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Russia fuori dal G20? Il sì degli Usa, il no della Cina

Biden lancia un appello all’Indonesia, che presiede il gruppo dei Venti. Pechino si opporrà. Così la guerra di Putin in Ucraina può segnare il dialogo internazionale

La Russia fuori dal G20 a Bali? Secondo il presidente statunitense Joe Biden sì. “La mia risposta è sì, ma dipende dal G20”, ha detto rispondendo alle domande dei cronisti in conferenza stampa al Consiglio europeo. “Io ho sollevato la questione che possa essere fatto, ma se l’Indonesia non è d’accordo… Allora l’Ucraina potrebbe essere ammessa alle riunioni del G20, a osservarle”, ha aggiunto.

Poche ore prima, l’ex primo ministro britannico David Cameron aveva invitato i Paesi occidentali a boicottare il vertice dei Venti in caso di partecipazione di Vladimir Putin. “Sento già le obiezioni da Foggy Bottom e Whitehall”, cioè dalle diplomazie di Stati Uniti e Regno Unito, ha scritto sul Wall Street Journal. L’ex premier sottolinea che il G20 è sì un forum di dialogo, ma le riunioni “anche status e rispettabilità. Con quello che Putin ha fatto e sta facendo in Ucraina, questo dovrebbe essere impensabile”. E ancora, a chi ricorda che lui e Barack Obama avevano partecipato ai G20 del 2014 e 2015 con Putin, nonostante quello che stava facendo in Ucraina e in Siria, risponde: “Sì, l’abbiamo fatto, e le conversazioni con Putin sono state peggio che inutili. Ci ha palesemente mentito su tutto, dal destino dell’aereo di linea malese alla presenza delle truppe russe nel Donbas”. Infine, un boicottaggio non fermerà il G20: “Ecco perché dovremmo iniziare ora”, ribatte. “Un annuncio preventivo da parte di Stati Uniti e Regno Unito, preferibilmente di concerto con l’Unione europea e i suoi Stati membri del G20 (Germania, Francia e Italia) avrebbe un grande impatto. È difficile credere che il Canada, il Giappone, la Corea del Sud o l’Australia partecipino se Putin è ancora al suo posto e continua la sua guerra. Ciò rappresenta circa due terzi del prodotto interno lordo del G20 e più della metà del Gil globale. Diamo istruzioni ai nostri diplomatici di mettersi al lavoro su Argentina, Brasile, India, Messico, Arabia Saudita e Sudafrica”.

Cameron non cita la Cina, forse non è un caso visto che il suo periodo a Downing Street ha coinciso con l’era dorata delle relazioni bilaterali. Pechino ha già ribadito che la Russia è un “membro importante” del G20. Ecco che il summit di Bali potrebbe rivelarsi un punto di svolta per il sistema internazionale e i meccanismi di dialogo, a conferma della sempre più forte competizione tra grandi potenze e contrapposizione di modelli.

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