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Oggi sul #sitodellevoci ospitiamo una voce storica della radiofonia italiana. Lo conoscono i più grandi che lo ascoltavano sui mitici 701 khz di Radio Monte Carlo e i più giovani che l'hanno seguito per tanti anni su RTL 102,5 in "The Flight". Marco Picchio ha intervistato Federico L'Olandese Volante.

Intervista realizzata da  Marco Picchio

 



Amici di VOCI.fm, un saluto da Marco Picchio! L'intervista di oggi si apre al grido di “viva la radio!”: Wikipedia definisce il nostro ospite uno dei primi discjokey delle radio libere italiane, ho infatti al telefono Federico l'Olandese Volante.! Buongiorno Federico, e benvenuto sul Sito delle Voci! 
Buongiorno a tutti, a tutte le più belle voci d'Italia! A questo punto, e te l'avevo già detto, mi iscrivo anche io.

Devi! Per noi sarebbe un onore.
Effettivamente in Italia non c'è mai stato un progetto simile; sì, c'è il sindacato dei doppiatori, però i deejay non hanno mai avuto né un sindacato, né un'unione, né alcuna rappresentanza lavorativa, quindi mi sembra una bellissima iniziativa.

Allora, esagero se dico che sei una leggenda della radiofonia italiana? Anche per questo nome d'arte così evocativo: com'è nato questo nome?
Beh, il nome me l'ha dato il fondatore di Radio Monte Carlo all'inizio degli anni '70, quando entrai appunto nel Principato e iniziai a fare radio in Italia; prima avevo lavorato con una offshore nel Mare del Nord per un breve periodo, però era molto caotico, si trasmetteva dalle navi ma la paga era scarsa e il lavoro abbastanza rischioso, inoltre si era considerati dei fuorilegge, dei veri pirati! Allora mi sono preso il lavoro più sicuro a Radio Monte Carlo, mi sono trasferito in Costa Azzurra, e Noel Coutisson mi fa “ma come ti chiami”, e io “Frederik Van Stegeren”, e lui: “vabbe' un nome assolutamente improbabile, allora dobbiamo trovare qualcosa di più italiano, ti potremmo chiamare The Flying Dutchman, però in Italia l'inglese non è molto conosciuto, allora useremo L'Olandese Volante!”. Io risposi semplicemente “per me basta che mi facciate lavorare e io sono a posto!”, e da quel momento ho cominciato a trasmettere. Sono poi passato a Radio 105, sono stato tra i i fondatori insieme a Claudio Cecchetto.

Tornando un passo indietro, tu hai collaborato a Monte Carlo con grandi come Herbet Pagani, Awanagana, insomma era il periodo affascinante delle onde medie!
Sì, ancora trasmettevamo in onde medie. L'FM non era ancora molto considerato, sarebbe arrivato da lì a poco perché poi nel '75 sorsero le prime radio, a marzo del' 75 per esempio Radio Milano International, che fu la prima radio ufficiale a trasmettere in FM; anche Radio Monte Carlo ne ha poi seguito l'esempio perché le onde medie non andavano più tanto bene, c'era stato un certo decadimento, però era molto bello trasmettere in onde medie – come tra l'altro facevamo anche dalla nave – perché si aveva il ritorno in cuffia, quindi veniva fuori questa voce super compressa.

Che bella! Mi hai fatto prendere un attacco di invidia, guarda, a immaginarti così avventuriero mentre trasmetti dalla nave!
Sì, davvero! Monte Carlo comunque era la stessa cosa, infatti lì c'era Awanagana, mio grande amico, poi Luisella Berrino che recentemente si è ritirata, e Herbert Pagani che purtroppo non è più tra di noi, e che considero il mio maestro a livello italiano perché mi ha insegnato molto.

Quindi 105, RAI, poi sei approdato un certo punto a RTL dove sei stato la grande voce del pomeriggio con “The Flight”, un volo che è durato per tanti anni: quanti, esattamente?
Circa sedici anni!

Raccontaci della tua esperienza in questo network!
Io sono entrato a RTL nel '94, dopo un breve periodo in cui tra 105 e RTL avevo lavorato anche per Radio 2, per poi passare alla Sper (che produceva le cassette da mandare alle radio), e lì ho conosciuto per la prima volta Radionorba. Poi mi hanno preso appunto a RTL che all'epoca aveva due milioni e mezzo di ascoltatori; quando sono andato via – e non dico sia merito mio, però! – ne aveva otto, quindi ho assistito a tutta la crescita. Devo dire che Suraci è un genio della radio, non ha mai studiato ma ha un senso e un feeling per le cose popolari che secondo me è essenziale, soprattutto in questo periodo. C'è una vaga mediocrità in tutto, nella musica e nella programmazione, non siamo più negli anni '60 e '70, però insomma la radio va avanti e se tu fai la radio così, alla portata di tutti, alla Very Normal People (come il motto da lui inventato), allora riesci ad arrivare alla gente.

Nel 2012 è avvenuta la separazione da questa “Very Normal People”, è stata indolore, consensuale?
No, abbastanza dolorosa! Poi sono stato quasi quattro anni a R101 che era di proprietà della Mondadori e che adesso è diventata radio Mediaset; R101 era praticamente la vecchia Radio Milano riciclata, comprata da Berlusconi per pochissimi soldi, e l'avevano pompata con molto denaro e anche molti personaggi: Gialappa's Band, Marco Balestri, un sacco di gente conosciuta. Poi a un certo punto la Mondadori ha detto che la radio non rendeva, avevano speso troppi soldi, e allora hanno licenziato tutti.

