Colleziona i camion che hanno fatto la storia dagli anni ’50 agli anni ‘80
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Vivi l'avventura della strada con i giganti che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta hanno attraversato in lungo e in largo il nostro continente.
Quei camion straordinari ed emblematici che hanno lasciato un segno nella nostra memoria e che, con il trasporto di merci e i loro indispensabili servizi quotidiani, hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della nostra società e della sua modernizzazione.
Parti per un viaggio ricco di emozioni lungo quarant'anni, salendo a bordo dei camion più belli del mondo, riuniti in una collezione unica di modelli in scala 1:43.
Sulla fiancata di questo Alfa Romeo Mille (modello in produzione dal 1958 al 1964) spiccano il logo de “la Rinascente” con i colori in uso negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Il nome del famoso brand italiano di grandi magazzini risale al 1917 e ha come suo ideatore niente meno che il grande poeta Gabriele D’Annunzio.
L’Italia della ricostruzione ha bisogno di qualsiasi tipo di veicolo, ma in alcuni settori come quello dei medioleggeri non può contare più di tanto sui residuati bellici. Ecco che i veicoli nuovi si diffondono più rapidamente qui che in altri segmenti di mercato. Il simbolo di questa generazione che ha consegnato porta a porta ogni tipo di merce è l’OM Leoncino, qui proposto con un cassone fi sso e l’iconica livrea dell’Agip.
Le celle isotermiche per i trasporti a temperatura controllata esistono dagli anni Trenta ma è a partire dai Cinquanta che si diffondono. Nel decennio successivo ai camion frigo per trasporti di linea, usati anche per le consegne più grandi, si affi ancano modelli specifi ci da distribuzione, come il Fiat 643, molto utilizzato per rifornire i supermercati, all’epoca in piena espansione. La fi bra di vetro sostituisce l’alluminio nella costruzione di tetto e fi ancate.
Uno dei prodotti dell’industria italiana più apprezzati anche all’estero sono i mobili e i complementi d’arredo. Per il loro trasporto venivano utilizzate furgonature simili a quelle isotermiche ma prive del gruppo frigorifero, che solitamente era montato sulla testata anteriore. I materiali costruttivi erano gli stessi: all’inizio alluminio coibentato con legno, sughero o lana di roccia,a partire da inizio anni Sessanta la vetroresina isolata con pannelli di schiuma.
Anche quando la cucina italiana non era ancora famosa in tutto il mondo, i suoi dolci erano un prodotto d’esportazione grazie a grandi industrie, specie del Nord, che sapevano coniugare notevoli volumi di produzione e standard qualitativi elevati. Per il loro trasporto venivano utilizzate furgonature isotermiche, con o senza gruppo frigo, costruite prima in lamierino con isolamento di legno o lana di vetro e, dagli anni Sessanta, in vetroresina con pannelli coibenti in schiuma.
Negli anni Settanta l’autotreno era ancora la combinazione più diffusa sulle strade italiane, anche se molte delle nuove immatricolazioni riguardavano trattori stradali. Anche i cassoni aperti erano ancora diffusi, mentre negli anni successivi il veicolo standard per la movimentazione di carichi industriali sarà il centinato. Le confi gurazioni classiche italiane caratterizzano anche i primi veicoli stranieri venduti sul nostro mercato, in particolare Mercedes-Benz, Scania e Volvo.
L’industrializzazione di molti processi di produzione degli alimentari, attuata dal dopoguerra, porta con sé nuove esigenze di trasporto. Gelati e surgelati sono un esempio tipico: per la loro conservazione durante il trasporto le furgonature isolate con sughero o legno non bastano più e servono attrezzature in grado di accumulare il freddo e rilasciarlo molto lentamente (le piastre eutettiche) o di produrlo (i gruppi frigoriferi diesel o elettrici).
Come in molti settori produttivi, anche nel campo petrolifero l’Italia è un Paese trasformatore. Riceve il petrolio principalmente dal Medio Oriente per ricavarne combustibili e semilavorati. I carburanti viaggiano quasi esclusivamente su strada. Le autocisterne che li trasportano possono misurare il loro volume con apparecchiature di bordo (volumetriche) o con scomparti graduati da mille litri o multipli (chilolitriche, come il modello proposto con questo fascicolo).
Per molto tempo le automobili, prodotte in quantità ridotta, venivano consegnate su strada o spedite per ferrovia in casse di legno. A partire dal Dopoguerra si sono diffusi camion con pianali mobili che alzandosi o inclinandosi si adeguano al carico. Il loro nome italiano, “bisarca”, suggerisce la grande capienza: riprende infatti il titolo di un varietà radiofonico di Garinei e Giovannini in cui si fi ngeva che Noè tornasse per salvare il mondo, costruendo una seconda arca.
Questo Leoncino sesta serie, prodotto dal 1965 al 1968, porta la livrea unifi cata bianca e rossa utilizzata all’epoca dalla Findus per i veicoli che in tutt’Europa erano utilizzati per distribuire i prodotti ai punti vendita. Solitamente erano allestiti con una cella isotermica a piastre eutettiche, accumulatori di freddo che evitano l’installazione di un gruppo frigo.
Scopri i fascicoli
Le tappe che hanno segnato la storia delle aziende produttrici di veicoli industriali, dalla nascita allo sviluppo, e le descrizioni dei tanti mezzi destinati a funzioni speciali. In più, gli avvenimenti e le storie più rilevanti che hanno segnato il mondo dei camion, fatto di conquiste tecnologiche, avventure e valori umani.
Un approfondimento dedicato alle dimensioni, caratteristiche tecniche e prestazioni dell’automezzo riprodotto nel modello allegato all’uscita. Per scoprirne tutti i dettagli!
Un tuffo nel contesto storico, arricchito da presentazioni, immagini d’epoca e aneddoti curiosi dedicati alla casa produttrice e al modello allegato all’uscita.
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