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Adagiato su dolci colline di natura alluvionale, il piccolo borgo di Noragugume sorge nella provincia di Nuoro, dominando sulla piana di Ottana tra il lago Omodeo e la catena montuosa del Marghine.

Il Borgo di Noragugume

Uno degli elementi caratterizzanti la cultura di questo territorio è sicuramente la lingua. Qui, nel Marghine, in memoria dell’antico passato, è ancora viva la lingua sarda logudorese, con influenze barbaricine e campidanesi. Secondo il Wagner, il sardo del Marghine è lo stesso che si parla nel Meilogu e nel Goceano, seppur con alcune varianti fonetiche.

Nelle sue forme più auliche il sardo del Marghine è molto apprezzato grazie al Canto a Tenores e ai poeti che compongono le loro poesie, a tavolino o in modo estemporaneo, durante apposite gare di poesia organizzate in occasione dei festeggiamenti per le feste patronali paesane si temi di ordine generale.

Noragugume murales

 

La Storia

Il borgo di Noragugume ha origini antichissime ed è popolato sin dalla preistoria, come testimoniano i reperti archeologici conservati nella zona, che risalgono all’epoca nuragica e pre-nuragica. Il nome del borgo deriverebbe da un nuraghe a forma di pentola edificato poco lontano dal centro abitato che risalirebbe al XV secolo.

Annesso alla curatoria del Marghine durante l’epoca giudicale, entrò poi a far parte del Regno di Arborea fino al 1421, quando venne concesso in feudo a Bernardo Centelles.

Per altri quattrocento anni Noragugume passò sotto il controllo di diverse famiglie nobiliari sarde, fino a che, nel 1843, non ottenne l’indipendenza.

Oggi Noragugume appartiene alla Diocesi di Alghero-Bosa.

Noragugume

 

Da vedere

Il borgo di Noragugume è caratterizzato da un impianto urbanistico ordinato dove si trovano diversi edifici religiosi.

La chiesa della Beata Vergine D'Itria, posta nella piazza centrale del borgo, risalente al 1620, è stata oggetto di ristrutturazione generale e consolidamento di alcune sue parti strutturali a fine anni ’80. Durante tali lavori furono rinvenuti numerosi resti umani, con indumenti ed oggetti di particolare interesse, a testimonianza, non solo dell’usanza di seppellire i defunti dentro le chiese, ma anche della maestria degli artigiani dell’epoca nel lavorare il ferro, il legno e la terracotta.

Da visitare l’antica chiesa campestre di San Michele, originariamente situata a poca distanza dal centro abitato, ma oggi raggiunta dall’espansione edilizia.

Il territorio di Noragugume è ricco di testimonianze archeologiche come il famoso nuraghe di Tòlinu, situato nella omonima località. La struttura è un nuraghe complesso, databile alla media età del bronzo, con vicino insediamento civile. Come testimoniato dai vari elementi strutturali, risulta costruito in diverse fasi successive.

Sa Pedra e’ Taleri, menhir proto-antropomorfo databile tra il 3300 e il 2500 a. C, si trova su una delle addolcite prominenze fra il versante ovest e la piana di Ottana a est. Lo si vede emergere isolato in una superficie piana, con un campo visivo privo di ostacoli e si presenta con un effetto di grande imponenza.

Noragugume chiesa

 

Da gustare

Come tutti i borghi della Sardegna anche a Noragugume si tramandano, ancora intatte, le ricette della tradizione. Il borgo sorge in una zona dedita all’allevamento, motivo per cui la carne rappresenta l’alimento alla base della dieta del territorio.

La carne d’agnello  è protagonista di alcuni piatti della cucina locale, accostata a diversi sapori, a seconda della cottura: con le patate, i piselli, il finocchietto selvatico, in umido o arrosto. Con le interiora dell’agnello vengono cucinati “sa cordula”, intestino di agnello o capretto, insaporito con sale e pepe e consumato arrosto o in padella con piselli, e “su trattaliu”, interiora di capretto o agnello, alternate a pezzi di lardo e cotte allo spiedo.

Noragugume murales

Tra i piatti tipici troviamo inoltre la carne di pecora bollita, come vuole la tradizione, con patate e cipolle (Arbeghe a buddiu).

Sulle tavole di Noragugume non mancano mai anche diverse varietà di pane, da quelle semplici di consumo giornaliero (sos tundos, sas kovattsas, su bistokku, sas paltsidas) a quelle elaborate per speciali ricorrenze. Per Pasqua (Paska ‘e aprile), ad esempio, vengono realizzate speciali pagnotte intagliate che ricordano la Passione di Cristo (sa rughe, sa corona, s’iskala), sfornate insieme a speciali pani dedicati ai bambini (sos kokkorrois kun s’ou).

Ad ogni festività, inoltre, è abbinato un dolce caratteristico: “sas frisciolas longas”, “sa pasta violada” e “sos kulinzones de mendula” (dolci di mandorle) per Carnevale; “sas kasadinas” (realizzati con formaggio ovino o vaccino e uvetta) e sas tilikkas (con ripieno di sapa o mandorle e miele); “sos pabassinos” (dolci con mandorle e noci tritate e uvetta) e “sos santos de tukkaru” per la festa di Ognissanti.

Cosa fare

Tra i festeggiamenti più attesi dalla comunità di Noragugume vi sono quelli in onore della Beata Vergine d’Itria, che si svolgono ogni anno il giorno della Pentecoste.

A seguito delle celebrazioni religiose, si svolge un’Ardia, l’antica corsa al galoppo dei valorosi cavalieri attorno al santuario. La tradizione di questa festa ha radici lontane. Pare che il paese un tempo fosse diviso in diversi rioni e i cavalieri che rappresentavano ogni rione, cercavano di conquistare il drappo della Vergine portato dal fantino che guidava la corsa.

Tra le altre manifestazioni, che si svolgono tra riti religiosi seguiti da eventi folcloristici e degustazioni di prodotti locali tra le vie del borgo, ricordiamo la festa in onore di San Giacomo, il 25 luglio, e la festa di Sant’Antonio, festeggiato il 16 gennaio.

 

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