Mi racconto: classi prime

2 maggio Ciao D, come stai? Non ci sentiamo da tanto e ho bisogno di sfogarmi. La situazione riguardo a questa pandemia è migliorata, ma non riesco a sopportare questa continua sensazione di solitudine, sembra di essere bloccato in una gabbia, da cui non posso uscire. Nonostante la compagnia dei miei genitori che sono costretti a rimanere in casa con me, non sono felice più di tanto, mi mancano i miei amici, gli abbracci, le risate, i giri attorno alla città. Gli amici sono la mia seconda famiglia e sentirli tramite videochiamate, non&nbsp;è la stessa cosa, per questo avevo bisogno di parlartene, ti ho sempre considerato una persona e sono contento che tu ascolti tutto quello che penso. Sto trovando rifugio nella musica, ho perso il conto di quante ore passo ad ascoltare canzoni con le mie cuffie, oltre a questo sto dedicando tempo anche allo studio, non avendo molto da fare, perciò invece di stare tutto il giorno al telefono faccio anche giardinaggio con mio padre...

Tuttavia&nbsp;la scuola è prima di tutto socialità quindi uno schermo ed un microfono non possono rimpiazzare la didattica tradizionale anche se sono consapevole che, date le circostanze,&nbsp;questa era l'unica soluzione possibile per non perdere l'anno scolastico. Se guardiamo ciò che è avvenuto da un'altra prospettiva, dobbiamo riconoscere che la necessità di servirsi di tutti gli strumenti tecnologici disponibili per studiare o lavorare ha fatto comprendere l'utilità della tecnologia ai nostri genitori, ai professori e a tutte le persone che non la conoscevano ancora al meglio. Noi giovani&nbsp;lo sosteniamo da sempre e per la prima volta siamo stati noi ragazzi ad&nbsp;insegnare agli adulti come operare!

Non potevo immaginarmi&nbsp;come avremmo fatto a sopportare l'isolamento. Invece siamo riusciti a stare lo stesso&nbsp;insieme ai nostri amici magari giocando ai videogiochi o facendo delle semplici&nbsp;videochiamate, comunque in un modo o nell'altro&nbsp;siamo rimasti in contatto ridendo e scherzando come sempre.&nbsp;&nbsp;

Con la fase due abbiamo cominciato ad uscire, prevalentemente in bicicletta a gruppi di tre persone, mentre uscivamo non provavamo niente di diverso rispetto alle vecchie uscite che facevamo prima, ci siamo divertiti ugualmente ma seguendo le regole. Sono diventate normali cose che prima non&nbsp;potevamo immaginare come l'uso delle mascherine che malediciamo continuamente perché non ci fanno respirare o il&nbsp;fatto che ai giardini&nbsp;stiamo seduti in tre su tre panchine diverse e, quando siamo troppo lontani, dobbiamo comunicare per telefono! Nonostante tutto a noi ragazzi&nbsp;neanche un virus può fermarci, sono sicuro che prima o poi lo sconfiggeremo con delle cure&nbsp;e col vaccino ma è adesso che non dobbiamo abbassare la guardia e rimanere responsabili per poter tornare presto ad una vita normale.

Ho ripreso alcuni miei vecchi hobby, come adoperarmi nei giochi da tavola con la mia famiglia, riprendere a disegnare o ancora giocare a basket in giardino. Ho scoperto che il basket è uno sport affascinante e credo che diventerà uno dei miei hobby, anzi, lo è già diventato. Lanciare con precisione il pallone nel canestro ormai è il mio passatempo giornaliero e quando uscirò di casa andrò subito con i miei amici a giocarci. Tuttavia il mio calcio mi manca, sport che è e rimarrà sempre la mia passione perché mi ha aiutato a capire cosa vuol dire impegnarsi, mettercela tutta in ogni singolo momento e che con serietà e dedizione si raggiungono i propri gli obbiettivi e arrivano le soddisfazioni. La voglia di uscire però si fa sentire sempre di più insieme al desiderio di rincontrare i miei amici per divertirsi in giro. Per fortuna durante la settimana qualcosa da fare ce l’abbiamo: la mattina iniziamo con le lezioni online che ci impegnano fino a prima dell’ora di pranzo, poi insieme a mio fratello rigoverniamo la camera e dopo il pasto riprendiamo lo studio. Per tenerci in forma giochiamo un po’ in giardino, che abbiamo la fortuna di avere, ci alleniamo in casa con alcuni attrezzi sportivi come la corda o pesi.

In questo periodo mi sto dilettando in cucina e ho scoperto di essere uno chef provetto. Ho preparato torte, ciambelloni, biscotti, sbriciolate, pancakes ed altre ghiottonerie. L’unico problema è che sporco molto e mia madre manifesta tutto il suo disappunto. Sto riflettendo molto questi giorni su cosa possa succedere dopo questa pandemia, su come si possa risolvere, e come ritorneremo alla nostra vita normale. Di sicuro sono tornato ad apprezzare alcune cose come il piacere di mangiare tutti insieme ed in generale il trascorrere più tempo con i miei cari. Anche la mia gatta Nanni è felice di vederci tutti quanti insieme a lei e probabilmente ne soffrirà quando torneremo alla vita normale. Non vedo l’ora di rincontrare anche i miei compagni di classe, che mi mancano e a dir la verità anche i professori: preferisco vederli e parlarci dal vivo piuttosto che dietro lo schermo di un pc. Spero che si possa tornare a scuola, anche se temo che non sarà così. Per fortuna la popolazione è unita e sta comprendendo la necessità di non uscire di casa applicando il cosiddetto “distanziamento sociale”. Ci siamo tutti responsabilizzati, ne usciremo più forti e maturi.

Mi è capitato più volte di osservare un agente fare una multa ma uno di loro. All’inizio non mi lamentavo di dover rimanere a casa, anzi ho recuperato tempo che mi serviva da mesi per poter dormire o rilassarmi. Oggi posso affermare che era molto meglio andare a scuola, avere rapporti sociali con altri ragazzi della mia età, o professori. “Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Siamo responsabili gli uni degli altri” citazione di Albert Einstein, il quale sapeva l’importanza delle relazioni umane. In questi giorni ho avuto il tempo di riflettere sull’importanza anche dei piccoli gesti quotidiani come l’importanza di un abbraccio, di una carezza, di un’amichevole pacca sulla schiena, o persino il solletico. Sono dei piccoli momenti in cui senti il conforto di un’altra persona, senti il suo sostegno, e capisci di non essere sola e che tutto alla fine andrà bene. Il periodo duro che stiamo vivendo ha tolto anche queste piccole cose che potevano migliorare la giornata di qualcuno, e credo di sentirne la mancanza; sono però sicura che tutto ciò che stiamo evitando adesso, ogni sforzo che stiamo facendo, servirà a fare finire tutto il più presto possibile.

In questi giorni ho riscoperto le mie passioni, messe da parte per il poco tempo a disposizione, ho affinato le mie tecniche culinarie, ho ripreso a disegnare, sono riuscita a finire tutte quelle serie tv dimenticate nel tempo. Sono riuscita a riscoprire me stessa e recuperare il tempo perso durante gli ultimi mesi. Ho partecipato ad alcuni Flash Mob della musica, suonando per i miei vicini di casa affacciati alla finestra, ho riscoperto la mia passione per il giardinaggio e per l’esercizio fisico. Ma nonostante tutto, non vedo l’pra di poter tornare a scuola, frequentare il conservatorio, uscire con i miei amici, fare un giro in bicicletta, praticare sport all’aria aperta, e riprendere la mia vita da dove l’avevo lasciata.

La mia unica speranza adesso è quella di poter riuscire di nuovo per stare con i miei amici&nbsp;e i parenti che non vedo da tanto, spero che questo mio desiderio si possa esaudire al più presto. A essere sincera ti confesso che ho un po’ paura di cosa potrebbe succedere alla fine della quarantena, ho timore che le cose non possano tornare come un tempo, che il nostro non riesca a ripartire. Però sono fiduciosa e penso in grande, ce la faremo e ne usciremo un popolo migliore, migliori come esseri umani.&nbsp; Da te in Francia come è la situazione? Spero che a te vada tutto bene. Rispondimi al più presto. Saluti Vittoria

GIORNO 2: Sinceramente è tutto molto strano: un giorno sei a scuola e il giorno dopo ti ritrovi catapultato a casa per via di una epidemia e pensi che nello stesso momento dovresti essere in classe a sentire il prof che spiega. È vero però anche che rimanere in casa anziché essere a scuola (e per giunta nel periodo più difficile dell’anno scolastico), per un alunno è un idea abbastanza invitante. Inoltre ho avuto la conferma che mio padre fa parte di quella cerchia di persone che devono lavorare anche in questo periodo, mentre mia mamma, essendo il capo di un ufficio, la maggior parte dei giorni fa smart-working. Sto pensando che se mio babbo si muove così tanto potrebbe prendere il coronavirus e attaccarlo a me e mia madre e questa idea mi inquieta un pochino. 349 &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; 1553

GIORNO 4: In questi due giorni il mio obbiettivo principale è stato trovare un modo per ammazzare il tempo in questa quarantena, alternando TV e Playstation, anche perché tra non molto cominceranno le videolezioni ed è meglio giocare prima che ricominci la scuola. La cosa più divertente che ho scoperto oggi è che mia nonna ha molta più paura di me, mia madre e mio padre messi insieme; ovviamente lo capisco benissimo, anche perché ormai ha una certa età e sembra che questo virus se la prenda principalmente con gli anziani.

Il mio primo pensiero è stato quello di tranquillizzarla e ho provato a farlo dicendole che viviamo a Pontassieve, non proprio una metropoli, la cui età media è pari a quella delle ore di Playstation fatte in questi giorni, che assicuro sono tante, e che dunque dovevamo avere meno paura degli abitanti della Lombardia, che sono messi decisamente peggio. &nbsp;&nbsp;&nbsp;475&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;2648

Caro diario, oggi ti voglio raccontare alcuni dei miei pensieri. Partiamo dal fatto che ci troviamo in una situazione particolare e difficile, che non era mai successa prima.Quasi tutta la popolazione mondiale è rinchiusa in casa da più di tre mesi, senza vedere amici e parenti e può uscire di casa soltanto per motivi di emergenza o solo per fare la spesa e portare a spasso il cane. Ci sono state molte persone che non hanno rispettato le regole ma la maggior parte fortunatamente lo ha fatto, anche perché se vogliamo uscire da questa situazione, dobbiamo seguire ciò che ci dicono e rispettarlo. In questo periodo dobbiamo portare pazienza e cercare di far passare il tempo in qualche modo, anche se non è facile ammazzare la noia. Quasi tutti ragazzi hanno il privilegio di seguire le lezioni&nbsp;a distanza ,fatte dai propri professori, ma se devo dire la verità non è certamente come stare in classe,e non è nemmeno facile stare attenti senza distrarsi.

Restringendo il campo visivo verso la mia casa, oltre a continuare a leggere il libro, giocare alla playstation e guardare la TV, ieri io mio padre e mia madre abbiamo fatto una partita a Risiko tutto il pomeriggio; sarà passato un anno dall’ultima volta che ci avevo giocato e mi sono divertito molto. Per finire la partita abbiamo tirato i dadi e ha vinto il sottoscritto.

La mia mania per la cucina c’è sempre stata, sin da piccolo, ma in questi giorni ho voglia di sfoderare tutte le mie capacità per soddisfare i palati dei miei ……… ho già qualche idea.&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;345&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;2972

GIORNO 29: Oggi finalmente è stato pubblicato il decreto del governo, tanto chiacchierato negli ultimi giorni. Da ciò che dicono alla TV darà una grande mano a tutti coloro che sono rimasti colpiti economicamente da questo Coronavirus; nonostante ciò in famiglia si accendono lunghi dibattiti sulla questione che però io osservo con umiltà dal basso della mia età. In casa (dopo aver mandato mia madre a fare la spesa) ho iniziato a cucinare, di solito mi limito a semplici pancake per l’indomani, ma stavolta ho voluto proprio esagerare e ho puntato a qualcosa di più complicato, la torta di riso. Mi sono messo d’impegno e sono riuscito a tirare fuori un'ottima torta di riso. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;431&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;4092

un tempo e il nostro pianeta ne risentirà.&nbsp; Però, diario, vorrei raccontarti di alcune persone a cui tutto il mondo sarà grato per sempre: i medici. Sono persone con un cuore enorme, che ogni giorno cercano di curare con tutta la loro dedizione ogni infetto portato negli ospedali. Imedici, i dottori e gli infermieri&nbsp;sono le uniche persone che non solo si prendono cura dei pazienti, ma, essendo gli unici che possono vedere, riescono a motivarli e dar loro forza per continuare ad andare avanti e per combattere il virus nonostante le loro instabili condizioni. Ogni giorno vedono morire sotto i loro occhi centinaia di persone per cui hanno dato il cuore, ma il virus è ancora più forte di tutti noi ed è difficile combatterlo. Mi chiedo come possano sopportare tutto ciò, ma forse è proprio questo ciò che li motiva a continuare a lottare, a salvare vite, per un mondo più felice, in cui la morte non deve essere il primo problema di ogni essere umano.&nbsp; Forse il virus è arrivato nel momento giusto per noi, per farci riflettere su tutto ciò che stiamo vivendo, su come trattiamo il pianeta, su come ci rapportiamo l’uno con l’altro, sulle nostre guerre e i nostri conflitti, ma soprattutto sulla nostra superficialità nel fare le cose e nel vivere la nostra vita.

Vorrei soltanto arrivare al momento in cui diremo: “Ma te lo ricordi il Coronavirus? Ma ti ricordi che non ci si poteva neanche dare la mano?”.

Non ho avuto paura del virus, perché sapevo che stando a casa non avrei corso nessun rischio e oggi che posso uscire, so che indossando la mascherina e rispettando le regole del distanziamento sociale non c’è pericolo. Il giorno 3 maggio c’è stato comunicato dal Presidente Giuseppe Conte che sarebbe finito il periodo di quarantena e che saremmo&nbsp;potuti tornare ad uscire seguendo le regole imposte, ma ancora non potevamo incontrare gli amici, ma solo i parenti. Infatti, il sabato dopo siamo stati a trovare i cugini e mia zia ed è stato molto bello rivedersi e passare un po’ di tempo insieme, siamo stati in un giardino davanti a casa loro così potevamo giocare all’aperto. Poi piano, piano abbiamo rivisto i nonni (che vedevamo solo dal balcone) che per due mesi avevamo sentito solo per telefono, abbiamo festeggiato il compleanno del nonno insieme agli zii. Tutt’ora non esco molto perché non mi viene più normale uscire come facevo prima, non so perché ,ma è diverso. Spero che tutto questo finisca presto e di poter riuscire ad andare al mare quest’estate !

E se continuiamo così molte più persone ptrebbero ammalarsi e morire. E dato che ci sembra una cosa talmente lontana solo perchè magari non ha colpito la nostra città o il nostro paese, non pensiamo al fatto che potremmo portare i nostri cari ad ammalarsi. Possiamo uscire da questa brutta sitazione solo se collaboriamo senza mollare. È un periodo molto brutto per tutti ma credo che per gli adolescenti sia ancora peggio perchè, almeno per me, gli amici sono una delle cose più importanti perchè ci danno sostegno nei momenti bui. Ora possiamo solo accontentarci dei messaggi e delle videochiamate. Almeno una volta al giorno c'è bisogno di darsi sostegno perchè in questo periodo siamo tutti stressati al pensiero che le persone positive al corona virus e le vittime potrebbero aumentare. Le routine quotidiane di tutti sono cambiate molto e ci vorrà tanto tempo per tornare alla normalità. Una delle tante routine che sono state modificate è la mia, ma scommetto che ormai è uguale a quella di tutti gli adolescenti. La mattina ci sono le lezioni online, quindi non mi alzo un'ora prima che inizino, come facevo quando andavo a scuola, ma solo dieci minuti prima. Poi passo il pomeriggio a fare i compiti. In questo periodo lo trovo quasi piacevole, almeno mi tengo occupata.&nbsp;

Ovviamente quando non ci sono compiti cerco di fare qualcos'altro, dato che non posso andare a lezione di danza insieme alle mie amiche e alla mia insegnante. Cerco di fare gli esercizi che lei ci assegna ogni settimana. Poi per fortuna ho dei compiti anche dal corso di disegno che frequento con la mia migliore amica. Dobbiamo disegnare e inchiostrare molte tavole. Visto che mi piace molto disegnare lo faccio volentieri. Passo del tempo anche a guardare serie su netflix, come tutti in questo periodo. Vorrei anche leggere, dato che solitamente non ho molto tempo per farlo. Mi piace molto leggere i manga, solo che quelli che ho nella mia libreria li ho già letti tutti più volte, e adesso quasi non ne posso più di leggerli, dato che li so quasi tutti a memoria. Spero davvero di uscire presto da questa situazione, voglio quasi tornare a scuola e rivedere tutti i miei compagni.

04/04/2020 Firenze,Italia Caro diario, oggi è una giornata particolare, mi sento molto felice.&nbsp;Mi sono svegliato di buon umore, anche se ho discusso con alcuni dei miei amici, ma non do molto peso a questa cosa, perché hanno torto loro; stamattina le videoconferenze sono andate benissimo, ho preso 7 a Spagnolo e ho fatto pochi errori nella verifica di storia; ne sono davvero felice. La mia famiglia ha iniziato un nuovo progetto, le "lezioni in diretta"; i miei genitori sono insegnanti di danza e in questo periodo non possono fare lezioni, dato che le palestre e le scuole di danza sono chiuse, ma grazie a questo progetto riescono a svolgere il loro lavoro. Credo che questo sia uno dei pochi giorni in cui mi sento come se tutto fosse tornato alla normalità.&nbsp;

Giorno 1: &nbsp;Le scuole sono chiuse e sono abbastanza felice, anche se sento già la mancanza dei miei compagni di classe. Per ora esco con i miei amici al giardino a giocare a calcio e&nbsp;mi diverto, la sera guardo un film con i miei genitori oppure faccio videochiamate con i miei parenti. La mattina cerco di mantenermi in forma con lo studio e faccio i compiti, anche se la scuola è chiusa, mentre nel pomeriggio faccio esercizio fisico in casa oppure esco a fare una corsetta al parco. Giorno 7: Tutta Italia è in quarantena. Ancora non sento molto la mancanza della scuola, però inizio ad annoiarmi. A casa cerco di passare il tempo, ma non è facile: aiuto mia mamma a cucinare, gioco ai videogiochi o faccio videochiamate con i miei&nbsp;amici. Continuo a divertirmi, ma in modo diverso da prima; oggi sono andato a fare la spesa insieme ai miei genitori.&nbsp;

Caro Diario, Il covid-19 ha cambiato la vita di tutti noi, ha cambiato il mondo intero. All'improvviso tutto ciò che ritenevamo importante e indispensabile ha smesso di esserlo. Il gran numero di vittime mi ha fatto riflettere sulla fragilità della nostra esistenza; il mondo al quale ero abituata è crollato insieme ai miei progetti e alla mia quotidianità. Questo mi ha fatto capire che bisogna imparare a vivere apprezzando ogni momento della nostra vita e&nbsp;passarla nel modo migliore che possiamo. Le scuole, i ristoranti, i musei, i cinema, i negozi e molti altri posti di lavoro sono chiusi, le persone devono affrontare tante difficoltà, soprattutto la disoccupazione e la perdita dei propri cari. Mio padre è stato sommerso dagli avvenimenti avendo dovuto preparare decine di domande di cassa integrazione perché quasi tutte le aziende hanno sospeso l’attività. Anche io mi trovo ad affrontare, nel mio piccolo, una serie di difficoltà. Ad esempio, è cambiato il mio modo di "andare a scuola", le video-lezioni sono gli unici momenti in cui sento i miei compagni e i professori.

