Le nostre scoperte durante la prima tornata di assaggi delle Anteprime toscane alla Fortezza da Basso di Firenze 

Prima giornata di degustazione alle Anteprime Toscane che quest’anno - causa Covid - registrano un afflusso minore di giornalisti, soprattutto per quanto riguarda le presenze internazionali, nonostante un’organizzazione impeccabile. Per noi il nostro Fabio Molinari, che ha cercato fra centinaia di campioni le novità, fra cui alcuni candidati ai Top Hundred 2021. Ecco il resoconto della prima giornata.  
anteprime-toscane_pannello.jpgCandia Colli ApuaniSi parte con una carrellata sui consorzi della Toscana numericamente meno importanti che però, come ogni anno, non ci hanno fatto mancare sorprese. Nella doc Candia Colli Apuani interessante  il Moretto Candia secco Terrazzato 2020 con note di fiori ed erbe aromatiche eleganti, molto pulito, che in bocca mette in campo una buona acidità. Altra scoperta le cantine Ramarro, comprese tra le Alpi Apuane e il mar Ligure, che hanno puntato sul recupero di viti storiche. Il Candia Vermentino Acquafiora 2019 si dimostra molto tipico con profumi di ginestra e macchia mediterranea che nel secondo campione, il Ramarro Candia Vermentino Cuore di Candia 2019 diventano effluvi più ricercati con note di miele.  
Cuore_di_candia-vermentino.jpgRamarro Candia Vermentino Cuore di Candia 2019
CarmignanoIl Carmignano altra enclave di eccellenza: 200 ettari dove a dominare la scena è il sangiovese con una percentuale di cabernet che spazia dal 10 al 20%. 
Tenuta Le Farnete mette in campo un Barco Reale di Carmignano 2020 che al naso combina polvere da sparo e frutta rossa, con un residuo quasi di terra bagnata che lo fa spiccare. Interessante della stessa cantina anche il Carmignano 2019 dove a emergere è anche la parte di frutta secca, la mandorla, che ritroviamo poi sul finale. Conferma assoluta per il Carmignano 2017 di Castelvecchio che vira più sulle note verdi, di peperone, con una spaziatura che colpisce. In bocca è pieno con un’acidità decisamente pungente. 
Tenuta Capezzana poi rappresenta una garanzia. Il Ghiaie della Furba 2017 si conferma uno dei big toscani. Profondità con la liquirizia che emerge immediata al naso, per lasciare poi campo ad essenze di viola. In bocca da par suo è ampio, con un tannino vellutato.
Bello anche il Carmignano firmato da La Piaggia: il Sasso 2019 che va a cercare una sensazione di erba appena tagliata. Nota di merito anche per il Sassolo, che con il suo Carmignano 2018 punta sull’eleganza.   
lafarnete.jpgBarco Reale di Carmignano di Le Farnete
ChiantiRufinaIl Chianti Rufina ci porta la bella sorpresa di un nostro Top Hundred (premiato però per la spumantistica), la Fattoria di Grignano che presenta un campione capace di imporsi per un naso che sottolinea i profumi vegetali, con una nota di rabarbaro molto piacevole, quindi Colognole con il Chianti Rufina Collezione 2019 che si smarca grazie a una nota minerale intensa, di gesso,  e il Chianti Rufina di Tenuta Bossi Marchesi Gondi 2019 che invece ha più spiccata la parte floreale, di violetta. Il Chianti Rufina di Villa Travignoli ci porta invece negli orti, tra le foglie di pomodoro. 
fattoria-grignano.jpgFattoria di Grignano Chianti Rufina
CortonaA Cortona puntiamo per forza di cose sul Syrah. Il Serverello di Del Cero 2017 ha una gentilezza al naso che si mescola bene con un fondo di idrocarburi. Il Bramasole 2017 de La Braccesca mostra più la sua anima animale, di sottobosco e pelliccia, come anche il campione 2019 de La Vecchia Cantina di Montepulciano che punta decisamente sulla speziatura che arriva a pungere anche in bocca. E’ una sorpresa il Syrah 2017 dell’Istituto Vegni, un naso profondo in cui entrano tante cose, dalla nota verde alla polvere da sparo, in bocca è lungo, con una freschezza inaspettata.
