SCENARI VERDI

«L’idrogeno, nuova fonte alternativa per le isole minori». Dal Pnrr 200 milioni

di Michele Marangon

«L'idrogeno, nuova fonte alternativa per le isole minori». Dal Pnrr 200 milioni L’isola di Ventotene vista dall’ex carcere borbonico di Santo Stefano (foto Ansa)

Transizione energetica e isole minori: pensiamo davvero possa interessare solo 200 mila persone in Italia, ovvero la popolazione delle piccole realtà insulari? Non è cosi. Su quei 36 comuni, durante la stagione estiva, pesano in realtà milioni di presenze e l’energia — come anche l’acqua potabile — diventa un problema di vitale importanza. Di dimensioni che vanno oltre l’interesse nazionale, se pensiamo che sono ben 2400 le isole abitate nell’Unione Europea. Per studiare le prospettive delle tecnologie per le fonte energetiche alternative che contemplino il minor impatto ambientale possibile, si sono riuniti nell’arcipelago pontino, a Ventotene, gli esponenti dell’ Ancim ( Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) che insieme al Comune isolano e al consorzio Nesoi (New Energy Solutions Optimized for islands) hanno discusso sul possibile utilizzo dell’idrogeno.

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Ventotene è un perfetto esempio di come oggi le piccole isole, tranne rare eccezioni, vivano il loro rapporto con la produzione energetica: qui solo il 5% dell’elettricità arriva da fonti rinnovabili, il resto viene prodotto da motori diesel, come accade peraltro nella vicinissima Ponza. Un nonsense ambientale, se si pensa alla collocazione dell’isola in un contesto dove la tutela marina è integrale. Il convengo «L’idrogeno: una nuova fonte alternativa per le isole minori» prende spunto proprio da un bando dell’associazione, finanziato dalla Unione Europea e assegnato all’Università La Sapienza di Roma, per realizzare uno studio di sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica `green´ per le piccole isole.

L’esperimento di Cavoli

Una prima esplorazione, di fatto, sulle prospettive dell’idrogeno che, in Italia, conosce ad oggi solo un progetto che riguarda l’isola dei Cavoli in Sardegna. Qui una start up innovativa ha proposto l’idrogeno come vettore da utilizzare per l’accumulo di energia prodotta dal sole, risolvendo così il problema della disponibilità di elettricità in maniera continuativa.
Ad aprire i lavori a Ventotene il presidente di Ancim Sergio Ortelli, sindaco di Isola del Giglio in Toscana: «L’idrogeno interessa le isole perché nella produzione di energia non ci sono emissioni nocive ed è un carburante ad impatto zero — ha spiegato —. In Italia ci sono molte sperimentazioni come i treni a idrogeno, che andranno in funzione nel 2024, e alcune esperienze in corso di studio per i pescherecci. Adesso si tratta di capire come le isole possono essere coinvolte rispetto a questa nuova frontiera».

Estrarre idrogeno dai rifiuti

Il segretario generale dell’Ancim, Gian Piera Usai ha introdotto la tematica della conferenza. «Il bando ha rappresentato la base importante per dare il via allo studio — ha spiegato — che potrebbe poi, in una fase successiva, diventare concreto e con le Isole Minori che si candidano a diventare soggetti pilota di un nuovo modo di sfruttare le fonti verdi, abbattendo le emissioni e puntando su una sostenibilità energetica e ambientale, affrancandosi così dalle fonti tradizionali. Peraltro, emerge come l’idrogeno si possa estrarre anche dai rifiuti e questo aiuterebbe ulteriormente raggiungendo due obiettivi: ottenere un carburante pulito e ridurre lo smaltimento dei rifiuti stessi, che rappresentano un problema per le isole minori». Il professor Cesare Cametti, dell’Università La Sapienza di Roma, ha invece fornito alcuni dati storici sull’evoluzione del costo dell’idrogeno, alto fino a qualche decennio fa, che si attesterà nei prossimi anni su 5 euro al chilogrammo per poi diminuire ulteriormente. Un prezzo che, però, fa pari con l’elevata quantità di energia che si produrrebbe attraverso una minima quantità di carburante. Ha inoltre elencato i vantaggi dovuti all’energia pulita prodotta dall’idrogeno, che è in linea con la peculiarità delle isole.

I 200 milioni del Pnrr per le isole minori

Intanto si aspetta di capire come verranno sfruttati i fondi — 200 milioni in tutto — che il Pnrr ha destinato a 19 isole minori non interconnesse, per realizzare progetti integrati sull’efficientamento energetico e idrico, mobilitа sostenibile, gestione dei rifiuti, economia circolare e produzione di energia rinnovabile. I Comuni interessati sono: Isola del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, Isole Tremiti, Ustica e Pantelleria, nel cui territorio ricade un’unica isola minore non interconnessa; Leni, Malfa e Santa Marina Salina, tutti ricadenti nell’isola di Salina; Favignana, Lampedusa e Lipari, nel cui territorio ricade più di un’isola minore.