Penso di avere avuto poche volte paura del Covid-19, perché nel periodo iniziale, poche settimane prima che tutto chiudesse, c’era la mia nonna, lei stava male a causa di una malattia che non si può curare, ma nonostante questo lei mi trasmetteva tanta serenità e questo mi permetteva di non pensare a tutti i problemi che c’erano. Adesso fortunatamente si può uscire anche se mantenendo sempre le distanza e tenendo la mascherina, e penso che questo sia già un gran passo in avanti. ciao caro diario, torno domani.

Non è più uguale, e ci domandiamo in casa chissà quando tutto tornerà alla normalità. Non ci sono date, nessuno sa dare questa risposta. Alla televisione avrò già sentito dire tre o quattro volte che la prossima settimana sarà quella del picco dei contagi, poi è sempre rimandato a quella dopo. Secondo me anche loro non sanno veramente nulla di certo. Poi penso : ma riusciremo a tornare alle nostre vite di prima? Riusciremo a tornare a scuola ? Mi manca tanto, anche la scuola , oltre a tutto il resto. Grazie alla tecnologia che fa parte della nostra vita riusciamo comunque a fare un pò di scuola. La mattina è abbastanza occupata dalle lezioni online, il pomeriggio per fare i compiti. Non è poco quello che stiamo facendo, non è facile per noi e neppure per i nostri professori, ma almeno andiamo avanti con il programma sperando di non perdere l’anno scolastico. Però non è uguale, manca una cosa molto importante, il contatto umano, il potersi guardare negli occhi, parlare con i compagni, con i professori. Immaginavo il primo anno di liceo in tutt’altro modo! Vista la situazione secondo me dobbiamo essere presenti e partecipi alle lezioni, per rispetto dei prof, ma soprattutto per noi stessi.

Spero tanto che questo incubo svanisca al più presto. Tutto questo mi fa paura, soprattutto pensare di perdere qualcuno della mia famiglia, sapere di non poter andare all’ospedale a trovare un tuo familiare, a non poter dare il nostro conforto.

13 aprile Caro diario,&nbsp; ciao, è da tanto che non ti scrivo . È cambiato molto dall’ultima volta sai? Ormai facciamo lezione online da un po’. Questa quarantena è come un tunnel da cui non si vede l’uscita. La mia voglia di uscire è sempre dì più, a volte mi vesto come se dovessi andare da qualche parte nonostante io, invece, non esca sul serio. E il fatto che fuori inizi a fare caldo non aiuta per niente. Questo sarebbe il periodo in cui solitamente, io e i miei amici ci ritroviamo per fare i compiti all’aperto. È ormai dalla quinta elementare che abbiamo questa “usanza” di andare in questo parco dell’Impruneta abbastanza isolato che abbiamo soprannominato “l’albero” perché, appunto, c’è un albero dove per noi era solito arrampicarci. Ogni giorno passato lì era un giorno pieno di gioia.

Ho letto che hanno avvistato dei delfini 🐬 vicino alle coste della Toscana che nuotavano spensierati e contenti! E non parliamo dell’inquinamento: nei giorni di sole 🌞 , c’è un cielo così limpido che sembra dipinto! Spero che questa esperienza insegni a tutti ad avere più rispetto verso le persone, gli animali e la natura...speriamo!!! Ti mando un grosso abbraccio e speriamo che tutto ritorni come prima, anzi MEGLIO di prima! Ti saluto, a presto...baci!😘 -La tua Marty💋

Da quando il Presidente del Consiglio Conte ci ha messi tutti in quarantena, ho visto tante persone a casa ma tantissima no, ho potuto vedere questa cosa sia dove vivo, sia dalle immagini in tv; gente che fa picnic nei giardini pubblici, gruppi di ragazzi che giocano e che organizzano tornei di pallavolo e calcetto, bambini che giocano su altalene e scivoli, come se nulla fosse, come se questo virus non dovesse colpirci, invece colpisce e la gente non capisce. Anch’io vorrei uscire pensando che per una volta non può succedermi nulla, ma non lo faccio, perché il migliore dei modi per combattere questa “bestia” è la prevenzione; stare a casa il più possibile e uscire solo per urgenze, mantenendo le distanze indossando guanti e mascherina. In tutto questo periodo di quarantena ho trovato e sto trovando anche delle cose positive; per esempio, mia mamma mi sta insegnando a cucinare, cose semplici tipo sughi e condimenti per la pasta, dolci, pane; per esempio, il pane non lo abbiamo mai fatto in casa e abbiamo trovato una ricetta buonissima. Poi, mi piace provare acconciature nuove per i miei capelli, cercare tutorial per il trucco, fare lunghe video chiamate con gli amici, il pomeriggio cerco di fare almeno un’ora di attività fisica tenendo la musica a volume alto.&nbsp;

Per fortuna, di fronte a casa mia, abita la mia più grande amica, con lei ci vediamo tutti i giorni, ognuna nella propria terrazza, abbiamo fatto anche ginnastica “insieme”, però non è la stessa cosa, nonostante sia a pochi metri da me, mi manca e mi sento sola, poi mi tornano in mente le immagini tristi che vedo ogni giorno e capisco che sono fortunata. &nbsp;Con i miei genitori facciamo tornei di briscola e ci sfidiamo a Cluedo, guardiamo tanti film e ascoltiamo musica, parliamo tanto e a dire le verità discutiamo anche un pò, purtroppo siamo tutti più nervosi e quindi capita. Tutte le volte che annunciano una conferenza stampa straordinaria mi agito perché ho paura che ci siano altre brutte e disastrose notizie, invece, il mio sogno più grande, quello in cui spero tutti i giorni, è che il numero di positivi, ma soprattutto il numero dei morti diminuisca sempre di più, cosicchè possano ridurre piano piano le misure prese finora, per fare si che la gente possa tornare a lavorare, a sorridere, ad abbracciarsi, a mangiare una pizza tutti insieme, a passeggiare nei boschi e sulle spiagge, a non avere più paura di toccarsi e parlare vicini e, non avrei mi pensato di volerlo, di tornare a scuola.

In questo momento difficile, dobbiamo stare tutti in casa a causa del Coronavirus e durante questo periodo di quarantena sto riflettendo e immaginando parecchie cose, molte delle quali sono collegate al momento in cui le sto pensando e altre all'imminente futuro che dovremo affrontare dopo la quarantena. Soprattutto mi diletto a immaginare quello che stanno passando e facendo le persone che vivono nei luoghi simbolo di questa epidemia, ma anche quello che possiamo pensare noi ragazzi quando tutto questo sarà finito (soprattutto cose che potrei pensare e dire io…). Immagino cosa può succedere a casa di Tommaso. “Mamma non ce la faccio più, non so che cos'altro fare, non posso uscire anche solo cinque minuti neanche per vedere i miei amici?”. “No, Tommaso, pensavo che fossi abbastanza maturo da capire questo terribile momento”. “Ah, davvero? Cosa c’è da capire ormai?”. “Ma come fai a dire cosa c’è da capire? Sai quante persone, soprattutto anziani, hanno perso la vita, eh? Quante famiglie sono state distrutte? Non pensi alle persone che ora sono rimaste sole e devono cavarsela per conto loro perché non c’è nessuno ad aiutarle a supportarle, nemmeno lo Stato?”.

Per me questa quarantena è stata molto difficile da affrontare, essendo io una persona che ama stare all'aperto, e quindi uscire anche semplicemente per andare a fare una passeggiata o andare a fare la spesa. Infatti essa ci ha sottratto molte cose tra cui appunto poter uscire, e quindi non poter andare a scuola o incontrare amici o parenti. A causa di tutto questo fummo costretti a seguire e fare le lezioni online e quindi inviare i compiti per via digitale ,e devo dire che mi sono trovata molto bene, infatti in molte materie sono migliorata avendo preso voti che normalmente avrei fatto fatica a raggiungere. Con il passare dei giorni mi sono resa conto però di molte cose, e ho iniziato a riflettere su quanto una semplice uscita in famiglia o tra amici in quel momento mi mancava e che prima di tutto questo non gli avrei dato tanta importanza.

Passarono molti giorni e mesi, ormai per quanto riguarda i contagi la situazione&nbsp;era migliorata per il fatto che ci sono più curati che malati e quindi si poteva dire che la fase&nbsp;più difficile era passata ma le precauzioni ci furono sempre. Passavano altri lunghi giorni e quelli erano davvero i più difficile, perché tutti si chiedevano fino a quando sarebbe continuato tutto ciò&nbsp;e se un giorno avremmo potuto ricominciare ad uscire. E quindi eccoci qua oggi, la quarantena è finita e possiamo uscire finalmente , ovviamente come sempre con le precauzioni per la sicurezza, quindi indossare sempre mascherina e guanti ma soprattutto stare a distanza. Secondo me questa quarantena è servita a tutti dal più grande al più piccolo perchè ci ha fatto riflettere a tutti.

Quindi è vero quando dicono che, non apprezzi bene una cosa finché non te ne privano.&nbsp;

Mi racconto....In questo periodo dove tutto sembra surreale, vivo momenti di grande confusione, rabbia e tristezza, spesso mi sento egoista perché penso solo a me stessa; vorrei tanto rivedere i miei amici, vorrei poter uscire di nuovo e vorrei tornare a fare la vita che facevo prima. Poi, però, mi basta accendere la tv, su un qualsiasi canale o al telegiornale, per sentire il bilancio delle vittime sia in Italia che nel mondo, tutte le centinaia persone che ogni giorno risultano positive al virus, tutti i malati che soffrono in ospedale, dei respiratori che non sono sufficienti, posti mancanti in terapia intensiva, medici e infermieri che ogni giorno rischiano la vita e fanno turni lunghissimi per assicurarsi che i pazienti sopravvivano, che cercano e sperimentano cure per combattere questo maledetto virus, che hanno famiglie e bambini a casa che vedono poco o addirittura niente e che purtroppo alcuni di questi medici-eroi sono morti, ogni funerale che non può essere celebrato, di tutte le famiglie che hanno poco per vivere, tutti i lavoratori che purtroppo non possono lavorare perché il loro mestiere non è di prima necessità. Ecco, tutto questo mi fa provare un grande senso di colpa, di immensa rabbia, perché mi rendo conto che ci cono cose peggiori di non poter uscire e vedere gli amici.

Questa quarantena mi sta distruggendo… I giorni passano e le cose da fare sono sempre meno. Le mie giornate sono passate da essere completamente occupate, al punto che molte volte mi capitava di non riuscire a finire tutto ciò che dovevo fare, a essere ripetitive e monotone. Però in questa quarantena ho scoperto una nuova passione, ho capito di amare la cucina.&nbsp; Le mattine mi sveglio quasi sempre alle 8:30, faccio colazione con mio fratello e poi mi chiudo in camera a fare le videoconferenze con la scuola, abbiamo quasi ogni giorno quattro ore di lezione tutte di seguito, e arrivo alle 13:00 che ho gli occhi che mi bruciano e la testa in frantumi, perché devo ancora abituarmi a passare così tanto tempo davanti al computer.&nbsp;

Subito dopo le videoconferenze, vado in cucina e insieme a mio fratello apparecchiamo e prepariamo il pranzo, poi aspettiamo i nostri genitori che tornano da lavoro e pranziamo tutti insieme. Appena finito di mangiare torno in camera mia e mi sdraio sul letto a guardare Netflix; ultimamente ho guardato due serie tv che mi hanno colpito molto, Vis a Vis e Skam.&nbsp; Vis a Vis è ambientata in Spagna, la protagonista è Macarena, una giovane donna ingenua. La sua vita viene stravolta a causa del suo capo, che la induce a commettere dei crimini. . Nel giro di poche settimane viene scoperta, accusata di reati fiscali, e incarcerata nella prigione di Cruz del Sur. La sua vita non sarà più la stessa e non potrà mai tornare quella di un tempo.&nbsp;

Tra le tante detenute, deve affrontare Zulema, la più pericolosa. Skam invece, ambientata a Roma, parla di argomenti adolescenziali e attuali.&nbsp;

La quarantena non mi sta aiutando ma mi sta facendo male: il problema principale di quest’ultima è che in casa io non sto bene perchè la mia rabbia è principalmente tristezza e la quarantena aumenta il mio problema. La cosa che mi fa più male è non potermi distrarre insieme ad i miei amici che sono oramai dei fratelli per me, dato che mi hanno sempre aiutato e supportato. L'isolamento però mi ha aiutato ad avvicinarmi di più alla mia famiglia piuttosto che ad allontanarmi e di questo sono contento perchè inconsciamente mi ero allontanato da loro. Certamente questo virus ha distrutto l’economia e probabilmente i nostri figli lo studieranno a scuola...

Ormai era da un mese che si sentiva parlare di questo virus ed era addirittura arrivato in Italia, le scuole si sono chiuse il 5 marzo e l’obbligo di stare in casa è subentrato il 10 marzo. Da quel giorno è cambiato tutto perché stare in casa per due mesi è davvero molto difficile. In questo periodo ho capito molte &nbsp;cose come l’importanza di vedere un parente perché a me sono mancati molti miei parenti, oppure l’ importanza di fare attività sportiva perché stare due mesi senza fare niente non fa bene. Mi manca anche la scuola non solo per l’istruzione, ma anche per vedere i propri amici. La sensazione che ho provato maggiormente in quarantena penso sia stata la noia, non trovavo mai niente da fare perché non potevo nemmeno uscire nel mio giardino di casa dato che i miei genitori avevano preso il virus.

Molte persone non capiscono la gravità della situazione perché un sacco di gente va fuori come se nulla fosse senza mascherina ma nonostante questo io credo nei medici e nell’Italia che combattendo sconfiggerà il virus: io credo che finirà per il meglio

Un’altra sensazione che ho provato è stata la paura per i miei genitori ero molto preoccupato per loro ma adesso che sono passati due mesi &nbsp;entrambi desso sono guariti e non hanno avuto molti problemi e questa cosa è stata una delle poche che mi hanno reso felice in quarantena.

Il nuovo metodo di istruzione verrà sicuramente sfruttato, data la possibilità di connettersi a lezione senza recarsi a scuola. Permetterà a tutti di risparmiare tempo e ottimizzerà gli sprechi. Soprattutto la didattica on line, secondo me, sarà rafforzata e verrà usata sempre di più nel futuro. Non credo che questo metodo sostituirà completamente la scuola. Da una parte, sarà molto più comodo ma, dall’altra, sarà un modo di imparare molto più triste e monotono, senza la possibilità di avere un confronto diretto con i compagni ed i professori. Possiamo crescere e maturare non solo studiando sui libri, ma imparando ascoltando le esperienze vissute da altri.

So bene come sia difficile privarsi di cose che fino a poco tempo fa erano così normali e costanti, lo so bene. Mi manca uscire, mi manca poter vedere i miei amici, mi manca persino prendere un mezzo di trasporto, io che mi sono sempre lamentata della scomodità di non vivere in città, mi manca la mia quotidianità a cui prima davo così poca importanza ma che ora mi rendo conto fosse fondamentale per me.&nbsp; Passo ormai le giornate distesa al letto, ovviamente dopo che io abbia fatto tutti compiti, a non fare praticamente nulla, cerco di impiegare il tempo a guardare qualche film o serie TV e sinceramente mi faccio anche un po’ schifo da sola, ho provato a fare un po’ di sport ma non c’è nulla da fare, mollo dopo poco.&nbsp; Il problema di questa quarantena è che mi sto abituando troppo alla situazione, ci sono momenti in cui ho una gran voglia di evadere da questa casa e da tutti i conflitti di cui fa parte, comunemente chiamati genitori, anche se devo ammettere che ultimamente il babbo e la mamma si sono calmati e la mamma

lo scorso sabato ci ha preparato un sacco di cose buone da mangiare e io, da brava figlia quale sono, ho deciso di guardare con lei i primi episodi di “L’amica geniale” che mi chiedeva di guardare con lei da non so quanto tempo ma io, da tipica adolescente che non ama alla follia passare i pomeriggi a fare qualcosa con la famiglia, deviavo spesso il discorso; questa volta però ho accettato e così almeno l’ho fatta felice e devo dire che mi piace anche la serie. Alle volte non trovo affatto male questa quarantena, alla fine non mi devo più alzare presto la mattina per andare a scuola, posso fare tardi la notte e poi dormire il giorno, restare in pigiama tutto il giorno, insomma posso fare le cose con più calma e così io ci sto proprio bene, però so che non è un bene abituarsi a questa situazione perchè poi sarà un casino riprendere la vita che si faceva prima, ma mi è inevitabile. L’unica cosa che mi dispiace è che avevo programmato di fare un sacco di cose per questa primavere e quest’estate, lo so può

Andrà tutto bene ditelo a quelle persone che non ci sono più, a quelle 22mila persone che hanno lottato, ma non sono riuscite a vincere la battaglia contro un mostro più grande di tutti, ditelo alla famiglia di quelle persone. 22mila non sembra un numero poi così grande se non viene associato a qualcosa, allora vi faccio un esempio, in circa un mese e mezzo è scomparsa più dell'intera popolazione di Pontassieve comprese le sue frazioni, tra un altro mese? Tra due, tra tre? Sono arrabbiata e ho paura, molta paura, ma io, se non nel mio piccolo, non posso fare nulla. Quindi aspetterò il bollettino di domani nella speranza che quel 525 diminuisca.

Giorno 47 di quarantena 25 aprile Siamo a 415, sempre un numero enorme, ma segno di miglioramento dicono. Oggi è il 25 aprile, il giorno della liberazione italiana dal fascismo, nel 1945 a salvarci sono stati i partigiani.&nbsp; Ora nel 2020 stiamo vivendo un’altra guerra, una guerra senza armi, una guerra che ha già portato molti morti, una guerra in cui gli unici eroi sono i medici, gli infermieri, i carabinieri, tutti quelli che affrontano il virus ogni giorno per salvarci la vita, nella speranza di un ritorno alla normalità.

Oggi mi arriva la spesa, quindi devo mettermi la mascherina i guanti e aiutare mia mamma a disinfettare tutto, improvvisamente ho pensato a come deve essere la vita di quelli che fanno le consegne e in generale di tutti quelli che devono lavorare, chissà come deve essere svegliarsi ogni mattina e dover rischiare la vita…

In qualche modo avevo la possibilità di rivedere i miei compagni e i miei professori anche se non fisicamente. Piano piano riuscì ad abituarmi a questa quarantena: a volte uscivo di casa per fare la spesa e sembrava di essere in un apocalisse zombie, non c’era nessuno per le strade. Anche fare la spesa era completamente diverso: bisognava aspettare che chi era dentro avesse finito, solo in quel momento si poteva entrare ma solo con mascherina e guanti. Sono stanco di questa quarantena! Voglio tornare alla normalità!&nbsp; Voglio tornare in centro con i miei amici, voglio tornare a scuola, voglio tornare a visitare mia nonna. Continuano a dire: “Resistete manca poco” ma ogni giorno aggiungono più giorni chiusi in casa, non riesco più ad aspettare!

