Dimenticatevi il “fungo” atomico che ha polverizzato Hiroshima e Nagasaki nel 1945, Seconda Guerra Mondiale. Dimenticatevi anche quella potenza distruttiva perché, già ai tempi della Guerra Fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica erano riuscite a creare qualcosa di molto più temibile. Nel 1952, Washington fece esplodere la prima bomba all’idrogeno del mondo, la cui forza superava di 700 volte l’atomica di Hiroshima. Con il passare degli anni, questa asticella è stata continuamente superata con esplosioni quando 1.000 volte più grandi (ancora Stati Uniti) quando, nel 1961 ad opera di Mosca, addirittura 3.000.

Il New York Times ha fatto presente che attualmente Usa e Russia sono teoricamente in possesso di armi nucleari molto meno distruttive, che la loro potenza è solo una frazione della forza delle bombe lanciate sul Giappone, e che un loro possibile utilizzo sarebbe meno spaventoso. Il problema principale è che il conflitto ucraino ha esacerbato gli animi e spinto il governo russo a tratteggiare uno scenario atomico. Le armi odierne saranno pure più “piccole” ma non certo meno pericolose.



Il rischio atomico

Il timore più grande di esperti, analisti e governi di mezzo mondo è uno: se messo alle strette, o se l’operazione militare di Mosca in Ucraina dovesse deragliare, Vladimir Putin potrebbe scegliere di far esplodere una delle sue armi nucleari “minori” , infrangendo così un tabù lungo 76 anni. “Le possibilità sono ancora basse, ma in aumento. La guerra non sta andando bene per i russi e la pressione dell’Occidente è in aumento”, ha spiegato al NYT Ulrich Kuhn, esperto nucleare presso l’Università di Amburgo.

Lo stesso Kuhn, nel 2018, ha realizzato uno studio (consultabile qui) nel quale si delineava uno scenario di crisi che avrebbe costretto la Russia a far esplodere una bomba su una parte remota del Mare del Nord come messaggio per segnalare ulteriori attacchi in arrivo. Adesso quella che sembrava soltanto fantascienza sta diventando una possibilità. In ogni caso, c’è anche chi sostiene che Putin stia usando la deterrenza nucleare semplicemente per farsi strada in Ucraina, così da impedire al blocco occidentale di intervenire come vorrebbe.



Le “nuove” armi nucleari

Abbiamo parlato di Hiroshima e Nagasaki. Ebbene, oggi le armi nucleari più gettonate sono più piccole ma più precise, e quindi anche più letali. Le stime parlano chiaro: queste armi sono meno distruttive se paragonate agli standard della Guerra Fredda (in certi casi, l’equivalente di mezza bomba di Hiroshima), ma comunque in grado di uccidere o ferire mezzo milione di persone se fatte esplodere, ad esempio, nel centro di Manhattan.

Ecco un’altro pericolo da non sottovalutare: la loro natura meno distruttiva è soltanto apparenza, e questo può alimentare l’illusione del controllo atomico. In realtà, l’utilizzo di simili armi, indipendentemente da dimensioni e potenza, può effettivamente portare verso una guerra nucleare. Si rimanda alla simulazione ideata dall’Università di Princeton: tutto potrebbe iniziare con un colpo nucleare di avvertimento sparato da Mosca, magari in un’area disabitata. La Nato risponderebbe con un altro piccolo attacco. La guerra che segue provocherebbe oltre 90 milioni di vittime solo nelle prime ore di conflitto.

Quel che è peggio, è che nessun trattato sul controllo degli armamenti regola le testate minori (note a volte come armi nucleari tattiche o non strategiche). Risultato: le potenze nucleari ne creano e schierano quante ne vogliono. Pare che la Russia ne abbia circa 2.000.


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