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Attraverso Festival 2023 presenta ELIO in CI VUOLE ORECCHIO (Elio canta e recita Enzo Jannacci).

CI VUOLE ORECCHIO
ELIO CANTA E RECITA ENZO JANNACCI

drammaturgia GIORGIO GALLIONE
arrangiamenti musicali PAOLO SILVESTRI

con ALBERTO TAFURI pianoforte, MARTINO MALACRIDA batteria, PIETRO MARTINELLI basso e contrabbasso, SOPHIA TOMELLERI sassofono, GIULIO TULLIO trombone

light designer ALDO MANTOVANI
scenografie LORENZA GIOBERTI
costumi ELISABETTA MENZIANI

regia GIORGIO GALLIONE

Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, e? stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, e? riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente. Jannacci e? anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da ELIO a Barolo per Attraverso Festival, Venerdì 8 Settembre.

Sul palco, assieme a ELIO, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno una insolita e bizzarra carovana sonora: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone. A loro il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.

Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non e? una persona seria”.  Un po’ circo un po’ teatro canzone, dove una band di cinque musicisti, grazie agli arrangiamenti di Paolo Silvestri, permetterà ad Elio, filosofo assurdista e performer eccentrico, di surfare sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata delle gioie della lingua e del pensiero o dello sberleffo libertario, e che considera il Comico, anche in musica, non come un ingrediente ciecamente spensierato ma piuttosto un potente strumento dello spirito di negazione, del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo. Sovversione del senso comune, mondo alla rovescia, ludica aggressione alla noia e ai linguaggi standardizzati e che, contemporaneamente, non teme di creare disagio o generare dubbi. Così, nel panorama infinito delle figure che abitano l’universo Jannacci trovano posto anche personaggi dolenti, clown tristi e inadeguati che spesso inciampano nella vita.

Uno spettacolo come viaggio in questo pantheon teatralissimo, dove per vivere “ci vuole orecchio” e dove, da saltimbanchi si vive e si muore.