L’uomo ha il bisogno di lamentarsi, sempre e comunque. Anche se fossimo nel nostro mondo ideale, ci sarebbe qualcosa che l’uomo non accetterebbe. E’ la natura dell’uomo, non si può fare niente. Ma non tutto il male viene per nuocere. E’ stato difficile per tutti noi cambiare la nostra routine quotidiana, è cambiata del tutto in troppo poco tempo. Ci siamo ritrovati a restare in casa, rintanati, da un giorno all’altro. Ma ciò ha cambiato qualcosa in noi? Ogni giorno la vita ci insegna qualcosa di differente. A noi è capitato questo, la vita ci ha spiegato, in tutte le sue difficoltà e severità, l’interruzione della vita quotidiana. Ma non dobbiamo sempre ascoltare ciò che ci dice la vita. Infatti non siamo morti, non siamo fermi del tutto. Non era vero che l’uomo non si è estinto perché si è saputo adattare ? Questo è il nostro momento, non dobbiamo “fermarci”. La vita va avanti, anche se più limitata e meno movimentata. C’è gente che muore per questo Virus, quindi è giusto rispettare ciò che ci dicono per controllarlo. Certamente questa situazione ci sembra la più terribile che abbiamo affrontato.

Con lei solitamente alle sei di sera iniziavamo a preparare la cena per mia mamma che tornava esausta da lavoro, e per me questo era un modo di dirle grazie. Ritornando a te, devo confessarti che sei il mio nemico più grande e che se ti avessi qui davanti a me in carne ed ossa non sai cosa sarei in grado di farti. Dico questo soprattutto perché hai colpito la persona più importante della mia vita, nonché l’unica ragione che mi spinge a lottare e che sta facendo il possibile per me: mia mamma. A questa donna devo davvero tutto, perché se non fosse per lei adesso la starei guardando dall’alto. Da quando per colpa tua è infetta, la vedo cambiata e non in positivo, anzi. Adesso quello che sorride per farle capire che andrà tutto bene sono io, e solo adesso mi rendo conto di quanto possa essere difficile mantenere ottimismo per tutti e due. Zia Elisa mi ha detto che, per disposizione sanitaria, trascorrerò qualche giorno lontano dal virus: ti ringrazio di avermi allontanato da lei, sei un vero egoista, pensi di divertirti in questo modo distruggendo famiglie? Distruggendo la salute e la felicità delle persone? Bel coraggio… Stamattina sono stato a fare i soliti controlli mensili e ho avuto buone, anzi buonissime notizie: la chemioterapia sta funzionando.

Vorrei aver ricevuto questa bella notizia con mia mamma per festeggiare insieme, ma non posso; questo pomeriggio la chiamerò. Questi giorni dalla zia stanno passando in fretta, tra la voglia matta di rivedere la mamma e di provare a vivere per una volta tanto la normalità. Milano,15/10/2020 Ciao sono la madre di Tommaso, il mittente di questa lettera. È stata lunga riprendersi dal lutto, anzi ancora credo di non esserci riuscita, ma dovrò comunque conviverci per sempre. Nonostante tu mi conosca quasi alla perfezione non ho alcuna voglia di esprimere il dolore che mi hai causato, ma già lo sai. Il fatto che mio figlio abbia dedicato le sue ultime parole a te mi fa capire quanto tu possa essere meschino. Mi hai portato via l’unica ragione di vita che avevo, spero che adesso sia in posto migliore.

Ho appena finito di cenare e nulla, questa giornata è stata molto tranquilla, la casa è ancora intatta e ho cucinato la pasta alle acciughe, poteva andare peggio. Finito il pranzo sono stata tutto il pomeriggio fuori in giardino e alle 5, l’ora dell’allenamento, sono andata a correre. Quando sono tornata ho fatto le solite cose, nulla di speciale, doccia e cena. Direi che per oggi ho finito, vado dal mio carissimo Netflix, a presto.

6 aprile 2020, ore 17:12, primavera Oggi è il 16 aprile 2020. Sono nel mio giardino di casa a prendere il sole. Chissà chi vive in un appartamento come fa a sopportare questa restrizione: con tutti i vantaggi che ho già non ce la faccio più. Mio padre lavora in Veneto, più precisamente in un piccolo paesino chiamato Scorzè, e lì la situazione non è fra le migliori. A fine febbraio si è precipitato in Lombardia per andare a prendere mia sorella che studia a Milano. Nei giorni successivi ha avuto la possibilità di svolgere il suo lavoro da casa così come la mia mamma e ora siamo tutti insieme e grazie a Dio stiamo tutti bene.&nbsp;La cosa che più mi fa star male è pensare che tutti coloro che si sono ammalati e purtroppo sono morti non hanno potuto trascorrere gli ultimi momenti della loro vita accanto ai loro cari a causa dell’isolamento imposto. Ho letto di un'infermiera che per consentire ad una mamma di vedere per l’ultima volta i suoi quattro figli ha fatto fare una videochiamata con il suo telefono, che in questo periodo si sta rivelando in un utilissimo strumento per consentirci di vedere e sentire i nostri parenti.&nbsp; 22 aprile 2020, ore 19:20 È il 22 aprile 2020 ed è il compleanno della mia mamma! Oggi sono stata interrogata in italiano e credo sia andata piuttosto bene.&nbsp;

Mi sono permessa di uscire di casa per andare a comprare un fiore per mia madre, dato che non è possibile fare altro tipo di regalo. Mi sono anche resa conto che alla fine stare in quarantena non è male, certo devi trovare qualcosa da fare sennò le giornate non passano più, ma tanto con i compiti che ci stanno dando sono più che occupata. Inizia a mancarmi la danza: ogni martedì e venerdì ero abituata a trovarmi alle 15:00 in punto dall’altra parte della città con la mia coda ben alta per poterla scuotere per bene! Mi mancano le mie amiche: Viola, Alice, Rebecca, Vittoria, Lavinia, Emma e Ginevra, è soprattutto di loro che sento la mancanza.&nbsp; 26 aprile 2020, 17:01, primavera In questi giorni c’è un sole stupendo: come sarebbe bello poter passare le giornate in centro con la propria famiglia mangiando un gelato. A breve il nostro premier dovrebbe darci indicazioni su come sarà la vita a partire dal 4 maggio: potremmo ricominciare ad uscire, incontrarci con gli amici? Sicuramente con la mascherina e tendendoci a distanza di sicurezza, ma meglio questo che non vederci affatto.&nbsp;

Da più di due mesi ormai non esco di casa o quasi a a causa della pandemia dovuta al&nbsp;Coronavirus. Come me, anche altri milioni di persone nel mondo hanno dovuto cambiare drasticamente e improvvisamente le proprie abitudini: lavoriamo o studiamo da casa, dobbiamo limitare e giustificare le nostre uscite e gli incontri, facciamo lunghe file davanti ai supermercati&nbsp;e non possiamo fare assembramenti. In alcuni paesi, tra cui l’Italia, l’epidemia di Covid-19 è l’evento più grave che si sia verificato dal dopoguerra a oggi e con l' impatto più pesante sulle vite di tutti. Da settimane non si parla d’altro. La situazione è molto grave; in diversi paesi i contagi continuano ad aumentare, i sistemi sanitari sono in grande difficoltà, moltissime persone hanno perso o perderanno il lavoro. Nei&nbsp;paesi dove il virus è arrivato&nbsp;prima i contagi ora stanno diminuendo e l'idea di ritornare ad una vita normale si fa sempre più concreta.

Dal cinque marzo la mia vita è cambiata radicalmente: all'inizio però non ho vissuto questa pandemia come adesso,&nbsp;anzi non mi potevo aspettare che succedesse niente del genere. Mi ricordo che appena è arrivata la notizia della chiusura delle scuole i miei amici ed io siamo impazziti di gioia ignari del perché fosse accaduta una cosa del genere; un mio amico è addirittura venuto subito a casa mia per svagarsi giocando alla Playstation. Man mano che passavano i giorni però la cosa si faceva sempre più seria, fino a quando il decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha impedito a qualsiasi persona di uscire di casa. Ho subito pensato che non eravamo in vacanza e che stavamo andando incontro a qualcosa di grave. Successivamente, è arrivata la didattica online anche nella nostra scuola così le mattinate sono diventate un po' più simili al periodo precedente all'epidemia e, devo dire, siamo anche riusciti a studiare abbastanza bene.&nbsp;

Mi manca poter uscire con i miei amici, anche solo per un'ora, il tempo di un gelato e di una passeggiata; mi manca prendere il treno ogni mattina con loro per andare a scuola, arrivando alla stazione un minuto prima della partenza prevista per poi scoprire che ci sono dei ritardi; quindi, al freddo, alle 6.40 del mattino, iniziare a maledire Trenitalia, per averci fatto svegliare tanto presto per poi arrivare comunque in ritardo a scuola. Ma adesso che ripenso a tutte le risate che ci siamo fatti in quel treno, ogni mattina, al solito orario, credo che ne sia valsa la pena essermi svegliato presto per tutti quei mesi. E ora che posso svegliarmi a che ora voglio, fare lezione dal letto con la videocamera spenta perché non mi vedano i professori e stare nella comodità e nel caldo di camera mia tutto il giorno, quasi mi mancano i treni sporchi e freddi di prima mattina. Per non parlare delle colazioni al bar davanti alla scuola prima di entrare in classe. Avendo molto tempo libero per riflettere ho capito chi sono veramente le persone che tengono a me, quelle che in questo periodo hanno voluto passare un po' di tempo in chiamata con me per parlare un po', al contrario di quelle che non mi hanno mai scritto neanche un messaggio. Ma va bene così, preferisco mille volte avere pochi amici ma veri, invece di molti amici falsi.

Probabilmente se non avessi avuto tutto questo tempo per riflettere non l'avrei mai capito. Una tecnica che uso durante la quarantena per passare il tempo è quella di tenermi sempre occupato, magari leggendo un libro, guardando una serie tv su Netflix (a volte anche troppe serie tv), facendo esercizio fisico, oppure facendo una passeggiata all'aria aperta intorno casa, per staccare un po' dalla vita monotona di sempre e stare all'aria aperta. Non avrei mai pensato che avrei fatto tutte quelle passeggiate sempre nei soliti posti. Molto probabilmente quest'estate ci saranno le solite restrizioni, magari un po' alleggerite, ma non sarà la vita che eravamo abituati a condurre. È triste pensare ai progetti che avevamo in mente io e la mia famiglia, la settimana al mare, in montagna o magari in una capitale europea, tutto probabilmente, annullato. Ma da un lato è giusto così, sperando di poterci liberare da quest'incubo il più presto possibile, e magari iniziare il nuovo anno con più serenità.&nbsp;

Forse grazie a te impareremo a rispettare di più l’ambiente, a dare più importanza a chi ci sta a&nbsp;cuore, a non sottovalutare quello che viviamo tutti i giorni. Credo che saremo più responsabili, ascolteremo di più chi ci dà delle raccomandazioni, dei consigli e li metteremo magari anche in pratica. Quindi nonostante tutto il male che ci hai portato, grazie. Grazie di aiutarci a crescere e ad aprire gli occhi. Grazie anche a te, perché ci hai dato la possibilità di dimostrare quanto siamo forti e quanto siamo in grado di migliorare. Quando ti avremo sconfitto, ti ricorderemo, ma non con paura, anzi saremo solo fieri di noi stessi.&nbsp;

Caro diario, sono successe tante cose dall’ultima volta che ti ho scritto...partendo dalla sera del 4 marzo, mi ricordo che ero tornata da danza verso le 21.15 distrutta e affamata dopo un allenamento intenso, ero stanca ma avevo ancora da fare i compiti per il giorno dopo e speravo in un miracolo per non andare a scuola. Finita la cena, l’unica cosa che volevo fare era dormire, ma avendo da fare e con l’adrenalina dell'allenamento ancora in circolo non potevo permettermelo, avevo deciso di rilassarmi un po’ e che potevo completare il mio lavoro dopo essermi rinfrescata e messa comoda. Mio padre era in salotto, stava guardando la tv,&nbsp;non&nbsp;mi importava perché l’unica cosa che volevo era chiedere se il giorno dopo potevo stare a riposo, ma poi ho pensato che se fossi restata a casa dalla scuola dovevo saltare anche la lezione di danza, e non potevo assolutamente mancare.

Per la prima settimana è stato tutto molto tranquillo per me, era come essere in vacanza: dormire, mangiare, stare al telefono e fare la doccia e poi tutto ricominciava. Anche la danza era stata sospesa e ne ero grata perché ero davvero stanca con gli allenamenti tutti i giorni e con il fatto che il mio fisico non stava funzionando come doveva e avevo dolori dappertutto, mi faceva male anche semplicemente alzarmi. Dopo un po’ però mi era presa la noia e anche un esaurimento nervoso, perché fino al giorno della chiusura non ero mai stata così tanto a contatto con la mia famiglia e forse con il senno di poi è stato meglio così, iniziate le lezioni online ero un po’ più attiva e non mi dispiaceva ma comunque non era come andare a scuola. Non sono mai stata una persona particolarmente affettuosa e soprattutto che cerca di stare in contatto con le persone quando ci sono le pause scolastiche però sentivo la mancanza dei miei compagni, delle mie amiche di danza e anche dei professori.

Caro diario, sono in terrazza in compagnia della mia gatta a prendere il sole, avendo la sensazione di essere fuori, anche se sono semplicemente sul mio balcone. Mi trovo come tutti gli altri in quarantena e mi pesa tantissimo. Mi sento come se fossi in gabbia. Sono circa le 6 del pomeriggio del 20 aprile 2020. Osservo la strada vuota e decido di scattare una foto. Mi chiedo ogni giorno quando finirà tutto questo e potremo finalmente tornare alla vita reale. Riguardo la foto della via vuota dove in lontananza si scorge il cancello chiuso del giardino comunale e questo mi rende molto triste. Decido quindi di fare una cosa che non ho mai fatto: scrivere una lettera al nonno Sergio. La scriverò qui, sul mio diario, mentre il sole tramonta, poi la ricopierò su un foglio in modo chiaro e leggibile e la spedirò per posta appena possibile, così gli farò una sorpresa. “Caro nonno, sono qui sul balcone di casa insieme alla gatta e guardando la strada vuota ho pensato di scriverti, perché mi mancate, tu e la nonna. Come state? Io abbastanza bene, anche se questa situazione mi rende a volte triste. Ho scattato una foto della strada vuota che ti invierò sul cellulare (perché sei diventato anche tecnologico) dopo che avrai ricevuto la mia lettera e così ne parleremo insieme!

Tutto è iniziato in maniera molto strana, nessuno di noi ,io prima di tutti, si &nbsp;stava rendendo conto di cosa stava davvero succedendo. Da qualche mese al telegiornale si parlava di un virus che aveva già ucciso molte persone in Cina, ma in Italia in alcuni paesi della Lombardia ci furono davvero tanti casi per cui questi vennero chiusi nei loro confini e chiamati “zone rosse”. Nessuno poteva uscire ed entrare da questi paesi, l’esercito li controllava 24 ore su 24.&nbsp;La notizia clamorosa della chiusura della scuola fu annunciata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte la sera del 4 marzo. A me, come a tutti i miei coetanei, &nbsp;sembrava una vacanza particolare perché non era un periodo festivo. In effetti mi ero immaginato di poter giocare e uscire tutti i giorni con gli amici, ma non fu così, la festa durò molto poco. Dopo la scuola chiusero i centri sportivi e all’improvviso non potevo più allenarmi ed i campionati e competizioni furono sospesi. Per questo ero davvero deluso e arrabbiato perché io e la mia squadra di basket in quel momento eravamo primi in classifica e già sognavamo di essere campioni regionali e magari di poter rivivere le emozioni dell’anno precedente alle finali nazionali.

La prima settimana in casa&nbsp;passavo i giorni a fare i compiti e a giocare alla playstation con i miei amici online; la cosa strana è che all’improvviso ci trovavamo con&nbsp;la mia famiglia &nbsp;tutti e quattro in casa. I miei genitori non andavano più a lavorare e quindi per passare le giornate ci inventavamo dei giochi e delle attività da fare insieme. I giorni passavano, ma era tutto molto strano non potendo uscire di casa. I miei genitori andavano a fare la spesa uno alla volta una volta alla settimana e così ci venne l’idea di proporre dei menù tipici di altri paesi, come il menù greco, il messicano o giapponese oppure di proporre menù a seconda dei colori scelti da ognuno di noi. La scuola iniziò a diventare a distanza cioè eravamo davanti ad un pc con una videocamera attivata per poter fare lezione online. A me questo tipo di didattica non mi è dispiaciuto, anche se la scuola è tutt’altro che un pc. Mi è mancata la mia quotidianità, gli allenamenti, i miei amici, le partite e ancora oggi non vedo l’ora che torni tutto alla normalità!&nbsp;

Caro Diario,&nbsp; ho bisogno di te per sfogarmi, per esprimere i miei pensieri, per sentirmi meglio, dato che in questo periodo sei l’unico che mi rimane, solo a te posso raccontare tutto ciò che mi passa per la testa. Mi ricordo perfettamente l’otto marzo di quest’anno, la festa delle donne, una giornata che era iniziata tranquillamente, nonostante i giorni passati già ci fossero avvertimenti di un fatto che ci avrebbe cambiato la vita, un fatto che abbiamo lasciato in secondo piano, di cui non abbiamo compreso subito la gravità, che ci sembrava non troppo rilevante: la diffusione di un virus, che ormai era presente in Cina, esattamente nella città di Wuhan, da molto tempo, ma che era stato reso tabù, il Covid19, noto anche come Corona Virus. Beh, devo ammettere che anche io non ho dato molto peso alle prime notizie che giravano su questo virus, pensavo fosse una cosa leggera, una cosa che in poco tempo sarebbe passata, una cosa che

Cara “me” del futuro,&nbsp; ti racconto di un periodo che ti ha stravolto la vita completamente. Stando a casa hai imparato che bisogna vivere la vita appieno. Dicevi ai tuoi amici : “Tutto questo finirà dopo 1 mese, tranquilli”. Certo Costanza, certo. Quando tutto questo sarà finito veramente imparerai ad apprezzare di più ogni singola cosa, imparerai quanto sia importante avere persone intorno a te che ti vogliono bene, imparerai quanto può valere un abbraccio perché in questi mesi che hai trascorso a casa hai imparato che senza scuola e senza gli amici, non si sta tanto bene. Quando le nostre vite torneranno alla normalità credo che nessuno sarà più lo stesso di prima. Spero che questo virus ci faccia imparare a riflettere sull’importanza della vita, spero possa renderci migliori e spero dia a tutti la forza e le energie per continuare a ridere, studiare, uscire con gli amici, ascoltare i professori e non dare per scontato la nostra solita routine che pensavamo fosse noiosa.

Non vedo l’ora di riabbracciare i miei cari, la mia migliore amica, i miei compagni e i miei nonni. L’atmosfera fuori è molto triste, le strade sono isolate e non ho mai visto Firenze più vuota e silenziosa di così. Questa situazione è molto pesante per me, come per tutti, questo virus sta uccidendo migliaia di persone e&nbsp;è giusto che stiamo in casa a impedire che i morti aumentino, cerco di far passare il tempo ma non è facile, spesso ripenso alla normalità e sento la mancanza di tutto e tutti, il tempo passa lentamente ma cerco di non pensarci, siamo fortunati perché al giorno d’oggi possiamo sentirci vicini ai nostri cari anche non vedendoli, attraverso videochiamate e messaggi ma ovviamente non è lo stesso. Menomale in casa non sono sola, ci sono i miei genitori e mia sorella e ogni cerchiamo di tenerci compagnia in un modo diverso. !

