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Entra ufficialmente l’estate: sotto l’ombrellone domina l’eccellenza siciliana

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog La II Edizione del Siracusa Book Festival e la prima nazionale di Giuseppe Pennisi per Carthago sono le attese più ferventi. Copertina a Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco e controcopertina a Francesco Musolino

Presentiamo la settimana con la retroazione del 17 giugno che ha visto due ritorni eccezionali: l’aretino Mauro Caneschi,  autore del pluripremiato “La chimera di Vasari“, uscito per Arkadia con Le figlie dell’uomoStefano Cazzato con Il divino Platone per Moretti & Vitali e Nicola La Barbera per Bonfirraro traccia le origini dei Beati Paoli. Da martedì 21 a lunedì 27 giugno tante le novità partendo dall’entusiasmo per la II edizione del Siracusa Book Festival che si terrà al Castello Maniace del capoluogo aretuseo sabato 25 e domenica 26 giugno. Organizzato dal floridiano Damiano Gallo sarà patrocinato dalla Regione Siciliana e parteciperanno all’iniziativa scrittori e personaggi illustri dello spettacolo e della cultura con  madrina d’eccezione la parlamentare Stefania Prestigiacomo. All’interno della manifestazione si terrà la V edizione del “Premio Alessandra Appiano“.

Ancora Sicilia e siciliani: debutto assoluto per Giuseppe Pennisi. Già editore, amministratore e tutto quanto possa essere identificato nella dura gavetta della filiera editoriale, il Pennisi esordisce con un’opera impegnatissima e al contempo fruibile a qualunque tipo di lettore. L’autore ha dichiarato che trattasi di “un romanzo con diverse astrazioni, ma preferisco non dire nulla“. Il volume sarà presentato, lo stesso giorno di uscita, in prima nazionale domenica 26 alle ore 18:00 nella sua Catania presso Zo – Centro Culture Contemporanee e presenzieranno Gaspare Edgardo Liggeri (Presidente del gruppo Carthago Editore), Margherita Guglielmino (Responsabile editoriale del gruppo Carthago Editore), Camillo Pennisi (pittore) e Alfio Vacanti (tenore). Ma proseguiamo con La nave di Teseo che non lascia mai a dieta proponendo come ‘cibo per la mente’  Noam Chomsky e Andrea Moro, Giovanni Comisso, Sonia Bergamasco. Settecolori non manca mai di consegnare perle di storia. Non manca lo sport con Oligo Editore che omaggia il leggendario Nando Martellini e il Sidekar di Arkadia che giunge al n. 19 con il panormita Ettore Zanca che in un anno dove solo la Roma sale sul tetto d’Europa a rappresentare lo Stivale, introduce l’importante metafora del calcio in una vicenda al cardiopalma.

A proposito di leggende senza timori: Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza rivisitano la famosa agenda di Paolo Borsellino per Chiarelettere aggiudicandosi il libro copertina. Un giornalista, giovane, tra i più precisi e raffinati, nonché uno scrittore che ha debuttato nel 2019: il 22 torna per i tipi di E/O, il messinese Francesco Musolino che ci ha sempre abituati bene e non dubitiamo del suo Mare Mosso. Graphe.it con un volume su come vivono i genitori di lesbiche, gay, trans, bisex, per penna di uno psicoterapeuta in quota AgeDo Torino, Marietti 1820 propone PontiggiaHarper Collins Italia, Nord Edizioni e Stamperia del Valentino completano la settimana. Note di rilievo per Dantiel W. Moniz che esce con quello che viene considerato il miglior libro di racconti dell’anno corrente, dal titolo Latte Sangue Fuoco, per NN Editore; il nuovo volume pubblicato per Il Palindromo di Rosario Battiato e Chiara Nott presentato in anteprima a una Marina di Libri, la scorsa settimana e la sceneggiatrice Chiara Laudani che esce per i tipi di ScritturapuraIl ramo e la foglia propone il debutto dell’ardita Giulia Tubili. La settimana si chiude di lunedì, lo sapete, e Giancarlo Narciso curatore di “Come d’arco scocca. Il castello di Arco attraverso i secoli in tredici racconti”, pubblicato per Borderfiction, non vi lascia soli.

In libreria dal 17 giugno

Nicola La Barbera, I Vendicosi, Bonfirraro

«In poco tempo tutta la Sicilia cadde nelle mani di Enrico, gli restava da conquistare solo Palermo. […] Non tutti i palermitani, però, si arresero senza combattere: un gruppo di uomini dalle facinorose e malefatte azioni, chiamati dal popolo i Vendicosi, si ribellò alla sua conquista dandogli tanti di quei problemi che egli fu costretto a sguinzagliare i suoi migliori uomini senza, però, grandi successi». (I Vendicosi).

Una storia di vendetta e redenzione, di perdizione e riscatto, che dopo centinaia di anni non ha ancora perso il suo fascino. Tanto da poter essere presa a spunto per una storia nuova, fermamente ancorata alla tradizione ma libera di librarsi sulle ali della fantasia, per essere apprezzata anche dai lettori contemporanei. Può essere riassunto così I Vendicosi, il nuovo libro di Nicola La Barbera edito da Bonfirraro, in libreria e negli store online a partire dal 17 giugno prossimo. Un romanzo storico che narra le vicende della setta de I vendicosi gli antenati dei Beati Paoli, misteriosa setta segreta fondata in Sicilia intorno al XII secolo e consegnata alla Storia dall’opera omonima di Luigi Natoli – in arte William Galt – che La Barbera reinterpreta per costruire una narrazione incalzante e moderna, che si fa strada nelle nebbie del passato per restituire al lettore emozioni fortissime.

Un racconto abilmente giocato sul filo della ricostruzione storica e della finzione narrativa, come ammette l’autore nella nota che accompagna il testo. La setta di cui parla La Barbera – I Vendicosi, appunto – anticipa la nascita del gruppo dei Beati Paoli al centro del romanzo di Natoli. «Il racconto che ho scritto è totalmente frutto di fantasia. Ho approfittato di fatti e personaggi storici, realmente accaduti e realmente vissuti, al solo fine di rendere più credibile il racconto e per inquadrare il periodo in cui esso è ambientato». Operazione che La Barbera – siciliano di Mezzojuso, in provincia di Palermo, autore non nuovo a opere di carattere storiografico – porta avanti unendo l’estro del narratore al rigore dello storico, consegnando al lettore un affresco inedito dell’Isola dei secoli passati. La stessa che emerge sin dalle prime pagine del libro come paradiso di ricchezza e beltà. Bellezze che i Vendicosi – come in futuro i Beati Paoli, non casualmente ricollegati alla nascita della mafia – si pongono l’obiettivo di proteggere dall’invasore.

