Vaccino Treviglio, alla farmacista Patrizia Siliprandi scade il green pass al bar: 400 euro di multa subito dopo la terza dose

di Pietro Tosca

La farmacista dopo aver ricevuto la terza dose di vaccino anti-Covid si è fermata a fare colazione al bar Marelet, in viale De Gasperi, a Treviglio. Al controllo della Polizia locale il vecchio green pass era scaduto, quello nuovo non le era ancora arrivato

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Dopo la terza dose di vaccino va a fare colazione, ma mentre è al bar le scade il vecchio green pass (quello nuovo non le è ancora arrivato) e gli agenti della polizia locale le staccano una multa da 400 euro. È una situazione paradossale quella in cui si è trovata ieri mattina la farmacista Patrizia Siliprandi, conosciutissima a Treviglio sia per la sua attività professionale sia perché per molti anni è stata un volto noto della politica bergamasca. «Quello che mi è successo è pazzesco — racconta Siliprandi — e la cosa più assurda è che se non avessi avuto fretta di rivaccinarmi, non mi sarebbe accaduto. Con il vecchio green pass avrei potuto andare avanti fino a marzo. Invece, dal momento che credo nei vaccini e sono convinta nella necessità per tutti di sottoporsi alla dose booster, ho anticipato i tempi e a soli cinque mesi dalla seconda dose ho prenotato la terza». Da ieri per i farmacisti, inoltre, come per forze dell’ordine, insegnanti e professioni sanitarie, scattava l’obbligo di vaccinarsi.

L’hub vaccinale

Così la farmacista mercoledì mattina si è presentata poco dopo le 8 all’hub di Antegnate. Da qui è uscita con il foglio stampato dal personale sanitario dell’Asst Bergamo Ovest, cui fa capo il punto vaccinale, che attestava che alle 8.41 le era stata somministrata l’iniezione booster. «Rientrando a Treviglio — racconta ancora la farmacista — volevo bere un caffè con mio marito prima di andare a lavorare». Siliprandi ha scelto il bar Marelet sulla circonvallazione del centro storico, in viale De Gasperi. «Qui all’entrata — prosegue ancora — la cameriera mi ha controllato il green pass con l’applicazione sul cellulare, che ha dato il via libera e così mi sono seduta normalmente».

I controlli dei vigili urbani

Poco dopo, però, è arrivata la pattuglia della polizia locale e ha iniziato a sua volta a verificare il certificato verde agli avventori. «Ero tranquillissima — continua il racconto della Siliprandi — ho dato loro il cellulare con i QR-code». Con grande sorpresa la farmacista si è sentita rispondere che il certificato verde non veniva letto ed era in contravvenzione. «Sono caduta dalle nuvole — è rimasta colpita la farmacista —. Mi pareva impossibile, ma la loro app non lo riconosceva. Non capivo come fosse possibile. Ma essendomi appena vaccinata, ho provato a controllare se sul cellulare mi fosse arrivato l’sms per scaricare quello nuovo. Ho provato a spiegare com’era la situazione e ho esibito i fogli dell’avvenuta vaccinazione che mi hanno rilasciato all’hub di Antegnate. Gli agenti però non hanno voluto sentire ragioni». Siliprandi ha provato a tener botta per circa un’ora e, supportata dal marito, voleva contestare immediatamente il verbale e ha scritto una memoria. Alla fine, però, la multa da 400 euro è stata elevata e ne riceverà una anche il locale se non dimostrerà di aver effettuato il controllo.

Il cortocircuito burocratico

«La mia è senz’altro una situazione limite — conclude la farmacista —, però potrebbe non essere isolata. Vorrei capire cosa è successo. Se c’è stato un malfunzionamento o si crea una fase di vuoto tra un green pass e l’altro». Da parte del comando della polizia locale di Treviglio si osserva che la contravvenzione, nel momento in cui il green pass non è stato riconosciuto e non c’era quello nuovo, era un atto dovuto perché, da norma, l’unico modo di verifica ammesso è quello dell’app. Inoltre per il pagamento della multa, il comando esprime la massima disponibilità a un eventuale dietrofront. Se verrà riscontrato un problema informatico o di altro tipo, aderirà a una richiesta di archiviazione.

16 dicembre 2021 (modifica il 16 dicembre 2021 | 16:46)