Spero che questa situazione finisca al più presto ma non sono molto fiduciosa, ognuno deve fare sacrifici e so che non è facile ma non dobbiamo arrenderci e il virus non deve abbatterci, menomale ogni giorno persone guariscono e la situazione migliora piano piano. Tutto ciò ci deve far riflettere e spero di vivere in un mondo migliore e più consapevole una volta finito tutto questo

In Italia ancora non c'erano contagi ma verso la fine di Febbraio si presentano i primi casi e il 10 Marzo l'Italia è “zona protetta”. Da quel momento nel nostro Paese è calato il “silenzio”. Manca tanto il contatto fisico con le persone, parenti e amici. La gente cerca un contatto attraverso i social o cantando a squarciagola dai balconi “L'Inno d'Italia” evidenziando solidarietà. A me manca un po' la vita di prima, quella vita dove tutto era scontato, uscire con gli amici , andare a mangiare una pizza con la mia famiglia. Trascorro le mie giornate in casa. Da quando si è avuta questa pandemia e dunque la chiusura delle scuole non mi alzo più presto come prima. Faccio colazione con calma. Gioco spesso alla Playstation con gli amici e faccio spesso delle videochiamate. Coccolo di più il mio amico a quattro zampe e seguo il telegiornale oltre che mi tengo aggiornata sullo smartphone.

Passo più tempo con la famiglia sebbene entrambi i miei genitori continuino a lavorare. Trovo anche più tempo per litigare col mio fratellone!!!!! Alle prime luci dell'alba rompe il silenzio solo il rumore della tramvia che ormai, praticamente vuota continua le sue corse. Ogni tanto rifletto quando guardo Bryan, il mio pastore tedesco, che ignaro di tutto scodinzola e fiero va a fare la sua passeggiata. Un pensiero va a chi oggi lavora in prima linea , i medici, gli infermieri quelli che sono i veri eroi, che mettendo a rischio la propria vita cercano di salvarne tante altre. Sembra quasi che la natura si sia presa la sua rivalsa e ci abbia voluto fermare per poter riflettere e poterci prendere una pausa da questa vita frenetica.

Caro diario, E' ormai quasi due mesi che il mondo si è fermato. In primavera, dove tutto fiorisce e rinasce, all'improvviso qualcosa è cambiato. Improvvisamente perché dalle informazioni che si ricevevano dai telegiornali, media e social, quel mostro chiamato Coronavirus o Covid19 che ci ha fermato doveva essere una semplice influenza, un normale raffreddore. I primi segnali di questa nuova malattia sono arrivati dalla Cina e precisamente dalla città di Whan. Ripenso ancora quando si festeggiava la fine del 2019 auspicando un 2020 migliore ignari della prossima emergenza sanitaria che si sarebbe creata a causa di un virus sconosciuto che aveva iniziato a circolare. Il nuovo Covid19 si è presentato come una polmonite. Verso la fine di Gennaio viene comunicato che il Coronavirus, passato forse dall'animale all'uomo, è molto contagioso.

a fare colazione che iniziavano le video lezioni, dopo pranzavo, mi riposavo un po' e svolgevo i compiti. Ricordo non ero tanto entusiasta della quarantena, nonostante tutto il tempo a disposizione, sentivo che le giornate passavano senza di me. Mi mancava la mia normalità, la mia routine di ogni giorno anche se non avevo tempo libero ed a volte risultava un po' stancante, ma mi piaceva ed era parte integrante della mia vita. Stare a casa con la famiglia e passare del tempo con i miei fratelli mi fece apprezzare le piccole cose che prima non notavo neanche.&nbsp; Scrissi questa lettera con lo scopo di raccontare la mia esperienza, ciò che ho vissuto e come mi sono sentita al riguardo. Cordiali saluti, da una sconosciuta.&nbsp;

LETTERA AL COVID Milano, 07/06/2020 Caro Covid, sappi che sono un ragazzo che ha sempre combattuto a testa alta le molte malattie di cui sono stato vittima, ma devo rivelarti che sei l’unico tra questi con cui ho paura di combattere. Sai, vivendo a Milano, siccome il livello dei contagi è molto alto e soprattutto rapido, molti dei miei parenti infettati non sono sopravvissuti. Ho spesso combattuto malattie molto gravi sulla mia pelle e per questo mi sono dovuto sempre fare forza da solo, la cosa che ho imparato a fare meglio da quando ho iniziato a soffrire della mia prima malattia grave, la leucemia. Sono stati anni durissimi quelli poiché, oltre ai problemi economici, la mia salute era davvero a rischio : in quel periodo mia mamma era sommersa da debiti contratti per pagarmi in tempo le cure. Lei, lavorando in un autogrill, non era in grado di saldarli tutti, ma era la sola a poterci pensare, perché mio padre ci aveva abbandonati. Poiché mia mamma tutti i giorni faceva turni extra, tutte le mattine verso le otto mi lasciava a casa di zia Elisa, che trovava sempre il modo di farmi divertire e passare la giornata.

Caro Diario, sono più di cinquanta giorni che siamo intrappolati in casa, intrappolati nei nostri pensieri, intrappolati nella noia, nel disordine mentale, nella paura, siamo in trappola: questo virus ci sta contagiando anche mentalmente. Non avrei mai pensato che potesse mancarmi la scuola, il nostro centro di aggregazione, un mare di opportunità rubate, luogo d’incontro, di anime ribelli, amori corrisposti e volti brufolosi, mi mancano gli strizzoni allo stomaco prima di un’interrogazione, l’ansia da prestazione prima di un compito di matematica, i panini del bar, le risate con gli amici, i pettegolezzi di prim’ordine che in un liceo non possono mai mancare, la felicità in un bel voto e l’insoddisfazione in un’ insufficienza, mi manca pure quello che prima non volevo fare, quello che mi scocciava intraprendere, mi manca ritrovarmi in certe situazioni, provare certe emozioni, mi manca il senso di colpa, le litigate con le amiche, mi manca vedere la mia città da vicino, mi mancano i turisti, che odiavo

Tutte le sere ormai è di routine preparare la pizza fatta da noi, la mangiamo con tutta la famiglia in giardino guardando il tramonto. Dopo aver cenato ci prepariamo per andare a dormire, ma, fra una cosa e l’altra, facciamo sempre tardi, anche perché stiamo ore in videochiamata con i nostri amici che non possiamo vedere. Ci manca molto la vita sociale, uscire, fare shopping, stare con i nostri amici e anche la scuola ma al momento non ci è permesso. Noi due, pur essendo sorelle, siamo fisicamente molto diverse, ma caratterialmente abbastanza simili per certi aspetti. Possiamo definirci la bionda e la mora: una con occhi azzurri, capelli lisci e biondi, l’altra occhi marroni, capelli neri e ricci. Entrambe amiamo socializzare e fare nuove conoscenze, siamo molto solari ed estroverse, però siamo anche molto testarde. Per altri aspetti del nostro carattere siamo una l’opposto dell’altra. Però su una cosa siamo d'accordo: questo periodo ci dà molto stress e ansia per il fatto che siamo da quasi due mesi in casa e anche per il fatto che molte persone si stanno ammalando e il virus si sta diffondendo molto. Speriamo si risolva tutto al più presto.

La vita è forse come un vulcano dormiente. Ci sono dei momenti, forse lunghi, in cui il vulcano dorme e la vita è solo un pezzo di terra arido, pieno di momenti difficili da affrontare. Poi il vulcano inaspettatamente erutta, libera&nbsp;tutto ciò che ha trovato e cercato nei momenti bui e tutto ciò che possiamo fare è vivere questo momento fino in fondo, perché non sapremo mai quando il vulcano si addormenterà e quando erutterà di nuovo. Ciò che possiamo fare è quindi fornirci degli anticorpi per un domani, per realizzare ciò che ci fa sentire felici senza essere annientato dalla vita, che a volte ci attacca, ma solo per insegnarci a essere forti.

QUARANTENA, disegno 2, 17/04/20 Oggi mia mamma ha tirato fuori delle foto di quando ero piccola. Ho osservato i miei cambiamenti. Mio padre, intanto, scavando nel suo pc, ha trovato dei video del 2007, quando avevo 2 anni. Io cercavo di prendere una caramella e mia mamma mi diceva: “Non la prendere, ti vedo! Ho gli occhi anche dietro!” E questo mi ha fatto pensare al disegno di una statua antica con degli occhi sulla schiena. Perché? Ah, questo non lo so. Ho una mente creativa, il mio cervello fa come vuole. Devo smetterla di pensare al passato, devo pensare al mio futuro. Ho dei sogni, certo, ma sono poco fattibili: diventare doppiatrice è veramente difficile. In quarantena uno pensa veramente a tutto a causa del tempo libero. Comunque spero solo di riuscire a tornare a scuola al più presto. Oggi non ho fatto niente di troppo produttivo e poi non voglio accendere il televisore per vedere il telegiornale. Troppi morti, troppi contagi. Meglio non sapere.

Molte volte quando vado in cento o al ristorante vedo ragazzi/bambini al telefono con il proprio nonno o nonna davanti, non so quanto darei pur di rivedere i miei nonni con me, dico questo perchè è importante stare con le persone che amiamo il più possibile senza distrazioni perché ci sarà un giorno in cui queste persone non ci saranno più. &nbsp;Mi dispiace&nbsp;molto per le persone che hanno avuto un lutto in famiglia. Non riesco a pensare alle persone che hanno avuto un lutto in questi ultimi mesi e non poter andare ad abbracciare i familiari, e vorrei ringraziare tutti i medici che rischiano la propria vita salvando e provando a curare tutte le persone malate. &nbsp;La quarantena non è ancora finita, è vero che siamo nella fase 2 ma dobbiamo sempre restare a casa anche se molte persone ancora non lo fanno. Spero che presto torneremo alla normalità e che l'italia ritorni più forte di prima.&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Io penso che nel futuro le scuole rimarranno, ma con una tecnologia più avanzata e magari anche con l’aiuto dei robot, però penso che la scuola rimarrà sempre perché, oltre che essere un edificio in cui si imparano le varie materie, si&nbsp;impara anche a stare insieme, a comportarci meglio con il prossimo e si impara a seguire certe regole, cose che stando da solo in una stanza non accadono, penso anche che la nostra non rimarrà un’esperienza isolata perché, molto probabilmente, finiremo l’anno scolastico in questo modo e, quindi, ci abitueremo a questo tipo di didattica che poi è un modo efficiente per assegnare determinati compiti e magari aiutare qualcuno che ha qualche difficoltà in più degli altri.&nbsp;

Io penso che la scuola sia molto importante perché ci fa crescere mentalmente apprendendo nuove cose, ma soprattutto ci fa "maturare" facendoci confrontare con gli insegnanti e con i compagni di classe, infatti, creare un legame con i compagni e gli insegnanti è un modo per prepararsi alla vita da "adulti". Ma come tutto, anche l'istruzione, cambierà e si evolverà.

Con questa scuola “virtuale” che siamo usando, a causa di un virus chiamato Covid-19, abbiamo anticipato il futuro. In un futuro non tanto lontano, le scuole rimarranno e anche gli insegnanti non saranno sostituiti (anche perché altrimenti mancherebbero la componente umana e le relazioni che si creano tra i ragazzi, e tra i ragazzi e i professori), ma ogni alunno avrà un proprio dispositivo elettronico e, ad esempio, nel caso uno studente si sentisse male (ma non troppo), invece di stare assente potrà essere presente a lezione attraverso tecnologie molto più moderne di quelle attuali. Potrebbe anche succedere che i colloqui tra genitori e insegnanti avvengano stando a casa, sia i professori che le mamme/babbi.

Dovevi vedere: la maggior parte gli scaffali erano vuoti e c'erano veramente tante persone, non ho mai visto così tanta gente dentro a un supermercato. Ci dovevi essere anche tu! Nella sezione della farina e dei latticini gli scaffali erano deserti. Le persone incominciano ad avere paura e stanno&nbsp;facendo più rifornimenti possibili. Anch'io mi sto iniziando a preoccupare.

Giorno 20: La quarantena mi sta annoiando da morire. Vorrei tornare ad uscire e rivedere i miei amici e i miei compagni di classe. Mi manca studiare, anche se le lezioni virtuali sono iniziate,&nbsp;ma dal mio punto di vista studiare in un banco e parlare davanti a un computer senza nessun contatto fisico non sono la stessa cosa. Spero che tutto questo passi presto.

Caro diario, oggi ti scrivo non contento e controvoglia, perché?&nbsp; Sono stanco, stanco di quello che sta succedendo, di stare chiuso in casa, di aver paranoie sulla mia sicurezza e quella dei miei familiari, ma mi rendo conto che l’unica cosa utile che io possa fare è dare una mano. In questi giorni vedo un’Italia diversa, gente diversa, persone gentili, nessuna discussione. Vedo “andrà tutto bene” e arcobaleni di qui e di là; in un attimo ci siamo trasformati, passando da litigare al supermercato a cantare affacciati alle finestre come se fossimo tutti fratelli. In questi giorni sono stato molto attento a uscire, ma sia ieri che oggi, con protezioni e tutto l’occorrente, sono uscito e ho potuto così rivedere i miei amici, stando a distanza ovviamente. Non vedo l’ora che finisca questo periodo, preferivo svegliarmi ogni giorno alle 6.50 per farmi una bella doccia, vestirmi, fare colazione, poi uscire ed andare a scuola.

La prima cosa bella appena mi sveglio è sapere che essendo in quarantena non bisogna andare a scuola però poi mi ricordo che esistono le videolezioni

La prima cosa bella che mi viene in mente della quarantena in casa è avere più tempo da passare in famiglia e da passare con se stessi per sviluppare qualche hobby o passione, per rilassarsi e per passere i momenti noiosi: infatti, prendersi del tempo per se stessi è molto importante per riprendere qualche vecchia passione come disegnare, leggere, cantare, suonare e scrivere.

La prima cosa bella è che non&nbsp;avrei mai pensato di vivere questa esperienza, di dover restare a casa senza uscire. Il silenzio, le strade deserte, i negozi chiusi, le ore che passano in una lunga attesa. Tutti sono invitati a stare chiusi in casa.

Principalmente ho paura per mia mamma che lavora in ospedale e tanti suoi amici che lavoravano con lei adesso sono ricoverati; dentro di me c’è anche molta rabbia, perché ci sono persone che continuano ad uscire ignorando gli altri e pensando solo a se stessi. Qualche settimana fa ho visto un video di un gruppo di ragazzi che dicevano di voler continuare ad uscire perché tanto loro non si sarebbero ammalati, quindi in casa dovevano starci solamente gli anziani; questa cosa mi ha fatto veramente capire in che società viviamo e mi sono rattristata perché mia mamma lavora ogni giorno, dando il meglio di sè per salvare delle vite, e poi ci sono delle persone che se ne fregano e fanno come vogliono. Non mi sembra reale tutto questo, vorrei tanto tornare indietro nel tempo e cercare di vivere al massimo ogni giorno,ma non è possibile…Spero che questa situazione si risolva il prima possibile ed che ognuno di noi torni a fare la propria vita.

Mi manca la tensione e l’ansia per le verifiche o le interrogazioni, mi mancano gli abbracci dei miei nonni al mattino prima di andare a scuola e soprattutto mi mancano le corse che facevo ogni giorno per prendere l’autobus! Questa sarà un’esperienza che non mi dimenticherò mai, saró contenta di raccontarla quando sarò grande perché so di aver dato il massimo in ogni cosa che facevo,so di aver rispettato le regole e di aver affrontato tutto questo con tanta positività,a testa alta e sempre con il sorriso!

Ciao, mi chiamo M. e vorrei raccontare la mia esperienza in quarantena dal Covid-19 o più comunemente chiamato Corona virus, ma probabilmente lo conoscerete dai vostri libri di scuola o dalle classiche storielle raccontate dai nonni, è la pandemia che nel Marzo del 2020 costrinsi a tutta la popolazione italiana a chiudersi nelle proprie casa, a indossare delle ridicole mascherine e dei guanti di lattice per proteggere se stessi e le loro famiglie. All'epoca ero una quattordicenne piuttosto ordinaria, di statura minuta con occhi di un marrone scurissimo quasi neri e dai capelli castani appena sotto la spalla. Vivevo in un comunissimo condominio assieme ai miei genitori e ai miei tre fratelli. Le giornate in quarantena passavano in assoluta monotonia. La mattina facevo fatica ad alzarmi e quando mi svegliavo, non facevo in tempo

03/04/20 Caro Diario, sono Federica e ho sedici anni. Mi ritengo una ragazza solare e vivace, mi piace molto uscire con gli amici e stare in compagnia. Ho un fratello di nome Francesco di dodici anni, è un ragazzo iperattivo ma anche molto creativo, però a differenza mia non ama molto uscire all’aria aperta.&nbsp; Tanti mi dicono che assomiglio molto a mia nonna quando era giovane. Sarà per i miei occhi azzurri, color mare, ed i miei castani ricci ribelli che come lei porto sempre legati. Tutte le mie amiche mi invidiano per la mia altezza, mi chiedono sempre di prendere le cose dagli scaffali più alti. Io non mi ritengo una persona molto carina, sarà perché sono insicura di me stessa? Boh, chi lo sa! Adesso magari ti starai chiedendo perché ho deciso di iniziare a scrivere solo ora questo diario. Le ragioni non sono molte, quella principale è l’arrivo del covid-19. Non so se sai cos’è: è un virus che attacca maggiormente le persone anziane, come purtroppo è successo con mia nonna.

Cara Rose, ormai è passato quasi un anno dal nostro ultimo saluto. Sappi che non mi scorderò mai dell’ultimo bagno fatto nella tua piscina in una calda notte di luglio, quella sera il plenilunio illuminava come se fosse giorno le dolci colline che circondano Chateau-neuf, incantevole borgo della costa azzurra . Cara Rose mi manchi. Mai e poi mai avrei pensato di poterti scrivere in questa condizione di quarantena. Ripensando a quelle due settimane passate insieme, ho ancora più nostalgia di quella spensierata allegria. Da noi in Italia la situazione è stata veramente difficile e critica, ormai sono passati molti giorni dal mio&nbsp;ultimo giorno con i miei amici. Come tu sai prima della quarantena sono stata a Parigi, fortunatamente questa situazione non mi ha impedito di godermi in pieno il mio viaggio. Infatti se devo dire la verità sono&nbsp;stata molto fortunata dato che la quarantena è iniziata proprio il giorno dopo il mio ritorno.

perché affollavano le piazze, mi manca la routine che ritenevo noiosa, che alla fine si è rivelata sorprendentemente piacevole, mi&nbsp;mancano quelle piccole cose che in tutta la vita non avrei mai pensato di vedere così da vicino, sento un vuoto incolmabile solo immaginando le cose che mi sono persa stando rinchiusa in 100 metri quadri. Ma&nbsp;forse, se ci pensiamo meglio questo virus non è stato del tutto un disastro, ci ha aiutato a capire i veri valori, ciò cui teniamo davvero, ciò a cui diamo sempre meno importanza ma che in fondo ci aiutano a crescere, a maturare, questo virus ci ha reso meno egoisti, indifferenti, il nostro sentirci migliori rispetto agli altri, ci ha reso migliori. Mi manca uscire e tornare alla normalità, certo che mi manca, ma quando ritorneremo a scuola, a uscire il sabato sera, ai pranzi di famiglia, so che nonostante la situazione torneremo a goderci le cose nel modo migliore possibile, senza rimpianti e senza vergogna.

