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Il Bar Sport di Repubblica.it

22 gennaio 2015 - 22:20

Venti anni fa il famoso calcio kung fu di Cantona. Cosa ne resta? Soprattutto l’immagine, l’icona plastica. Eric è ormai arte pura

7 commenti

Cantona Kick
Il colpo di kung fu di Cantona all’Old Trafford a un tifoso del Crystal Palace che lo insultava: 25 gennaio 1995

Bellissimo, straordinario e armonico come una di piroetta di Barysnikov. Cattivo,  violento, primordiale sicuro. Ma affascinante. Il mondo in un calcio, in un colpo perfetto di kung fu. Sarà che avevamo un po’ più freschi i film di Bruce Lee e quella violenza spettacolare, anche perché  senza conseguenze reali ma solo scenografiche, ci attraeva morbosamente.  E comunque un colpo di teatro accompagnato da una certa comprensione: non gli fece mica granché (più scenografia che punti di sutura) a quello. Un fan del Crystal Palace, Matthews Simmons, che si era precipitato giù di ben 11 file di poltroncine  per andare a urlare a Eric Cantona appena espulso dall’arbitro e che stava rientrando nello spogliatoio: “Vaffanculo, tornatene a casa tua, francese figlio di puttana!”
Non puoi pensare di passarla liscia con Eric Cantona, il francese partì di calcio destro e gli piantò i tacchetti nel petto, poi via con una gragnuola di destro e sinistro. Forse quel pazzo lo fece per avere anche lui il suo quarto d’ora di celebrità, facendosi picchiare dal calciatore più osservato del globo. E con già appiccicata addosso l’ etichetta di cattivo: una specie di Lee Van Cleef del pallone. Era il 25 gennaio 1995, 20 anni fa.

eric cantonaProbabilmente una delle cose più famose di quella storia è proprio una frase di Cantona stesso.

“Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine”

Frase che fotografa perfettamente la febbre mediatica che tiene tutto come un filo conduttore. La necessità di chiunque, sia un calciatore o anche un tifoso, di attirare l’attenzione su se stessi. E dare il tutto in pasto al pubblico.

Non mi addentro nelle ricostruzioni di una storia troppo famosa per riproporla ancora. Ma è da allora che Cantona è diventato un’icona moderna. E se per caso rovistasse dentro le carte, o dentro i ricordi, troverete che quel che resta di quel fatto è l’immagine pura. Essenziale, plastica, larga, piena, costruita come se dietro ci fosse un grande regista o un grande fotografo. Tarantino, i fratelli Cohen, Besson che la violenza l’hanno declinata anche e soprattutto negli aspetti grotteschi, che quasi l’annullano, la neutralizzano o addirittura la ridicolizzano. Quella notte si girò un film. Cantona avrebbero potuto interpretarlo perfettamente John Travolta, Billy Bob Thornton o Jean Reno (francese come lui). E forse è per questo che poi il nostro ha tentato di fare l’attore di successo.
L’immagine del “calcio di Cantona” è diventata quasi subito un’opera d’arte popolare. Pop art, modern art, street art declinata ovunque: un muro di Manchester o una tazza, una maglietta, un poster o una tela in un  salotto di lusso. Rarissimi ritraggono Cantona nel momento di fare un gol, quasi tutti nel momento di vendicare l’offesa ricevuta, oppure nelle espressioni e nelle pose più da duro. Fino a farlo diventare un idolo rinascimentale, una grande e pacchianissima tela esposta al Museo del Football e realizzata su ordinazione del nostro: “The art of the game”.
E’ la maniera, molto anglosassone, di tramandare la leggenda. Successe anche con George Best: una delle opere principali di Banksy, uno dei più noti street artist al mondo, ritrae Best di spalle, col suo numero 7, sullo sfondo della maglia rossa, mentre due bobbies (kissing coppers) si baciano. A Brighton. La trasgressione di ieri e quella di oggi.
Cantona ha ispirato film – il mio amico Eric di Ken Loach su tutti – ma anche musica: Morrissey si è ispirato a Cantona e soprattutto a quel calcione di venti anni fa per scrivere i suoi album: “Lo trovai eccitante e glamour”. Lui stesso Cantona ha prestato il suo corpo all’arte e comprato quadri che lo ritraevano in un impeto folle di narcisismo. Ma i fans se lo sono fatto anche tatuare sulla pelle, per sempre. Una vecchia e scassata Rolls Corniche di Cantona, passata per le mani dello street artist JonOne, è finita venduta all’asta per 125.000 dollari poi donati alla fondazione dell’Abbé Pierre. Per poche decine di euro fino a qualche centinaio si vendono foto, poster, francobolli tele di tutti i tipi. Il suo viso da cattivo come l’icona di Che Guevara.

