Studentə senza casa - UDU Trento
La situazione è diventata insostenibile.  

Quest’anno, con il rientro in presenza dellə 17.000 studentə del nostro Ateneo sono esplose, essenzialmente, due questioni che attengono alla qualità della vita di tuttə noi: la cosiddetta “questione movida” e la gravissima carenza di posti letto, che peggiorerà con l’avvio delle lezioni anche nel Centro Interdipartimentale di Scienze Mediche, per lə studentə universitariə in città.  

Abbiamo visto un progressivo innalzamento dei prezzi, sia per le stanze singole che per le doppie. Nel frattempo, è diminuita l’offerta dell’Opera Universitaria, a fronte di un impoverimento delle famiglie causato dalla crisi economica conseguente alla pandemia. E si riducono anche i servizi offertici, come i posti in mensa e in sala studio, mentre siamo costrettə a seguire le lezioni in aule piene, senza distanziamento e, spesso, anche occupate oltre la loro capienza, e viaggiare su autobus sovraffollati per via della carenza delle corse giornaliere. 

Come associazione, come rappresentanti, come studentə, ascoltiamo ogni giorno le storie di ragazzə disperatə, che si scontrano con la difficoltà di trovare un posto letto a Trento. Tra chi ha preferito aspettare a causa delle incertezze sul rientro, chi attendeva la pubblicazione delle graduatorie dell’Opera Universitaria, o ancora chi era in attesa di sapere i risultati dei test di agosto.
In moltə hanno spesso provato a tamponare per le prime settimane facendosi ospitare da altrə ragazzə già residenti a Trento o hanno optato per B&B od ostelli in attesa di una sistemazione permanente. Ma queste, ovviamente, non possono essere soluzioni definitive.  

Nel nostro piccolo abbiamo provato a facilitare la ricerca di posti letto per lə studentə in difficoltà, ma questo non può bastare e, lo diciamo con forza, non ci basta. In troppə stanno meditando di non seguire le lezioni e di aspettare la prossima sessione di laurea, per riprovare a cercare una sistemazione. 

Siamo consapevoli che questa situazione deriva da una molteplicità di ragioni, prima fra tutte la pandemia che, creando incertezza, imponendo ovvie, e giustificate, limitazioni al numero di persone che possono occupare certi spazi, ha fatto sì che moltə più studentə cercassero casa nello stesso periodo e, portando ad un impoverimento delle famiglie, ha aumentato la quantità di studentə necessitanti posti in studentato o soluzioni a basso costo. Tutto ciò mentre i prezzi degli affitti tornavano a lievitare. 

Pensare, però, che non sia colpa di nessuno è una mancanza di responsabilità. Non possiamo accettare che unə studentə si arrenda e torni a casa, privandosi così del cuore pulsante della propria esperienza universitaria e del suo fondamentale diritto allo studio. 

Chiediamo dunque all’Ateneo e all’Opera Universitaria delle risposte certe, sul breve e sul lungo periodo.  

Serve accelerare la costruzione di nuovi studentati o l’acquisizione di spazi da deputare ad alloggi studenteschi. Bisogna che avvenga in fretta, e che lo facciano gli enti pubblici a ciò deputati. Velocizzare i tempi non può e non deve voler dire privatizzare il diritto allo studio.  

E, se siamo conscə che la costruzione di studentati non è cosa breve, serve un palliativo che limiti i danni adesso. 
Stiamo convivendo ogni giorno con i “mezzi sostitutivi della didattica in presenza” che lə singolə docenti mettono a disposizione di chi non può o, legittimamente, non vuole raggiungere Trento e questi, laddove non siano assenti, sono comunque di un livello inferiore rispetto alla didattica offerta in presenza. 

Ci troviamo ogni giorno a ricevere e avanzare segnalazioni sullə docenti che non hanno nemmeno creato i corsi Moodle, che non offrono nulla per esplicita scelta, che caricano soltanto delle slides o che affermano che il libro di testo sia un'integrazione sufficiente. 
È evidente come questo non sia abbastanza. Di fronte alla problematica di queste settimane, chiediamo che si percorra la via della didattica blended. Chi dimostra di non avere un domicilio in Trentino deve poter avere accesso alle lezioni anche a distanza.  

Allə nostrə colleghə invece chiediamo di sottoscrivere questo appello, per aiutarci a rivendicare il riconoscimento del diritto allo studio di tuttə noi, in tutte le sue forme.
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