Da quelle poche volte che sono uscita per portare fuori il cane ho capito che la mia città è cambiata, ormai quando per le strade incontri qualcuno si tengono le distanze, non ci sono più quegli abbracci, quelle strette di mano o quei baci che ero solita dare. Le persone sono diverse, unite dalla situazione ma distanti per la paura. La mia città è cambiata, forse è l’unica cosa positiva di tutta questa situazione. Il silenzio ha preso il posto del rumore del traffico, il cielo è finalmente di un azzurro intenso e l’aria profuma di primavera; la natura si sta riprendendo il suo posto perché il suo virus, l’uomo, è in gabbia. Nella mia “prigione dorata” le giornate sono lunghe e non posso fare a meno di chiedermi se Veronesi ha ragione: A cosa serviamo noi uomini sul pianeta Terra? Perché dovremmo continuare a vivere? &nbsp;

Secondo lo scrittore ogni giorno vissuto è nocivo per il nostro pianeta, perché noi lo danneggiamo in qualunque modo e non riusciamo a smettere di farlo, di trasformare ogni bellezza naturale in un centro di attrazione turistica, di cacciare gli animali per farne un capo di abbigliamento, di inquinare il mare con migliaia di tonnellate di plastica, però secondo me quello che gli sfugge è che non tutti gli uomini sono uguali e molte persone sarebbero disposte a rinunciare a tante comodità pur di salvare la nostra casa. È un momento difficile per i cittadini di Firenze, Londra, New York, Pechino, Parigi, per tutto il pianeta, perciò mi sento cittadina del mondo perché come me migliaia di persone sono nella mia stessa situazione. Ognuno al proprio posto in questa enorme barca che sta cavalcando onde nere e indomabili, ma tutti insieme, cercando di andare avanti per superare la tempesta e ritrovare il sole.

Giorno 51 di quarantena Avevo sperato che questo periodo potesse aiutare la natura, ma non la penso più nello stesso modo. Gli animali sono più liberi rispetto a prima, ma mia mamma, che va a lavorare all’ospedale di Ponte a Niccheri, mi racconta spesso di come il parcheggio dell’ospedale sia pieno di mascherine o di guanti monouso. Questi giorni di quarantena sono stati diversi da quelli precedenti, almeno per me. Ha piovuto tanto e io ho immaginato la situazione delle persone che stanno in un appartamento senza giardino, io credevo di morire solo perché per due giorni non sono potuta uscire, figuriamoci quelli che da&nbsp;due mesi sono chiusi in casa. Per fortuna oggi sono potuta uscire un po’, faceva un po’ più freddo del solito , ma si stava bene.

Il disegno in copertina è di Kamel Abdel Kawy Aly Ahmed, alunno della 3RIM.

"Scripta volant", un progetto ormai consolidato della nostra scuola, propone ogni anno agli studenti un tema a cui ispirarsi per costruire esperimenti di scrittura creativa a partire da modelli testuali analizzati nel corso di un percorso di lettura. Quest'anno la nostra progettualità ha dovuto adattarsi alle straordinarie condizioni che abbiamo vissuto: il lockdown, infatti, ha profondamente cambiato il nostro modo di fare scuola e la nostra quotidianità e ci ha costretto a fare i conti con una dimensione totalmente nuova, spesso difficile da affrontare. Per questo abbiamo voluto offrire ai ragazzi uno spazio in cui potessero esprimere se stessi, senza alcun vincolo, semplicemente raccontando le proprie emozioni nel corso di questi mesi tanto difficili. E la loro risposta è quella che trovate nelle pagine seguenti. Noi insegnanti siamo orgogliosi di presentare i loro lavori, con la certezza che rappresentino non solo l'eco dei loro pensieri e delle loro emozioni ma anche un "documento" unico della Storia che ha attraversato le nostre vite. Gli insegnanti di Lettere del Peano

Questa foto l’ho scattata qualche anno fa quando ero al mare. Ho deciso di iniziare questo racconto partendo da questa immagine perché credo che in questo momento rispecchi le mie emozioni nel migliore dei modi. Inoltre, la foto mi ricorda anche tutte le strade deserte delle città, come la mia Milano e tutte le sue vittime, una vera e propria strage! Da sempre questa foto mi ha fatto riflettere e per questo credo che si addica molto all’attuale momento. Adesso tutti noi abbiamo il tempo necessario per riflettere su ciò che siamo e se veramente ci piace, sulle nostre vere amicizie, su ciò che ci piacerebbe fare e soprattutto sulla situazione di oggigiorno, e quindi su ciò che stiamo vivendo. Potremmo chiamarlo un vero e proprio ‘periodo di riflessione’. Adesso, io e la mia famiglia siamo chiusi in un appartamento di 80 metri quadri per colpa di questo mostro chiamato coronavirus. Delle volte mi capita di scagliarmi contro di lui per tutte le persone che conoscevo che ha contagiato e altre che ha portato via e per tutti i progetti, ed i miei obbiettivi nello sport che ha rovinato, ma nello stesso momento mi accorgo che ci sono persone che stanno soffrendo molto di più, ad esempio coloro che non possono permettersi di mangiare e coloro che stanno perdendo le loro famiglie.

&nbsp;In questo periodo mi mancano molte cose, come uscire, correre, stare con le amiche, ridere con loro, fare shopping, vedere i miei nonni e i miei cugini, e, non l’avrei mai detto, ma mi manca pure andare a scuola. Inizialmente ero più che contenta di stare a casa, ma si trattava solo di due settimane, poi queste due settimane si sono trasformate in un mese e ora il mese è diventato due mesi e in più si sono aggiunte le videolezioni dalle otto di mattina e i compiti il pomeriggio. Una delle poche cose positive di questo periodo penso sia il fatto che ognuno di noi ha tempo per riflettere e pensare, io per esempio, che sono sempre stata abituata ad avere le persone a cui voglio bene al mio fianco senza mai pensare a quanto loro fossero importanti per me, ora l’ho capito, ho capito a chi voglio veramente tanto bene e mi sono accorta che alcune persone sono fondamentali per me. Una delle mie paure ovviamente è il fatto che

qualcuno dei miei parenti possa prendere il virus, soprattutto i nonni. Un’altra paura, sicuramente meno preoccupante, è il fatto di dover restare in casa anche durante l’estate, non dico di voler andare all’estero, questo no, ma almeno poter muoversi per l’Italia o nella propria regione. Per esempio vorrei tanto andare nel paesino in campagna, vicino ad Arezzo, dove abbiamo una seconda casa, vorrei poter andare lì perché è un paese piccolissimo, non ci passano macchine, si può correre e camminare tranquillamente senza nessun pericolo e dopo due mesi chiusa in casa avrei bisogno di questa libertà, e poi anche per il fatto di poter rivedere i miei amici lassù. La mia speranza è che tutto questo finisca al più presto, che tutto torni come prima, anche se pensandoci bene ovviamente non sarà tutto uguale a prima, soprattutto per alcune persone che hanno perso qualcuno di importante.

Caro diario, in questo periodo l’Italia, come quasi tutto il mondo, sta attraversando un periodo un po’ problematico a causa di un virus proveniente dalla Cina. In Italia abbiamo, o almeno io avevo, sottovalutato la situazione. Pensavo che non fosse così pericoloso e così facilmente contagioso. Ma una volte visti i contagi e i decessi ho iniziato a preoccuparmi seriamente. Era il 5 marzo quando il Presidente del Consiglio Conte ha deciso di mettere in atto una quarantena ovvero chiudere in casa tutte le persone. Inizialmente un po’ di gente ancore incosciente ha continuato a uscire&nbsp;non preoccupandosi della possibilità di contagio. Ma ora non sono qui a scriverti per darti informazioni caro mio diario; ti scrivo per dirti come me la sono passato io. Purtroppo l’inizio è stato per me un po’ particolare perché solo due giorni prima dell’inizio della quarantena è stato il mio compleanno

Nessuno infatti si poteva aspettare che la quarantena durasse così tanto&nbsp;e per questo motivo eravamo tutti contenti soprattutto noi studenti . Conte però col passare del tempo ha allungato sempre di più il lock-down ed io e molti miei amici abbiamo cominciato ad annoiarci in casa. La mia giornata tipica in quarantena è stata questa: sveglia in base alle video lezioni solitamente verso le 9.00 o le 10.00, &nbsp;2 o 3 ore di lezione e poi durante il pomeriggio e la sera&nbsp;libero. Solitamente stavo in casa poiché si poteva uscire solo per correre o da soli o in due e sinceramente non avevo tutta questa voglia di uscire solo per correre senza stare con tutti i miei amici. Una cosa bella è stato ritrovarsi a giocare con i miei fratelli ed anche i miei genitori a Risiko, a Monopoli e ci siamo divertiti anche a giocare a calcio &nbsp;Menomale che potevo giocare a &nbsp;tennis in casa e a fare gli aperitivi in terrazza&nbsp;e che nella mia famiglia non ci sono stati casi positivi, anche se per scaramanzia preferisco non dire niente.

Durante questo periodo di isolamento fortunatamente non ho avuto casi di contagio tra i parenti e posso dire di essermi accorta di quanto siano importanti le amicizie e i parenti. L’ho capito perché c‘è &nbsp;stato un improvviso distacco a causa dell’inizio dell’isolamento visto che ognuno doveva stare nella propria abitazione e uscire solo per cose urgenti.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Le persone che mi sono mancate di più sono stati i miei amici con i quali passavo ogni singolo week end e con i quali rimanevo fuori fino a notte fonda a scherzare e girare per il paese; li ho &nbsp;rivisti dopo due mesi,alla fine del lockdown e mi sono accorta di quanto sono importanti per me e di quanto mi fanno stare bene. Ovviamente anche i parenti mi sono mancati soprattutto quelli a Firenze che non rivedevo dal 4 di marzo. Fortunatamente con la tecnologia di oggi sono riuscita a mantenere tutti i rapporti con amici e parenti anche se non è stata e non è la stessa cosa che vedersi.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Durante questo periodo mi sono messa alla prova e ho cercato di capire me stessa ma anche le persone che mi stanno intorno e&nbsp;sono arrivata alla conclusione che ho un carattere molto forte e che però sono anche molto testarda,il che mi porta ad avere uno scontro con gli altri anche quando non ce n'è&nbsp;bisogno. La mia routine durante questa quarantena&nbsp;è stata decisamente noiosa, infatti a parte le lezioni e la didattica on-line e il fatto che ho iniziato ad allenarmi facendo molti esercizi per l’addome e glutei (anche grazie alla prof di ginnastica), ho passato giornate intere&nbsp;sul divano o a letto guardando Netflix praticamente h24.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Questa quarantena oltre la noia ha portato anche la tristezza, perché essendo il tipo di persona&nbsp;che sta fuori dalla mattina alla sera è stato quasi un colpo al cuore sapere di non poter uscire più senza un data precisa di fine; quindi mi sono rinchiusa in me stessa in preda a mille e svariati pensieri come se fosse la fine del mondo,per poi ragionare e capire he forse non era proprio così.

Non ti nascondo che i primi giorni ero molto confusa 🥴 , anche se contenta di avere a casa i miei genitori (occasione che c’è solo per levacanze!!) ma non riuscivo a capire come organizzarmi...non avrei potuto vedere neanche i miei nonni, la mia bisnonna, i miei due cugini: ma per quanto tempo??? Fortunatamente la mia scuola ci ha subito dato i contatti per poter avere delle lezioni online con i prof e quindi avere un rapporto anche con i compagni. Tutte le mattine mi vesto👗 e mi trucco 💄 come se dovessi uscire di casa: mi devo collegare con la classe! E durante l’ora di motoria, devo indossare la tuta da ginnastica 🤸‍♀️ perchè facciamo gli esercizi, ognuno sul proprio tappetino, collegati con la prof! Ho imparato a cucinare: nei momenti liberi cerco le ricette su YouTube e provo a preparare dei piatti. Ho fatto anche la Nutella 🍫 ...buonissima!!! Dopo pranzo, quando c’è il sole ☀️ , vado in terrazza con mia mamma per prendere una boccata d’aria.

Mi sono ritrovata a fare cose che prima non facevo in casa… Mi metto davanti al mio armadio aperto a guardare i vestiti 👗 : ho trascorso un sabato pomeriggio a provarli tutti e a pensare gli abbinamenti che avrei potuto fare! Ma riuscirò a metterli in estate per uscire? Mi manca la piscina! Vorrei tornare a&nbsp;nuotare 🏊‍♀️ !!! Da lunedì prossimo ci danno la possibilità di andare a trovare i NONNI, quindi con la mamma, dopo la scuola, abbiamo deciso di andare a Firenze a trovarli...non vedo l’ora, sono due mesi che non li vedo, a loro non ho potuto fare neanche una videochiamata perché essendo un po’ vecchiucci, non hanno il cellulare ☎️ tecnologico, quindi li ho potuti soltanto sentire… I nonni di Pontassieve, come la mia bisnonna, invece li ho visti per videochiamata...è già qualcosa...ma mi mancano tutti proprio tanto!!! Certo che in questo periodo la natura 🌱 è stata bene: la solitudine a lei ha fatto solo bene!

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Nei miei confronti questa quarantena è iniziata con tranquillità e felicità, grazie alle chiusure delle scuole, ma con il passare dei giorni, questa felicità si è trasformata in un ciclo continuo di monotonia e noia che ormai tutti siamo costretti a subire da ormai mesi, avendo addirittura nostalgia di ciò che ritenevamo pesante e inutile da fare fino a pochi giorni prima dello scoppio della pandemia.

Caro diario, mi sembra siano passati pochi giorni dall’inizio della quarantena quando ancora esultavo per la chiusura delle scuole, invece sono passati due mesi e rimpiango le mie giornate a scuola coi miei compagni. Questi giorni sono passati velocemente, non perché io non mi sia annoiato bensí perché sono stati poco produttivi e poco divertenti, giorni vuoti, con pochi fatti che vale la pena ricordare e che mi sono rimasti impressi, anche se credo che deprimersi sia inutile, controproducente e demoralizzante,&nbsp;ma scrivere è una sorta di sfogo. I giorni mi sono sembrati tutti uguali tanto che non riuscivo più ad attribuire il giorno alla data, avevo perso la cognizione del tempo. In questo periodo di solitudine mi sono reso conto dell’importanza della vita sociale e di quanto siano importanti gli amici. L’unico strumento che avevamo per vederci era internet anche se non è assolutamente paragonabile alla realtà e al contatto. Mi è mancato sentirmi vivo, provare delle emozioni forti, che durante la vita quotidiana pre-coronavirus erano la normalità.

“Ma se sei arrabbiata con il Governo dillo subito non ti sfogare con me!”. “Ma come osi, razza di insolente? Sai quante persone tra infermieri e medici stanno dando le proprie vite per salvare il resto degli Italiani, chiedendo loro solo di restare in casa, e che ogni giorno purtroppo devono scegliere chi curare e chi no, e sai quanti di loro sono morti per noi eh? Lo sai quanti?”. “Beh, tanti sì tanti…”. “Cosa?!”. “Sì tanti, va bene ora?”. “Vai in camera tua, subito!" “Va bene, ma non perché me lo dici tu,solamente perché voglio andarci!”. Tommaso si sbatte la porta alle spalle e pensa: “Ma cosa ho detto di male? Le ho chiesto solo una cosa...”. Nel frattempo si appoggia alla finestra e guarda uno stormo di uccelli che si alza libero e spensierato nel cielo limpido. “Quanto vorrei essere uno di loro...”, pensa. Chissà cosa succederà a fine quarantena... “Giacomo, hai visto, è finita la quarantena! Finalmente Conte l’ha tolta, era l’ora!". “Lo so Edo ! Ora possiamo uscire quanto ci pare, anche se con la mascherina e con le protezioni necessarie”.

“Ma chi se ne frega delle precauzioni, ora è tutto perfetto: niente scuola e possiamo uscire e fare quel che ci pare! Però ci sono ancora quelle cavolo di video lezioni”. “Già, anche se tanto non dobbiamo andare scuola. Tra un mese finiscono quindi… perfetto!". “Sì è proprio perfetto! A questo punto possiamo progettare tutti i pomeriggi fuori con i nostri amici, anche se ci sono quei maledetti compiti che li rovinano, però fa lo stesso”. “Già, siamo liberi e possiamo guardare all'estate, che potrebbe diversa dalle altre...”. “Lo so Edo l'ho letto. Vabbè, anche se probabilmente dovremo stare nelle rispettive regioni possiamo organizzare una super estate con i nostri amici, anche se in spiaggia dovremo mantenere le distanze... se ce la facciamo!". “Hai visto che le scuole potrebbero restare chiuse anche in autunno!” “Davvero? Sarebbe bello se succedesse, e se succede...!”. “Se succede, top!”. “Ci puoi scommettere!”. “Edo, immagina quando torneremo a scuola: sarà tutto diverso! Come la immagini?". “Come la immagino? Non ne ho la più pallida idea. Sicuramente non sarà più come prima, penso che ci mancherà il senso di unità della classe. Secondo te?".

“Secondo me? Beh, forse sarà complicato tornare ad essere studente fra i banchi di scuola”. “Sì, hai ragione, sarà tutta un’altra cosa. però spero, quando tutto questo sarà finito, di poter riabbracciare i nostri amici”. “Non pensiamoci ora, ci penseremo quando sarà il momento". &nbsp; Non sono sicuro di quello che immagino. So soltanto che dopo questi momento non solo l’Italia, ma tutto il mondo sarà diverso e che per tornare alla normalità ci vorrà molto tempo. Credo inoltre che sarà importante ricordare questi momenti di emergenza non solo perché rappresentano un momento buio della nostra storia, ma perché ci servano da lezione per ricordarci di essere sempre preparati e uniti in qualsiasi momento.

&nbsp;La prima volta che ho sentito parlare del covid-19 avevo la febbre a 39°, però era appena scoppiata la pandemia in Cina e non ho pensato minimamente di avere il coronavirus e sembrava impossibile che arrivasse in Italia. Quando sono guarito, un paio di giorni dopo, si sono presentati i primi casi di coronavirus a Milano. Il primo pensiero è stato per mio fratello che studia al Politecnico e abita a Milano. Infatti è restato lì per tutto il tempo e ci siamo sentiti tutti i giorni a telefono. Oltre a mio fratello, mi è mancato più di tutto il calcio, sia in televisione che giocato, ai giardini con gli amici o con la mia squadra. Sul momento ero felice perché non si andava a scuola, ma dopo tre mesi di stare a casa mi è mancato il rapporto tra compagni di classe. Essendo una famiglia numerosa (oltre al fratello di Milano ho altri due fratelli) la mia quarantena è stata molto movimentata.

Giorno 48 di quarantena 26 aprile Siamo a 260, 155 in meno rispetto a ieri, finalmente. In questi giorni mi capita spesso di passare un po’ di tempo sui social, e purtroppo sto vedendo cose al quanto irrispettose e da ignoranti, detto proprio schietto schietto. I social sono piattaforme aperte a tutti, anche se a parer mio non lo dovrebbero essere, dove le persone possono condividere qualunque cosa basta che seguano dei termini di privacy e di servizio, ora non sto a perder tempo a spiegare cosa sono i social perché alla fine tutti lo sappiamo. Esistono i social e gli influencer, persone in grado di influenzare scelte, pensieri e decisioni di altre persone e in questo momento di difficoltà mondiale devono dare il buon esempio e convincere con i loro mezzi, i propri fan a rimanere a casa, insomma a seguire le regole.

Giorno 52 di quarantena 30 aprile Siamo a 285 Oggi ero in videochiamata con una mia amica, una ragazza che ero abituata a vedere quasi tutti i sabati, che per me è come una sorella e che non vedo da quasi due mesi. Abbiamo iniziato a parlare, poi, dato che lei ha l'esame, le ho chiesto un po’ di cose per curiosità e mi ha detto che per lei questo era l’ultimo anno con i suoi compagni e quindi non potrà più rivederli… credo che quando usciremo da questa situazione daremo molta più importanza ai piccoli gesti, a dei semplici abbracci, per esempio.

Quando rivedremo i nostri amici o la nostra famiglia indossando le mascherine non vedremo i loro sorrisi, ma i loro occhi, impareremo quindi che la profondità dello sguardo avrà un potere immenso e il linguaggio degli occhi acquisirà un'importanza rilevante.

