di Luigi BOCCACCINI *
Quando non si
conoscono gli argomenti, quando non si conosce la storia, quando non si è in
grado di riconoscere gli uomini coraggiosi perché si è abituati a trattare con
gli omuncoli, bisognerebbe starsene zitti. Ma purtroppo spesso ciò non accade
perché in certe persone la voglia di farsi sentire è pari alla loro ignoranza.
Caro Direttore mi riferisco a quanto ha scritto, nell’ultimo numero del tuo
giornale, il Sig. Nicola De Matteo, nella rubrica aperta ai lettori, a
proposito del Dott. Domenico Musti De Gennaro e all’intervista che lo stesso a
concesso al tuo giornale. Cominciamo con il dire che chi conosce un pochino di
cose aeronautiche sa che nel 1941 non esistevano né i simulatori di volo di
oggi né gli elaboratori elettronici che, di questi tempi, sono in grado di
testare, con una certa precisione, tutti i componenti di un aereo e di simulare
tutte le situazioni di volo, anche le più critiche, che si possono presentare
ad un pilota. Nel 1941 quando si costruiva un nuovo prototipo d’aereo gli
ingegneri utilizzavano, per quanto possibile, le esperienze precedenti, ma per
tutto quello che c’era di nuovo bisognava inventarlo e collaudarlo. Per questo
esistono i piloti collaudatori. Solo che una volta, quando questi
coraggiosissimi uomini salivano su di un nuovo aereo, non si era in grado di
sapere, prima del decollo, se i suoi componenti avrebbero resistito alla prova
di volo. E come tutti sanno per un aereo in volo, alle volte, basta il cedimento
di una piccola parte del meccanismo per provocarne la caduta. I piloti
collaudatori sono stati sempre scelti tra i più bravi, i più coraggiosi ed i
più preparati tecnicamente. Il Comandante Bruno Mussolini e Domenico Musti De
Gennaro erano piloti collaudatori e poiché si era nel 1941 e l’Italia era in
guerra, i collaudi avvenivano sempre con una certa urgenza e questo
portava a perdite di aerei e piloti più
alte del previsto. L’Italia di quei tempi, pur essendo all’avanguardia nel
mondo nel settore aeronautico e tanti avevano copiato da noi, non aveva
previsto per le sue necessità belliche bombardieri pesanti, dovendo combattere
la sua guerra aerea, per lo più, sul mare e tra i suoi disegni strategici non
erano previsti bombardamenti di città. Per questo aveva sviluppato una serie di
bombardieri leggeri e di
aereosiluranti, veloci e molto manovrabili, tra questi il famoso S 79 terrore
della marina Inglese.
Nel 1941 ci furono importanti cambiamenti negli scenari di guerra e per l’Italia si pose la necessità di dotarsi, al più presto, di un bombardiere pesante. E proprio mentre effettuava il collaudo del primo di questi aerei che il figlio del Duce è morto insieme ad altri ed il Dott. Musti suo secondo pilota rimase gravemente ferito. Dopo di loro altri hanno continuato a morire ed a rimanere feriti. Coraggiosi eroi che facevano tutto questo per amore della patria, per amore del volo e per dare all’Italia, quanto prima, il bombardiere pesante di cui aveva estremamente bisogno. Cavalieri alati d’altri tempi di cui pochi esemplari, purtroppo, sono rimasti in circolazione. Il collaudo degli aerei continuò anche dopo la fine della guerra. Gli americani, ad esempio, subito dopo la guerra iniziarono a sperimentare i motori a reazione già utilizzati dai tedeschi. Questi motori portarono gli aerei a superare la velocità del suono, ma questi aerei portati in volo dai loro collaudatori o esplodevano, al momento del superamento di quella velocità, o diventavano ingovernabili. Molti piloti persero la vita durante quei voli. Nessuno però fermò la sperimentazione. Se una cosa nell’intervista al Dott. Musti doveva far riflettere ed essere messa in evidenza, questa altro non era che l’amor di patria, il coraggio e l’abnegazione del Comandante Bruno Mussolini che scelse una delle strade più rischiose ed esaltanti per servire il proprio paese. Ma i piccoli uomini, purtroppo, non sanno, non vedono e non capiscono eppure scrivono. Scrivono intigendo la penna nella loro faziosità e nella loro mediocrità e qualche volta cercano di confrontarsi con gli uomini veri, con i coraggiosi e con coloro che non sono abituati a nascondere e a nascondersi perché non hanno mai avuto nulla da nascondere e a quel punto questi piccoli uomini non fanno altro che rendersi ridicoli.
* già Consigliere Comunale di A.N. di Fiumicino
Il prof. Domenico Musti De Gennaro, purtroppo, non ha fatto
in tempo a leggere questo articolo che lo riguardava, infatti, martedì 30 aprile 2002 - alla veneranda età
di 90 anni - è deceduto. Una vita lunga
ed intensa che l’aveva reso protagonista di importanti eventi storici, un’esistenza
irripetibile. Abbruniamo le nostre bandiere e ricordiamo in lui il valoroso Ufficiale pilota della Regia Aeronautica. Ha voluto essere sepolto nel piccolo
cimitero di San Cassiano a Predappio accanto al suo Comandante Bruno Mussolini
con il quale, insieme a tutti gli altri membri dello sfortunato equipaggio, si è finalmente ricongiunto. Mimmo Musti De Gennaro ha vissuto per diversi
anni a Valcanneto in via Tommaso Albinoni, negli ultimi tempi, per ragioni di
salute, si era trasferito a Campo di Mare. Per noi è stato sempre una guida ed
un esempio. Molti lo ricorderanno,
anche, come il famoso farmacista di Passoscuro.