“Facciamolo solo da dietro, non voglio figli”, si prende epatite C. Denuncia compagno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2015 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA
"Faccio solo sesso anale prima del matrimonio", si prende epatite C. E lo denuncia

Un tribunale

ROMA – “Per favore solo sesso anale, non voglio figli. Concederò il mio corpo completamente solo all’uomo che mi sposerà”. Con questa premessa nel 2006 ha inizio la relazione tra un medico generico romano e un’attrice americana di teatro, arrivata in Italia per un tirocinio.

A 9 anni di distanza dal loro primo “rapporto”, scrive Libero Quotidiano, la Terza Sezione della Corte di Appello, dovrà giudicare se durante uno degli atti sessuali, nonostante la richiesta della donna di smettere subito 0 a causa del dolore, il medico trasmise l’epatite C alla sua convivente. La donna infatti ha denunciato il medico non per violenza sessuale, ma per l’infezione contratta durante un dei rapporti anali che le causarono un’ulcera anale e una perdita di sangue. Da qui l’infezione.

I due si conoscono per caso nel 2006.

L’amore sboccia subito, i due vanno a convivere, ma il matrimonio è prematuro e quindi su espressa richiesta della ragazza i loro rapporti sessuali si limitano solo ed esclusivamente alla sodomia. Lei specifica che questa scelta era stata fatta anche con il precedente fidanzato, perché voleva “conservarsi” solo per il futuro marito. L’amore però si spegne pochi mesi dopo, quando lei presenta una denuncia dopo aver saputo di aver contratto l’epatite C.

La Procura riceve una dettagliata descrizione di quanto accaduto la notte del 18 marzo 2006: durante un rapporto definito “violento” la donna tenta di farlo smettere ma l’uomo non vuole sentire ragioni. Dal dolore alla perdita di sangue il passo è molto breve. Secondo l’accusa, nei giorni successivi, la ragazza avrebbe accusato sintomi mai rilevati prima che non le consentivano di lavorare. Quindi i controlli sanitari presso la Asl di zona e la scoperta dell’infezione.

Il medico è stato condannato, in primo grado, a tre anni e quattro mesi ma ancora non si sa la condanna definitiva. D’altronde dal racconto non fu violenza sessuale ma un rapporto sessuale “non ordinario” e consensuale la cui conseguenza presunta fu l’epatite C.