Praticamente ho passato la quarantena in quarantena: a causa di una serie di complicazioni dovute a un’ operazione mal riuscita ho dovuto girare per due mesi in diversi ospedali e stavo troppo male anche solo per uscire in giardino; appena sono stata meglio e quindi un po’ più autosufficiente è iniziata la fase due quindi in sostanza non ho nemmeno dato peso alla quarantena causata dal coronavirus. Ho comunque avvertito il pericolo e la tensione soprattutto quando ero ricoverata di urgenza in Liguria perché tutti i dottori e infermieri si coprivano completamente tranne gli occhi! e si disinfettavano in continuazione braccia e mani; inoltre a causa della gravità della situazione mi hanno dovuto dimettere in anticipo per lasciare spazio alle persone infettate dal covid-19. I momenti in cui ho avuto paura per me stessa sono stati quando prendevo tantissimi antibiotici per l’infezione che mi avevano indebolita e quindi se avessi contratto il virus avrei avuto molte difficoltà a sconfiggerlo.&nbsp;

Devo solo per le mie visite mediche e analisi del sangue. Ciò che mi è dispiaciuto di più in questa situazione è stato il numero di morti tra cui persone a me vicine e che quando sono tornata dagli ospedali nessuno è potuto venirmi a trovare. Per il resto sono felice che finalmente si stia lentamente uscendo da questo incubo.

La didattica a distanza è veramente faticosa, nel senso che è molto difficile, per me, mantenere l’attenzione e per questo quando spengo il computer cado in una stanchezza incredibile. &nbsp;Sono però contento che i nostri professori hanno trovato una giusta&nbsp;misura fra lezioni, compiti, video ecc.. perché vedo alcuni miei amici che vanno in altre scuole stare tutta la mattina al pc (come noi) ma poi stare fino a sera tardi a fare compiti e relazioni. Ma perché questo accanimento? Perché questa gara a chi fa di più? &nbsp;Stiamo vivendo un momento difficile tutti, perché non supportarci oltre che a continuare a fare lezione? &nbsp;La mia giornata è scandita da una routine: mattina didattica a distanza, pranzo (tanto perché io ho sempre fame) lettura giornali obbligato dalla&nbsp;mia mamma, compiti, gioco on line con amici, cena e dormire.. La mia vita da recluso forzato non è poi così male anche se in casa siamo&nbsp;solo io e la mia mamma che lavorando con stranieri non ha più nessun&nbsp;lavoro e quindi è completamente dedicata a me al cane che abbiamo...

Infatti le prime settimane non sono state facilissime in quando ho avvertito moltissimo l’ansia della mamma per il lavoro che poi si è spostata&nbsp;su di me e la scuola... E’ diventata più esigente di quello che è nella normalità... nervosa e giudicante e questo ha provocato delle liti abbastanza animate. Dopo però una lite riguardante una certa mia indolenza a fare alcuni esercizi di scuola.. abbiamo trovato un importante chiarimento.. Quindi posso dire che il Coronavirus ha aiutato a migliorare la relazione con la mia mamma! &nbsp;A parte gli scherzi, sono abbastanza preoccupato per la scuola in quanto non so come potrò recuperare lo spagnolo scritto che risulta ancora&nbsp;insufficiente e questo mi provoca un’ansia anche per i progetti dell’estate. &nbsp;Non sappiamo come andrà questa epidemia se riusciremo a goderci l’estate. &nbsp;Per me l’estate è importantissima. Io durante l’estate faccio sempre&nbsp;viaggi meravigliosi e faccio un sacco di attività che mi rendono veramente felice. &nbsp;Spero tanto di poter rivivere le estati degli anni passati.

Finito tutto questo mi piacerebbe fare tante cose, come vedermi con le amiche, ridere e parlare con loro, perché farlo dal telefono non è la stessa cosa;mi piacerebbe viaggiare, andare al mare, andare in centro ed entrare nei negozi, fare colazione al bar, ma più di ogni altra cosa vorrei finalmente, dopo tanto, tornare ad abbracciare le persone a cui voglio bene.

Di una cosa sono felice, due giorni fa è iniziato il ramadan e sono sicuro che sarebbe stato impossibile farlo nella “vita normale”, mentre a casa è più semplice perché tutti lo fanno e non c’è cibo in giro a parte dalle sei in poi dove mia nonna inizia a cucinare certe prelibatezze che mi fanno uscire di testa. Ieri invece era il compleanno di mia nonna, è stato diverso dagli altri, gli anni scorsi non facevamo la torta, perché non le va mai di fare tutto il rito di compleanno, invece quest'anno ho sentito il bisogno di farle la torta, il motivo non so qual è. Questo è tutto quello che mi è successo negli ultimi tre giorni. Ci si vede tra altri tre giorni.

Siamo in quarantena obbligatoria da ormai un mese e passa e siamo costretti a uscire dalle nostre case solo se strettamente necessario.&nbsp;Non possiamo avere contatti vicini con nessuno e dobbiamo stare a un metro di distanza l'uno dall'altro. Una cosa incredibile! Le città sono vuote, le scuole sono vuote, i bar sono vuoti, i ristoranti sono vuoti, i negozi sono chiusi. Siamo tutti fermi nelle nostre case, ad aspettare che tutto questo finisca. Noi ragazzi stiamo cercando di rendere “utile” questo tempo stando davanti ad uno schermo a cercare di imparare qualcosa. Le giornate sono tutte uguali, con il sole che splende la maggior parte dei giorni e noi a casa a studiare, a fare esercizio fisico, a cucinare, a guardare la tv... senza uscire. Questo tempo spero sia servito a riscoprire il valore di alcune persone o di alcune cose che abbiamo trascurato. In questo perodo avendo molto tempo libero, cosa che prima non avevo, ho riscoperto molte cose e ho pensato molto.

Stiamo combattendo tutti insieme, “distanti ma uniti”, questo virus, un nemico invisibile e ognuno di noi sta facendo la propria parte. Noi stando a casa e rispettando le regole che vengono decise da chi di dovere; i medici, la parte più importante, tentano di salvare molte vite facendo tutto e molto più di ciò che possono fare; i volontari, che aiutano le persone più deboli e infine e aziende che continuano a produrre i beni essenziali. Siamo in una situazione mai vista prima... Questa virus è arrivato in un momento in cui nessuno se lo aspettava, da un giorno all'altro ci ha sconvolto le giornate, la vita. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità. Io voglio tornare ad uscire e a divertirmi con i mei amici, a fare feste, a pattinare, voglio poter riabbracciare i miei nonni... tutto questo, il prima possibile.

Sono sicuro che questa terribile esperienza ci ha molto cambiato, ci ha reso delle persone migliori, capaci di apprezzare l’importanza di un abbraccio affettuoso ed il calore della vicinanza dei nostri cari e dei nostri amici.&nbsp;

Martedì 14 aprile Caro diario, oggi è l’ultimo giorno di vacanze e se devo dirla tutta non mi mancano tanto le lezioni online, però che dire, vanno fatte… Stamani ho finito i compiti che non avevo fatto e ora sono a poltrire a letto con il computer, sono le 16:30 e tra poco è l’ora dell’allenamento, non ho per nulla voglia ma mi farò coraggio. Non ho tanto da raccontare però sono molto contenta perché tra due giorni è il mio compleanno, in quarantena ma sempre un compleanno è. Quel giorno farò il tiramisù e nulla, non aprirò regali perché sono troppo curiosa e li ho già aperti ma questi sono solo dettagli. Adesso non so più che raccontare quindi stacco, ti riscriverò se avrò qualcosa di interessate da dirti, a presto.

Il mio modo di vivere in pochi giorni era completamente cambiato e, visto che i miei genitori continuavano a lavorare e esporsi al pubblico, abbiamo deciso di usare degli accorgimenti anche tra di noi, cosa che non avrei mai pensato di fare. A me personalmente non è mai piaciuta tantissimo la tecnologia, ma per poter andare avanti mi sono dovuta adeguare, anche se ho trovato delle difficoltà in questo.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; La cosa che mi ha più toccato in questa pandemia è stata la Pasqua senza i miei nonni. Eravamo soliti con la mia famiglia&nbsp;ritrovarsi con tutti i parenti a casa della nonna, invece, vivere quel giorno da soli chiusi in casa non mi è neanche sembrato un giorno di festa. Non ho potuto godermi i sorrisi e l’affetto della mia famiglia per questa situazione e questo mi ha lasciato un grande segno.&nbsp;&nbsp;&nbsp; Mi manca molto il contatto esterno, i miei parenti, i miei amici, chissà quando potrò passare di nuovo del tempo insieme a loro.&nbsp;

Ma in questo momento ci sono anche dei lati positivi come non dovermi svegliare molto presto la mattina e poter passare più tempo a leggere libri che mi piacciono. Rimangono però tante sono le domande che mi sono fatta in questi giorni, una in particolare: chissà se questa pandemia porterà a un grosso cambiamento oppure causerà solo altre disuguaglianze e povertà.&nbsp;

9 aprile 2020, ore 16:22, primavera Non so chi stia leggendo questo diario ma voglio rendervi partecipi di come si è trasformata la nostra vita. Non avrei mai pensato che alla mezzanotte del 31 dicembre 2019 avremmo festeggiato l’inizio di un nuovo anno che, per tutto quello che stiamo vivendo, nessuno avrebbe mai immaginato e desiderato. Chi se lo aspettava che dopo appena tre mesi avremmo dovuto barricarci in casa PER SALVARE IL MONDO. Sembra veramente strano: “Per salvare la propria vita e quella degli altri dovete rimanere in casa!” continua a ripetere il nostro premier, quando ai nostri nonni e bisnonni veniva chiesto di andare a fare la guerra. E pensare che io stavo aspettando ansiosamente le vacanze di Pasqua per potermi gettare fra le braccia dei miei nonni, zii e cugini, che a differenza di quelli di molte mie amiche,&nbsp;vivono in Puglia.&nbsp;La Puglia: quanto mi manca! Chissà se almeno quest’estate potrò andarci. Personalmente, non mi sembra che le persone stiano prendendo troppo sul serio questa situazione.&nbsp; Purtroppo in tanti, soprattutto anziani, perdono la loro vita ogni giorno a causa di questo virus e i nostri eroi (medici, infermieri e tutti i volontari) lottano tutti i giorni per garantire assistenza e conforto a chi si è ammalato, e spesso pagano loro stessi con la loro vita.

Caro diario, Oggi è il 14 aprile e domani si ricominceranno le lezioni online, durante questa quarantena mi sono svegliato sempre verso le otto e mezzo, dato che praticamente tutte le lezioni cominciano verso le nove, invece durante queste vacanze di Pasqua mi sono svegliato sempre molto tardi. Dopo aver fatto una veloce colazione iniziano le lezioni online che possono durare sia poche ore in alcuni giorni della settimana, ma anche molte ore come se fossimo a scuola. Poi quando le lezioni online finiscono, pranzo e dopo essermi rilassato un po', io e la mia famiglia facciamo dei giochi sia nel nostro giardino come calcio, nascondino e molti altri giochi&nbsp;se fa bel tempo, sennò rimediamo dei giochi da tavolo.

La prima cosa bella, almeno quella che pensavo sarebbe stata bella, era quella di poter restare sveglio fino a tardi, così se mai avessi avuto bisogno di dormire, l’avrei potuto fare fino a tardi. Il vero lato positivo è che ho più tempo per restare con la mia famiglia, avere del tempo per riflettere sulle cose che ho fatto, che faccio e che vorrei fare. Ho anche iniziato un nuovo hobby, cioè coltivare delle piantine di peperoncini, perfino una pianta carnivora con cui difenderci dalle zanzare.

La prima cosa bella del restare a casa è il poter stare di più con la propria famiglia. Avendo la scuola, lo sport o altri impegni, la maggior parte dei ragazzi della mia età non riesce a stare molto con la propria famiglia, a discutere, a parlare dei propri problemi o cose simili. Un altro vantaggio è svegliarsi un po’ più tardi di quando si andava a scuola, perché svegliarsi sempre alle 7.10 e camminare 20 minuti per andare a scuola è molto stressante e faticoso, almeno per me. La sveglia mattutina e l’aver più tempo per la famiglia, secondo me, sono gli aspetti positivi più importanti

Le cose positive della quarantena sono:&nbsp;avere la possibilità di dormire tanto, impiegare il mio tempo in cose divertenti come i video games o guardare i film, passare del tempo con la mia famiglia e aver tempo per cucinare, una cosa che mi piace tanto fare.

Quando è stata data la notizia ero molto esaltato ed è stato così per i primi tre o quattro giorni... Le cose positive di questa quarantena, forse, sono state il passare più tempo con i miei genitori e con mia sorella.

Concludendo questa riflessione sulla nostra situazione, vorrei tanto essere positivo e come ho letto su Repubblica (costretto dalla mia mamma) un articolo di Alessandro Baricco che dice: ”E’ il momento di essere audaci!”.. speriamo di riuscirci..

QUARANTENA, disegno numero 1, 16/04/20 &nbsp;Oggi ho fatto il primo disegno di questa quarantena. Ho fatto l’abbonamento a Disney +, e ho guardato un film che non avevo mai visto: “Chi ha incastrato Roger Rabbit ”. Mentre guardavo il film sul pc, ho deciso di disegnare un personaggio, un cartone animato: Bugs Bunny. Che strani questi cartoni animati, sempre felici e sorridenti. Io però al momento non sono poi così felice. Quindi il mio Bugs ha orecchie abbassate, sguardo triste e occhi arrossati dopo un lungo pianto. Sì. Mi sento proprio così in questo momento: triste, malinconica e nostalgica. Vorrei tornare alla mia vita di prima, ma non credo che tornerà mai più. La mia vecchia e monotona vita sarà completamente cambiata alla fine di questo inferno. A proposito, ho letto anche "Inferno2 di Dan Brown. Mi è piaciuto molto. Dicevo, ne usciremo molto diversi. A volte ho dato buca ai miei amici perché non volevo uscire. Sono convinta che non succederà più dopo essere stata in casa così tanto.

Sì, lo so che ti sembra strano... prima non mi sarebbe mai saltato in mente di tagliare il prato, annaffiare piante e fiori e curare la siepe, ma alla fine è anche&nbsp;divertente, prendo un po' di aria invece di stare al chiuso. E pensare che se avessimo rispettato le norme del virus invece che sottovalutarlo, saremmo riusciti a prevenirlo senza mandare nel panico i cittadini italiani. E per gli errori di qualcuno che ha continuato a uscire senza avere cura di se stesso e degli altri, siamo chiusi nelle nostre case da mesi. Non lo so D., spero che la situazione migliori, ho molti dubbi, ormai i contagiati&nbsp;hanno raggiunto un numero piuttosto alto anche nelle altre nazioni. Detto questo, ora ti devo salutare, ti ringrazio per avermi ascoltato come sempre, un abbraccio.

Molte volte mi ritrovo a pensare coem sarebbe se non fosse successo nulla di tutto ciò, sarebbe tutto più bello e fino a qui sarebbero tutti d'accordo. Mi manca moltissimo uscire con gli amici a fare cose normali come andare fuori a mangiare, mi manca il contatto con le persone che prima era anche scontato; mi fa strano dirlo ma mi manca anche la scuola, insomma, mi manca la quotidianità.

In questo periodo così particolare e così difficile penso che tu sia la persona più adatta per capirmi ed ascoltarmi. Mi sembra così pesante non poter fare la mia vita normale e non sentirmi libera! Poi penso a te e alla nonna che non uscite di casa da moltissimo tempo, perché siete più esposti al rischio del coronavirus. Penso alle nostre telefonate, a quando vi chiedo consigli sulle ricette per i dolci, alle vostre parole di affetto sempre incoraggianti, ma soprattutto a tutto quello che la vita vi ha chiesto, a cominciare dall’aver vissuto il periodo della guerra, per continuare con le altre prove difficili della vita combattute da voi sempre insieme. Questo mi dà la forza di affrontare questo periodo, sperando che finisca presto. Grazie nonno, anche il solo scriverti mi ha fatto bene. Speriamo di vederci presto! B.”

Ma adesso mi è negato poterci andare. In gabbia, ecco come mi sento. Passo le giornate a mangiare e a guardare serie tv. Sento come se stessi sprecando intere giornate. Sto anche perdendo giorni che potrei passare con la mia classe dato che non ho legato con nessuno, non come avrei voluto. Adesso risparmio due ore di viaggio per andare a scuola ma sinceramente non vedo l’ora che tutto questo finisca. Ti aggiorno appena avrò voglia di scrivere, Buonanotte

Io mi racconto Storie della quarantena

LE GIORNATE IN QUARANTENA Oggi è il venti marzo ed è da quasi due mesi che stiamo trascorrendo la pandemia insieme. Le nostre giornate sono molto monotone: tutte le mattine andiamo al forno del paese a prendere la colazione per tutta la famiglia attrezzate di mascherina e guanti, rispettando le norme di sicurezza. Il fornaio dove ci rechiamo si trova a cinque minuti da casa nostra, infatti basta attraversare il ponticello davanti casa per arrivarci.&nbsp; Tornate a casa dopo la nostra colazione ognuna di noi fa le proprie video lezioni.&nbsp; Verso le due scendiamo in giardino ad apparecchiare la tavola per il pranzo, approfittando di stare in mezzo al verde e alla natura. Il giardino è molto ordinato e fiorito; ogni giorno dopo aver pranzato ci sediamo&nbsp;sulle sdraio per riposarci un po’ e fare quattro chiacchiere e possiamo sentire l’odore dell'erba tagliata e i suoni della natura che ci circonda. Nel pomeriggio facciamo lunghe passeggiate con il nostro cane Iago, lo portiamo al lago e nel bosco, ci divertiamo e scherziamo tra di noi. Tornate a casa dobbiamo anche studiare, quindi ci prendiamo qualche ora in cui ci concentriamo e ci dedichiamo allo studio. Dalla finestra di camera si scorge un bellissimo paesaggio: possiamo vedere tutto il paese e il boschetto sotto casa.

E’ da alcuni mesi che la mia vita è cambiata a causa della diffusione di un virus, che è arrivato improvvisamente in Cina alla fine del 2019 e che in poco tempo è riuscito a diffondere paura e morte in tutto il mondo. Covid-19 è il nome con cui gli scienziati ed i medici hanno chiamato questa malattia che ha cambiato, in pochissimo tempo, la vita di tutte le persone del mondo, ma soprattutto quella di noi italiani.&nbsp;In Italia questo virus si è diffuso molto velocemente, soprattutto in Lombardia. Migliaia sono le persone, per lo più anziani, che sono morte in pochissimo tempo, da sole, lontane dai propri parenti perché questo virus è così infettivo e così diffusivo che chi ne viene colpito è costretto ad un isolamento forzato per non contagiare altre persone. Quanti individui sono morti da soli, in ospedale, lontani dai propri affetti, quante bare di persone morte di Covid 19 sono state trasportate nei diversi cimiteri! &nbsp;Molti medici ed infermieri, i “veri eroi” di questa battaglia, hanno messo a rischio la loro vita per salvare quella di altre persone

&nbsp;l loro volti stanchi e sofferenti mi hanno fatto capire che questo virus è veramente pericoloso ed era quindi necessario “fermarsi”, interrompere qualsiasi attività per riuscire a fermare i contagi di questa terribile malattia, che non “risparmia” nessuno. Questa è stata la decisione presa dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che con il cosiddetto “lockdown” ha bloccato per due mesi quasi tutte le attività commerciali, ha chiuso le scuole e ha costretto tutti gli italiani a stare chiusi in casa. E’ stato l’inizio della didattica online. Nessuna cartella pesante da portare a scuola, nessuno compagno di banco, nessun suono della campanella che segna l’inizio e la fine delle lezioni. La nostra presenza a scuola dipende da una webcam, da un microfono e da una connessione internet, ma anche da molto impegno: è tutto molto più faticoso, sia seguire le lezioni che studiare per conto proprio!&nbsp;

Mi manca molto il rapporto con i miei compagni e con i miei professori.