7 commenti

  1. Come giocatore l’ho sempre considerato più fumo che arrosto. Forse è migliore come attore.
    Ricordo un bel film di Ken Loach interpretato da Cantonà nella parte di se stesso: “Il mio amico Eric”.

  2. Mi da sempre un leggero fastidio quando i Britannici quotano quella frase di Cantona come se fosse puro delirio incomprensibile… eppure mi sembra molto ovvia e facile da capire.

  3. Ma in Uruguay nessuno ha pensato di fare una statua con il morso di Suarez a Chiellini? Anche quel gesto è arte. Tutto è arte oggi, altrimenti come riempi tv e internet?

  4. H-ntonato. Canto-Napoli. Can-torna’. Cantona CH. C.Antona. Ca-intona. Cantonata, ecce homo…
    Gran personaggio, lo ricordo per il suo fisico e la sua forza ???? trasbordante, un vero Hulk, un carattere reattivo ed impulsivo, si ribellava di getto, direttamente con le inevitabili conseguenze. Le sue origini sardo-catalane nelle vene, ne’ a Marseille….1966….campione di kung-fu. 20 anni fa

  5. Non successe all’Old Trafford, ma a Selhurst Park, in trasferta.

    E non era il 25 giugno, ma gennaio (ma questa è semplicemente una svista dato che il 25 giugno non si gioca neanche in Inghilterra, dove giocano sempre, anche a Santo Stefano e a Capodanno, tanto per ricordare un altro post).

  6. Ma per favore…
    Adesso un gesto violento diventa leggenda! Un po’ come la mano di dio di maradona, il furto del secolo considerato arte invece che una ladrata.
    E poi ci si lamenta dello scarso senso etico nel calcio…ma da che pulpito!

  7. Be’, la frase dei gabbiani che seguono le navi fece effetto all’epoca. D’altra parte, però, Eric Cantona prese una scorciatoia un po’ scorretta. Nel senso che senza i giornalisti gabbiani non potrebbe neanche esistere lo stipendio di Cantona.

    A merito di Cantona penso gli vada riconosciuta una certa consapevolezza di tutto quello che fece e disfece in quegli anni. Infatti senza mezze parole – ma senza neanche rancore – fece sapere alla Nazionale Francese che non era in grado di rappresentare la Nazionale.

    Negli stessi anni, più o meno, giocava un altro Francese di buona classe, ma con poca fortuna: David Ginola.

    Così mentre i tifosi del Newcastle Utd cantavano ” Uh, ah, Gi – No — La”, i tifosi del Man Utd replicavano con l’ovvio ” uh, ah, Can To Na” ( in realtà la linea temporale dei due eventi è al contrario, ma non importa).

    Cantona praticamente chiuse la sua carriera giocando solo con il Man Utd. Ci fu una vignetta, che ho cercato per un bel po’ sulla rete ma non ho trovato che canzonava Cantona sulla base di quel “Uh Ah…”, che nella vignetta divenne ” Uh AAAAArgh ”

    Per la cronaca, al tifoso vittima del calcione fu affibbiato l’equivalente del DASPO da parte del Crystal Palace, e coiè il Crystal Palace decise che quel tifoso era non desiderato alle gare disputate dal Crystal Palace. Non so se ci fu un seguito di carattere legale. L’accusa era di inaccettabile provocazione di carattere xenophobo…

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