La Juve vuole giocare: Agnelli non ha cambiato posizione

Il presidente del club bianconero mantiene la stessa linea: “Qualsiasi sforzo deve essere fatto per finire i campionati sul campo, è di vitale importanza”. La società aggiorna i piani di giorno in giorno, anche in chiave Champions League
La Juve vuole giocare: Agnelli non ha cambiato posizione© Marco Canoniero

TORINO - La Juventus vuole giocare. Con le condizioni di sicurezza necessarie, ma riprendere appena si può. La posizione non è mai cambiata, fin dall’inizio quando il club si è adeguato allo stop, ritenendolo anche condivisbile, viste le circostanze, ma con la speranza di poter riprendere e finire il campionato. Dubbi, presso i vertici juventini, non ce ne sono mai stati. C’è stato il silenzio del presidente, non esattamente un tipo loquace anche nella normalità e la libertà concessa ai giocatori che fa, comunque, parte del piano di gestione dell’emergenza. Proprio nell’ottica di tornare a giocare e chiedere uno sforzo enorme ai calciatori, fra ritmo serrato delle gare e un probabile ritiro permanente, il club ha preferito non stressare nessuno, soprattutto in un momento in cui la presenza a Torino era (e purtroppo potrebbe essere se non si sblocca la ripartenza) perfettamente inutile. Non che stare nel proprio Paese, ma rigidamente in lockdown, sia equiparabile a una vacanza, ma certamente la vicinanza dei propri cari può alleviare il periodo, A tutt’oggi la Juventus non ha diramato la fatidica convocazione per richiamare tutti in città, perché non esiste ancora una data certa nella quale riprendere l’attività, anche se la possibilità di tornare sul campo (di allenamento, per ora) il 18 maggio, ha spinto tutti gli stranieri della rosa a programmare un ritorno a cavallo del weekend. Poi si vedrà. Ma La Juventus vuole fermamente a disputare il campionato nel tentativo di finirlo.

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E Andrea Agnelli lo ha anche messo nero su bianco, nella lettera che ha inviato il 2 aprile a tutti i club europei membri dell’Eca, l’associazione che ne cura collettivamente gli interessi e di cui è presidente. Un messaggio lanciato per rassicurare che le istituzioni, l’Uefa in particolare, erano e sono al lavoro per cercare di salvare il settore e aiutare i club, chiaramente in difficoltà. E in un passaggio della sua missiva, spedita nella tarda serata da casa sua dove si era volontariamente isolato dopo la positività di Rugani, Agnelli scrive: «Il punto condiviso da Eca e Uefa è di compiere qualsiasi sforzo possibile per consentire che tutte le competizioni nazionali e internazionali vengano concluse seguendo il loro format e il loro regolamento. E’ di fondamentale importanza che anche una calamità come questa pandemia non impedisca ai nostro tornei di concludersi sul campo, osservando le loro regole e che tutti i titoli sportivi siano assegnati sulla base dei risultati ottenuti. Come capi responsabili del nostro sport dobbiamo assicurare che questo avvenga confidando fino all’ultima possibile soluzione».

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TORINO - La Juventus vuole giocare. Con le condizioni di sicurezza necessarie, ma riprendere appena si può. La posizione non è mai cambiata, fin dall’inizio quando il club si è adeguato allo stop, ritenendolo anche condivisbile, viste le circostanze, ma con la speranza di poter riprendere e finire il campionato. Dubbi, presso i vertici juventini, non ce ne sono mai stati. C’è stato il silenzio del presidente, non esattamente un tipo loquace anche nella normalità e la libertà concessa ai giocatori che fa, comunque, parte del piano di gestione dell’emergenza. Proprio nell’ottica di tornare a giocare e chiedere uno sforzo enorme ai calciatori, fra ritmo serrato delle gare e un probabile ritiro permanente, il club ha preferito non stressare nessuno, soprattutto in un momento in cui la presenza a Torino era (e purtroppo potrebbe essere se non si sblocca la ripartenza) perfettamente inutile. Non che stare nel proprio Paese, ma rigidamente in lockdown, sia equiparabile a una vacanza, ma certamente la vicinanza dei propri cari può alleviare il periodo, A tutt’oggi la Juventus non ha diramato la fatidica convocazione per richiamare tutti in città, perché non esiste ancora una data certa nella quale riprendere l’attività, anche se la possibilità di tornare sul campo (di allenamento, per ora) il 18 maggio, ha spinto tutti gli stranieri della rosa a programmare un ritorno a cavallo del weekend. Poi si vedrà. Ma La Juventus vuole fermamente a disputare il campionato nel tentativo di finirlo.

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