Caro diario, questa pandemia che stiamo vivendo ci spinge continuamente a pensare e a riportare alla mente mille ricordi. Non mi sembra ancora vero di essere nel bel mezzo di un periodo storico che ricorderemo tutti come una sfida che abbiamo dovuto superare, ma che purtroppo per ora ci siamo ancora dentro e anche questo non mi sembra vero. È dura non uscire di casa, non poter passeggiare, non uscire con gli amici, non uscire tutte le mattine alla stessa ora per andare a scuola e non poter vedere i propri nonni. Piccole cose che prima ci sembravano banali e “normali”, adesso le desideriamo più di qualunque altra cosa. Il desiderio di uscire dalle mura di casa mia è sempre più forte, a volte mi soffermo a pensare a come saremo una volta finito tutto questo, daremo più importanza alle piccole cose che ci faranno sorridere ancora di più?

GIORNO 47: Nonostante la curva dei contagi stia calando, alla TV dicono che occorre altro tempo, ma hanno allentato le misure restrittive: si possono fare passeggiate o giri in bici e oggi c’è stato anche il record di guariti. Finalmente in famiglia si sono dati una calmata con la cucina, anche perché stanno finendo gli ingredienti e comprarli diventa sempre più difficile, viste anche le lunghe code ai supermercati. Questa quarantena ci sta distruggendo, ma non dobbiamo mollare, non ora che iniziamo a rivedere le spiagge, gli abbracci tra i parenti e le serate con gli amici; non dobbiamo mollare perché lo dobbiamo a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e a tutti quelli che lottano per noi negli ospedali, lavorando senza tregua per assicurarci un domani. &nbsp;285 MORTI&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;1872 CONTAGIATI

Durante la quarantena è come se il tempo si fosse fermato al primo giorno di lockdown: le giornate sono tutte simili, non abbiamo più libertà di movimento e ciò influisce sulla nostra forza d’animo. Al mattino mi sveglio dieci minuti prima dell’orario prestabilito per fare lezione,&nbsp;faccio colazione, mi vesto con i primi vestiti che trovo in armadio; mi collego in video lezione. Terminate le lezioni virtuali, pranzo, faccio esercizio fisico tutti i giorni e faccio i compiti. Secondo me la situazione che stiamo vivendo è negativa, ma ha anche dei lati positivi: è emersa la parte migliore delle persone, quella che aiuta gli altri,&nbsp;quella generosa e disponibile. Spero che tutto ciò non si perda e spero che quando potremo uscire non si formino agglomerati di persone, perché potrebbero aumentare di nuovo i contagi e gli sforzi, soprattutto degli infermieri, dovrebbero essere doppi.

Qua da noi in Italia la situazione è molto triste, è stato un periodo molto difficile per tutti. Sono passati molti giorni in cui al telegiornale c’erano solo brutte notizie, i morti aumentavano e le speranze di poter nuovamente uscire erano poche e vane. Adesso sono quasi passati 2 mesi dall’inizio della quarantena e la situazione sta andando a migliorare fortunatamente. Il presidente del governo italiano ha indetto una seconda fase che dovrebbe essere messa in atto il 4 maggio. Questa nuova fase non è molto diversa dalla prima, ci permette però di uscire nel nostro comune a distanza di 1,80 cm con la mascherina ed è possibile visitare i nostri parenti. In questi due mesi di reclusione ho imparato cosa è veramente importante nella vita. Le cose che prima davamo per scontate adesso non lo sono più, come la compagnia di un amico o solo la sensazione di fare una camminata per sgranchirsi le gambe. Sono in questi momenti di difficoltà che si capiscono le vere cose di cui abbiamo bisogno.

Prima tutti noi davamo per scontata la possibilità di uscire e di essere liberi, la quarantena, da questo lato, ci ha insegnato che cosa serve veramente nella vita per essere felici. Questo periodo ha inoltre insegnato al nostro stato l’empatia, la generosità, la solidarietà e l’importanza dei piccoli gesti, come quello di restare in casa, di rispettare le norme, di indossare le mascherine e stare a un metro di distanza; perchè queste norme sono state pensate per il bene di tutti, perchè con un piccolo gesto, come quello di non uscire possiamo salvare delle vite. Noi dovremmo rispettarle non solo per noi stessi ma per tutte le persone che hanno perso un parente, una persona importante, oppure un loro caro che è stato portato al primo ospedale libero, e non sanno se avranno di nuovo la possibilità di poterlo rivedere, solo per poterlo salutare un'ultima volta. In questi momenti si capisce la vera natura delle persone, c’è chi è egoista ed esce incurante delle conseguenze del proprio gesto,e c’è chi è generoso e aiuta il prossimo, chi è in difficoltà donando il proprio tempo e le proprie risorse.

Ma alla fine tutto ciò che ci viene chiesto è di restare a casa. Non ci stanno chiedendo di andare in guerra! Ma è difficile restare a casa, questo non lo nego. Dal 5 Marzo siamo rinchiusi in casa. “Cosa posso fare? E ora che ho finito di vedere questa serie cosa faccio?” Queste sono delle domande che tutti ci poniamo. Ma tutte le domande hanno una risposta? No. Noi possiamo sfruttare questo tempo per fare ciò che vogliamo, senza uscire. Per scoprire nuovi interessi, per pensare a cosa ci manca di più e per pensare a tutta la nostra vita. So che può sembrare un po’ “patetico” ma forse a volte possiamo immergerci in cose che giudichiamo dalla copertina, ovvero che pregiudichiamo. Quante volte uno studente ha pensato di saltare la scuola per interrompere un po’ la noiosa vita quotidiana o la noia? Credo che non si possa trovare un ragazzo che non lo ha pensato o fatto almeno una volta. Quindi ora che abbiamo tempo facciamo qualcosa che ci possa occupare tempo. La vita non è cambiata di tanto alla fine, no? La mattina mi alzo, certamente più tardi, faccio colazione e mi lavo i denti con calma.

Poi mi accorgo che sono in ritardo e che devo correre ad accendere il computer e sistemare per fare lezione. Stessa situazione quando ero in ritardo e mio babbo mi portava a scuola. Le lezioni sono molto meno sì, ma comunque abbastanza pesanti perché non c’è quel casino in classe che ti distrae. La scuola alla fine è rimasta nei suoi passi costanti. Ma ciò che è veramente cambiato, è il pomeriggio. Il pomeriggio di qualche settimana fa era molto diverso. Tutti i giorni, tranne il weekend, andavo a danza. Mi prendeva tre ore tutti i giorni, ed io ero felicissimo di regalargliele. Poi facevo la doccia e cominciavo a fare i compiti più o meno alle sei e mezzo. Mangiavo verso le otto e mezzo e andavo a letto. La mia danza non si è mai fermata. Ora mi alleno a casa, cercando di migliorare i miei punti deboli. Ma ciò che manca in queste settimane di quarantena è quel pizzico di follia che ogni giorno stava con te a scuola e nel pomeriggio. Il calore delle persone che non conosci come la tua famiglia, il divertimento e le risate condivise con loro e la voglia di vivere sempre un giorno differente da quello precedente.

Cara me del futuro,&nbsp;&nbsp;&nbsp; Non so quanti anni hai e come hai fatto a trovare questa lettera, ma ti sto scrivendo dal passato e, se vogliamo essere precisi, dal 2020. Cercherò di non scrivere tanto perché so che ora ti sarai chiesta: "Ma perché mi sono scritta una lettera?". Il motivo per cui ti sto scrivendo è che per me leggere le lettere scritte da noi stessi per il futuro è molto emozionante, perché puoi rileggere i pensieri che avevamo in passato; e chissà se per te è ancora emozionante.&nbsp; Il mio primo anno di liceo sta per finire e non mi aspettavo che sarebbe finito così: a casa. Immagino che ti ricordi il periodo del COVID-19, ebbene io lo sto vivendo ora: se non ricordi da quanto lo sono, sono in quarantena dal cinque marzo e da lì ho iniziato a fare le lezioni online. Le giornate stanno passando in fretta e il caldo dell'estate si sta facendo sentire. Onestamente, anche se sono una persona che non esce molto (sai come sono), mi manca andare fuori, sai? Chi se lo sarebbe mai aspettato che una volta in vita mia l'avrei mai detto?! È solo che le giornate sono bellissime e soleggiate, quasi che un gelato non dovrebbe mancare, ma ogni volta che guardo fuori dalla finestra sembra di stare in una prigione.

Uno di questi giorni, non mi ricordo di preciso, Conte ha detto che dal 4 potremmo rivedere i parenti e sono strafelice per questa cosa,&nbsp;perché è da tanto tempo che voglio riabbracciare i miei nonni e mi faceva un po’ pena vederli lì, loro due, da soli, in videochiamata.&nbsp;Spero che non ci siano altri problemi e che questa quarantena non vada avanti ancora per tanto. GIORNO 53 DI QUARANTENA (se ho fatto bene i conti)&nbsp; Oggi, 3 maggio, è l’ultimo giorno effettivo di quarantena. Da domani possiamo rivedere i nostri parenti e anche gli amici che vivono nel nostro stesso comune. Credo di essere veramente felice perché stare due mesi senza vedere amici e parenti è davvero brutto. .

A dire la verità non mi aspettavo che la quarantena durasse così tanto, speravo vivamente che i primi di Aprile fosse finita. Durante questa quarantena ho fatto molte cose, che se non ci fosse stata molto probabilmente non avrei fatto, per esempio leggere molti libri, ricominciare a disegnare, imparare ad andare sullo skate, cucinare e cucire e questo credo sia l’unico aspetto positivo di questa quarantena. Per non perderci con il programma scolastico abbiamo fatto le videolezioni online, ma non mi piace molto questo sistema: restiamo il doppio delle ore davanti a uno schermo, anche perché noi giovani ormai non ci stacchiamo molto dal telefono e io ho iniziato a sentire dei mal di testa sempre più forte, mi cominciavano a far male gli occhi e la testa. Questo credo che sia uno dei tanti aspetti negativi, diciamo che questa quarantena aspetti positivi non ne ha tanti.

GIORNO 33: Forse abbiamo preso un abbaglio, perché il numero dei morti, dopo esser calato per un paio di giorni, è tornato a risalire e non sembra stopparsi. È sempre più difficile prevedere quando si fermerà e sapere di tutti i problemi anche all’estero non ci conforta. Da questa settimana a fare le videochiamate non sono solo io, eh sì perché mia madre ha cominciato a vedersi tramite chiamata con le sue amiche, fin qui tutto bene, se non fosse che urla come una scimmia per farsi sentire e questo fa meno piacere ai miei timpani. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;525 &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; 3785

GIORNO 36: I decessi non vogliono fermarsi e la mia preoccupazione sta raggiungendo il culmine, e se non si fermasse? Poi c’è anche il pensiero fisso a questa estate, che non riesco proprio ad immaginare senza il mare e la sabbia. C’è anche un altro argomento che gradirei affrontare, ovvero lo stop del calcio; io sono un grande appassionato di calcio e tifoso sfegatato della Fiorentina, ma avendo sul cellulare alcune applicazioni per seguire il calcio sono tempestato di news sulle incerte decisioni della FIGC riguardo destino della serie A che sembra ormai alla frutta. Sono preoccupato anche per il mio campionato, io gioco in una categoria provinciale e chiaramente rischia di saltare anche la nostra di competizione, cosa che non apprezzerei, non so, si vedrà. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;433&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;3047

Quante volte ci siamo, e mi sono lamentata della scuola e del continuo correre per i nostri doveri. Adesso non dobbiamo farlo, ma nonostante questo continuiamo a lamentarci. Tantissime persone attorno a noi stanno soffrendo ed altre stanno scomparendo ed il pensiero che mi tormenta da giorni rimbombandomi nella mente è: “Non lamentiamoci più quando ritorneremo alla normalità e smettiamo subito di lamentarci inutilmente, perché là fuori innumerevoli persone stanno morendo, e proprio per questo dobbiamo ritenerci fortunati!”. I compiti sono aumentati rispetto a quando andavamo a scuola, e tutte le ore passate davanti al computer mi stanno distruggendo, ma fortunatamente quando ho un po’ di tempo libero posso allenarmi e giocare a tennis nel mio garage.&nbsp; Sono sempre stata molto unita ai miei genitori e sono molto felice di poter passare del tempo insieme a loro. Se devo essere sincera, il fatto che il virus possa contagiare anche loro ed i miei parenti mi spaventa molto. Ormai manca poco meno di un mese al mio compleanno e credo che lo passerò facendo videochiamate e stando con i miei genitori.

Nonostante tutto, sto passando un buon periodo anche se non posso negare la mia malinconia alla vita normale. Mi mancano gli amici, mi mancano i veri campi di tennis, e potrà sembrare strano però...mi manca anche la scuola!

Mi racconto... All'inizio la didattica a distanza mi sembrava abbastanza difficile, mi era molto "strano" usarla per le attività scolastiche ma con il tempo è diventata un'abitudine e non più una cosa difficile da fare. La didattica a distanza era una cosa che prima non praticavo e non sapevo bene come funzionasse, ero abituato ad andare a scuola come ogni giorno facevamo tutto lì, insomma niente di complicato, con la quarantena ogni giorno facevo qualcosa di nuovo, poi mi sono dedicato di più anche a come funzionasse la didattica a distanza. Una volta capito, tutto mi era più facile, stranamente avevo notato che tutto andava per il verso giusto, avevo capito come fare ed era più semplice fare i compiti in digitale anche se per 9 anni sono stato abituato ad andare a scuola normalmente e a fare i compiti cartacei. Anche se tutto andava bene avevo incontrato dei piccoli problemi, da quello che avevo capito era normale avere qualche problemino per esempio qualche compito che non è stato mandato, una videolezione senza tutti i partecipanti... insomma problemi inerenti alla didattica a distanza. Anche se prima avevo dei problemi adesso mi sono abituato a questa didattica a distanza e devo dire che non è neanche così difficile.

È STRANO. Coloro che da sempre davano tutto per scontato, ora rimpiangono ogni singolo attimo che gli è stato strappato via dal tempo. SOFFRONO. Soffriamo perché passiamo la nostra vita a costruire le nostre abitudini, ci rifugiamo in esse e ci sentiamo sicuri, ed ora tutto questo è svanito nel nulla. Mi mancano, mi mancano molto, tutte le risate, le cavolate, le litigate, le feste, i balli, i pianti, i giorni difficili, mi mancano tutti questi momenti. Non ci crederai mai Costanza ma ti mancano anche i professori e la scuola, quella scuola che spesso ti sembrava una prigione ma che, ora che non puoi frequentarla, ti manca da morire. VOGLIO DIVERTIRMI. Vivere la vita giorno per giorno, apprezzando ogni attimo, bello o brutto che sia. Apprezzare solo il fatto che sono libera, che sono in salute e che posso vivere tranquilla. Ho imparato da un virus quanto la vita possa essere imprevedibile. Troveremo qualsiasi scusa per stare fuori casa, per stare con gli amici, per recuperare tutto il tempo

che abbiamo perso, che c’è stato rubato ingiustamente. STO IMPAZZENDO. In questo momento vorrei poter uscire di casa senza divieti, correre e poter urlare a squarciagola come non ho mai fatto. Quando tutta questa “guerra” contro il virus sarà terminata molte persone purtroppo non ce l’avranno fatta ma noi, che stiamo bene, dovremo vivere anche per loro, loro che ci daranno la forza per continuare ad andare avanti da lassù, dal cielo immenso. Cari malati e vittime del Corona Virus, siete i veri guerrieri di questo mondo e per chi ormai non c’è più, sappia che sarà ricordato come si deve, perché se n’è andato combattendo fino all’ultimo respiro e i combattenti veri non si dimenticano così facilmente. Forse più che le mie riflessioni a voi servono il silenzio, un abbraccio, una carezza, un bacio, perché a volte sanno essere più utili di mille parole. “Caro” Covid19, non sei che un altro degli ostacoli che ci faranno crescere ancora di più.

Caro diario, la quarantena ha preso tutti un po’ alla sprovvista dato che all’inizio il virus non sembrava niente di che e le prime settimane sono state abbastanza divertenti perché con i miei amici ci videochiamavamo ogni giorno, ma dopo poco abbiamo smesso perchè ognuno di noi ha iniziato a fare videolezioni. In quarantena non c’è molto da fare e la noia prende il sopravvento; personalmente sono una persona che ha bisogno di sostegno psicologico, dato che ho spesso problemi di rabbia e in quarantena mi sento molto oppresso dai miei sentimenti e dalle mie paure. Fin da bambino sono sempre stato il primo a voler stare fuori perchè la mia voglia di non pensare mi porta a sentirmi in una piccola prigione ogni volta che devo stare in casa; infatti quando esco non penso ai miei problemi e invece quando sto con i miei amici mi sento quasi sollevato.

14 aprile Caro diario, oggi termina la settimana di vacanza, in questa settimana mi sono svegliato un po' più tardi del normale, finalmente ho avuto una colazione tranquilla. è strano, ma ho fatto una torta al cioccolato (non ho fatto molto bene, ma almeno non mi sono annoiato). Io di solito non cucino o faccio torte ed è per questo che non ho fatto così bene; poi ho fatto le cose che faccio di solito durante la quarantena. La verità è che non mi manca così tanto le lezioni online, ma dobbiamo farlo, a partire da domani mi sveglio un po’ prima e non sono molto emozionato.

Esso non può essere sostituito da immagini che parlano dallo schermo del computer. Trovo questo modo di svolgere la lezione molto “freddo”, “meccanico”, in cui manca del tutto la componente affettiva ed il rapporto umano; mi trovo ad interagire con una macchina fredda, che mi trasmette solo nozioni, ma nessun amore per quello che sto ascoltando. In questi ultimi due mesi le giornate sono state tutte uguali, molto monotone, sono stato costretto a stare chiuso in casa senza poter uscire neanche per fare una passeggiata con i miei amici o con i miei parenti. Da settimana scorsa la situazione è un po’ migliorata, la vita ha ricominciato a riprendere un po’ il suo corso normale, molte persone hanno ripreso il loro lavoro, ma con mille precauzioni, bisogna sempre stare ad un metro di distanza l’uno dall’altro ed indossare mascherine e guanti. Mi sembra di vivere un brutto sogno

Mi manca correre, giocare all’aria aperta, mi mancano le risate dei miei compagni di classe ed il rapporto diretto con i miei professori! Mi manca fare la fila per prendere il panino al bar, uscire di scuola correndo per non perdere l’autobus per andare all’allenamento di calcio, mi manca quella quotidianità che mi sembrava così normale e che invece ora sembra “eccezionale”. Solo ora mi rendo conto di quanto ero fortunato perché ero libero di correre, di ridere, di abbracciare i miei amici, di condividere con loro la stessa bottiglietta d’acqua, lo stesso pacchetto di patatine. Adesso è tutto “proibito” anche una semplice stretta di mano per salutarsi. Spero che gli studiosi riescano a trovare presto un vaccino che ci protegga da questa malattia ed una cura capace di aiutare chi ne è colpito

Solo allora potremo tornare alla nostra normalità, a quella che era la nostra vita prima del Coronavirus

L’isolamento sociale sta diventando veramente molto pesante, mi manca il contatto con i miei amici, la scuola, gli abbracci.

