Tiziano, la bellezza e il suo messaggio di pace
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
L’arte può essere un antidoto alla violenza e alla guerra. Ne era convinto il grande Raffaello Sanzio che un anno prima di morire, nel 1519, scriveva a Papa Leone X : come dalla calamitate della guerra nasce la distruzione e ruina di tutte le discipline e l’arti, così da la pace e concordia nasce la felicitate ai populi et il laudabil ozio. Guerre e battaglie nel Cinquecento funestano l’Italia e l’Europa: di fronte a tanto orrore gli artisti più sensibili comprendono subito quanto potente sia il messaggio di pace ed armonia derivante dalla bellezza.
16 capolavori di Tiziano
In Veneto un altro grande protagonista del Rinascimento rappresenta questo concetto in un bacio. I protagonisti sono Venere e Marte. Una donna, la dea dell’armonia e della bellezza, riesce a sopire e placare il furore del dio della guerra. L’opera in questione è un olio su tela del 1550, conservato a Vienna nel Kunsthistorisches Museum. Si tratta di uno dei 16 capolavori di Tiziano Vecellio che insieme ad altri 31 dipinti di altri maestri del Cinquecento Veneto costituiscono il catalogo di circa centinaia di opere offerto dalla mostra allestita al Palazzo Reale di Milano fino al prossimo 5 giugno. Promossa e prodotta da Comune di Milano–Cultura, Palazzo Reale e Skira editore che ha pubblicato un volume ricco di imagini e contributi scientifici di alto livello, l’esposizione offre un ritratto della donna nel Cinquecento veneziano.
La donna e la cultura
“È una donna più libera, emancipata, consapevole e colta rispetto a qualsiasi altra regione europea”, spiega lo storico dell’arte Stefano Zuffi, consulente della mostra.
“A Venezia nel 500 le donne avevano accesso all’istruzione, all’erudizione e una possibilità di esprimersi maggiore rispetto alle altre città e ad altre situazioni sociali e culturali in Europa. Le donne veneziane avevano a disposizione strumenti di conoscenza nuovi, innovativi. Venezia è infatti la capitale dell’editoria cinquecentesca. L’editore ed umanista Aldo Manuzio progetta libri indirizzati ad un pubblico femminile. Le donne leggono, si informano, scrivono”. In mostra infatti, tra dipinti, sculture, oggetti di arte applicata e grafica, è presente un’ampia sezione dedicata ai libri del Cinquecento, scritti da uomini e donne. “Bisogna poi considerare il vivace sviluppo della pittura e del mercato d’arte intorno a personaggi come Tiziano, Palma il Vecchio, Giorgione, Tintoretto, Lorenzo Lotto – tutti nomi rappresentanti nella sale di Palazzo Reale - che favorisce la produzione di dipinti di soggetto femminile. Le cosiddette ‘belle veneziane’ hanno successo non solo nel territorio della Serenissima, ma in tutta Europa”.
Le donne di Tiziano
Tra le meravigliose donne dipinte da Tiziano ci sono i celebri ritratti di Isabella d’Este, Eleonora Gonzaga o le fanciulle di casa Farnese, ma anche le modelle che frequentano la sua bottega. E poi le figure mitologiche o legate alla fede cattolica: la Vergine Maria, Maria Maddalena e altre sante interpretate “con una sensibilità innovativa, modernissima e controcorrente rispetto alle tradizioni del suo tempo”.
Maria ed Eva
Tiziano fin dalla giovinezza connota la Madonna con sembianze realistiche, non idealizzate. Ad aprire la mostra milanese è la Madonna con Bambino del 1510: ha gli occhi scuri e i capelli castani, caratteri che si distaccano dall’iconografia tradizionale. “Tiziano ci riporta sempre sulla terra”, prosegue Zuffi, “la Madonna non è mai vista in modo staccato dal mondo, ma con un fortissimo aggancio con la realtà. Questa prerogativa veniva riconosciuta e apprezzata anche dai suoi contemporanei”. La tela citata apre il percorso espositivo ed è posta in dialogo con un altro dipinto dedicato ad una figura biblica: la progenitrice. L’autore è Tintoretto, l’opera “La tentazione di Adamo ed Eva”, risale al 1550 e proviene dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. “Eva e Maria sono presentate come le due figure più tipiche dell’immagine femminile che ci viene trasmessa attraverso l’arte. La scelta di introdurre il visitatore alla mostra con queste due donne della storia sacra è finalizzata nelle intenzioni della curatrice Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum, a porre in risalto lo spirito nuovo con cui il Cinquecento veneto interpreta anche le figure più tradizionali.
Gli affetti
“Tiziano – spiega ancora Stefano Zuffi – ha avuto nella sua vita figure femminili di riferimento importantissime. La moglie Cecilia, la figlia Lavinia, l’amatissima sorella Orsa lo accompagnano lungo l’esistenza e “gli fanno capire che la sensibilità femminile è peculiare, complementare e autonoma rispetto a quella maschile. Tiziano elabora quindi un senso di riconoscenza nei confronti della donna molto forte e questo si trasmette anche nella grande pittura religiosa”.
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