29 giugno 2020 - 10:08

Le aziende possono (e devono) aprire il loro ecommerce. Ecco come

Sono due le strade possibili: o avere un team interno che lavora con fornitori esterni, oppure affidarsi a piattaforme full service, che offrano però anche l’opportunità della formazione

di Enrico Forzinetti

Le aziende possono (e devono) aprire il loro ecommerce. Ecco come
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L’ecommerce non è soltanto un’opportunità, ma è diventata un’esigenza per la maggioranza delle imprese . Questo non vale solamente in un periodo in cui l’epidemia da Coronavirus ha spinto i clienti a ricorrere in massa agli acquisti online, ma rappresenta un trend consolidato da diversi anni.
Lo testimonia bene un report della Camera di Commercio di Milano che già nel 2019 segnalava una crescita dell’ecommerce del 13% su base nazionale, per arrivare quasi a un 70% considerando i cinque anni precedenti. Numeri che indicano una chiara direzione tenendo anche conto che sono ormai 20mila le imprese in tutto il paese che utilizzano l’ecommerce. 

Struttura agile e flessibile

Tra queste c’è anche Add, azienda specializzata in piumini e capispalla, che ormai da una decina di anni si è lanciata anche nelle vendite online ed è presente in tutta la zona Euro, in Russia, nel Regno Unito, in Canada e negli Usa. «In una fase iniziale dell’ecommerce molti marchi , soprattutto i grandi nomi, hanno puntato su soluzioni“chiavi in mano” (che gestiscono totalmente all’interno il processo della vendita online, ndr) che però avevano portato a una generale omologazione tra i brand online - spiega Paulo Bernini, art director di Add -. Noi abbiamo invece provato a seguire una strada intermedia, tenendo conto di essere un’impresa di medie dimensioni».  La strategia dei grandi marchi della moda ha infatti portato a inserire all’interno delle aziende tutto l’occorrente per lo sviluppo dell’ecommerce, con un approccio «in house». Hardware, software e personale racchiusi in una divisione specifica che lavora di continuo per seguire una mole di prodotti decisamente ampia e spalmata lungo tutti i periodi dell’anno. Un approccio non applicabile dentro Add sia per i costi da sostenere sia perché essendo un’azienda monoprodotto lavora molto di più su picchi stagionali, anche se in prospettiva si attendono cambiamenti sotto questo punto di vista.  «A noi non conviene avere attrezzature e tecnologie da usare in maniera intermittente.Dentro l’azienda siamo un team di quattro persone e ci interfacciamo continuamente con fornitori esterni- prosegue Bernini -. Ci appoggiamo a una web agency che gestisce la piattaforma di ecommerce, mentre abbiamo poi un network di collaboratori per quello che riguarda la fotografia e la gestione dei social: una struttura molto più flessibile e capace di adeguarsi alle diverse esigenze e richieste che si possono avere». 

Dal full service all’internalizzazione

Ma ci sono anche aziende che a differenza di Add si affacciano per la prima volta all’ecommerce e intendono appoggiarsi totalmente a servizi esterni che offrono soluzioni integrate. Tra queste realtà c’è anche Kooomo, piattaforma tecnologica che da oltre 17 anni supporta imprese di media o grande dimensione nello sviluppo del settore delle vendite online. «Un’azienda che non ha mai avuto un ecommerce non deve sottovalutare l’aspetto tecnologico: il primo passo da fare è la scelta del software più adeguato - spiega Anastasia Sfregola, sales director di Kooomo - Noi non offriamo soluzioni preimpostate ma facciamo un’analisi delle esigenze della singola impresa per realizzare poi un piano su più anni che punti alla sua digitalizzazione». 
Le aziende hanno la possibilità di usufruire di un pacchetto full service dove vengono forniti l’analisi tecnica, l’integrazione delle tecnologie, la customer care, la gestione della fatturazione esterna e della logistica o ancora il marketing. Ma l’obiettivo rimane quello di accompagnare i clienti a portare all’interno questi servizi in un percorso di sviluppo che li renda il più possibile autonomi per quello che riguarda il mondo ecommerce. «Non ci limitiamo a offrire dei servizi esterni, ma puntiamo a una visione a più lungo termine come succede già nel mondo delle vendite online all’estero - continua Sfregola -. Per questo investiamo molto anche negli aspetti di formazione delle figure professionali di cui le aziende si doteranno nel corso del tempo per poter gestire dall’interno il business legato all’ecommerce».

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