Dalla prevenzione alla donazione, un nuovo impegno per ANDI e Fondazione ANDI Onlus a sostegno della donazione di organi e tessuti al fianco di AIDO

“Perseguire obiettivi di solidarietà e promozione della salute orale e generale di tutti, in particolare delle fasce di popolazione meno fortunate”. Sono questi gli obiettivi che Fondazione ANDI onlus si è costantemente impegnata a realizzare dalla sua nascita nel 2005. Lo ha fatto con progetti di cura e sensibilizzazione su diverse patologie e tematiche, dal tumore del cavo orale alle apnee notturne, passando per la formazione dei colleghi al contrasto della violenza di genere e alla rianimazione cardiopolmonare in caso di emergenza-urgenza. Due ambiti, questi ultimi, non direttamente riconducibili alla professione odontoiatrica ma che hanno invece profondamente a che fare proprio con la missione della Fondazione e con il principio di solidarietà e tutela dei fragili che ne sono il motore da sempre. È per questo che Fondazione, insieme ad ANDI, ha iniziato a riflettere e ad avvicinarsi a un altro tema per cui la capillarità sul territorio e il rapporto di fiducia che il paziente instaura con il medico odontoiatra possono dare un importante contributo: la donazione degli organi.

“La donazione degli organi – spiega Evangelista Giovanni Mancini, presidente di Fondazione ANDI onlus – è un atto gratuito, anonimo e solidale per restituire una vita piena a chi è in attesa di ricevere un trapianto, una terapia sicura e consolidata per la cura delle gravissime insufficienze d’organo. È un bisogno che ciascuno di noi potrebbe trovarsi ad avere ma, allo stesso tempo, un dono che tutti noi possiamo scegliere di compiere. Per farlo consapevolmente, però, è giusto essere informati. Per questo con ANDI abbiamo preso contatti con A.I.D.O., la maggiore associazione che nel nostro Paese promuove, in base al principio della solidarietà sociale, la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule”.

Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, il 2020 ha fatto registrare una brusca frenata nelle donazioni e, di conseguenza, nei trapianti. Nonostante la rete trapiantologica abbia complessivamente retto davanti all’emergenza sanitaria, al conto dei danni della pandemia nel nostro Paese vanno aggiunti anche quasi 400 trapianti in meno. Nello specifico sono stati 3.441 gli interventi effettuati nel 2020, 373 in meno rispetto al 2019 (-9,8%) e di questi, 3.146 sono stati realizzati grazie agli organi di donatori deceduti (-303, ovvero -8,8% rispetto a un anno fa).  A pesare, inevitabilmente, è stata la saturazione delle terapie intensive, che sono il luogo maggiormente deputato alla lotta al Covid ma anche quello in cui di norma avvengono le donazioni di organi e tessuti necessarie ai trapianti. “Davanti a questi numeri – spiega Ferruccio Berto, vice presidente nazionale ANDI – ci siamo interrogati per capire quale contributo la nostra professione potesse dare a quello che noi tutti consideriamo un dovere civico e morale. La prima risposta concreta è il congresso, promosso e organizzato da ANDI Padova e Fondazione ANDI onlus insieme a varie associazioni che si occupano del tema, che si terrà il prossimo 6 novembre presso l’OIC di Padova e che ha l’obiettivo di contribuire a creare e ampliare la cultura della donazione, innanzi tutto tra i nostri colleghi e poi tra i nostri pazienti.”

Molti non lo sanno ma nel nostro Paese, in cui la donazione degli organi non è obbligatoria, vige il principio del consenso o dissenso esplicito. Per questo è bene prendere una posizione in merito e discuterne anche in famiglia, per non lasciare, in caso di necessità, la decisione ai propri cari. Si può dichiarare la propria volontà sulla donazione di organi e tessuti in tanti modi: attraverso l’Asl di appartenenza, richiedendo e firmando l’apposito modulo; all’ufficio anagrafe del Comune in occasione del rilascio o rinnovo della carta d’identità; scaricando e conservando nel portafoglio il tesserino blu del Ministero della Salute, disponibile sul sito del Centro Nazionale Trapianti; iscrivendosi all’A.I.D.O.; redigendo una dichiarazione, firmata e datata, da portare sempre con sé così come una delle donor card distribuite dalle diverse associazioni di settore. Le espressioni di volontà rilasciate all’Asl, al Comune e all’ A.I.D.O. sono registrate nel Sistema Informativo Trapianti (SIT), il database del Ministero della Salute che viene consultato dai medici per verificare se il potenziale donatore abbia reso in vita una dichiarazione di volontà. Oltre che sui trapianti, il Covid ha avuto un impatto rilevante anche sul fronte della registrazione della volontà alla donazione. Sono state 1.960.705 le nuove dichiarazioni rilasciate nei Comuni italiani nel 2020: l’anno prima erano state oltre 2,4 milioni. In questo caso determinante è stata la chiusura dei servizi anagrafici durante il primo lockdown e la decisione del Governo di prorogare la scadenza dei vecchi documenti d’identità. “Soprattutto in questo momento, in cui speriamo di esserci finalmente lasciati alle spalle i momenti più bui legati al Covid, – prosegue Berto – è tempo di rafforzare la comunicazione in favore della donazione di organi e tessuti. Come dentisti e operatori sanitari vicini ai cittadini abbiamo la possibilità e il dovere di dare il nostro contributo per costruire una società più solidale.”