Secondo me le scelte dello stato italiano sono state corrette. Dal 18 maggio abbiamo potuto ricominciare a uscire piano piano, ma secondo il mio parere molti cittadini la considerano già come storia chiusa e usciranno normalmente potendo così fare rialzare i numeri di contagi. Una cosa che mi ha colpito molto di questa quarantena è che nella prima fase sul web ci sono state molte&nbsp;foto e video di persone che sostenevano l’Italia addirittura da altri paesi . Uno degli hashtag # che ha spopolato di più sul web è stato #iorestoacasa . Comunque non avrei mai pensato di dirlo ma…mi manca un po’ la scuola. Ciao caro diario, forse riparleremo domani.

ovviamente preferivo quando vedevo le persone dal vivo ma fare le videolezioni ci permette comunque di vederci. Dopo ho pranzato con i miei genitori e mio fratello, pranziamo sempre in giardino se non piove, prima della quarantena mi sarebbe piaciuto molto di più vivere vicino alla città ma adesso avere un giardino con un tavolo, un gazebo, e delle sdraio per prendere il sole è diventato una fortuna, oltretutto vivendo in campagna ho dei campi vicino a casa mia dove posso camminare perché non c’è nessuno, e quindi cerco di stare fuori il più possibile per prendere un po’ d’aria. Durante la giornata faccio i compiti e solitamente sto in giardino o in camera mia, guardo tantissime serie su Netflix e faccio ginnastica con il tapis roulant, con i tappetini e quello che ho a casa. Mi sono praticamente abituata a passare le mie giornate da sola, comunico sempre con le mie amiche, parlo spesso in chiamata con più persone possibili certo, ma ho comunque capito che riesco anche a stare da sola,

e ho scoperto che stare in casa da soli oltretutto aiuta a concentrarsi molto su se stessi.&nbsp; Nonostante ciò spero davvero di poter tornare alla normalità il prima possibile, a volte penso al fatto che forse stando a casa stiamo perdendo uno degli anni più belli della nostra vita, penso a tutte le cose che avrei fatto in tutti questi mesi se non fosse successo tutto questo e a volte ho anche dei rimpianti, perché penso che avrei potuto godermi molto di più la mia vita fino ad ora, avrei dovuto godermi di più i momenti passati con le persone che amo, non avrei mai pensato che un giorno, avrei sognato con tutta me stessa anche solo di poter andare a scuola e vedere gli amici perché mi sembrava scontata come cosa. Da questa esperienza posso quindi dire che se tutto tornerà alla normalità darò molta più importanza alle piccole cose e alle persone che mi circondano.

In questo lungo periodo di lockdown non mi sono sentita sempre bene. Ci sono stati momenti felici ma anche momenti molto tristi, Mi mancava uscire con gli amici, soprattutto con la mia migliore amica Rachele e il mio ragazzo Riccardo. E' stato un periodo lungo che purtroppo ancora non è del tutto terminato; all'inizio della quarantena, quando avevano dato la notizia dello stare a casa ero felicissima, pensavo che mi sarei riposata e divertita a non andare a scuola, studiare e alzarmi presto la mattina. Non mi aspettavo tutto questo... Stando a casa molte giornate le passavo davanti al computer a guardare Netflix o a messaggiare con gli amici. Mi sembrava di non essere mai stanca, infatti mi addormentavo sempre molto tardi, avevo perso la mia routine, che poi ho un po' ripreso facendo le lezioni online. Durante le lezioni guardavo i miei compagni, e anche se questo è solamente il primo anno con loro, soprattutto le mie amiche Emma, Rim e Micol con cui ho legato tantissimo.

A casa l'aria era molto tesa , io e la mia famiglia stavamo a lungo davanti al telegiornale, come non lo eravamo mai stati. Non sapevamo cosa fare, qui in Italia non si fa che parlare di questo virus, solo adesso stiamo iniziando a pensare ad altro; non ho sentito nessun telegiornale che pensava ad altro, io capivo e capisco tutt'ora che questa primavera 2020 non è stata dei migliori, però dobbiamo pensare anche che questo virus ci ha aiutato a riflettere, e a renderci conto di cosa è davvero importante, quando prima invece ci sembrava scontata. Dobbiamo pensare anche che con questa quarantena stando a casa l'ambiente è un po' migliorato rispetto a come era prima, ci sono state molte meno macchine in giro quindi molto meno smog, ed è bene così. Forse il virus è stato un aiuto da parte dell'ambiente, accorgimento, forse stavamo andando troppo veloce. Io non so rispondere a questa domanda, però so per certo che ognuno di noi capisce l'importanza per qualcuno o per qualcosa solamente quando gli viene tolta.

Panzano In Chianti ( FI)&nbsp;&nbsp;16/04/2020 Cara mamma,&nbsp; come stai? Io non molto bene. Devi sapere che da un mese a questa parte le scuole, i negozi ed i musei (quelli che piacciono tanto a te), sono chiusi e le persone sono costrette a stare 24 ore su 24 in casa; chiuse e senza alcuna possibilità di uscire, solamente per fare la spesa. Tu penserai che queste saranno solo delle vacanze, molto lunghe, ma vacanze!

E se di dicessi che è qualcosa di molto, ma molto peggio? Beh, dagli inizi di marzo non si fa altro che parlare di questo corona virus, un virus che sarebbe partito dalla Cina e che si sarebbe diffuso in tutto il mondo, provocando tantissime morti!&nbsp; Ora sono qui in camera e ti devo lasciare, perché ho moltissimi compiti!! E tu non vuoi questo vero?&nbsp; :):) A domani.

Panzano In Chianti ( FI)&nbsp; &nbsp; 17/04/2020 Ciao mamma,&nbsp; Ho appena finito di mangiare dalla nonna, dato che il babbo non può occuparsi di noi perché lavora moltissimo! In questi giorni mi sto sentendo con Gemma, Teresa, Eleonora ed Anastasia.

Comunque questo pomeriggio, rovistando fra le vecchie foto ( già… mi era venuta nostalgia), ho trovato delle vecchie foto del mare! Te lo ricordi ? Non vedo l’ora di ritornarci! Non ho trovato solo foto, ma anche alcune conchiglie che avevo raccolto. Quanto mi piaceva! Anche se è passato tanto tempo, me lo ricordo come se fosse ieri: io che correvo sul bagnasciuga e con il mio secchiello le raccoglievo e te le mostravo con così tanta fierezza!&nbsp; P.s Devo dirti che purtroppo questa sarà l’ultima lettera che ti scrivo, dato che fra poco finirà la quarantena ( almeno speriamo) e tutto quello che dovevo dire l’ho detto.&nbsp; Un abbraccio.

Insomma come puoi vedere sto cercando di tenermi un po' occupata! Ma mi manca molto lo stesso star fuori a godermi queste belle giornate di Sole !!&nbsp; &nbsp; 

Dobbiamo riscoprire il valore di un abbraccio, di una carezza, di una pacca sulla spalla per incoraggiarci, di una cena con gli amici e di una corsa all’aperto. Dobbiamo renderci conto di quanto sia indispensabile la nostra libertà e inoltre grazie alla quarantena stiamo facendo anche un grande piacere al nostro pianeta, lo stiamo aiutando con l’inquinamento e anche se non risolverà tutto, è importante anche solo un piccolo gesto.

Panzano In Chianti (FI)&nbsp;24/04/2020 Cara mamma,&nbsp; scusa se non ti ho scritto negli ultimi giorni, ma non ho fatto niente di che e le giornate sono trascorse regolarmente e senza alcun tipo di problema, a parte il fatto che sono stata zitta tutto il giorno, dato che dovevo prendermi un momento per riflettere e stare con me stessa. Qualora ci fossero problemi o altre cose ti spiegherò tutto, non ti preoccupare! Sennò a chi lo dico?? Ci risentiamo.

Sentivo una tremenda malinconia dei momenti passati fuori con gli amici e delle risate assieme. Mi veniva da piangere! Sapevo che quel giorno non sarebbe stato un buon momento per pensare, sennò avrei dato di matto. Così mi sono messa a ordinare il salotto ed ho chiamato le mie amiche, giusto per non pensare e concentrarmi su quello che stavo facendo. Dopo ciò mi sono messa ad ascoltare la musica, che in questo periodo mi sta aiutando molto, mi porta sempre in un mondo magico e mi fa vivere momenti bellissimi!

Panzano In Chianti (FI)&nbsp;&nbsp;25/04/2020 Cara mamma,&nbsp; ho appena cenato e mi prendo questo momento per raccontarti questo week-end, perché non è partito proprio benissimo: oggi mi sono svegliata presto, ma sentivo di non avere così tanta energia e prevedevo una brutta giornata,&nbsp; così è stato.

Ho litigato con il babbo ed Agata. Lo so che non vuoi questo, ma oggi non ero proprio in giornata! Ho cominciato ad urlare come una matta, così tanto che mi hanno sentito pure i vicini! Ma ogni tanto ci vuole, perché penso che mostrarsi sempre sereni e calmi non sia d’aiuto, sia per noi che per le persone che ci circondano, perché non sapranno mai la tua vera natura. 

ascoltando la musica e ballando, scatenandosi senza alcun rimorso. Ora come ora, però, sarei felice anche solamente di vedere la mia migliore amica ed andare con lei a prendere un gelato, metterci a sedere su una panchina e parlare con lei di mille argomenti di cui non abbiamo potuto parlare in questi mesi perché eravamo distanti. Ho bisogno di sfogarmi parlando con qualcuno o, come ho detto prima, dando anche solo un abbraccio, sprofondando nelle braccia di qualcuno, sentirmi protetta, al sicuro, anche se con questa situazione non è effettivamente così.&nbsp;

Tutto questo è difficile, ma piano piano tutti insieme stiamo riuscendo a andare avanti.

Caro diario, sono io, Camilla. Colei che ti ha messo in uno scaffale polveroso e che ti ha dimenticato per tanto tempo. Sì, sono proprio lei, che riprende in mano carta e penna e smonta le barriere della sua anima e lascia che tutto scorra sul foglio. Sì, in questo periodo succede anche questo. E chi l’avrebbe mai detto, due mesi fa, che saremmo finiti qui. Mi ricordo ancora quando ci furono i primi casi in nord Italia, io ero in montagna con la mia famiglia e con alcuni nostri amici lombardi. Mi ricordo bene la nostra noncuranza e la percezione che fosse un problema banale e facilmente risolvibile. In poco tempo è cambiato tutto. Il mondo è diventato un enorme ospedale e i cittadini prigionieri nelle loro stesse case.&nbsp; E’ strano sai, quello che provo in questo periodo. Mi sento come chiusa in una scatola, privata di tutte quelle emozioni che sentivo prima, come bloccata in una quotidianità nuova, abituata a non sentire più il contatto umano e ad uscire.

Caro diario, oggi è il trentunesimo giorno di quarantena, almeno credo, sai ultimamente non li conto nemmeno più, altrimenti mi sale l’ansia. Oggi però non è un giorno come gli altri, sono uscita per la prima volta dopo un mese che stavo chiusa in casa. Ieri ero molto giù di morale, ho pianto tutto il giorno senza un vero motivo. Penso che in questo periodo tutti abbiano avuto un crollo mentale, no? Beh io sì, le lacrime scendevano da sole ogni volta che guardavo fuori dalla finestra o pensavo ai momenti felici con i miei amici. Per questo oggi mia mamma ha deciso di accompagnarmi fuori: abbiamo racimolato tutte le bottiglie e i barattoli di vetro vuoti che avevamo in giro per casa e siamo scese a buttarli nella campana. Ho deciso di immortalare questo momento con una foto, purtroppo non si vedono i nostri sorrisi… sono coperti dalle mascherine. Il sorriso però è nei nostri occhi, non avrei mai creduto di poter essere felice per essere scesa a buttare il vetro a due passi da casa… Prima nessuno voleva scendere a buttare la spazzatura, adesso faremmo di tutto pur di uscire a prendere una boccata d’aria. Che poi “boccata d’aria” si fa per dire, mi sento soffocare con quella mascherina che mi copre naso e bocca. Purtroppo mi ci dovrò abituare, questa sarà la “normalità” per un bel po’.

Era un giorno come tanti altri. Avevo il presentimento che in quella giornata qualcosa sarebbe cambiato a causa di questo maledetto virus che da mesi stava girando in Cina. Era tardo pomeriggio quando una notizia shock arrivò su tutti i canali: le scuole sarebbero rimaste chiuse fino al 15 marzo per contenere l’emergenza sanitaria nazionale. Inizialmente ero incredulo, perché finalmente potevo avere un po’ di relax e inoltre perché il giorno seguente ci sarebbe stata un’interrogazione. Ho pensato: “per fortuna l’ho scampata”, ancora però non avevo percepito la gravità della situazione. Soltanto con il passare dei giorni ho avuto via via la consapevolezza che sarei rimasto “in prigione” nella mia casa. Sono circa 20 giorni che siamo chiusi dentro queste mura senza poter uscire. Le giornate scorrono lente, ognuno di noi ha dovuto rivedere i propri ritmi di vita adattandoli ad una vita di clausura. Mia mamma oramai è diventata una maniaca della pulizia e pulisce casa ogni giorno; il mio olfatto si sta abituando a quell’odore di alcool che pervade in tutta la casa.

Questo periodo di pandemia mi ha trasmesso molte emozioni. L'emozione più forte è stata la paura. I primi casi di Covid-19 sono stati presi alla leggera, solo dopo l’annuncio di Conte, io mi sono preoccupata perché ho capito che era una cosa seria. La prima settimana di quarantena non è stata difficile per nessuno della mia età, le scuole erano chiuse e pensavamo di “divertirci” stando in casa. Passate le prime due settimane, le mie emozioni sono cambiate dalla felicità alla noia: intendo la noia generata dal fatto di non poter uscire, dalla mancanza dei miei amici, del mio ragazzo, delle mie abitudini. Dopo più di due settimane ero molto spaventata perché avevo paura che mio padre facendo su e giù dal lavoro si prendesse il Coronavirus, anche perché facendo il dentista era ed è a stretto contatto con le persone.

Un’altra paura c'è stata anche quando mia mamma andava e va a fare la spesa, perché io abito in un paesino in collina e mi ero stupita che ci fossero stati casi di Coronavirus&nbsp;e solo lì ho realizzato che la situazione si faceva sempre più difficile, sentivo la mancanza, la mancanza di molte cose e persone che non pensavo di avere. In questa quarantena ho scoperto quanto è bello e prezioso stare con la propria famiglia. Molte persone si sono rese conto dell'importanza di molte cose, anche semplici, delle quali prima non si rendevano conto, ma io penso che non sia positivo che ci sia voluta una sciagura come il coronavirus per capire ciò. Non capiamo l’importanza di una persona, animale o cosa fino a quando non ci viene portata via. E’ strano sentirlo dire da un'adolescente ma il problema è la tecnologia che ci porta in un altro mondo del tutto immaginario.

sᴀʙᴀᴛᴏ 𝟷𝟾 ᴀᴘʀɪʟᴇ Caro diario, oggi sono stata con la mia famiglia a fare una passeggiata nel bosco; è stato divertentissimo avventurarmi nella natura, abbiamo sentito diversi animali e visto parecchio verde. Camminando, pensavo a quanto mi mancasse uscire in città assieme ai miei amici, ma, siccome mi stava venendo una forte nostalgia, invece di buttarmi giù di morale ho preferito godermi lo splendido panorama e rotolarmi nell’erba insieme a mio fratello. Tornati a casa ci siamo fatti una bella doccia e abbiamo mangiato tutti quanti insieme guardando un film, "E.T l'extra-terrestre", che è stato molto bello e mi ha fatto piangere tanto, te lo consiglio..

ʟᴜɴᴇᴅɪ̀ 𝟸𝟶 ᴀᴘʀɪʟᴇ Caro diario, scusami se ieri non ti ho scritto, ma in questi giorni non ho avuto molte avventure: sono stata tutto il tempo a casa senza fare molto, ho guardato la televisione, ho fatto ginnastica, ho mangiato, un po’ come tutti credo, e nient’altro di più, ma ho anche pensato tanto, per via della nostalgia di tutte le persone che non posso vedere, a partire dai miei amici. Stare in casa fa pensare molto e non sempre è un bene, mi girano tanti di quei pensieri per la testa che ho perso il conto di quanti sono. Quando mi annoio di solito ascolto spesso la musica, una canzone in particolare che ascolto è “Make you mine”, una delle mie canzoni preferite che mi trasmette sempre allegria,e appunto per questo, oggi sono andata a fare una camminata per vedere il tramonto mentre ascoltavo questa canzone.

È strano e triste per me vedere senza vita un luogo pubblico dove fino a qualche mese fa i bambini e i ragazzi si riunivano nel pomeriggio per chiacchierare o per giocare insieme. Comunque, tra una settimana e un giorno esatto sarà la Festa della Liberazione Italiana dal nazi-fascismo e sarebbe bello festeggiare anche la liberazione da questo maledetto virus che, ogni giorno, prende il sopravvento su moltissime vite umane portandosele con sé. Tutte le sere, mi addormento con la speranza che al mio risveglio il numero di morti sia pari a 0 così che, piano piano, si possa riprendere a vivere la solita e “noiosa”, ma a volte sorprendente, vita di prima. Si dice che a maggio le attività commerciali riapriranno in varie fasi e già questo è un passo avanti. A questo punto, mi chiedo solo quando potremo tornare sui banchi di scuola insieme ai nostri compagni, ricominciare a vederci e a uscire con le altre persone, andare a mangiare al ristorante tutti insieme, andare a fare un giro in centro a Firenze, visitare altre città.

&nbsp;Spero che tutto ciò finisca al più presto anche se con questa quarantena ho molto più tempo per stare con la mia famiglia, cosa che prima non facevo mai visto che avevo molti impegni. A volte penso che tutto questo sia solo un grande e brutto incubo dal quale mi sveglierò e tutto questo scomparirà in un battito di ciglia. Saluti.

E’ strano non arrivare a scuola e vedere i miei compagni reduci da un sonno durato poche ore, sorridergli e capire che se affronteremo la giornata scolastica insieme “andrà tutto bene”.&nbsp; Ormai ogni mattina mi sveglio, pensando di uscire, di fare una passeggiata, di rivedere i miei amici...ma un attimo dopo torno alla realtà. So di dover essere positiva, di avere fede nelle persone e in coloro che ogni giorno rischiano la propria vita per aiutare gli altri, ma anche fede in qualcosa di più grande. So di dover andare avanti con il sorriso perché questo momento passerà, ne sono convinta e tornerà finalmente la normalità.&nbsp;

Questa esperienza mi ha fatto capire ciò che è veramente importante per me, infatti ho sempre dato per scontato di avere una vita normale: uscire la sera con gli amici e dover correre fra le strade del centro per arrivare in tempo alla fermata e prendere l’ultimo autobus che mi riporti a casa, la possibilità di andare a fare una passeggiata lungo le rive del fiume e non avere paura di uscire per fare delle semplici commissioni, come andare a fare la spesa o andare in farmacia. D’ora in poi non mi lascerò sfuggire più niente, imparerò a vivere il momento, a fare le cose senza aver paura di sbagliare e solo così riuscirò a vivere a pieno, perché proprio come disse lo scrittore Luis Sepulveda, che ora non è più tra noi a causa del virus, “la vita si misura dall’intensità con cui si vive”

Oggi è il 14 aprile, ormai è più di un mese che siamo in quarantena. Anche se io ho la fortuna di abitare in campagna e avere come vicini i mie nonni e i miei zii, non vedo l'ora che finisca la quarantena o quantomeno che ci permettano di uscire di nuovo perché mi mancano da morire i miei amici. Le giornate ultimamente si svolgono sempre nella stessa maniera. La mattina come mi sveglio faccio degli esercizi per pallavolo, dopo di che iniziano le videolezioni. Dopo pranzo, se ho dei compiti da fare li faccio in videochiamata con Alessia, poi porto fuori i miei cani per 30 o 40 minuti e quando torno sto in chiamata con delle mie amiche. Come ultima cosa prima di andare a letto mi metto a leggere, più o meno fino a mezzanotte.