Situazioni che La Barbera non si limita a descrivere, ma che rende quasi percepibili ai sensi del lettore, attraverso una ricerca approfondita sui vocaboli e una scelta attenta dei suoni, per trasportare i contemporanei nella Sicilia di nove secoli fa. Un’Isola cupa e perigliosa, dominata dal mistero che accompagna tutto il racconto, che fa da sfondo all’epopea di una confraternita le cui azioni non possono essere seguite senza incappare in qualche brivido. Soprattutto quando la setta si rivela in tutto il suo potere, sfruttandone a pieno la fascinazione. «Questa nostra segreta e onorata società», dirà uno dei membri a un barone fatto prigioniero, in una delle scene più emozionanti dell’intero racconto, «fatta di signori vostri pari, è in grado di controllare ogni vostra azione e, in futuro, non solo potrebbe decidere di uccidervi, ma di farvi assistere, prima di morire, allo stupro delle vostre figlie». Parole tremende, testimoni di una lotta inesausta che a distanza di secoli non smette di affascinare.

«Con il romanzo di Nicola La Barbera il nostro catalogo si arricchisce di un’opera preziosa, che dimostra una volta di più come la Storia sia sorgente inesauribile di insegnamenti e suggestioni artistiche e letterarie», dice l’editore Salvo Bonfirraro. «I lettori che si caleranno nelle pagine de I Vendicosi potranno non solo godersi un racconto emozionante venato di dramma e mistero, ma anche approfittare della preparazione dell’autore per apprendere dettagli sulla storia e gli usi della Sicilia dei secoli passati. Nozioni che oggi si fatica a trovare nei libri di intrattenimento, e purtroppo anche in quelli scolastici. Il risultato è un’inedita forma di racconto-saggio», conclude Bonfirraro, «un’opera capace di coniugare divertimento e formazione, intrattenimento e cultura, esattamente la missione che da trent’anni ci proponiamo come casa editrice».

Nicola La Barbera

Nicola La Barbera

L’autore

Nicolò La Barbera, è nato nel 1948 a Mezzojuso (Palermo), paese arbëreshë di radice albanese, ha iniziato gli studi nella stessa cittadina presso il collegio bizantino dei “Frati basiliani” per poi proseguirli e laurearsi a Palermo. Dal 1978 vive in Calabria, dove ha insegnato matematica presso le scuole secondarie di primo grado. Attualmente in pensione, si dedica alla lettura e alla scrittura. È stato coordinatore di redazione del periodico Nuova Calabria, ha inoltre pubblicato i romanzi La maschera del barone (2009), La legge del capo (2010), A volte il passato ritorna (2015) e il saggio Gli Arbëreshë d’Italia. La storia e gli insediamenti (2019). I Vendicosi, la misteriosa storia dei Beati Paoli è il suo ultimo romanzo storico.

Mauro Caneschi, Le figlie dell’uomo, Arkadia

Dopo la bellissima narrazione de La chimera di Vasari Mauro Caneschi regala ai suoi lettori un altro tassello della sua prorompente fantasia. In un futuro molto vicino al nostro, un’epidemia globale sta sterminando gli uomini con particolare accanimento verso il genere maschile. Non esistono vaccini, non ci sono cure. I ricercatori, i laboratori, i militari, tutti lavorano alla disperata ricerca di un rimedio che possa creare un argine alla pandemia. Ma sembra tutto inutile. Il paziente 0 non viene individuato, qualsiasi strategia appare inefficace. E poi, perché milioni di persone si stanno dirigendo verso l’Equatore? Chi sono i componenti delle “Sorellanze” che paiono spuntare fuori in ogni angolo del globo? Infine, quelli che vengono definiti “immuni”, lo saranno veramente? Nel caos tremendo di una società che va letteralmente in pezzi, nel collasso della civiltà, il biologo Marco Soleri tenta in tutti i modi di trovare una soluzione che sciolga i vari enigmi. Ma dovrà fare molta attenzione a non scatenare qualcosa di ancora più pericoloso.

Stefano Cazzato, Il divino Platone, Moretti & Vitale

Cos’è che spinge Platone, a un certo punto della sua vita e della sua riflessione, a uscire dall’orbita socratica, ad affiancare al logos altri strumenti di indagine e di conoscenza? È la sfiducia nella possibilità di conoscere e comunicare la verità, oltre una ristretta cerchia di iniziati? O il ritorno alla sua iniziale vocazione artistico-poetica, precocemente sacrificata sull’altare del socratismo e dell’impegno politico? Sono i viaggi che compie all’interno della propria anima o quelli che, morto il maestro, lo portano a Helios d’Egitto, Siracusa, Taranto, Cirene, Megara, nelle terre in cui ancora risuonava l’eco di esseri sovrumani, indovini e oracoli, sacerdoti e profetesse, divinatori e rapsodi, semidei e aruspici, muse e sibille, eroi e poeti ispirati? È il ricongiungersi con le origini sapienziali, mai veramente abbandonate, del pensiero, con quella mentalità arcaica e misterica che, nonostante l’avvento della filosofia, continuava ancora a nutrire l’anima greca? O il bisogno, fino a una certa età trattenuto dal rigore del ragionamento, di ascoltare leggende, miti e narrazioni? A partire dall’analisi della “Lettera Settima”, uno dei pochissimi testi in cui l’autore dei “Dialoghi” parla direttamente di sé, il saggio racconta la storia di una conversione dello sguardo e del desiderio e lo fa con un taglio essenzialmente letterario, come letterario è stato il talento di Platone. Introduzione di Lucio Saviani.

L’evento d’inizio settimana: il 21 giugno Marino Magliani presenta a Sant’Agata Li Battiati “Il cannocchiale del tenente Dumont”, L’Orma Editore

Marino Magliani ha deciso di vivere lontano dall’Italia, dove è nato e in parte cresciuto, perché il mondo del clientelismo lo ha schifato. Trasferitosi in Olanda, l’autore, traduttore e curatore di collana, della provincia di Imperia, ha iniziato a lavorare nell’editoria, imponendosi tra i più cercati curatori di genere. “Il cannocchiale del tenente Dumont” è il suo romanzo più impegnato “Vi ho messo 23 anni per finirlo”. L’Orma Editore che non pubblica italiani, per l prima volta ha scelto Marino Magliani con risultato di finire in semifinale allo Strega, Al Campiello e con nota di Citazione al Comisso. Martedì 21 giugno con l’ingresso dell’estate, il Comune di Sant’Agata Li Battiati, se l’è aggiudicato ospitandolo nell’Aula Consiliare di Via Bellini, 54, alle ore 19 dove lo scrittore dialogherà col regista e scrittore Vladimir Di Prima. Chi scrive avrà il piacere di moderare l’incontro. Un evento unico per soli 30 posti a sedere.

