Le promesse tradite della Green Economy

In un contesto di economia stagnante e disoccupazione elevata, da dove salteranno fuori i posti di lavoro in futuro? Pochi anni fa pareva che la Green Economy potesse fornire in buona parte la risposta. Le fonti di energia pulita potrebbero risolvere i problemi ambientali, economici e della sicurezza nazionale tutti in una volta, si diceva. Nel discorso del 2008 alla Convention del partito, Barack Obama promise di creare cinque milioni di posti di lavoro nella Green Economy. Nell' aprile del 2009 la conferenza dei sindaci degli Stati Uniti calcolò che i posti di lavoro in tale ambito potessero nei successivi trent' anni arrivare a costituire il 10% della nuova crescita dell' occupazione. Ahimè, così non è. Gli ingenti investimenti pubblici nelle energie verdi staranno sicuramente stimolando l' innovazione e aiutando l' ambiente, ma non ci sono prove che il governo sappia come creare posti di lavoro nel settore privato. Qualche tempo fa Aaron Glantz ha riferito alcune esperienze deludenti. Alla California, per esempio, erano stati allocati incentivi federali pari a 186 milioni di dollari per procedere al miglioramento dell' efficienza energetica delle abitazioni. Finora il programma ha creato l' equivalente di soli 538 posti di lavoro a tempo pieno. segue a pagina 10 L' operazione da 59 milioni di dollari per istruire e formare i lavoratori a svolgere mansioni nell' ambito dell' energia verde in California ha prodotto soltanto l' occupazione di 719 lavoratori. SolFocus progetta pannelli solari negli Stati Uniti, ma il grosso dei suoi dipendenti è in Cina, dove i pannelli sono prodotti. Come ha detto un portavoce dell' azienda, "in Cina tributi e costi della manodopera sono più bassi". Esistono moltissimi altri casi a conferma che la green economy non sarà una macchina in grado di produrre posti di lavoro a breve scadenza. Secondo l' Investor' s Business Daily, la dirigenza della Johnson Controls ha trasformato i 300 milioni di dollari di incentivi ricevuti per incoraggiare le tecnologie pulite in 150 posti di lavoro. In altri termini, ogni nuovo posto di lavoro è venuto a costare due milioni di dollari. Sunil Sharan, ex direttore della Smart Grid Initiative della General Electric, ha scritto sul Washington Post che la rete elettrica intelligente, per quanto positiva dal punto di vista ambientale e dell' efficienza, distruggerà in modo sistematico i posti di lavoro. Per esempio, i 28mila lavoratori che effettuano la lettura dei consumi saranno sostituiti da semplici trasmettitori automatici della Smart Grid. Uno studio McKinsey indica che l' energia pulita potrebbe effettivamente portare alla creazione di posti di lavoro per ingegneri molto specializzati, ma non alla creazione di molti posti di lavoro per gli operai statunitensi. Gordon Hughes, che in passato ha lavorato alla Banca Mondiale ed è adesso economista dell' Università di Edimburgo, ha esaminato la situazione ed è giunto alla seguente conclusione: "Non esistono valide argomentazioni economiche a supporto di chi afferma che le politiche dell' energia pulita aumenteranno il livello complessivo dell' occupazione a medio e lungo termine se terremo costante l' attuale situazione macroeconomica". Molte delle più stimate società tecnologiche di settore stanno fallendo malgrado i generosi aiuti pubblici. Evergreen Solar, che ha ricevuto decine di milioni di dollari sotto forma di aiuti statali, ha trasferito gli impianti in Cina prima di chiedere la tutela fallimentare. Il Dipartimento dell' Energia ha versato 535 milioni di dollari a Solyndra, un' azienda che produce pannelli solari. Ma Solyndra li ha ottenuti in deroga alle misure previste dall' iter di garanzia per i prestiti governativi e ora ha annunciato che sta per chiudere e licenziare i 1100 dipendenti. Il Dipartimento per l' Energia, quindi, ha giocato male le sue carte, e in pratica ha sottratto ai contribuenti mezzo miliardo di dollari. Quanto illustrato non è per dire che il governo non dovrebbe fare ciò che può per promuovere l' energia pulita, ma soltanto che non è granché bravo quando cerca di creare posti di lavoro. Josh Lerner dell' Harvard Business School ha pubblicato "Il viale dei sogni infranti" in cui documenta che per ogni caso nel quale il governo ha promosso con successo un' attività imprenditoriale, ce ne sono innumerevoli altri in cui ha fatto fiasco: casi e casi nei quali gli investimenti pubblici non hanno portato a niente o a ben poco. Lerner distingue tra gli sforzi del governo per preparare il terreno all' attività imprenditoriale e quelli per creare direttamente lavoro. Preparare il terreno significa costruire una compagine che si presti all' innovazione e quindi finanziare la ricerca, varare leggi chiare, migliorare le politiche d' immigrazione, costruire infrastrutture. Il problema è che i posti di lavoro affiorano nel lungo periodo e il mercato potrebbe finire col preferire le vecchie fonti energetiche a quelle nuove di zecca. I politicanti cercano ciò che funziona sul breve utilizzando i soldi dei contribuenti per creare subito posti di lavoro: così possono finire con lo sprecare miliardi di dollari. Dovremmo perseguire sicuramente l' innovazione nelle energie pulite, solo che non dovremmo immaginare che tali sforzi creeranno i posti di lavoro di cui abbiamo bisogno. Copyright NYTTraduzione di Anna Bissanti

DAVID BROOKS