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VIDEO | Minoranze religiose, l’esperta: “Non chiamiamole sette”

La Dire a colloquio con Raffaella Di Marzio, psicologa delle religioni e direttrice del Centro Lirec: "Il coinvolgimento delle istituzioni a Verona è segnale negativo"

Pubblicato:26-03-2019 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:16
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ROMA – “Tutte le fedi utilizzano la persuasione. Io sono cattolica, e non capisco perche’ se credo che la madre di Cristo fosse immacolata al momento del concepimento e che lo sia rimasta dopo un parto vada bene; e se un altro crede che nella foresta ci siano i folletti non vada altrettanto bene“. Una sintesi che suona come una battuta e che invece rispecchia il lavoro di studio e inclusione che porta avanti Raffaella Di Marzio, psicologa delle religioni e direttrice del Centro Lirec, – che studia e tutela le minoranze religiose – che, intervistata dall’agenzia Dire, ha parlato di minoranze religiose, di sette, di laicita’ in Italia e dell’imminente Congresso delle Famiglie di Verona.

CATTOLICESIMO E NEUTRALITA’ IN ITALIA 


“Le linee guida emanate dall’Unione europea e sottoscritte dall’Italia nel 2013 con tutte le indicazioni date sulla neutralita’ dello Stato, per favorire la liberta’ di culto e la promozione della liberta’ religiosa nelle scuole o sui media, non sono mai state implementate. Per questo il nostro Centro ha elaborato una strategia che e’ stata presentata alla Camera dei deputati”.

E’ indubbio che ci sia un “condizionamento della cultura cattolica in Italia, per ragioni storiche e perche’ e’ la religione della maggioranza”, ma quello che e’ importante “e’ che le Istituzioni rimangano neutrali nelle decisioni che prendono e nell’atteggiamento che hanno. Certo, non siamo messi come in Russia- ha sottolineato Di Marzio- dove la Chiesa ortodossa si allea con lo Stato per perseguitare le minoranze”. Sul Congresso delle Famiglie di Verona Raffaella di Marzio ha ribadito che se “e’ legittimo che tutti esprimano le loro opinioni” e’ invece preoccupante “quando le Istituzioni che dovrebbero essere laiche si coinvolgono abbracciando quell’idea”.

LO STATO ITALIANO E LE MINORANZE RELIGIOSE

In Italia “c’e’ una religione di serie A, con i Patti Lateranensi, e poi ci sono le minoranze che hanno chiesto un’intesa- come previsto dalla Costituzione- per poter avere riconoscimento, l’otto per mille, la presenza dei propri ministri negli ospedali e nelle carceri, e solo 13 l’hanno ottenuta. Il primo di una lunga serie di passaggi burocratici- ha spiegato Di Marzio- che devono superare queste minoranze e’ il riconoscimento della personalita’ giuridica che e’ di competenza del Ministero degli Interni con il Dipartimento delle liberta’ civili e immigrazioni che ha al suo interno un apposito ufficio deputato ai culti. Per ogni intesa serve una legge”. L’iter “parte male secondo il Centro Lirec: perche’ il Dipartimento delle liberta’ civili rientra nel Ministero degli Interni?”. Serve “una legge nuova sulla liberta’ religiosa che tenga conto della Costituzione e della normativa europea. Sono 866 le organizzazioni non cattoliche che non hanno mai chiesto l’intesa e spesso sono etichettate come sette”.

NON CHIAMIAMOLE SETTE, MA MINORANZE RELIGIOSE

“Il termine sette e’ diventato omnicomprensivo di qualsiasi organizzazione criminale. E’ cosi’ che nasce uno stigma,uno stereotipo e un allarme generalizzato” ed e’ per questa ragione che Raffaella di Marzio ha ribadito che questa parola e’ “discriminatoria” e viene utilizzata per definire erroneamente le minoranze religiose. Un fatto grave perche’ il termine setta rievoca la “manipolazione mentale sulle persone, la cronaca piu’ efferata- pensiamo alle Bestie di Satana- e siamo arrivati cosi’ alla volonta’ di reintrodurre il reato di plagio, di epoca fascista, che la Corte Costituzionale ha abolito nel 1981 e tutto questo per un pericolo immaginario pressoche’ inesistente delle sette”. Alla fine tutte le fedi, anche le piu’ storiche- ha chiarito l’esperta- utilizzano “la persuasione, perche’ cio’ in cui si crede non e’ dimostrabile e la fede e’ una credenza del cuore. Se queste idee non istigano alla violenza, al razzismo, a fare del male al prossimo, tutte si possono esprimere”. Come dice la nostra Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”. I cattolici che altrove sono perseguitati “in Italia dovrebbero essere i primi a difendere le minoranze”.

TESTIMONI DI GEOVA E CONFLITTO DI DIRITTI

“I testimoni di Geova sono una minoranza religiosa” ha chiarito l’esperta. “Anche se fanno delle cose strane, dobbiamo capire quanto c’e’ di pericoloso sul serio e quanto viene creato ad arte”. Sul conflitto dei diritti- come quello della salute relativo a donazione degli organi e trasfusioni nel caso dei minori- Raffaella Di Marzio ha spiegato:”Per quanto riguarda le persone maggiorenni scelgono quello che vogliono, come stabilito dal consenso informato che e’ legge; per quanto riguarda i minori invece, nel caso di genitori che si rifiutino di dare il consenso per un trattamento sanitario necessario alla salute, il Tribunale dei minori interviene togliendo la patria potesta’ e autorizzando, ad esempio, la trasfusione. Questo e’ giusto”. In Italia la situazione non e’ grave come altrove. “Negli Stati Uniti ci sono state morti di bambini i cui genitori appartengono a minoranze cristiane, non testimoni di Geova, che rifiutano ogni cura medica convinti che Dio guarisca”. Il tema e’ difficile da comprendere per “una societa’ secolarizzata come la nostra in cui la fede e’ diventata un rito e qualcosa di periferico”. Nel caso delle trasfusioni ha ricordato ancora Raffaella Di Marzio che “nel 2010 l’Oms a tutti i 193 stati membri ha raccomandato di applicare protocolli che tendano a diminuire il numero delle trasfusioni e a preferire l’autotrasfusione. In Italia nel 2017 c’e’ stato un convegno a Padova, patrocinato dal Ministero della salute, in cui i medici si sono confrontati sulle metodiche per evitare il piu’ possibile le trasfusioni con medicine e autotrafusioni perche’ il decorso post operatorio e’ meno pericoloso e meno oneroso. I Testimoni di Geova hanno, in un certo senso,stimolato la ricerca su questo aspetto- ha puntualizzato Di Marzio che ha aggiunto- La settimana scorsa e’ stata fatto un trapianto di fegato ad una Testimone di Geova senza trasfusioni e il primo bambino operato al cuore in Italia, negli anni sessanta, era Testimone di Geova e fu operato senza emotrasfusione con esiti operatori ottimi”. Si dice con troppa facilita’ che “queste persone muoiono”.

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