Professioni Sanitarie 14 Febbraio 2022 16:11

«Siamo a favore del Green Pass, ma alcuni servizi sociali vanno garantiti a tutti». L’appello di Gianmario Gazzi (CNOAS) al Governo

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali chiede al governo di inserire alcuni servizi sociali tra le attività essenziali per le quali non è necessario il Green Pass: «Una dimenticanza del genere non è accettabile, così ci dimentichiamo degli ultimi»

di Francesco Torre
«Siamo a favore del Green Pass, ma alcuni servizi sociali vanno garantiti a tutti». L’appello di Gianmario Gazzi (CNOAS) al Governo

«Sono due anni che tutti dicono che non bisogna lasciare indietro nessuno. Poi però con il Green Pass si limita l’accesso ai servizi sociali. Eppure, si tratta di servizi essenziali». Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali, ha parlato di “colpevole ignoranza” per sottolineare come nel Dpcm del 21 gennaio 2022, che ha stabilito le attività essenziali per le quali non è necessario il Green Pass, si sia di fatto limitato l’accesso anche ai servizi sociali, nonostante alcuni di questi siano attività essenziali. «Non siamo mai stati contrari alla certificazione, abbiamo sempre sostenuto la necessità di maggiore chiarezza sull’obbligo. Ma chi assume queste decisioni e scrive decreti dovrebbe ricordarsi che c’è una parte di popolazione che ha delle limitazioni oggettive, di salute, di cultura, di povertà per cui chiedergli la certificazione Covid di fatto diventa un impedimento ad accedere». Gazzi fa l’esempio del senza fissa dimora con problemi psichiatrici, ma anche altre categorie di persone potrebbero avere difficoltà di accesso a servizi fondamentali. Un impedimento che sta costringendo molti operatori a trovare soluzioni alternative per svolgere i colloqui, come uscire dagli uffici e recarsi in un luogo aperto. «Di fatto siamo di fronte ad un intervento normativo che si dimentica un pezzo di popolazione» sottolinea Gazzi, che chiede che nei prossimi decreti si ponga rimedio elencando i servizi sociali esigibili e non soggetti alla normativa del Green Pass.

Presidente, in questo modo si rischia di far mancare l’assistenza proprio a chi ne ha più bisogno…

«Prendiamo una persona vittima di tratta che si vuole rivolgere ad un centro per chiedere aiuto o per avere un buono alimentare. Se applico in modo stringente la normativa, queste persone rischiano di rimanere fuori. Molti colleghi per fortuna si sono attrezzati e escono loro dalla struttura o dal Comune per assisterli».

Voi andate anche nelle case…

«Abbiamo sollevato anche questa questione. Come ci dobbiamo comportare? Per queste persone senza Green Pass vale solo l’assistenza domiciliare? E che succede se uno non ha il Green Pass? Nel Dpcm gli ambiti considerati essenziali sono giustizia, salute e sicurezza ma non c’è mai scritto ‘servizi sociali’. Una grave dimenticanza. È come se ci fossimo dimenticati che ci sono dei servizi sociali classificati come essenziali».

A livello locale come hanno recepito le normative i comuni?

«Ci sono stati comuni virtuosi che nelle pieghe del Dpcm comunque sono riusciti a trovare degli escamotage per non chiedere la certificazione Covid, dato che nella norma si parla di giustizia e tutela dei minorenni e che molti dei miei colleghi lavorano in quel settore. Laddove questa sensibilità non c’è si abdica e si lasciano fuori queste persone».

Ci sono stati casi di colleghi che hanno avuto difficoltà?

«So di colleghi che di fronte a una interpretazione pedissequa del Dpcm non solo hanno chiesto al dirigente di trovare una soluzione, ma sono usciti e sono andati in mezzo alla strada per cercare di fare quello che si poteva fare. Certo, non so quanto un colloquio su una panchina al parco possa essere utile. Se ci dimentichiamo che esistono queste persone, trovo incoerente che mi si dica ‘non lasciamo indietro nessuno’. Chi è indietro è già dimenticato».

Si è derogato a dei principi fondamentali?

«Non sono un costituzionalista capace di dire fino a che punto lo Stato può intervenire sulla limitazione dell’accesso a certi servizi. Credo che se si ha consapevolezza delle situazioni che le persone vivono nel quotidiano, una dimenticanza del genere non è giustificabile. Da un punto di vista etico, deontologico e professionale a queste norme esiste un limite che riguarda chi non è nelle condizioni di comprendere. Pensiamo alle persone con disagio psichico: chiunque si confronti con una persona affetta da paranoia grave sa quanto è complesso. Ci sono delle situazioni che riguardano migliaia di persone che non sono risolvibili dicendogli: ‘non accedi’. Penso anche alle persone che hanno subito violenze familiari. Molte volte queste violenze emergono proprio nei colloqui per l’accesso ad altri servizi. Credo ci sia stata una sottovalutazione. Ci segnala una cultura che si dimentica di una parte di popolazione, quelli che nessuno vuole vedere. Tutti chiediamo decoro nelle nostre città ma poi cosa facciamo se quando parliamo di esigenze essenziali ci dimentichiamo quel pezzo?».

Con il Green Pass si rischia di lasciare fuori gli ultimi…

«Il fatto è che leggendo quel testo le problematiche sono elencate: tutela dei minorenni, incapaci, vittime di violenze, salute, ecc. Solo che poi ci si dimentica che un pezzo di quelle cose viene garantita tramite i servizi sociali del territorio, il terzo settore o altri enti pubblici».

Nei prossimi decreti si potrebbe porre rimedio a questo problema…

«Noi l’abbiamo sollecitato. Chiediamo che il Green pass non sia richiesto per accedere ad alcuni servizi sociali. Nella legge 328 del 2000 tra i servizi considerati livelli essenziali, diritti costituzionali esigibili, c’è per esempio il pronto intervento sociale. In questo momento il pronto intervento sociale non è garantito a tutti. O nel prossimo Dpcm si elencano quali sono i servizi sociali che vanno garantiti come esigibili, senza Green pass, oppure in alternativa si danno delle linee chiare ai comuni rispetto all’interpretazione del decreto in modo che non debba accadere che in un comune il servizio sia fruibile a tutti e in quello vicino no. Serve coerenza delle leggi. A volte ho l’impressione che scriva le leggi non sia mai stato in un servizio sociale».

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Fiaso: Covid ancora in calo, ma preoccupa l’influenza
Si conferma in calo l’indice dei ricoveri Covid. La rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023. Secondo l'ultima rilevazione Fiaso i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore sugli ospedali
di V.A.
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
Covid: in commercio terapie di dubbia sicurezza ed efficacia
Ci sono la bellezza di 38 aziende che hanno messo in commercio presunti trattamenti a base di cellule staminali e di esosomi (vescicole extracellulari) per la prevenzione e il trattamento del Covid-19
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...