Padova,Festival della Cultura Paralimpica lo sport come diritto universale

L'evento, durato tre giorni, ha visto un susseguirsi di dibattiti e testimonianze sul tema: lo sport come strumento di inclusione, benessere e superamento di ogni forma di barriera, fisica e culturale. Tra i tanti campioni ad intervenire Simone Barlaam e Alex Zanardi. Toccante la mostra di Oliviero Toscani che con sensibilità e maestria ha offerto uno sguardo inedito sul mondo paralimpico.

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Fabrizio d'Andrea (Ph. Pietro Rizzato

(09/11/2019) Si è chiusa con un grande successo di pubblico e di partecipazione la seconda edizione del Festival della Cutura Paralimpica (5-7 novembre 2019). Evento organizzato dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) guidato dal suo effervescente e instancabile presidente Luca Pancalli. Quest'anno la manifestazione è stata ospitata dalla città di Padova in un ideale accompagnamento verso il 2020, quando la città sarà Capitale Europea del Volontariato. Il Festival di Cultura Paralimpica si è svolto in vari luoghi della città, a cominciare dalla sua Università, una delle più antiche e prestigiose del mondo. Ed è stata proprio l’Aula Magna dell’Università degli Studi, a Palazzo del Bo, a ospitare il primo appuntamento dell’edizione 2019 del Festival.

E' giusto soffermarsi sulle tematiche proposte durante i tre giorni ma prima di tutto mi piace sottolineare la mostra del maestro Oliviero Toscani che con la sua capacità ma anche con sensibilità e maestria ci ha offerto uno sguardo inedito sul nostro mondo”: si tratta di "Naked", dodici campioni in 36 scatti, per raccontarsi oltre ogni barriera. Mettere a nudo la disabilità, spezzare la tirannia dei modelli estetici dominanti, affermare che esiste anche un corpo dell’atleta paralimpico e che ciascuno di noi è unico nelle sue forme, nei suoi pensieri. Hanno posato per questa mostra i campioni di nuoto paralimpico Simone Barlaam e Arianna Talamona, lo snowboarder toscano Jacopo Luchini, vincitore nel 2019 della Coppa del Mondo di boardercross; il campione paralimpico di sollevamento pesi Donato Telesca (un argento fra i grandi e campione mondiale Junior con record del mondo), l’arciera plurimedagliata Eleonora Sarti (un titolo mondiale paralimpico e un argento iridato olimpico). E poi ancora, il pilastro della nazionale di basket in carrozzina Giulio Maria Papi, gli schermidori Edoardo Giordan (argento mondiale) e Andreea Mogos (argento paralimpico), la campionessa di para rowing Anila Hoxha (3 titoli internazionali e 5 italiani), il portabandiera azzurro alle scorse Paralimpiadi di PyeongChang e leader della nazionale italiana di Para Ice Hockey Florian Planker e due giocatrici della nazionale italiana di sitting volley, rivelazione di quest’anno con una storica qualificazione a Tokyo 2020, Giulia Aringhieri e Silvia Biasi.

Come anticipato, sono stati tre giorni di incontri, mostre, dibattiti su storie con al centro lo sport come strumento di inclusione e per il cambiamento della percezione della disabilità nel Paese. Un confronto aperto che ha fatto emergere tanti spunti e altrettante zone d'ombra su cui riflettere circa il rapporto tra mondo paralimpico e l'Italia in generale. Migliaia di persone e di studenti (molto numerosi e attenti per fortuna) hanno affollato le sale di Palazzo Bo, Palazzo Moroni, caffè Pedrocchi e della Cittadella dello Studente.

Tra gli sportivi più attesi c'era sicuramente Alex Zanardi e il pluricampione non si è fatto pregare chiarendo il suo pensiero e catturando l'attenzione dei presenti: "Osservando lo sport ho capito meglio la vita, ha esordito, ricordando le parole che suo padre gli ripeteva quando era più piccolo "Chi copia piglia cinque, ma è comunque un buon punto di partenza, per questo a un ragazzo dico: "inizia copiando e poi col tuo estro e la tua fantasia rendi ancora più affascinante il tuo percorso". Durante l'incontro, moderato dal giornalista de Il Mattino di Padova Stefano Volpe, Zanardi ha raccontato: "“Oggi, nel mondo, c’è tanta fame di cattive notizie ma il nostro scopo, come società, è quello di educare, e per far questo è necessario far brillare le belle notizie, far capire che ci sono persone che fanno cose bellissime". “Credo che la vita sia come un giro in un circuito dove, in maniera diversa, tendi a ripassare di li e in momenti diversi ti capita di vedere cose che prima non avevi visto: si chiama esperienza”.

Mi piace chiudere con le parole di Pancalli, molto soddisfatto per la riuscita della manifestazione e pronto a ripartire per le mille sfide (sportive e culturali) che aspettano ancora il mondo paralimpico. 
“È stata un’edizione straordinaria con iniziative di grande qualità e grande partecipazione di pubblico. Merito dei magnifici atleti paralimpici che con le loro storie hanno fatto cultura; della città di Padova, che ci ha accolti con entusiasmo e calore, dell’Università degli Studi di Padova che ha aperto le proprie porte a tutti noi, mettendo a disposizione sapienza e competenza; del Centro Servizio Volontariato che si è attivato per garantire accoglienza e assistenza a tutti, dei nostri partner presenza importante nella vita del nostro Comitato. Un ringraziamento speciale, ancora una volta, va a Oliviero Toscani che con sensibilità e maestria ci ha offerto uno sguardo inedito sul nostro mondo”. “Abbiamo riaffermato tutti insieme l’importanza di considerare lo sport come diritto universale. Abbiamo piantato un nuovo seme per la trasformazione culturale del nostro Paese. Speriamo possa dare ancora una volta frutti rigogliosi”, ha concluso Pancalli.


Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)