Il Syrah 2017 di Podere Il Fitto è intenso fin dal colore violaceo, che al naso lascia correre libera la nota floreale e fruttata (ciliegia) per poi approdare al caffè e a un fondo di sottobosco ingentilito.   
syrah.jpgSyrah di Podere Il FittO
OrciaNella Doc Orcia, che già conta grandi firme  - Campotondo, Capitoni e Podere Forte solo per citare qualche riferimento - le cantine hanno ormai raggiunto un livello altissimo anche fra i nostri Top Hundred. Lo dimostra anche qualche new entry nel nostro obiettivo, come la cantina Bagnaia che convince con l’Orcia Sangiovese Miraggio Rosso 2018, molto ampio al naso, e Trequanda con l’Orcia Invidia 2019 delicato, floreale. L’Orcia Sangiovese Poggio Grande Sesterzo 2016 ha profilo olfattivo raffinato che gioca sulle erbe aromatiche, origano e menta. Il campione da 5 asterischi della tornata.   
poggio-grande.jpgOrcia Sangiovese Poggio Grande Sesterzo 2016
maremma toscanaLa Maremma dei Vermentino si dimostra un territorio da tenere d’occhio. Lo conferma il Codice V di Belguardo, con un naso importante, intenso, e una mineralità che in bocca non lascia spazio a dubbi. Piacevolissimo anche il campione de La Selva, il Vermentino Bio 2020, con una nota più zuccherina al naso e una sottolineatura delle erbe aromatiche mentre cerca di più l’ammandorlato il “Lucumone” 2020 di Mantellassi. Anche Rocca delle Macie, altra cantina che premiammo in passato con il Top Hundred per il cabernet, riesce a offrire un grande Vermentino, il Campo Maccione 2020, che soprattutto al retrogusto mostra una originale cotè tropicale, di ananas. Rocca di Montemassi, altro Top per il rosso, si difende bene qui con il suo “Calasole” 2020 che evoca il chinotto. Valdifalco è una new entry, interessantissima per quelle nuances di mandorla che arrivano dirette, nette. Alberto Motta invece ci conquista anche quest'anno con il suo Ciliegiolo 2020 Bio violaceo, vinoso, ma con una parte quasi salmastra che stuzzica sia al naso sia in bocca. La Selva si distingue invece con un Ciliegiolo Bio 2017 già evoluto che guarda ai piccoli frutti e con una spruzzata di pepe che lo amplifica in bocca dove punta sulla persistenza. Attenti a Valdonica, viene da dire, osservando questo Ciliegiolo “Vigna Rigualdo” Bio, originale, ampio, con profumi di scorza d’arancia e e cannella, che lo collocano al top tra questi assaggi e riconfermano a pieni voti il Top Hundred che per lo stesso vino gli avevamo assegnato già nel 2017. È grande anche l’Alicante “Oltreconfine Granache” dell’azienda agricola Bruni, con questo naso in perfetto equilibrio tra la prugna e il cioccolato al latte che in bocca risulta avvolgente, lungo con il pepe nero che rompe la trama del sorso. Altro nostro campione.  
Oltreconfine-Bruni-ok.jpgAlicante “Oltreconfine Granache” di Bruni
MontecuccoIl Montecucco, territorio ormai proiettato tra i grandi, lo raccontiamo in quattro assaggi. Basile con un Sangiovese Ad Agio, raffinato, che al naso si mostra erbaceo e poi nel retrogusto mostra tutto il suo corredo di cioccolato. Il Montecucco Rosso di Montenero, anno 2018, può vantare una parte di tabacco che lo rende interessante. Podere Montale, scoperta di questa tornata, presenta il campione più convincente, un Sangiovese 2016  pieno, profondo, con l’amarena che si mescola al cioccolato e poi prepotente la liquirizia. Anche in bocca ha un tannino ben definito che ne agevola la beva. Merita l’assaggio anche Parmoleto con il suo Sangiovese 2016, che si prolunga nel retrogusto vegetale. 
podere-montale.jpgMontecucco Sangiovese di Podere Montale
Val di CorniaVal di Cornia terra di cantine ai vertici nazionali. Petra, Casadei, Tua Rita hanno casa qui. Tra le novità però vale la pena segnalare il Macchion Dei Lupi Psychè 2019, con una bella speziatura e una setosità in bocca che si fa notare. Quindi l’azienda Montepeloso con il Costa Toscana Rosso Eneo 2019 con una vena minerale e un tannino pungente che pronosticano prospettive di durata nel tempo. Il Tino Rosso 2017 di Monte Solaio è un tuffo in un cappello pieno di amarene. Il Merlot Rubido 2016 di Sant’Agnese ha naso gentile, con la marmellata ravvivata da radice di liquirizia. In bocca ha un tannino vivo, un bella freschezza. Il Toscana Rosso Esopo 2019 di Podere Nannini intriga con un naso che spazia dalla prugna alla caramella sukai e cannella.  
psiche.jpgMacchion Dei Lupi Psychè 2019
ValdarnoChiudiamo in Valdarno con l’assaggio del Toscana Rosso Il Borro Bio decisamente ben equilibrato con una nota ammandorlata che ritroviamo anche in bocca e il Sangiovese Bucapentoli di Campo del Monte 2017, pulito, con una spaziatura elegante che rimanda allo zenzero.

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