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Snam, Stefano Venier: «Gas russo sceso dal 45% al 14% in Ue, Usa primo esportatore di Gnl»

di Fausta Chiesa

Snam, Stefano Venier: «Gas russo sceso dal 45% al 14% in Ue, Usa primo esportatore di Gnl»

Le importazioni del gas russo nell’Unione Europea «sono calate dal 45 al 14 per cento tra il 2021 e il 2023». A sottolinearlo è Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, durante la presentazione del Piano Strategico 2023-2027 il 25 gennaio nella sede della Borsa di Milano. Il gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti è «salito dal 6 al 20 per cento e quello proveniente da altre località, tra cui l’Australia, è salito dall’11 al 17 per cento», ha proseguito Venier. Per quanto riguarda la domanda di gas, l’Ue ha registrato un «calo del 7 per cento, da circa 360 a 335 miliardi di metri cubi, che dovrebbe essere in parte recuperato nel breve termine tra il 2025 e il 2027, per poi scendere di nuovo dopo il 2030».

Il piano da 11,4 miliardi

Il piano strategico prevede investimenti per 11,5 miliardi, con un aumento di 1,5 miliardi rispetto al piano presentato un anno fa, he diventano 12,4 miliardi se si considerano anche le sovvenzioni. Il grosso - 10,3 miliardi - si concentra sull’infrastruttura, mentre 1,2 miliardi andranno ai business della decarbonizzazione. In base al piano, 7,4 miliardi saranno dedicati al trasporto, che comprende i lavori per la Dorsale Adriatica, la costruzione di stazioni di compressione dual fuel (gas-elettrico), le opere di collegamento con le Fsru e gli impianti di biometano. Altri 1,4 miliardi saranno destinati all’ampliamento degli stoccaggi e 1,5 miliardi al Gnl e in particolare alle due navi rigassificatrici: la messa in esercizio della Fsru di Ravenna e lo spostamento della Fsru di Piombino previsto nel 2026. La prima asta per vendere la capacità per il terminal di Ravenna partirà entro marzo e l’entrata in esercizio è attesa entro fine anno.

La transizione

Per quanto riguarda la transizione, nel biometano per la controllata Bioenerys sono previsti 400 milioni. «L’aumento dei costi e l’assenza di uno schema chiaro per lo sviluppo dei progetti ha rallentato le iniziative negli uliumi due anni ma questi ostacoli sono stati superati negli ultimi mesi», ha detto Venier, commentando tra l’altro positivamente il decreto incentivi italiano. Altri 350 milioni saranno allocati al business della cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), in particolare nel progetto congiunto con Eni a Ravenna, 300 milioni nell’efficienza energetica e infine 100 milioni nell’idrogeno, in particolare nelle Hydrogen Valley di Modena e in Puglia e nelle prime fasi del progetto SouthH2 Corridor.

La cattura della CO2

«A Ravenna - ha detto Venier - sorgerà uno dei più grandi hub di Ccs (cattura e stoccaggio di Co2) con una capacità totale stimata superiore a 500 milioni di tonnellate, il maggiore dell’area Mediterranea». L’investimento complessivo della join venture Snam-Eni vedrà un cluster industriale situato nelle vicinanze del serbatoio, a circa 5-10 km di distanza, che diventerà un modello di sviluppo progressivo e modulare, che potrà servire via tubo “gli emettitori situati nel Nord Italia” e “via nave il Mediterraneo”. «Nella fase di start up, nei prossimi mesi, l’hub di Ravenna produrrà 25 migliaia di tonnellata l’anno, per arrivare nella prima fase industriale a 4 milioni di tonnellate l’anno e poi a in una seconda fase a 16 milioni di tonnellate nel 2030».

Il mix di gas

Snam prevede di estendere la rete compatibile con l’idrogeno puntando al raddoppio entro il 2027. Al momento i chilometri certificati da Rina sono 1.500 ed entro il 2027 supererebbero quota 3mila chilometri. Il piano strategico prevede 100 milioni di euro di investimenti nel business dell’idrogeno, di cui 20 per la fase di ingegneria del SoutH2 Corridor.«Sulla base dell’evoluzione attesa che vede una crescente necessità di trasportare non solo gas naturale, ma anche biometano, CO2 e idrogeno, l’ambition chiara e definita è di essere l’operatore energetico pan-europeo nella realizzazione e gestione di infrastrutture multi-molecola per un futuro sostenibile, sicuro, digitale, connesso e inclusivo», scrive Snam nella nota.

Gli obiettivi di sostenibilità

Sul fronte del climate change, nel piano al 2027 Snam ha fissato nuovi target sul fronte delle emissioni di CO2 nel medio termine, pari a -25% al 2027, -40% al 2030 e -50% al 2032, in vista del già annunciato target di net zero sulle emissioni scope 1 e 2 al 2040, ed ha aggiunto un nuovo impegno di lungo termine: raggiungere il net zero su tutte le emissioni (incluse quindi anche le scope 3) entro il 2050.

I target finanziari

Nel quinquennio Snam prevede un aumento medio dell’Ebitda adjusted del 7,4% all’anno raggiungendo i 3,2 miliardi al 2027 dai 2,4 miliardi attesi nel 2023. L’utile netto è atteso da Snam in crescita del 4% all’anno, come effetto della crescita dell’Ebitda che sarà parzialmente bilanciato dall’incremento degli ammortamenti degli oneri finanziari. .

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