Shein: quando lavorare 75 ore a settimana per creare i tuoi effimeri sogni di poliestere diventa la normalità

Due anni dopo un’indagine sugli stabilimenti produttivi di Shein nella Cina meridionale, una nuova analisi di follow-up evidenzia ancora terribili anomalie: orari di lavoro illegali e salari a cottimo restano una caratteristica tipica della vita quotidiana dei lavoratori del colosso dell’ultra fashion. Nelle fabbriche fornitrici, infatti, ci sono ancora operai che cuciono vestiti anche per più di 12 ore al giorno, escluse pause pranzo e cena, per sei o sette giorni a settimana

Solo un anno fa pareva si impegnasse a garantire a tutti i suoi lavoratori un salario equo e dignitoso, ma ad oggi un nuovo rapporto suggerisce che, sì, Shein ha ancora grossi problemi nell’affrontare seriamente gli orari e le paghe degli operai nella sua intera catena di fornitura.

Costretti a stralavorare per un tozzo di pane, ore e ore piegati in due su una macchina da cucire per creare quello che a noi – da quest’altra parte del globo – fa gola per i suoi prezzi stracciati. Nulla, in buona sostanza è cambiato, da quando è emerso il terribile sfruttamento della manodopera da parte del colosso cinese. Se è vero come è vero, infatti, che – come si legge sulla sua home – Shein è presente in più di 150 Paesi, con 19 sedi, 11mila dipendenti e partnership con 4.600 designer e oltre 5mila fornitori – è anche vero che a questi numeri mastodontici corrisponde un lavoro brutale e incessante, fatto di paghe da fame e di nessun diritto.

E ne dà conferma un’indagine di Public Eye, il gruppo svizzero a difesa dei diritti umani che per primo aveva evidenziato i pesanti abusi nel 2021, poco cambia nonostante se ne parli: i lavoratori di alcune fabbriche che riforniscono Shein lavorano ancora 75 ore a settimana.

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Le 75 ore settimanali che abbiamo scoperto circa due anni fa sembrano ancora essere comuni a Shein, ha detto l’organizzazione svizzera.

L’indagine, la settimana di 75 ore è ancora la norma

Lavoro tutti i giorni dalle 8 del mattino alle 22.30 di sera e mi prendo un giorno libero ogni mese. Non posso permettermi altri giorni liberi perché costa troppo.

Questa affermazione è stata fatta da un uomo che lavora alle macchine da cucire da oltre 20 anni e che, al momento delle interviste, eseguiva a cottimo i lavori per i prodotti Shein.

Per questa indagine, i partner investigativi di Public Eye hanno di fatto parlato con lui e altri 12 operai tessili che lavorano per i fornitori del gruppo di ultra fast fashion cinese alla fine dell’estate 2023. Le interviste sono state condotte in impianti di produzione situati appena a ovest del villaggio di Nancun, nell’area di Guangzhou, nel sud della Cina.

I sei siti produttivi visitati comprendevano per lo più piccole officine che impiegavano da 40 a 80 dipendenti, ma anche due stabilimenti più grandi con un massimo di 200 dipendenti. In entrambi i casi, gli intervistati hanno dichiarato di lavorare in media 12 ore al giorno – escluse le pause pranzo e cena – almeno sei, ma di solito anche sette giorni alla settiman e si è scoperto anche che un’azienda chiudeva ufficialmente di notte.

L’orrendo carico di lavoro menzionato dal lavoratore sopra citato sembra continuare ad essere la norma. In altre parole, la settimana di 75 ore che abbiamo scoperto circa due anni fa sembra essere ancora comune a Shein.

shein

@Public Eye

Anche per quanto riguarda i salari secondo gli intervistati non ci sono stati cambiamenti, fornendo cifre simili a quelle del rapporto 2021. A seconda della fabbrica, della stagione e del livello di competenza (e includendo solo alcuni tipi di straordinari), i salari dei lavoratori ordinari oscillano tra 6mila e 10mila yuan al mese, sebbene vi siano forti fluttuazioni stagionali e il salario dipende ancora dal numero di articoli prodotti.

QUI tutta l’indagine.

Cosa ha risposto Shein?

In una dichiarazione alla CNN la società ha affermato di “non riconoscere molte delle accuse contenute nel rapporto (di Public Eye)“.

Il rapporto Public Eye si basa su un campione di 13 intervistati e, sebbene tutte le voci nella nostra catena di fornitura siano importanti, questa piccola dimensione del campione dovrebbe essere vista nel contesto del nostro processo globale e continuo per migliorare continuamente la nostra catena di fornitura, che implica il coinvolgimento con migliaia di fornitori e lavoratori all’interno della catena di fornitura, ha aggiunto.

Nel dicembre 2022, Shein aveva annunciato l’intenzione di investire 15 milioni di dollari per ammodernare centinaia di fabbriche appartenenti ai suoi fornitori. Annuncio che venne dopo un documentario trasmesso dal canale britannico Channel 4 che accusava di sfruttamento della manodopera contro due fornitori di Shein in Cina, con il personale della fabbrica che lavorava 18 ore al giorno e guadagnava pochi centesimi per articolo.

Ne parlammo qui: I tuoi capi su Shein sono pagati 4 centesimi l’uno a operai costretti a cucire per 18 ore al giorno
Un portavoce di Shein ha infine detto alla CNN che l’azienda richiede ai suoi fornitori di limitare l’orario dei lavoratori a 60 ore settimanali, compresi gli straordinari, e di concedere ai lavoratori almeno un giorno libero a settimana.

Come dice il vecchio adagio? La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni…

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