Le uscite di martedì 21 giugno

Libro copertina: “L’agenda rossa di Paolo Borsellino” di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, Chiarelettere

“Ho capito tutto” ripeteva Borsellino negli ultimi giorni della sua vita, quei due mesi scarsi che separano la sua morte dall’esecuzione di Giovanni Falcone: cinquantasei giorni durante i quali il magistrato lavorò disperatamente alla verità sulla strage di Capaci, affidando i suoi appunti, le sue intuizioni investigative e i tormenti segreti alla celebre agenda che scomparve nell’inferno di via D’Amelio, quel 19 luglio 1992. Oggi, a trent’anni dalle stragi che sconvolsero l’Italia e portarono il giudice Caponnetto – ex capo dell’ufficio di Falcone e Borsellino – a dire “è tutto finito, non c’è più niente da fare”, Sandra Rizza e Peppino Lo Bianco riannodano le fila di quelle azioni investigative e giudiziarie che documentano con scrupolosità assoluta sin dal 1992, e possono affermare – finalmente con sentenza alla mano – che oggi sappiamo che dietro il “più colossale depistaggio della storia d’Italia” c’è la mano dello Stato. Una verità che non può essere taciuta, affinché, come ebbe a dire Caponnetto in occasione dei funerali di Borsellino cui partecipò una folla di oltre 10.000 persone: “Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi”.

Gli autori

Giuseppe Lo Bianco, cronista di giudiziaria, ha lavorato al giornale “L’Ora” di Palermo e all’agenzia Ansa, ha collaborato con “L’Espresso” e oggi è corrispondente dalla Sicilia per “il Fatto Quotidiano”. È autore di The Truman Boss (con Vincenzo Balli, Castelvecchi 2017) e La Repubblica delle stragi (a cura di Salvatore Borsellino, PaperFIRST 2018), ed è tra i fondatori dell’Associazione Memoria e Futuro.
Sandra Rizza ha imparato il mestiere di giornalista negli stanzoni de “L’Ora” di Palermo, negli anni caldi della guerra di mafia, passando presto alla cronaca nera e giudiziaria. Ha collaborato con “il manifesto” e con “La Stampa”, ed è stata corrispondente dalla Sicilia del settimanale “Panorama” negli anni delle stragi 1992-93. Per un decennio redattrice giudiziaria dell’Ansa di Palermo, oggi collabora con “il Fatto Quotidiano”.

Noam Chomsky e Andrea Moro, I segreti delle parole, La nave di Teseo

Noam Chomsky, il maestro che ha teorizzato la grammatica generativa, e Andrea Moro, l’allievo che ha rivoluzionato gli studi su linguaggio e cervello, si confrontano in una conversazione a tutto campo. Come si apprende una lingua da bambini? Esistono lingue impossibili? Qual è il contributo della neurobiologia alla struttura del linguaggio umano? Un dialogo appassionato sulla scienza del linguaggio, sui misteri che non sono ancora stati chiariti e che forse non lo saranno mai. In questa breve storia della relazione tra parole e cervello, incontrando Cartesio, Galileo, Newton e Turing, esploreremo i confini di Babele, verificheremo quanto è rischioso immaginare lingue perfette e metteremo alla prova l’euforia sull’intelligenza artificiale. Per scoprire, infine, che le parole sono importanti perché parlano di noi, e come noi hanno proprietà sorprendenti, talvolta nascoste come segreti molto ben custoditi.

Nando Martellini. Al limite del ricordare, a cura di Cesare Borrometi e Pino Frìsoli, Oligo editore

Un’antologia degli scritti più significativi del grande e mai dimenticato giornalista sportivo, curata dagli storici della tv Cesare Borrometi e Pino Frìsoli, arricchita da nuovi saggi sulla vita e l’opera di Martellini: il risultato è a metà tra un viaggio a bordo di un’ideale “macchina del tempo” e una sorta di “intervista impossibile”. Un omaggio al grande e indimenticabile commentatore della Rai. La vita e gli scritti del grande commentatore Rai a quarant’anni dall’indimenticabile finale Italia-Germania
ll nostro libro antologico dedicato a Nando Martellini è un viaggio romantico nello sport del Secondo Novecento attraverso le parole scritte da chi aveva notoriamente il compito di raccontare al microfono, sorretto o no dalle immagini, lo svolgimento di questa o quella partita di calcio, questa o quella gara ciclistica, eccetera. Nando Martellini era colui il quale, con discrezione, serietà e brillantezza, entrava attraverso la radio e la televisione nelle case degli italiani e li conquistava con il suo stile molto “anglosassone” nel descrivere le prodezze degli eroi del calcio (soprattutto) o del ciclismo. Ripresentando alcuni suoi articoli di giornale, noi oggi gli rendiamo omaggio con l’affetto provato per lui sin da quando eravamo piccoli telespettatori di avvenimenti agonistici. Gare, partite, tornei, campionati di cui raccontiamo anche agli appassionati sportivi di oggi i retroscena, grazie alle nostre esaurienti noterelle storiche di raccordo.

Gli autori

Cesare Borrometi (Noto, 1968) vive a Torino dal 2006. Laureato in Lettere Moderne,si è sempre occupato della storia della TV nostrana e ha vissuto “un quarto d’ora”di popolarità vincendo 17 puntate del telequiz di Italia 1 Sarabanda nel 1998. Giornalista pubblicista, da molti anni collabora con svariate testate e programmi radio,scrivendo prevalentemente di cultura e spettacolo. Ha pubblicato Lunario dei giorni di Tele (Firenze Libri, 2012) e Blog Sessantasette (La Città del Sole Edizioni, 2019).
Pino Frisoli (Milano, 1969) è laureato in Scienze Politiche. Esperto di storia della televisione e dello sport, è attivo in Rai dove è specializzato nelle ricerche di archivio, in particolare per Rai Sport, seguendo rubriche come Perle di sport, Dedicato a…, Memory e Memory Doc. Ha pubblicato La Tv per sport (Tracce, 2007), Sport in Tv (con Massimo De Luca, Rai Eri, 2010) e Rischiatutto. Storia, leggende e protagonisti del programma che ha cambiato la televisione (con Eddy Anselmi, RAI ERI, 2016). Nel 2019 ha firmato uno dei capitoli del libro Serie A: un viaggio lungo 90 anni (allegato a “La Gazzetta dello Sport”). Scrive anche articoli di storia della televisione sul proprio sito pinofrisoli.blogspot.com.

