SAVE OUR OCEAN - EU BLUE ECONOMY: UN'INTRODUZIONE

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Save Our Ocean - EU Blue Economy: un'Introduzione


E' stato pubblicato pochi giorni fa il EU Blue Economy Report 2019, il rapporto annuale sulla Blue Economy predisposto dalla Commissione Europea sotto la regia di DGMARE (direzione generale degli affari marittimi e della pesca). Abbiamo quindi deciso che, salvo emergenze dell'ultimo secondo, i prossimi articoli della serie Save Our Ocean saranno dedicati alle parti del rapporto dove Blue e Green Economy si incontrano. Non ci limiteremo però a tradurre i singoli capitoli che ci interessano, ma li arricchiremo con altro materiale attuale (d'altronde il rapporto fa riferimento al 2017 per i propri dati). Prima di scendere nel dettaglio nelle prossime settimane, oggi vedremo, grazie ad una piccola introduzione, quali saranno gli argomenti che andremo a trattare.

Prima di iniziare, vi ricordo che potete trovare un elenco degli articoli di questa serie, costantemente aggiornato e ordinato secondo categorie tematiche, visitando questo indice.

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Foto di Repertorio

Blue Economy e Europa

Perché la situazione della Blue Economy Europea è così importante a livello globale? Basti pensare che, oltre ad avere un'enorme dimensione costiera e numerose città il cui sviluppo è legato al mare, l'Europa è una grande potenza marittima. L'80% del commercio estero e il 40% del commercio interno utilizzano la navigazione mentre gli armatori europei controllano quasi il 40% del tonnellaggio mondiale di naviglio mercantile. A questo va aggiunto che l'industria cantieristica europea è leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e yacht di lusso e che la produzione di apparecchiature e componenti marittime dell'Unione serve metà della flotta mondiale.

L'industria marittima è un settore vitale e strategico per l'Europa che alla Blue Economy attribuisce un volume di affarri di 658 miliardi di euro, di cui 180 miliardi di valore aggiunto, ed un'occupazione di 4 milioni di addetti. Questo è frutto di un insieme di attività marittime vasto e diversificato (che avevamo visto velocemente anche nel Tecnoseal Answers di venerdì scorso) e del fatto che l'Unione Europea può vantarsi della presenza di soggetti attivi lungo l'intera catena del valore. La chiave del successo e della rilevanza della Blue Economy Europea si trova quindi proprio nell'incredibile capacità che ha questa di coprire in modo efficace tutti i settori esistenti.

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Un impianto eolico offshore

Quello che il Mare dà... (chapter 4)

L'intero rapporto è lungo 208 pagine e copre tutti i vari settori della Blue Economy. Secondo alcuni critici, anzi, ne copre anche troppi, includendo delle attività marginali che dovrebbero essere omesse. In ogni caso a noi non interessa tutto, ma solo quelle sezioni in cui vengono trattate tematiche legate alla Green Economy, quindi impatto ambientale delle attività dell'uomo e protezione dell'ecosistema marino. Per chi fosse interessato, può trovare l'intero EU Blue Economy Report 2019 a questo link.

Il primo capitolo che ci interessa è quindi parte del quarto, quello dedicato ai settori emergenti della nautica. Qui ovviamente il discorso più interessante è quello relativo alle Blue Energy, ovvero quelle energie rinnovabili che hanno origine dal mare. Queste sono suddivise tra impianti eolici offshore e Ocean Energy, ovvero la produzione di energia tramite l'uso delle onde e delle correnti marine. Tratteremo tuttavia anche gli argomenti legati alla Blue Bio Economy, alla raccolta di risorse minerali e alla desalinizzazione, soprattutto in termini di vantaggi forniti e impatto ambientale.

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Foto di Repertorio

...e Quello che il Mare Prende (chapter 5)

L'altro capitolo che andremo a trattare è, in modo abbastanza ovvio, il quinto, ovvero quello dedicato al capitale naturale e ai servizi forniti dall'ecosistema marino. L'oceano ha un ruolo vitale nel più grande sistema del pianeta Terra, da esso dipendono il ciclo dell'acqua, il ciclo del carbonio e le variazioni climatiche. Mantenere tutti questi processi in equilibrio e in salute è alla base della sopravvivenza e del benessere dell'uomo. La Blue Economy non può non tenere conto dell'impatto che uno sbilanciamento in uno di questi processi potrebbe causare.

Il capitolo è quindi suddiviso in altri tre sottocapitoli, ognuno dedicato ad un preciso tema che tratteremo in futuro. Il primo parla nello specifico dei servizi ecosistemici forniti dall'ambiente marino, di come è calcolato l'indice di salute dell'oceano e degli obiettivi che l'Unione Europea si è posta per garantire uno sviluppo sostenibile. Il secondo sottocapitolo si occupa di una delle tematiche calde di questi ultimi anni, il cambiamento climatico, spiegando come un'adeguata protezione costiera possa aiutare a mitigare questo problema. L'ultimo sottocapitolo tratta, in termini economici, l'altra tematica calda di questi giorni, l'inquinamento marino da plastica andando a vedere l'effettivo impatto economico che questo sta avendo sull'Europa.

Tutti questi temi saranno trattati in modo più approfondito e in relazione al rapporto nei prossimi Save Our Ocean. Continuate quindi a seguirci, di settimana in settimana, per non perdere neanche un articolo.


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