiente.
“La lotta allo spreco alimentare è parte integrante della nostra responsabilità sociale d’impresa: i nostri primi progetti di recupero delle eccedenze alimentari risalgono al 2003”, racconta Paul Klotz, amministratore delegato di Despar Nordest. “Nel frattempo ci siamo attivati anche sul fronte dell’educazione alimentare, in particolare con il progetto didattico ‘Le Buone Abitudini’, che in dieci anni ha coinvolto oltre 1.500 insegnanti e 40.000 bambini. Promuovere l’educazione alimentare è una battaglia centrale per favorire una svolta culturale sui temi dell’alimentazione e della salute, restituendo il giusto valore al cibo”.



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