B.A. Paris, La psicologa, Nord Edizioni

Una casa in una di quelle strade chiuse dove tutti si conoscono e le facciate sono così curate da sembrare uscite da una rivista di architettura. Alice ancora non ci crede di essere riuscita ad acquistarla a un prezzo tanto vantaggioso. Ed è solo dopo essersi trasferita che scopre il perché: la precedente proprietaria è stata uccisa due anni fa, proprio in quella casa. Dapprima turbata da quella rivelazione, a poco a poco Alice inizia a interessarsi sempre di più alla storia della donna, una psicologa sua coetanea, e non perde occasione di chiedere informazioni ai vicini. Con suo grande sconcerto, però, tutte le persone che fino a quel momento l’avevano accolta con calore e gentilezza si chiudono in un silenzio ostinato. Quasi che quella vicenda fosse una ferita ancora aperta. Come se ciò non bastasse, Alice comincia a notare delle stranezze – finestre aperte che era sicura di aver chiuso, oggetti spostati di pochi centimetri – e in lei si fa sempre più forte la sensazione di essere osservata. E si rende conto che c’è qualcosa di oscuro nascosto tra le pieghe di quella comunità apparentemente perfetta e che frugare nei segreti degli altri potrebbe rivelarsi fatale… Doveva essere un sogno, invece si è trasformato in un incubo…

Le uscite di mercoledì 22 giugno

Libro contro copertina: “Mare mosso” di Francesco Musolino, E/O Edizioni

Mare mosso prende il largo da cinque città di mare – Venezia, Cagliari, Napoli, Palermo e Atene – ed è la storia di un arduo salvataggio, ispirato a una storia vera. Un grande romanzo di mare e d’avventura che omaggia Hugo Pratt, Jean-Claude Izzo, Clive Cussler e Wilbur Smith, fra traffici illeciti, amicizie coraggiose e nemici senza scrupoli. Glenn Cooper: «Una storia coinvolgente raccontata in modo splendido. Un capolavoro nella tradizione di John Banville e Ian McEwan».

La notte del 24 dicembre 1981 Radio Cagliari intercetta l’Sos di un cargo turco alla deriva, la Izmir. Nella pancia della nave, in balia del vento di maestrale forza sette, ci sono seicento tonnellate di pesce surgelato. Potrebbe affondare da un momento all’altro. Quella notte, quando il telefono squilla, Achille Vitale sale a bordo della Renault R4 e chiama a raccolta la sua piccola ciurma, organizzando i soccorsi. Achille ha trent’anni, è un ingegnere navale e dirige per conto del Cavaliere – un facoltoso armatore napoletano – una flotta di rimorchiatori a Cagliari. Il suo mestiere è quello di uscire in mare – di giorno o di notte, con qualsiasi tempo – in soccorso di yacht, motoscafi, navi cargo e petroliere in difficoltà, rischiando la vita senza paura. In quella medesima e fredda notte della vigilia del 1981, ad Atene c’è un uomo molto interessato a recuperare il carico della Izmir. Qualcosa di illegale e di gran valore. Cosa nasconde davvero la pancia d’acciaio della nave cargo? Riuscirà Achille Vitale a condurla in porto, affrontando la potenza feroce del mare in tempesta, i ripetuti guasti allo scafo e le spericolate contromosse attuate da quel misterioso uomo di Atene? La storia di un arduo salvataggio ispirato a una storia vera accaduta a largo del mar di Sardegna, in cui il mare in tempesta è il grande protagonista.

L’autore

Francesco Mussolino è giornalista culturale e collabora con varie testate nazionali, cartacee e online. Ha creato il progetto di lettura no profit e insegna scrittura creativa. Il suo romanzo d’esordio L’attimo prima viene pubblicato nel 2019 da Rizzoli.

Le uscite di giovedì 23 giugno

Louis Aragon, La settimana santa, Settecolori edizioni

Pasqua 1815. Re Luigi XVIII è in fuga. L’usurpatore, l’imperatore, Napoleone insomma, ha lasciato l’isola d’Elba, è appena sbarcato in Francia, è in marcia verso Parigi. Molti generali, all’indomani della sua caduta, avevano prestato giuramento al potere legittimo dei Borboni, ma questo suo improvviso riapparire scombussola cuori e menti. Chi sono i traditori? Quelli che si raggruppano di nuovo intorno a chi donò loro la gloria o quelli che non vogliono abiurare il giuramento appena pronunciato? E gli ufficiali? E i soldati? E la corte, i salotti, gli intellettuali, le belle dame prima bonapartiste e dopo monarchiche? Con chi staranno? Con chi andranno? È la domanda che si pone anche il sottotenente Théodore Géricalut, un giovane che ancora ignora il suo destino di pittore, un giovane che ancora non sa che gli restano appena dieci anni di vita. Nell’attesa, cavalca con le truppe reali, in un paesaggio inzuppato di pioggia e reso scivoloso dal fango, ma non sa ancora fino a dove e fino a quando. Straordinario romanzo storico sui generis, in nome degli “imprescrittibili diritti della fantasia”, La Settimana Santa coniuga il “mentire-vero” caro ad Aragon, che costruisce un Géricault felicemente di fantasia e però reale, con le date, i luoghi, gli avvenimenti, le uniformi dell’epoca perfettamente documentati e resi con uno stile vivace e febbrile, in cui risuonano gli zoccoli dei cavalli, l’atmosfera febbrile dei borghi dove inseguitore e inseguito si tallonano, i pensieri, le azioni, le chiacchiere e i pettegolezzi dei grandi personaggi storici: Fouché, Ney, Chateaubriand, Filippo d’Orléans, Madame Royale… Salutato all’epoca come “il nuovo Aragon”, la sua “resurrezione”, questo romanzo racconta il passato con un occhio sul futuro. Che cosa significava nel 1815 giurare fedeltà?. Che significato potrebbe significare oggi’ A quali fedeltà un domani potremmo dire sì o no? “È un’opera dove l’avvenire conta più del passato”, ha scritto con ragione François Nourrisier.

