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Il Blog della Società Italiana di Tossicologia (SITOX) è dedicato sia ai Soci della Società che ai cittadini tutti, indipendentemente dal grado di competenza nelle materie tecnico-scientifiche. In questo blog si ritroveranno informazioni aggiornate, indipendenti e certificate relative a stili di vita, alimentazione, ambiente, ed impatto sulla salute della popolazione delle sostanze a cui è esposta.

Tutti i contenuti pubblicati sono frutto della collaborazione dei membri del gruppo Comunicazione della SITOX con Esperti selezionati in base alla tematica da affrontare.

2 marzo 2021 - Sicurezza degli alimenti, Ambiente e salute, Sostanze chimiche
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Prevenzione tossicologica da effetti di sostanze persistenti e bioaccumulabili

Tra i diversi inquinanti, quelli organici persistenti, noti come POP (acronimo inglese di Persistent Organic Pollutants), sono tra i più pericolosi perché si accumulano nel tessuto adiposo degli organismi viventi, persistono nell’ambiente e sono caratterizzati da una distribuzione globale (ambiente, biota, alimenti, uomo).

 

Cosa sono gli inquinanti organici persistenti?

Gli inquinanti organici persistenti (POP) sono sostanze organiche che persistono nell’ambiente e si accumulano in esso e negli organismi biologici, con concentrazioni crescenti nelle specie più alte nella catena trofica. Possono essere trasportati a lungo raggio raggiungendo regioni in cui non sono mai stati prodotti o utilizzati (Sono stati riscontrati in ambienti remoti come l’artico).

I POP comprendono sostanze chimiche di sintesi prodotte per uno specifico scopo tecnologico, ad esempio impiegati come ritardanti di fiamma, insetticidi, sostanze impiegate per il trattamento del il legno, tensioattivi e repellenti per acqua, grasso e sporco (DDT, PCB, pentaclorofenolo, composti perfluoroalchilici, polibromodifenil eteri, esabromociclododecani), ma anche sottoprodotti non intenzionali formatisi durante processi industriali, degradazione o combustione (come le diossine e i furani).

Gli inquinanti organici persistenti sono disciplinati a livello mondiale dalla convenzione di Stoccolma, stipulata per proteggere la salute umana e l’ambiente. Il trattato contiene disposizioni per ridurre al minimo e, laddove possibile, eliminare la produzione, l’immissione sul mercato e l’impiego di inquinanti organici persistenti. Inoltre, stabilisce misure di controllo che garantiscono lo smaltimento ecologicamente corretto dei rifiuti costituiti o contaminati da POP.

A livello europeo gli inquinanti organici persistenti sono disciplinati dal Regolamento (UE) 2019/1021, che introduce una serie di migliorie tecniche ed operative rispetto al precedente Regolamento 850/2004 e le numerose successive integrazioni.

 

Inquinanti organici persistenti e tossicità

Gli episodi di intossicazione umana acuta da POP sono piuttosto limitati e sono fondamentalmente legati ad eventi accidentali, quali l’incidente di Seveso del 1976 che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (2,3,7,8-TCDD). Gli effetti immediati sulla popolazione sono stati evidenti soprattutto da un punto di vista dermatologico. Già dopo due giorni sono comparsi i primi casi di cloracne, una malattia di cui è documentata la correlazione con la diossina.

Più importanti sono gli effetti a lungo termine che si manifestano a seguito di esposizione cronica a basse concentrazioni di POP. Gli inquinanti organici persistenti sono accusati di indurre disfunzioni del sistema immunitario, tossicità sul sistema riproduttivo, malattie neurologiche, interferenza con il sistema endocrino e anomalie comportamentali, in base ad alcuni risultati sperimentali ottenuti su specie animali diverse. Inoltre, alcuni POP hanno mostrato un potenziale cancerogeno negli animali e perciò classificati dallo IARC (International Agency for Research on Cancer), sulla base del pericolo e non del rischio reale, nel Gruppo 1, e definiti impropriamente cancerogeni per l’uomo, oppure i PCB, classificati nel Gruppo 2A (probabile cancerogeno).

 

Inquinanti organici persistenti negli alimenti, alcuni esempi: diossine, PCB, PFOA e PFOS

L’esposizione agli inquinanti organici persistenti avviene principalmente attraverso la dieta, pertanto l'Unione europea ha adottato misure strategiche volte a ridurre i livelli di contaminazione da queste sostanze non solo nell'ambiente ma al contempo nei mangimi e negli alimenti.

Laddove possibile, sulla base dei pareri scientifici indipendenti forniti dai valutatori del rischio, sono stati stabiliti i limiti massimi di alcuni POP negli alimenti e nei mangimi. Ad esempio, per le diossine e i PCB (policlorbifenili) detti “diossina-simili” (a causa della somiglianza delle loro proprietà tossicologiche), l’EFSA ha stabilito una dose settimanale tollerabile di 2 picogrammi per chilogrammo di peso corporeo, e per l'acido perfluoroottansolfonico (PFOS) e per l’acido perfluoroottanoico (PFOA) la stessa Agenzia, nel 2018, ha identificato come soglie di sicurezza 13 ng/kg di peso corporeo alla settimana per il primo e 6 ng/kg per il secondo.

La scelta di definire delle dosi tollerabili di esposizione settimanali e non giornaliere, al fine di stimare le quantità di una sostanza in alimenti o bevande, non aggiunte deliberatamente (per esempio i POP), che può essere consumata nell’arco di vita senza rappresentare un rischio significativo per la salute ha un razionale: è basata sulle proprietà che alcuni contaminanti posseggono di accumularsi negli organismi viventi (bioaccumulo). La designazione settimanale viene utilizzata per sottolineare l'importanza di limitare l'assunzione per un periodo di tempo per tali sostanze.

Le diossine sono sostanze che non vengono prodotte volontariamente ma derivano prevalentemente da processi naturali di combustione (incendi boschivi o eruzioni vulcaniche). Tuttavia, possono anche essere generate da specifiche attività umane quali l’incenerimento di rifiuti.

A differenza delle diossine i PCB sono sostanze chimiche prodotte volontariamente tramite processi industriali. In passato hanno avuto un vastissimo impiego in una serie di applicazioni industriali.  Dagli anni ’70 la loro produzione è stata praticamente sospesa a causa dell’evidente associazione tra PCB ed effetti tossici.

Nonostante non vengano più utilizzati, i livelli di PCB nell’ambiente rimangono ancora elevati in quanto le concentrazioni ambientali degli inquinanti organici persistenti, a differenza di molti altri contaminanti, non diminuiscono rapidamente al cessare delle loro emissioni ma persistono e si accumulano nella catena alimentare.

Negli ultimi 30 anni, grazie alle azioni intraprese dalle autorità pubbliche e dall'industria, la loro presenza in alimenti e mangimi è diminuita.

In questo contesto, l’attività di monitoraggio dei livelli di contaminanti organici persistenti negli alimenti e mangimi si dimostra molto importante ai fini della sicurezza alimentare e della salvaguardia del consumatore.

 

La politica attuata da ormai decenni, a livello mondiale, di porre una elevata attenzione sui POP si è dimostrata molto avveduta nella prevenzione di possibili effetti tossici dovuti ad esposizione a sostanze con proprietà di bioaccumulo, poiché anche se le stesse posseggono soglie elevate per lo sviluppo degli effetti tossici, la cronica esposizione ad essi, seppure a basse dosi, può causare nel tempo, il raggiungimento di tale soglia.

 

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT

https://echa.europa.eu/it/understanding-pops

https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/dioxins

https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf

 

 

 

 

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