lunedì 6 giugno 2022
Uomini armati nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio a Owo hanno sparato contro i fedeli. Finora nessuna rivendicazione. Il Papa: prego per le vittime. La vicinanza del presidente della Cei
Una Bibbia danneggiata nell'attacco di domenica alla chiesa cattolica di San Francesco a Owo, Ondo, Nigeria

Una Bibbia danneggiata nell'attacco di domenica alla chiesa cattolica di San Francesco a Owo, Ondo, Nigeria - REUTERS/Temilade Adelaja

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Pentecoste di sangue in Nigeria, dove uomini armati di fucili hanno aperto il fuoco contro i fedeli dentro una chiesa cattolica nel Sud Ovest del Paese, uccidendo diverse persone, tra cui molti bambini, che celebravano la Solennità.

Secondo una prima ricostruzione, il commando avrebbe anche fatto uso di esplosivi sul finire della Messa. L’attacco è avvenuto nella chiesa di San Francesco Saverio a Owo, nello Stato di Ondo, uno dei 36 Stati che compongono la federazione nigeriana, che non ha mai visto una ferocia simile, anzi è un territorio abbastanza pacifico, lontano dalle aree saheliane della Nigeria, il Nord Est, dove continuano le scorribande dei Boko Haram, anche se depotenziate dall'intervento dell'esercito nigeriano.

Il bilancio ufficiale delle persone uccise nel massacro sembra essersi ridotto a 21 morti. Mentre inizialmente domenica si era parlato sui media internazionali di almeno 50 vittime.

L'identità e il movente degli aggressori non sono stati chiariti. Le autorità devono ancora fornire i dettagli dell'attacco. Funmilayo Ibukun Odunlami, portavoce della polizia dello stato di Ondo, ha fatto sapere che la polizia rilascerà presto un'ulteriore dichiarazione. "Gli aggressori non sono nemmeno entrati nella chiesa, hanno sparato attraverso le finestre", ha dichiarato all'AFP Richard Olatunde, portavoce del governatore dello Stato di Ondo.

Al dolore generale si è unito anche il Papa, come riporta Vatican News. “Papa Francesco prega per le vittime e per il Paese, dolorosamente colpiti in un momento di festa, e affida entrambi al Signore, perché invii il Suo Spirito a consolarli”, riferisce il portavoce della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. In un telegramma firmato dal segretario di Stato Parolin e inviato a monsignor Jude Ayodeji Arogundade, vescovo di Ondo, si legge che il Papa è rimasto "profondamente addolorato". Papa Francesco assicura la sua "vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questo atto di indicibile violenza", quindi "raccomanda le anime dei morti alla misericordia di Dio" ed "implora la guarigione e la consolazione divina sui feriti e su coloro che vivono il lutto". Dal Papa poi la preghiera "per la conversione di coloro che sono accecati dall'odio e dalla violenza, affinché scelgano la via della pace e della rettitudine". Il telegramma indirizzato al vescovo di Ondo si conclude con "le benedizioni divine di conforto e forza", con l'invito rivolto ai fedeli a continuare a vivere il messaggio evangelico "con fedeltà e coraggio".

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha inviato a monsignor Jude Ayodeji Arogundade, vescovo di Ondo, un messaggio. Ecco il testo:

«Esprimiamo profondo cordoglio per il brutale attacco che a Owo, nello Stato di Ondo, ha provocato decine di vittime tra i fedeli che ieri celebravano la Solennità di Pentecoste. Ci stringiamo al vostro dolore, invocando per quanti sono stati uccisi la misericordia del Padre e la consolazione del Paraclito per le loro famiglie. Proprio ieri, nell’omelia della Messa, papa Francesco ha ricordato che “lo Spirito Santo invita a non perdere mai la fiducia e a ricominciare sempre: alzati! alzati! Sempre ti dà animo: alzati! E ti prende per mano: alzati!”. Nel manifestare solidarietà e vicinanza all’intera Chiesa di Nigeria, assicuriamo la nostra preghiera affinché lo Spirito non faccia mancare la sua forza e il suo conforto a quanti soffrono. Come il Cireneo, condividiamo il dramma di quanto avvenuto, portando insieme a voi il peso della Croce, nella consapevolezza che il nostro cammino sarà sempre rischiarato dalla luce della Risurrezione. Il male non avrà mai l’ultima parola! Anche se l’oscurità e la morte sembrano avvolgere il mondo, siamo certi che la forza della preghiera e il dono della fede diraderanno le nubi. A lei, ai fratelli Vescovi e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà della Nigeria, l’affetto delle Chiese che sono in Italia».