Chiara Laudani, Per non scomparire, Scritturapura

Anna ha 43 anni, è single, vive a Roma e per lavoro scrive sit-com. La sua è una vita piena, ma il test di fertilità parla chiaro: l’unica strada per la maternità è la fecondazione assistita. Inutile negare che l’“utero fissazione” le prende la mano. Vuole un figlio con tutta sé stessa, e accetterà lo sperma di un donatore ma non l’ovocita di una sconosciuta: quel bambino, o quella bambina, devono avere qualcosa della sua famiglia, a cui è molto legata. L’unica donatrice possibile, allora, è la nipote, Fulvia, figlia di sua sorella Lucia. Fulvia però ha solo 17 anni, sta terminando la High School a Hong Kong, si sente un po’ sola, così lontana da casa, ed è alla ricerca di un’amica…

Il libro della sceneggiatrice cinematografica e televisiva Chiara Laudani, cagliaritana d’origine e romana d’adozione dopo un periodo a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden: una storia contemporanea, quella di Anna e della giovanissima nipote Fulvia, che si snoda tra l’Italia e Hong Kong, tra desiderio di maternità quando ormai il corpo risponde solo in parte e dilemmi etici specifici, in cui i rapporti familiari, come quelli d’amicizia, si fanno più sfaccettati e complessi.

L’autrice

Chiara Laudani è nata a Cagliari e ha vissuto a Torino prima di trasferirsi a Roma. Si è formata alla Scuola Holden al Master Tecniche della narrazione, quindi al Corso di Formazione per Sceneggiatori RAI, al Workshop di specializzazione “Laboratorio Fiction” Mediaset e ha vinto il Premio Solinas 1997, il Festival Corto in Bra, il Premio Medusa distribuzione. Insegna presso il Centro Sperimentale di Cinematografia Roma e lavora in ambito televisivo sulla serialità, sul documentario, sul lungometraggio e collabora con il TFL Torino, Biennale College Cinema Venezia e Annecy Alpes Film Lab. Per non scomparire è il suo primo romanzo.

Le uscite di venerdì 24 giugno

Giulia Tubili, Codice a sbarre, Il ramo e la foglia edizioni

«Magari non è così, forse fanno bene loro. Chi sono io per giudicare i dolori atroci che nascondono in casa? Però, al contrario loro, io non so fingere il distacco. Non sono in armonia con me stessa, né con gli eventi in corso. Eppure, da bambina, mi dicevano che ero una brava attrice». Questa raccolta di racconti non appartiene totalmente al giallo benché esprima forti suggestioni noir, pulp e thriller. Possiamo paragonarla a un “lettore di codice a sbarre” che cerca di decifrare, racconto per racconto, le storie incredibilmente diverse della prigionia, della cattività in cui, in un modo o nell’altro, ogni essere umano finisce col cadere, per un periodo o per sempre. Non si vuole condurre il lettore in un girone infernale né portarlo a ragionare “Dei delitti e delle pene”. Il carcere è un non luogo: cella, corpo o mente, che la catena sia corta o lunga come nel testo poetico della Szymborska, è un “essere o non essere”. Tante sono le sbarre uno è il senso di solitudine: ferro o ossa, ferro e ossa. “Codice a sbarre” è l’esordio letterario di Giulia Tubili.

Giulia Tubili

Giulia Tubili

L’autrice

«Sono nata a Roma nel 1993 mentre tentavo di morire, uccidendo mia madre. Non ci sono riuscita e, da quel momento, ho dovuto fare i conti con un increscioso futuro che prevedeva lo scrivere biografie. Interessa al lettore o allo spettatore sapere che mi fu raccontato che a nove mesi già giocavo a ripetere parole astruse (un fenomeno da baraccone)? No, non credo. Al pubblico, interessano particolari più corposi o gossip. Però, a pensarci, il fatto che gongolassi nel ripetere “garrula!” dall’alto del mio seggiolone avrebbe dovuto mettere in guardia i miei familiari su quello che li aspettava. Sono cresciuta ribadendo che avrei fatto l’attrice e, nel frattempo, oltre che improvvisare siparietti domestici, leggevo e scrivevo, scrivevo e leggevo. Superata l’età ingrata che per me si è rivelata più esecrabile dell’usuale, è venuto il tempo dell’Actor Studio, tre anni di Accademia cinematografica e, a seguire, stage di perfezionamento e una gavetta a tempo indeterminato. Oggi, ho al mio attivo un buon numero di cortometraggi, alcuni spettacoli teatrali, set fotografici, almeno sette o otto portatili bruciati per usura. Fare l’attrice è estenuante perché è più il tempo speso a cercare un ingaggio, fosse pure pro bono, che quello dedicato a lavorare. Scrivere? Mi fa volare. Scrivere riempie le notti, i vuoti incolmabili, le cicatrici di un’adolescenza negata. Scrivere è come cavalcare a briglie sciolte e, poi, tornare a compiere lo stesso percorso cercando il giusto passo».

Rosario Battiato e Chiara Nott, Animali straordinari di Sicilia, Il palindromo

Esistono animali straordinari che dimorano da sempre in Sicilia, un’isola in bilico tra mitologia, storia e folklore. Animali, veri o fantastici, che nel corso del tempo si sono trasformati attraverso ibridazioni con altre specie: mutamenti talmente imprevedibili e misteriosi che hanno reso leggendaria la loro stessa esistenza. “Animali straordinari di Sicilia” è un’esplorazione del sorprendente mondo animale siciliano che, deviando dal corso di un’esistenza ordinaria in seguito allo scontro con la follia degli umani, dà forma a inimmaginabili specie, in alcuni casi ibridandosi perfino con la flora isolana. La loro straordinaria e difforme capacità di attraversare il tempo rappresenta un atto d’amore e di resistenza all’appiattimento e all’omologazione del presente. In allegato la Mappa degli animali straordinari di Sicilia.

Ettore Zanca, L’oceano oltre la rete, Arkadia

Un’isola, destini che si incrociano, vite che riemergono da un passato dimenticato. Sullo sfondo del “gioco più bello del mondo”, Ettore Zanca costruisce una storia avvincente e ricca di spunti. L’isola di San Vignan è l’ultimo avamposto civile prima del nulla di un oceano sconfinato. In quello scoglio sperduto esistono solo due ragioni di vita: la pesca e il calcio. La squadra locale ha una regola ferrea cui non è mai venuta meno: vesti quella maglia solo se sei nato a San Vignan. David Rojo è il giocatore locale più famoso. È stato sulla terraferma dove ha vinto tutto, campionato del mondo incluso. A 39 anni non ha più nulla da chiedere al mondo del pallone. Prossimo al ritiro, con la testa solo al proprio futuro, per un gioco del destino, in quel momento, il San Vignan sale nella massima serie e Rojo viene chiamato dalla squadra. Al suo ritorno nell’isola si troverà catapultato in un luogo che non riconosce, tra vecchi rancori, amori svaniti, incontri e scontri con un passato che non se ne è mai andato. L’oceano oltre la rete è un romanzo in cui il calcio è scenario di esistenze che si inseguono, dove è la tenacia delle donne a recuperare vite alla deriva, nel ruolo di compagne, sorelle, figlie, in cui la salvezza in ballo non è solo quella di una squadra ma di persone che segneranno percorsi che si ritroveranno sul dischetto di un rigore da battere, perché per tutti sarà quella la porta da oltrepassare per non essere condannati prima del tempo.