Sì, ricordo molto bene questa fase.
Sì, hanno preso quattro ragazzini da 1500 euro al mese per andare avanti, e poi Marina Berlusconi ha scaricato la radio praticamente a suo fratello, che ha fatto il gruppo radio Mediaset.

Tu sei a Radionorba adesso, questa superstation del sud. Come ti calza la tua nuova dimensione di Olandese Volante in Puglia?
Mah, io già amavo molto la Puglia, venivo spesso in vacanza qui, avevo degli amici nel Salento, il mio compagno di viaggio Fernando Proce – che ha fatto anche lui vent'anni la mattina a RTL – è proprio di Gallipoli! Perciò conoscevo già abbastanza bene la zona. E niente, mi sono preso un masseria vicino il mare, vivo benissimo, faccio due ore di radio al giorno! È un po' come andare in pensione, ma senza farlo davvero.

Stai da dio, diciamolo pure!
Sì, sai, se ti fermi diventi vecchio, se invece continui a fare... ultimamente scrivo anche libri.

Ti volevo proprio parlare di questo, mi hai anticipato! Il tuo libro che è uscito nel 2016: “Il Principato, storie di radio e rock'n'roll”.
Edizione Arcana, lo trovate ancora in negozio, o anche su Amazon. È il racconto con giallo incorporato del mio periodo a Monte Carlo, molto carino perché all'epoca Monte Carlo era un'altra cosa, adesso è diventato un posto per ricchi miliardari annoiati, russi, cinesi, arabi, eccetera, all'epoca invece c'era tutto il jet set francese e anche italiano, vedevi passeggiare Alain Delon e Brigitte Bardot, e principesse senza scorta. Era un grande paese dove giravano piloti di Formula Uno, giocatori d'azzardo, mafiosi, un po' di tutto. Io facevo il deejay al Jimmy'z, noto locale e prima discoteca dove tutti passavano, oltre alla radio facevo quello ed è stata un'esperienza molto carina. E per quanto riguarda il giallo, è ispirato a un fatto vero accaduto quando lavoravo lì, ovvero il ritrovamento di due donne assassinate nell'ascensore pubblico. Il mio personaggio indaga e alla fine scopre il colpevole.

Un vero e proprio thriller!
Sì, perché scrivere solamente una biografia mi sembrava noioso, autoreferenziale, lo fanno tutti! Per cui ho fatto la mia storia degli anni settanta – non vado oltre perché finisce col '79, anno in cui lascio Monte Carlo – con questo giallo incorporato per dare un po' di suspense. Adesso invece dopo due anni ho scritto un altro libro, che verrà pubblicato a maggio con la Mondadori, e si intitola “Il cartello olandese”: parla di tutto il mondo dietro i famosi coffee shop che attirano milioni di giovani in Olanda ogni anno, il giro che c'è dietro. La Mondadori mi ha preso il libro, ho firmato proprio l'altro giorno.

In chiusura, un consiglio ai giovani di VOCI.fm che vogliono intraprendere la professione radiofonica.
Se fate la radio curate la voce, parlate sempre sorridendo che è un trucco vecchio ma efficace, fa venire la voce allegra e ne abbiamo bisogno. In FM certe volte senti delle voci tristissime! Già la musica italiana è romantica ma non molto allegra, perciò... io sono più rockettaro, sono più orientato verso radio come Virgin Radio, però già con un disco tristissimo dove si parla di amori perduti, poi entra una speaker ancora più triste: sei sull'orlo del baratro.

Quindi sorridiamo alla radio, che è la cosa migliore!
Certo, perché ricordatevi che la radio è un mezzo per tenere compagnia alle persone; dopo cinquant'anni che faccio radio ancora mi capita di incontrare persone – vecchiette come me – che mi dicono “ti ascolto da sempre, sei come un fratello per me!”, ed è la prima volta che le incontro. Fai parte di una famiglia che magari ti ascolta tutti i giorni, e tu nemmeno conosci! Però gli devi dare qualcosa, un messaggio positivo ogni giorno che vai in onda. È quello che io ho sempre fatto, ed è un consiglio che do anche ai giovani.

Federico l'Olandese Volante per noi di VOCI.fm, grazie per la tua partecipazione!
Grazie a voi, e mandami il modulo d'iscrizione per il vostro Sito delle Voci. Ciao!

FEDERICO L'OLANDESE VOLANTE: CENNI BIOGRAFICI
Frederik Van Stegeren, nato a Deventer nel 1950, è un disc jockey, produttore discografico e personaggio televisivo, considerato uno dei primi disc jockey delle radio libere italiane. Nel 1972 si unisce a Noel Coutisson, fondatore di Radio Montecarlo, e si trasferisce a Monaco entrando a fare parte dell'équipe della stessa RMC; Dopo RMC Federico passò a Rai Radio 2 nel 1977 e condusse con Herbert Pagani e Riccardo Heinen "A tutte le radioline". Nel 1978 fu chiamato a Milano dall'editore Alberto Hazan della Finelco ed aiutò a strutturare Radio 105, dove rimase conduttore del pomeriggio per 12 anni. Nel 2007, presso il Palais di Saint-Vincent, si aggiudica il premio speciale Radiogrolla; nel 2011 riceve il Premio Cuffie d'oro per la migliore comunicazione in lingua italiana.

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