Reuters


Secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters oltre alle vittime, vi è un numero imprecisato di feriti anche molto gravi. La paura adesso è per i feriti che, seppur immediatamente soccorsi e trasportati in ospedale, rischiano di non sopravvivere a causa delle profonde lesioni riportate, considerando anche la scarsità dei mezzi sanitari. Medici del luogo, citati dalle agenzie internazionali, riferiscono che molte persone sono giunte in ospedale già prive di vita. In queste ore circolano anche appelli per le donazioni di sangue, soprattutto tramite le reti sociali.

"Abbiamo solo quattro medici. Stiamo lavorando troppo sotto pressione. Ma il governo ha mandato altri tre dottori per aiutarci - ha spiegato a Vatican News suor Agnes Adeluyi, delle Suore di San Luigi a Owo, infermiera all'ospedale San Luigi che sta fornendo cure a coloro che hanno riportato gravi danni fisici -. Normalmente questo è un ospedale in cui si paga per le cure ma si è deciso che per questa circostanza tutto sarà a carico della struttura. Speriamo che il governo ci aiuterà con i finanziamenti. Qui non abbiamo la corrente elettrica, usiamo i generatori, spendiamo tanto, anche perché tutto è aumentato ultimamente".

Un video che circola su internet mostra i corpi di alcune delle vittime riversi sul pavimento della chiesa in pozze di sangue.

Ansa

La diocesi di Ondo ha smentito che siano stati rapiti sacerdoti o fedeli, come invece avevano segnalato alcuni testimoni in un primo momento.

Nello choc generale, il timore è “che ci siano molti altri morti, molti altri feriti e che la Chiesa sia stata violata”, afferma in un comunicato padre Augustine Ikwu, direttore delle comunicazioni sociali della diocesi di Ondo, che smentisce la notizia circolata nei primi minuti del rapimento di alcuni fedeli, incluso il parroco. “I sacerdoti sono al sicuro”, spiega. Anche il vescovo della diocesi di Ondo, monsignor Jude Ayodeji Arogundade, "è con loro in questo momento difficile”. Proprio il vescovo chiede in questi attimi di terrore “di mantenere la calma, di rispettare la legge e di pregare perché la pace e la normalità tornino” nella comunità e in tutto il Paese.

Reuters



L’identità dei colpevoli rimane sconosciuta, mentre la situazione ha lasciato la comunità devastata. Tuttavia, per il momento, le agenzie di sicurezza sono state dispiegate nella comunità per gestire la situazione”, informa ancora padre Ikwu. Invoca quindi “l’intervento di Dio” perché ristabilisca “la pace e la tranquillità” in tutta la Nigeria. “Ci rivolgiamo a Dio per consolare le famiglie di coloro che hanno perso la vita in questo angosciante attacco e preghiamo perché le anime defunte riposino in pace”.


Intanto è giunta la condanna dell'attacco da parte del presidente nigeriano Muhammadu Buhari. In una dichiarazione rilasciata dal portavoce, Buhari ha affermato che gli assalitori sono attesi da un dolore eterno sia sulla terra che nell’aldilà. Esprimendo le condoglianze alle famiglie delle vittime e alla Chiesa cattolica, il capo di Stato ha incaricato le agenzie di emergenza di entrare in azione e prestare soccorso ai feriti. “Questo Paese – si legge nella dichiarazione del presidente - non si arrenderà mai al male e ai malvagi, e le tenebre non vinceranno mai la luce”.

Quanto avvenuto in Nigeria ha radici lontane: va ricordato che da quasi 20 anni gruppi estremisti e terroristici commettono attentati nei confronti di cristiani e musulmani moderati. L'episodio si inserisce in un contesto sociale molto particolare. "Dire che in Nigeria è in corso una strategia anticristiana sarebbe un'analisi miope" ha affermato in un'intervista a Vatican News, Alessandro Monteduro, direttore della fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. "Quello che possiamo e dobbiamo fare, oltre ad essere vicini con la preghiera alla sofferenza dei nostri fratelli", ha aggiunto Monteduro "è mobilitare iniziative che spingano le autorità nigeriane ad azioni concrete per frenare il fenomeno del terrorismo che sta mettendo in ginocchio tutte le comunità in un Paese di oltre 200 milioni di abitanti".

GLI APPROFONDIMENTI DI AVVENIRE SULLA NIGERIA

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