Valery Vasilievich Gerasimov è nato l’8 settembre 1955 a Kazan ed è l’attuale capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Federazione Russa nonché primo vice ministro della Difesa dal 9 novembre 2012, e membro del Consiglio di Sicurezza.

I suoi genitori erano semplici lavoratori e fin dall’infanzia Gerasimov sognava di servire la patria, ispirato dalle storie di suo nonno, un ex soldato di prima linea. Durante la sua giovinezza è stato influenzato dalla letteratura degli anni della guerra, comprese le opere di Konstantin Simonov, famoso scrittore, poeta e giornalista nato nel 1915, le cui opere, scritte durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale (che per i russi prende il nome di Grande Guerra Patriottica), non erano solo un riflesso della realtà, ma anche una sorta di accorata preghiera. Ad esempio, la poesia “Aspettami”, composta nell’estate del 1941 e dedicata a Valentina Serova, veniva letta dai soldati che partivano per il campo di battaglia. All’età di 15 anni Gerasimov entra nella scuola militare di Suvorov e da allora, tutta la sua vita si lega indissolubilmente all’esercito. Dopo essere uscito dalla scuola militare, con lode, passa alla scuola superiore per carristi di Kazan (1973-1977) per poi frequentare l’accademia militare delle forze corazzate (1984-1987) da cui esce graduato con lode, e l’accademia militare dello Stato maggiore delle forze armate della Federazione russa (1995-1997).

Nel 1977 ha servito come comandante di plotone, comandante di compagnia e capo di Stato maggiore di battaglione nell’80esimo reggimento Carri della 90esima Divisione corazzata della Guardia appartenente al Gruppo di Forze del Nord di stanza in Polonia (a Borne-Sulinove). Dal 1982 al 1984 diventa Capo di stato maggiore e comandante della 29esma divisione di fucilieri meccanizzata nel distretto militare dell’Estremo Oriente (a Troitskoye nel territorio di Primorsky). Dopo il diploma all’Accademia dello Stato maggiore, dal 1987 ha servito come vice comandante di un reggimento di carri armati, poi comandante infine capo di Stato maggiore e dal 1993 comandante della 144esima divisione di fucilieri meccanizzati della Guardia nel Baltico, nel distretto militare del gruppo di forze nord-occidentali. Nell’agosto 1994 ha guidato il ritiro del reparto nel distretto militare di Mosca (presso Yelnya). Dal 1997 ha servito come primo vice comandante del prima Armata corazzata della Guardia nel distretto militare di Mosca (1997-1998), e dal febbraio 1998 passa nello Stato maggiore della 58esima Armata combinata nel Distretto militare del Caucaso settentrionale. Dall’agosto 1999, partecipa, insieme alla sua unità, alle operazioni militari su larga scala durante la seconda guerra cecena. Successivamente ha servito come capo di Stato maggiore del distretto militare dell’Estremo Oriente dal marzo 2003, con anche il comando, dall’aprile 2005, della direzione principale dell’addestramento al combattimento e del servizio delle forze armate. Nel dicembre 2006 ha assunto la carica di capo di Stato maggiore del distretto militare del Caucaso settentrionale. Dall’11 dicembre 2007 al 5 febbraio 2009 diventa comandante del distretto militare di Leningrado e dal 5 febbraio 2009 al 23 dicembre 2010 comandante del distretto militare di Mosca. Il 23 dicembre 2010, con decreto del presidente della Federazione Russa, viene nominato vice capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate e dal 26 aprile 2012 diventa anche comandante del distretto militare centrale. Dopo le dimissioni del ministro della Difesa Anatoly Serdyukov, autore della riforma “New Look” dell’esercito, il 9 novembre 2012, Sergei Shoigu, che gli succede, presenta al presidente Putin la candidatura di Gerasimov alla carica di capo di Stato Maggiore Generale delle Forze armate della Federazione Russa e contestualmente di primo vice ministro della Difesa. Il 9 novembre 2012 l’incarico gli viene conferito dalla presidenza. Dal 13 novembre 2012 è membro del Consiglio di Sicurezza.

