«Non si parli di restaurazione economica ma di una nuova normalità spinta verso il green»

Coronavirus, il ministro Costa annuncia «condizionalità green» per i provvedimenti governativi

Servono «semplificazione e sburocratizzazione. Questo non vuol dire togliere le tutele, è esattamente il contrario: rendere appetibile il fare green per il cittadino e le imprese»

[9 Aprile 2020]

Non c’è ripresa economica senza sostenibilità: rispondendo a un’interrogazione dei deputati di Leu Rossella Muroni e Federico Fornaro, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa dichiara che dopo l’emergenza sanitaria l’Italia dovrà mettere in piedi un diverso modello di sviluppo, da impostare già attraverso i prossimi provvedimenti governativi.

«Ne abbiamo già parlato in sede governativa con i ministri competenti, dal ministro Patuanelli alla ministra De Micheli, al premier stesso, perché non si parli di restaurazione economica ma – sottolinea Costa alla Camera – di una nuova normalità spinta verso il green. Abbiamo un flusso economico di 750 miliardi di euro. E stiamo parlando dei primi provvedimenti legislativi, altri ancora ne arriveranno. Devono ovviamente avere la condizionalità green».

Uno spirito dunque di piena condivisione rispetto alle indicazioni che arrivano dalla comunità scientifica come dall’Onu, passando dalle associazioni ambientaliste, anche se non è ancora chiaro in cosa consisteranno queste “condizionalità green”. I citati 750 miliardi di euro, ad esempio, al momento non ne prevedono. Si tratta di importanti garanzie finanziare pubbliche: ovvero, lo Stato – attraverso il decreto Cura Italia e il successivo decreto approvato il 6 aprile – si farà garante fino a questo importo per le imprese che chiederanno alle banche di accedere a linee di credito per far fronte all’emergenza. Non si tratta dunque di risorse effettivamente stanziate e messe a bilancio, e in ogni caso non sono note relative “condizionalità green” per accedervi.

L’annuncio del ministro Costa attende dunque di essere messo alla prova dei fatti, sebbene l’orientamento espresso sia largamente auspicabile. A partire da un cambio di rotta rispetto all’approccio legislativo e normativo alla green economy, per il quale non occorrono risorse finanziarie dedicate: sotto questo profilo Costa ha posto l’accento sulla necessità di «semplificazione e sburocratizzazione. Questo non vuol dire togliere le tutele, è esattamente il contrario: rendere appetibile il fare green per il cittadino e le imprese».

«L’emergenza sanitaria e quelle economica e ambientale vanno risolte insieme – commenta Muroni a conclusione dell’interrogazione – Mentre siamo impegnati ad affrontare la crisi più difficile della storia repubblicana, dobbiamo anche pensare a come vogliamo riprogettare il futuro per rendere la nostra economia più sostenibile e inclusiva. Di fronte a chi propone condoni e ricette del passato, mi confortano le parole del ministro dell’Ambiente Costa, che rispondendo alla mia interrogazione in Aula alla Camera ha indicato una direzione chiara: superata la tempesta del coronavirus il Paese dovrà muoversi verso una nuova normalità e spingere sul green, un fattore che è una opportunità per l’economia e l’occupazione».