Palazzo Premoli

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Palazzo Patrini Premoli Pozzali: il Barocchetto a Crema

L’attuale palazzo sorse per volontà di Domenico Patrini a partire dai primi anni del Settecento sul luogo dove si trovavano alcune case di proprietà di suo padre Carlo. La famiglia Patrini, attestata a Crema dalla metà del Cinquecento, non poteva vantare titoli nobiliari, ma dalla metà del Seicento i suoi membri erano stati ammessi a far parte del Consiglio Generale di Crema che amministrava la città e il contado per conto della Repubblica di Venezia.

L’ultimo discendente della famiglia fu Carlo, figlio di Domenico Patrini e di Lucrezia Benvenuti che nel 1755 lasciò tutti i suoi beni al cugino Livio Benvenuti e si ritirò nel convento di San Bernardino. Livio subito dopo cedette l’edificio al conte Giulio Premoli. La famiglia Premoli è documentata a Crema dalla metà del XVI secolo. Nel 1642 Vincenzo aveva ottenuto il titolo di conte palatino dall’imperatore Federico III, mentre Camillo Premoli nel 1683 ottenne il titolo di marchese di Comazzo dal duca di Savoia. I discendenti della famiglia abitarono nel palazzo fino al 1974 quando subentrarono i Pozzali.

Il palazzo fu iniziato nei primi anni del XVIII secolo e già nel 1708 doveva essere a buon punto se Domenico Patrini poteva chiedere il permesso di costruire un balcone sopra al portale principale.

In ogni caso nel 1712 Domenico risulta già residente nel palazzo.

Il corpo principale dell’edificio presenta una pianta a U. Il prospetto principale sulla piazza, uno dei migliori esempi di barocchetto a Crema, è ripartito simmetricamente dall’ingresso centrale. Il portale con stipiti e architrave di marmo è sormontato da un balcone con balaustra in pietra su cui si apre una porta-finestra.

Sull’architrave si trova un’aquila di marmo con lo stemma dei Patrini sul petto. Ai due lati del portale si trovano due panchine in marmo. Sulla facciata si aprono cinque finestre per parte, sormontate da altrettante aperture al piano nobile. I due livelli sono scanditi da una cornice marcapiano. Tutto l’edificio si presenta in cotto a vista e non prevede intonacature. Le finestre presentano un’articolata incorniciatura con timpani curvilinei anch’essi in cotto. Solo la cornice della porta che dà sul balcone è in pietra per richiamare il portale sottostante. Le aperture alle due estremità presentano una maggiore elaborazione rispetto a quelle centrali. Sul lato meridionale del palazzo si trova un giardino, delimitato da un muro, che ospita un bicentenario cedro del Libano. Affacciate sul giardino si scorgono due logge sovrapposte, una chiusa da una vetrata, l’altra aperta. Sono affiancate da una torretta in forme neogotiche. Si tratta di aggiunte posteriori alla costruzione del palazzo settecentesco risalenti probabilmente alla fine del XIX o all’inizio del XX secolo. Sull’angolo sud-occidentale del complesso si trova un palazzetto a due piani di forme seicentesche.

Entrando attraverso il portale ci si trova in un vasto porticato a cinque fornici separati da colonne in pietra con capitelli dorici. Il porticato è coperto da volte sorrette da archi a sesto ribassato. Alle due estremità si trovano portali contornati da elaborate cornici in cotto con timpani spezzati e mistilinei. Oltre si apre un vasto cortile su cui prospettano vari edifici. Sul lato orientale, alle spalle di chi entra, si innalza il corpo principale del palazzo che mostra sopra alle cinque finestre del piano nobile contornate da cornici in cotto, le cinque piccole aperture del sottotetto. Sul lato settentrionale e meridionale si trovano due ali a due piani connesse al corpo principale, che mostrano rispettivamente due e cinque finestre. Nell’angolo sud-ovest si trovano i resti di edifici precedenti al palazzo settecentesco con finestre ad archi acuti. Sopra di essi si eleva la torretta di gusto neomedioevale già osservata all’esterno del palazzo.

Gli interni risultano impreziositi da una decorazione pittorica diversificata con elementi vegetali e floreali al piano nobile; mentre elementi geometrici e stemmi araldici, decorano alcune sale al pian terreno. Non si conoscono i nomi dei loro autori.

Le panchine esterne al  palazzo sono una delle locationes  del il Film Premio Oscar Chiamami col tuo nome. L’itinerario CMBYN in città fa tappa proprio qui.

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Informazioni

Piazza Premoli

Residenza privata