Mustafa Tolay, Dante celato. Alchimia e bagliori d’Islam nel suo viaggio iniziatico, Stamperia del Valentino

Il volume di Mustafa Tolay, edito da Stamperia del Valentino, che torna in pubblicazione a distanza di un anno per scelta editoriale, racconta l’avventura intellettuale di Dante e si inserisce in un filone che la memoria dell’uomo riesce a ricostruire solo fino ai tempi della Mesopotamia, ma il cui evidente successivo sviluppo attraversa il pensiero e le tradizioni egizie, greche, latine, quindi quelle Cristiane e – dal settimo secolo – le islamiche. Il volume, edito da Stamperia del Valentino di Paolo Izzo, si compone di 550 pagine (euro 50,00) e rientra nella prestigiosa collana Mirabilia. In quest’opera Tolay spiega come Alighieri abbiapotuto contare su un substrato dottrinario riconoscibile quanto blasonato e risalente, e impernia il contenuto del libro sull’aspetto iniziatico dell’opera di Dante, analizzando le influenze islamiche subite dal pensiero del Sommo Poeta, nonché le catabasi narrate in quella tradizione, precedenti alla ideale discesa agli inferi descritta nella Divina Commedia, e alla conseguente risalita al Purgatorio e quindi al Paradiso. Mustafa Tolay, studioso dantesco di grande rilievo, dal privilegiato punto d’osservazione fornitogli dalla nazionalità turca, può dunque dischiudere con competenza ai nostri occhi un panorama ai più insospettato, compiendo i dovuti raffronti tra antiche opere concepite nella realtà intellettuale mediorientale e il lavoro del nostro grande e sempre attuale Dante Alighieri.

L’autore

Mustafa Tolay è nato nel 1955 a Istanbul. Si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università Tecnica di Istanbul. Come ricercatore all’università di Leeds in Inghilterra, si è dedicato all’apprendimento della Fine Art e della Lingua italiana. Ha studiato Filosofia e Arte, interessandosi soprattutto alla ricerca della storia di Dante Alighieri viaggiando in Italia tra Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto. Ha partecipato attivamente a studi su Leonardo da Vinci sia a Firenze che a Vinci. Attualmente è iscritto alla Royal Society of Chemistry, Institute of Energy, Chromatography Society in Inghilterra e alla Associazione di Amicizia Italo-Turca di Milano e alla Società Dantesca Italiana di Firenze in Italia. In Turchia ha pubblicato alcuni libri fra cui “Arte e Pensiero con Dante” (tradotto in italiano come “Dante e il suo tempo) e “Arte e Pensiero con Leonardo”.

Dantiel W. Moniz, Latte Sangue Fuoco, NN Editore 

Lauren Groff: “Un meraviglioso esordio di una nuova scrittrice di grande talento”. “Ero sottoterra, oltre la roccia e le radici, le pietre come ossa che mi trascinavano in profondità, ancora più a fondo, finché non mi trovai nel centro giallo incandescente del pianeta. Lo attraversai, i capelli e i muscoli e tutto ciò che credevo di essere si staccarono, finché non vidi la vera forma di me stessa senza pelle. Ero una creatura gloriosa, spoglia, splendente”

Nel caldo umido e nella natura lussureggiante della Florida, due ragazzine si giurano eterna amicizia e giocano a pensare a tutti i modi in cui potrebbero morire; una giovane sposa si interroga sulla maternità, indecisa se portare avanti una gravidanza; due cuginette imparano sulla propria pelle cosa significa sopravvivere; una donna perde il figlio che ha in pancia e si sente capita solo da un polipo. I racconti di questa raccolta sono abitati da donne che nonostante le diversità si scoprono unite visceralmente, anelli di una catena che risale fino all’origine del tempo. E anche se a volte sono assalite dalla paura di crescere e dalla sensazione di annegare, trovano la forza di rompere schemi familiari e sociali spinte dal desiderio di affondare nelle pieghe più intime di se stesse e di aprirsi a ogni incandescente promessa d’amore.
Seducente e spirituale, saggio e sovversivo, Latte Sangue Fuoco racconta di madri, sorelle, figlie e amiche che affrontano tragedie ordinarie e feroci rese dei conti, donne che esplorano il lato oscuro dei propri istinti e non hanno paura di viverlo nel corpo, con la consapevolezza che essere umani significa accogliere l’intero spettro delle emozioni, crudeltà e tenerezza, rabbia e passione, vergogna e tentazione.
Questo libro è per chi abbassa il finestrino per far volare una mano come un’aquila nella brezza, per chi pensa che zucchero e panna siano una medicina per ogni malattia, per chi ha scoperto il suo futuro dentro un sogno, e per chi sa riconoscere il bambino dentro di sé, una creatura spensierata che dondola su un’altalena fino a diventare una capocchia di spillo tra le nuvole.

L’autore

Dantiel W. Moniz scrive per la Paris Review e Harper’s Bazaar e insegna alla University of Wisconsin-Madison. Latte Sangue Fuoco è stato selezionato per diversi premi tra cui il PEN/Jean Stein, il PEN/Robert W. Bingham e il Dylan Thomas Prize, ed è stato incluso nei libri migliori del 2021 da Time, Washington Post, Elle, O, The Oprah Magazine, BuzzFed, Million, Electric Literature.

Alexandra Cedrino, La galleria di Postdamer Platz di Alexandra Cedrino, Harper Collins Italia 

Nel periodo tra le due guerre, una donna combatte per la sua nuova vita nel mondo dell’arte. Berlino 1930. Dopo la morte della madre Anna, Alice Waldmann, studentessa di storia dell’arte, si trasferisce da Vienna a Berlino per conoscere sua nonna, Helena. Vuole sapere perché ha ripudiato Anna e perché le ha negato il posto che le spettava di diritto nella famiglia di importanti mercanti d’arte. Con l’aiuto degli zii, Alice entra presto in contatto con il mondo culturale berlinese del tempo, si innamora dell’enigmatico John Stevens e diventa una fotografa emergente. Ma solo quando la famiglia Waldmann decide di riaprire la galleria d’arte, chiusa dai tempi della grande inflazione, Alice ha l’opportunità di convincere sua nonna ad accettarla come membro della famiglia e a riconoscerle il suo talento di fotografa. La galleria di Potsdamer Platz ci fa immergere nell’eccitante periodo fra i ruggenti anni Venti e l’ascesa del nazismo, ma descrive anche la vita di una giovane donna nella scena artistica berlinese, tra giochi di potere, amore, arte e ideologia.
Alexandra Cedrino discende da una famiglia di noti mercanti d’arte, i Gurlitt. Il suo esordio è ispirato alla galleria che suo nonno, Wolfgang Gurlitt, aveva aperto nella capitale. Sullo sfondo dell’ascesa del Nazionalsocialismo, La galleria di Potsdamer Platz racconta la società e la scena artistica della Berlino degli anni Trenta attraverso gli occhi della protagonista, una ragazza che deve affermarsi nella sua famiglia, nella sua professione e in un mondo nuovo e ostile.