Valery Vasilievich è un uomo di poche parole, preferendo che i fatti parlino per lui. Da alcuni viene definito “l’uomo che non ride mai”, ma solo perché il generale è molto schivo, preferendo riservare il suo lato “umano” alla vita privata: Gerasimov infatti è sposato e ha due figli, un maschio e una femmina, che non cita mai nelle sue dichiarazioni pubbliche e soprattutto tiene lontani dagli occhi della stampa. Il figlio di Gerasimov è attualmente un ufficiale dell’esercito. Non è nella sua natura sedere al quartier generale, quindi lui stesso ha chiesto di andare nel Caucaso settentrionale quando sono iniziate le ostilità in Cecenia nel 1993. L’ufficiale ha trascorso 4 anni in guerra come comandante di una divisione di fucilieri meccanizzati.

L’uomo non è solo un soldato, ma anche un raffinato stratega. Nel febbraio 2013 pubblica su Voenno-Promyshlennyj Kuryer (traducibile come “il corriere militare-industriale”) l’articolo, ormai arcinoto, “The value of science is in the foresight: new challenges demand rethinking the forms and methods of carrying out combat operations” che possiamo tradurre in italiano come “il valore della scienza è nella capacità di previsione: nuove sfide richiedono il ripensamento di forme e metodi di utilizzo delle forze armate” che secondo un certo numero di esperti militari occidentali, è considerato la formulazione della cosiddetta “Dottrina Gerasimov”, che ha costituito la base del concetto russo di una nuova generazione di guerra resosi necessario dall’analisi delle sollevazioni in Nord Africa e Medio Oriente, definite come “Primavere Arabe”. In realtà Vaery Vasilievich non ha propriamente inventato la Hybrid Warfare di Mosca, ma ha recuperato quanto già era stato messo per iscritti da illustri predecessori russi, cinesi e statunitensi, riadattandolo alle nuove esigenze delle Russia.

Gerasimov viene anche ricordato come l’organizzatore dell’operazione militare in Siria, lanciata nel settembre 2015, ma anche e soprattutto per l’operazione di bassa intensità messa in atto in Crimea e in Donbass nel febbraio/marzo 2014. Per questo il generale è stato inserito nell’elenco delle personalità sotto sanzioni da parte dell’Unione Europea da maggio di quell’anno. Il 5 agosto 2015, la procura militare dell’Ucraina ha dichiarato Valery Gerasimov “il principale ideologo della guerra nel Donbass” e il Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) ha denunciato il generale insieme ad altri dieci militari della 98esima divisione delle Forze aviotrasportate della Federazione Russa (VDV) per aver organizzato e messo in atto il conflitto armato sul territorio dell’Ucraina riferendosi in particolare agli eventi di Ilovaisk. Il tribunale distrettuale di Kiev ha deciso l’arresto in contumacia di Gerasimov e degli altri imputati. Il 25 febbraio 2022, in connessione con l’ingresso delle truppe russe in Ucraina , gli Stati Uniti hanno aggiunto il generale Gerasimov all’elenco delle personalità russe sanzionate e messe al bando. Per il coraggio e l’eroismo mostrati nell’esercizio del servizio militare, nel maggio 2016, con decreto del presidente della Russia, gli è stato conferito il più alto riconoscimento statale: il titolo di Eroe della Federazione Russa.

Il suo curriculum, ma soprattutto la sua posizione di ideologo delle forze armate, ne fanno uno dei personaggi più influenti della Russia degli ultimi 15 anni, soprattutto perché nella società russa, ancora oggi, il peso dei militari è notevole e totalmente diverso rispetto a quello nelle società occidentali. Chi scrive ritiene che Valery Vasilievich Gerasimov sia stato fortemente critico verso la decisione di invadere l’Ucraina e che molto probabilmente la sua sparizione dalla scena pubblica in questi ultimi giorni sia dovuta alla decisione di mettere ai margini una figura diventata scomoda appunto per la sua importanza.