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Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: le nuove regole del Cts

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Gli scienziati hanno fissato le nuove regole dopo che il ministero dello Sviluppo economico aveva chiesto di vagliare la possibilità di apertura a pranzo in zona arancione e a cena in zona gialla. Ora la decisione dovrà essere politica

Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: le nuove regole del Cts

Il Comitato tecnico scientifico ha fissato le regole per l’apertura serale dei ristoranti in zona gialla e a pranzo in zona arancione, sia pur con alcune restrizioni.

«Non si tratta di un via libera alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura», precisa il Cts in una nota, chiarendo che si tratta delle regole che dovranno essere applicate se arriverà il via libera da parte del governo.

La richiesta era arrivata dal ministero dello sviluppo economico dopo vari incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti e due giorni fa è arrivato il parere degli scienziati che indicano la strada per i nuovi protocolli.

Adesso la decisione dovrà essere presa dal governo.

Intanto il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri ha chiarito il suo punto di vista: «Lo sostengo da molti mesi, credo che i ristoranti possano essere riaperti, in zona gialla, in sicurezza e con controlli rigidi fino alle 22.

Il nuovo Dpcm scade il 5 marzo, ma già il 15 febbraio cade il divieto di spostamento tra le regioni e si riaprono gli impianti da sci. Quindi bisognerà stabilire se tutte le prossime decisioni rientrano negli affari correnti.

(Leggi anche: Quando costa un ristorante chiuso per i lockdown? I conti in tasca a cuochi e chef)

I vari locali

Gli scienziati chiariscono che «deve rimanere alta l’attenzione per il rischio di Covid 19» ma vanno comunque «le tipologie dei pubblici esercizi destinati alla somministrazione di cibi e/o bevande, distinguendo anche fra quelle con disponibilità o meno di tavoli per il consumo».

I ristoranti

Secondo il Cts si devono mantenere le mascherine obbligatorie e il distanziamento di 1 metro tra i tavoli e nei luoghi di passaggio.
Bisogna anche mantenere un numero massimo di persone al tavolo - quattro se non si tratta di conviventi - e il bollino da esporre all’ingresso per il numero massimo di capienza del locale.

I bar

Per il servizio al banco deve rimanere la distanza di un metro tra le persone e provvedimenti per evitare gli assembramenti di persone in fila alla cassa o in attesa di essere servite.
Niente buffet.
Vanno evitate anche le carte da gioco e i giornali.

I gestori

«È un risultato significativo che arriva grazie ad un confronto non certo urlato, ma molto intenso e propositivo – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi-. Dopo un anno nel quale le nostre attività sono state costrette a rimanere chiuse o a lavorare in condizioni proibitive, ai tavoli istituzionali ci siamo evidentemente fatti portavoce del grande disagio del settore, ma abbiamo anche cercato delle soluzioni realistiche e tempestive, dimostrando che era possibile tornare a lavorare in sicurezza. Desidero ringraziare il Ministro Patuanelli, la Sottosegretaria Morani e il CTS per l’attenzione dimostrataci e per la volontà di arrivare ad un risultato. Ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli. Sarà un banco di prova importante per dimostrare da parte del nostro settore maturità e rispetto delle regole e chiediamo alle forze dell’ordine e alle amministrazioni comunali di darci una mano con i controlli in questa direzione».