L’autrice

Nata nel 1968 a Monaco, Alexandra Cedrino fa parte della famiglia Gurlitt, famosi mercanti d’arte. È cresciuta in mezzo all’arte e ai libri. Oggi vive a Berlino e si occupa di pubbliche relazioni. La galleria di Potsdamer Platz è il suo romanzo d’esordio.

Giuseppe Pontiggia, La lente di Svevo Introduzione di Daniela Marcheschi, Marietti 1820 

Italo Svevo è l’autore che Giuseppe Pontiggia ha più studiato negli anni giovanili e alla cui tecnica narrativa ha dedicato la tesi di laurea discussa all’Università Cattolica di Milano nel 1959, qui riproposta in volume. Nel 2003 lo scrittore aveva affidato questo testo alla rivista Kamen’, per ripubblicarlo così come era stato pensato negli anni Cinquanta, quando gli studi sulle tecniche narrative non erano diffusi. Pontiggia intendeva contribuire alla critica sveviana, ma anche mostrare un aspetto del proprio laboratorio di scrittore e critico, interessato a riconoscersi attraverso la «lente» di Svevo e l’approfondimento della sua geniale officina. Attenta alle pieghe della realtà quotidiana, la scrittura sapiente di Pontiggia è un «luogo» di forte tensione formale, riflessiva ed etica. Le sue pagine, come quelle di Svevo, hanno lo slancio ideale di chi è consapevole che, nella letteratura e nelle arti, si gioca una partita fondamentale per il soggetto e le strutture della società: da qui la parola chiara, l’ironia, la verve comico-satirica e la pietas con cui le contraddizioni umane vengono osservate.

L’autore

Giuseppe Pontiggia (1934-2003), tra i maggiori scrittori e critici del secondo Novecento, collabora fin dalla fondazione (1956) con la rivista d’avanguardia Il Verri, diretta da Luciano Anceschi. Nel 1959 pubblica il suo primo romanzo autobiografico La morte in banca. Nella narrativa coglie brillanti successi di critica e di pubblico, vincendo tra l’altro il Premio Strega nel 1989 con La grande sera, il Super Flaiano nel 1994 con Vite di uomini non illustri, il Premio Chiara alla carriera nel 1997 e, infine, il Premio Campiello, il Premio Società dei Lettori e il Pen Club nel 2001 con Nati due volte, romanzo che viene tradotto in molte lingue e ispira il film Le chiavi di casa di Gianni Amelio.

Giovanni Comisso, Un gatto attraversa la strada, La nave di Teseo

Prosegue la ripubblicazione dell’opera di Giovanni Comisso con il libro vincitore del premio Strega 1955. Prefazione e curatela di Paolo Di Paolo. In questo volume di trentuno racconti brevi, che prende il titolo dal ventiduesimo scritto della raccolta, Giovanni Comisso ha saputo narrare gli aspetti pi la smania per uomini e donne di scuotersi di dosso i vincoli di una vita dura. La malinconia emerge dalle situazioni raccontate e dalle parole scelte, eleganti le similitudini naturalistiche per rappresentare le sfumature dell’animo umano. In evidenza lo scorrere implacabile del tempo che non si cura degli affanni, di vittorie e sconfitte, di obiettivi raggiunti.

Sonia Bergamasco, Il quaderno, La nave di Teseo

Dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone: “Leggendo Il quaderno di Sonia Bergamasco sembra di seguire la coda di una cometa, stare immersi in frantumi di polvere di stelle, seguendo un andamento fatto di svolte improvvise, di continue sorprese. Bergamasco non sente il bisogno di spiegare, si fida della potenza esplosa delle parole e dell’intelligenza di chi le riceverà, e chi legge sente la sua fiducia e la ricambia, s’immerge in una lingua rara e nuova, nella struttura di un altro mondo, dove le cose emergono a lampi e gli oggetti sono ricoperti dalle proprie astrazioni, come nella vita interiore di ognuno. Appaiono dunque simboli, volti, manufatti, musi, illuminati dal fascio di luce di una torcia che ruota, seguendo il ritmo cardiaco di una bambina che danza”.
Il quaderno del titolo fa riferimento a un taccuino su cui l’autrice dice di aver appuntato a vent’anni una sorta di grafico attraverso il quale le sembrava di poter intuire, vedere il mondo, la vita, le sue regole. Il quaderno è andato perduto ma resta il suo desiderio di interpretare l’esistenza e la realtà esplorando le concatenazioni di uomini donne, affetti amori, sacrifici dolori, sogni. Le poesie del libro sono la collezione di questi sguardi. I temi affrontati spaziano tantissimo: dalla morte a incontri avvenuti sui treni, dai gatti ad amori giovani, dalle figure paterne e materne a ricordi di infanzia, dal corpo all’anima, da riferimenti letterari ad altri più religiosi. Ogni singolo testo si muove in uno spazio tutto suo, dove la scrittura si fa più o meno astratta, più o meno poetica, più o meno sganciata da referenti materiali. È un’opera che nel complesso predilige l’evocazione rispetto alla figuratività, l’implicito o il suggerito sulla rappresentazione. L’atmosfera generale è permeata da un alone compassato e pensoso, una forma di consapevolezza non immediatamente accessibile, scarsa confidenza, leggera algidità e un fascino elegante ma austero. In questo senso sembra vigere nell’opera un riuscito mimetismo tra la parola e chi l’ha scritta.

Antonio Canu, Il mondo in un carrello. Come la nostra spesa cambia le sorti di ecologia, economia e cultura, il Saggiatore

C’è un luogo nelle nostre città in cui, volenti o nolenti, ci rechiamo tutti almeno una volta a settimana. È un luogo fatto di luci led e annunci all’altoparlante, banchi frigo e frutta variopinta, confezioni convenienza e bustine biodegradabili. Un luogo dove sembra dominare il caos ma in realtà tutto è disposto secondo un ordine calcolato. Ciò cui solitamente non pensiamo, entrando in un supermercato, è quante storie contenga. O meglio, quanto «mondo» ci sia in ognuno degli articoli che finiscono nei nostri carrelli. Antonio Canu ci conduce in un curioso viaggio attraverso i corridoi di un supermercato, alla scoperta delle vite di cibi e oggetti che acquistiamo ogni giorno. Spostandosi di scaffale in scaffale, Canu racconta da dove arriva ogni singolo prodotto e in che modo la sua presenza su questo Pianeta si è intersecata con la storia dell’umanità: dal limone, «inventato» come ibrido di cedro e arancio in India ed esportato da Cristoforo Colombo nelle Americhe, al formaggio, nato forse per caso oltre 8000 anni fa; dal tonno in scatola, figlio dell’intuizione della famiglia Florio che lo introdusse in tutti i continenti, al merluzzo essiccato, la cui fortuna si lega a quella di Erik il Rosso e dei suoi eredi; dal pollo, il cui allevamento è oggi una delle cause dei cambiamenti climatici, fino alla contraddittoria soia, assieme perno dell’alimentazione vegetariana e tra i responsabili principali della deforestazione.
Il mondo in un carrello ci spinge a confrontarci con il ruolo che le nostre scelte alimentari e di acquisto hanno su ciò che ci circonda. Arricchita dalle illustrazioni di Bianca Buoncristiani, quest’opera incrocia economia e antropologia, geografia e storia ambientale per offrirci un punto di vista inedito sul nostro sviluppo e sulla sua sostenibilità. Per quanto ci possa sembrare strano, il cambiamento potrebbe iniziare proprio dalla nostra prossima lista della spesa.

Philip Hoare, Albert e la balena, il Saggiatore

Nel 1520 una balena di dimensioni inaudite si arena su una spiaggia olandese. Gli abitanti della zona non hanno mai visto nulla del genere e ne sono assieme attratti e spaventati. La notizia scivola di bocca in bocca e giunge fino alle orecchie dell’artista Albrecht Dürer, che, a quasi cinquant’anni e senza più il sostegno del suo mecenate, è in cerca di nuove avventure. Decide così di imbarcarsi e partire verso l’ani- male morente. Per lui il viaggio rappresenta l’occasione di una vita: la possibilità di incidere un ritratto dell’ignoto, sfidare la grandezza di Dio e passare alla storia. Ma quando giunge su quella spiaggia, la balena è scomparsa. Albert e la balena parte dal racconto della folle spedizione di Dürer e si espande fino a diventare la biografia di un personaggio dalle molte anime, un bestiario eccentrico, una rassegna di spiriti ribelli, un memoir e una dissertazione sul rapporto tra arte e vita. Con una scrittura di rara eleganza, Philip Hoare dà vita a una narrazione liquida in cui si con- fondono le epoche e i personaggi, le discipline e gli immaginari. Un’opera che si rivolge a tutti noi: perché anche se Dürer non vide mai la balena, la sua impresa ci mostra co- me solo inseguendo un’ossessione il mare del possibile può spalancarsi.

Le uscite di domenica 26 giugno

Pier Luigi Gallucci, Come l’aria in un abbraccio. Storie di genitori con figli e figlie lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer, Graphe.it 

Papa Francesco: “Penso ai genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli: come gestire questo e accompagnare i figli e non nascondersi in un atteggiamento condannatorio”

Accanto a una persona che scopre in sé, a poco a poco, di essere gay, lesbica, bisessuale o avere un’identità di genere che la società spesso ancora considera come divergente, c’è sempre una famiglia che viene coinvolta in questa scoperta, talvolta in modo meno graduale. Anche quando questo importante passaggio familiare si svolge senza drammi, di fronte al coming out di figli e figlie i genitori possono attraversare una fatica paralizzante: le certezze vacillano, la mente si affolla di dubbi, paure, domande, persino pregiudizi inaspettati. L’amore a volte non basta, da solo, a ritrovare l’equilibrio in famiglia e cambiare positivamente prospettiva.
L’autore, psicologo psicoterapeuta, con la collaborazione dell’associazione AGedO di Torino, compone in questo testo un vademecum ragionato per aiutare genitori e famiglie a orientarsi nella nuova situazione, trovare informazioni chiare e risposte concrete alle domande più frequenti sui temi degli orientamenti affettivi, sessuali e identità di genere.

L’autore

Pier Luigi Gallucci è psicologo psicoterapeuta di Torino, città in cui vive e lavora come libero professionista. Da anni si occupa dei temi degli orientamenti affettivi, sessuali e identità di genere sia in adolescenza sia in età adulta, anche in collaborazione con associazioni ed enti, tanto pubblici quanto del privato sociale. Dal 2012 è responsabile del Gruppo Psicologi Arcobaleno dell’Arcigay di Torino e dal 2016 è supervisore del gruppo di genitori dell’associazione AGedO della stessa città. Per Graphe.it ha scritto Il dolore negato. Affrontare il lutto per la morte di un animale domestico (2018).

L’evento in prima nazionale

Giuseppe Pennisi, La vicenda di Sarabax, Carthago Editore

Domenica 26 prima nazionale a Catania

La vicenda di Sarabax – La leggenda ha inizio” si muove in ambito letterario tra prosa e verso poetico. Un racconto che attinge al mito e al simbolo tra universi paralleli, tra macro e microcosmo in perfetta armonia tra ciò che era, è e sarà tra i protagonisti Sarabax e Belyy.

Le uscite di lunedì 27 giugno

Come d’arco scocca. Il castello di Arco attraverso i secoli in tredici racconti, a cura di Giancarlo Narciso, Borderfiction

Un’antologia di racconti storici, segnati da inquietanti venature di suspense o mistero e ambientati nel castello di Arco. Circondato da palme e olivi, affacciato sull’ammaliante entroterra di quel miracolo della natura che è la sponda nord del lago di Garda, qui così simile a un fiordo e al tempo così mediterraneo, il castello di Arco ha segnato la Storia del Tirolo italiano, colpendo nel corso dei secoli la fantasia di illustri visitatori, molti dei quali, avventuratisi in queste contrade, hanno voluto rendergli omaggio nelle loro opere. A riproporcelo sono oggi dodici celebri firme del thriller italiano che ne percorrono la Storia dal Medio Evo ai giorni nostri in un travolgente susseguirsi di intrighi e trame appassionanti.
Gli autori che hanno scritto i racconti: Maurilio Barozzi, Andrea Carlo Cappi, Alfredo Colitto, Patrizia Debicke, Leonardo Gori, Giulio Leoni, Gian Luca Margheriti, Giancarlo Narciso, Pierluigi Porazzi, Renzo Saffi, Claudia Salvatori, Giada Trebeschi. Con la consulenza storica di Romano Turrini.

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